lunedì 23 settembre 2013

martedì 17 settembre 2013

il Te del Tao: LX - STARE NELLA DIGNITÀ REGALE


LX - STARE NELLA DIGNITÀ REGALE

Governare un gran regno
è come friggere pesciolini minuti.
Quando si sovrintende al mondo con il Tao
i
mani non mostrano la potenza loro.
Non che i mani non abbiano potenza
ma la potenza loro non nuoce agli uomini,
non che la potenza loro non nuoccia agli uomini
ma il santo non nuoce agli uomini.
Questi due non si nuocciono fra loro,
per questo le virtù loro insieme confluiscono.

Tao a benzina


Non è che uno va a un concerto dei Metallica e
chiede a quegli stronzi di abbassare il volume.

Quentin Tarantino

La Domiziana è una strada vollente, di fianco tiene ancora i campi e pure la gente che li zappa, e in mezzo alle macchine che fujono trovi le negre. Madonne pittate che aspettano ai loro Giuseppe sotto oleandri che puzzano come arbremagic scaduti. La compagnia ce la fa la munnezza, a quelle che vanno bene, alle altre ci sta la terra che le macchine aizano, e loro spaparanzate cosce all’aria, assettate sopra i materassi sguarrati o ’ncoppa ’e bidoni cappottati, sotto i piedi si annascuano buste di plastica coi nomi dei supermercati di qua attorno, dentro ci stanno i plasmon o i pavesini e l’acqua Tenerella, dentro i tubolari dei cartelli pubblicitari (che mmò ci sta quella faccia di cazzo di Tommaso Cozzolino, candidato all’Europa, isso che manco è mai andato a Milano) loro ci appizzano, come le formiche, i preservativi, e se dove stanno assettate il sole le appiccia, allora araprono un ombrello colorato che certe volte mi parono davvero delle madame, che poi quando passo piano e le guardo in faccia mi fanno le moine, ma io ’o saccio che si cacano sotto, si mettono appaura che i clienti non le vedono e non se le chiavano e allora quelle stronze si sbracciano. Tengono le facce dipinte a carnevale, fanno una miscata di colore che pare che si sono sputate in faccia senza specchio, si inguacchiano l’uocchi di certi blu che manco i lampeggianti degli sbirri, le vocche a cirasa, la farina arriva fino alle recchie e in capo si mettono le parrucche bionde, che è come se alluccassero Nui vulimmo esse come a vui! Tengono certi pantacollant, che tu dici Ma dove cazzo li pigliano? E spesso tengono pure certi sguarri che ci vedi il culo e pure la fessa, poi si arravogliano le magliette e se le azzeccano alle zizze e pare che si stanno pe’ scassare. Ce ne stanno di tutti i tipi: ’a piccirella bucchina, ’a chiattona a furgoncino, certe stennecchione che ti mettono il culo in faccia, certe che potessero pure fare le buttafuori, e nessuna è brutta overamente. Chesta è la Domiziana, una madre di carne, cinquanta chilometri di via regina: da una parte le negre, dall’ata le russe, che so’ scornose però la coscia te la fanno vedere, vogliono farti capire che tengono la dignità, ma quale dignità? Sempre il pesce prendete. I posti dove si mettono si chiamano gioint e si affittano. Invece loro, ’e guaglione, sono di proprietà di una maman che può stare a Lagos o pure a Castelvolturno. Tra ’e maman e la mafia nigeriana ci sta un patto di fiducia, che nun è quello che tengono i nigeriani con la camorra, che è una specie di appalto. Loro, negre e russe, arrivano qua in aereo, poi le schiaffano in mezzo alla strada. Già sanno quello che devono fare, devono pigliare il pesce, ma quello che non sanno è che schiatteranno qua, che le vattono, le scippano e le jettano pure sotto mentre fujono dagli sbirri o dalle mazzate. Parecchie di loro si sentono sicure perché dicono che si sono fatte lo juju di difesa, ma è ’na strunzata. Altre si appaurano proprio della magia e degli stregoni e si ammutano. Campano tutte con la maman che le schiatta in corpo e le porta a messa non per scrupolo ma perché il prete pentecostale di questo cazzo (che sicuro se le alliscia anche) ci lava le cape con le storielle e quelle si ammoccano tutto. I negri, invece, si squagliano la giornata a fare i moschilli della camorra. Quelli che proprio si accirono di fatica stanno nella Devils Strit, ’na via chiena di fossi, con le officine che si magnano auto e camion arrubbati, altro che Fiat di Pomigliano, e poi ci stanno le connecscion aus, non mi chiedete che cazzo significa, so che lì ti puoi abboffare delle schifezze che si magnano loro, accattare le sigarette o quella munnezza di film che fanno in Africa. Se torni da quel lato e non ti hanno schiaffato una catena in canno, ti pensi che tieni le allucinazioni, perché nell’Euronics di fronte ci sta la chiesa pentecostale e se è un giorno di festa ci trovi le femmine e i maschi che miscati alluccano ’a gloria. La cosa bella (e se uno la racconta non lo credono) è che a loro ci piace di pigliare il pesce, e ti dicono che è un lavoro, e pure si pulezzano dopo che hanno chiavato, fanno le perfettine che manco le signore di Capua. Devono apparare il debito, e poi diventano maman, comandano, e si mettono a triccheballare, fanno pure i figli. Dopo vi racconto la storia di Giovanni Campana, che dalla Fiat di Pomigliano (e mmò ci vuole) andò a fare il re di Lagos e ora è tornato e si chiava solo quelle di sedici anni, e lo chiamano ’o cavatappi. Le negre si uccidono di pesce dalla mattina alle sette fino alla sera alle sette, e dopo queste stronze si mettono pure a pazziare e si chiavano i neri, fanno le fidanzate, vanno a accattarsi i panni buoni e si vestono e si mettono a zompare con quella musica di cazzo che a me mi fa venire la mosceria. Che poi quando le vedi fuori dalla strada ti fanno la faccia storta e ti vorrebbero pure pisciare in mano, e i cornuti che stanno con loro ti alluccano nelle recchie e fanno i siciliani, ma poi, domani, le stesse te le puoi chiavare per venti euro e non alluccano più.

giovedì 12 settembre 2013

Stress (7 di Bastoni)


Quante persone conosci che, proprio in un periodo nel quale sono colme di lavoro, piene di una marea di progetti, quando hanno troppe cose in ballo, si sono d'improvviso prese l'influenza, oppure sono inciampate e finite con le ossa rotte? Esattamente questa forma di "cattivo tempismo" è ciò che la scimmietta con in mano uno spillo sta per imporre all'uomo-orchestrina qui raffigurato! La qualità di stress qui raffigurata fa visita a tutti ogni tanto, ma i perfezionisti sono i più vulnerabili. Siamo noi stessi a crearla, grazie all'idea che senza di noi non accadrebbe nulla - soprattutto nel modo in cui vorremmo noi! Ebbene, cosa ti fa pensare di essere tanto speciale? Pensi forse che il sole non sorgerà domattina se non sarai tu a dare la sveglia? Vai a fare una passeggiata, compra dei fiori, organizza una cena all'italiana - qualsiasi cosa 'senza importanza' andrà bene. Semplicemente mettiti fuori dalla portata di quella scimmietta!

Tutte le mete private sono nevrotiche. L'uomo essenziale arriva a comprendere, a sentire questo: "Io non sono separato dal Tutto, e non è necessario cercare forsennatamente un qualsiasi destino personale. Le cose accadono, il mondo si muove - chiamalo Dio... Egli sta operando. E le cose accadono in base a una propria armonia. Non è necessario che lotti o che mi sforzi; non è necessario che lotti per alcunché. Posso rilassarmi ed essere". L'uomo essenziale non è qualcuno che 'fa'. L'uomo accidentale 'fa', e di conseguenza è in ansia, è teso, stressato, angosciato, continuamente seduto su un vulcano. Il vulcano può eruttare in qualsiasi momento, poiché quest'uomo vive in un mondo di incertezze, e crede di essere sicuro e certo. Questo crea tensione nel suo essere: in cuor suo sa che nulla è certo.

Tao ben preso che vale


BRUTO

No, Cassio, no; tu, nobile Romano,

non pensare che Bruto

possa giammai andare a Roma in ceppi.

Troppo grande è il suo animo.

Ma questo giorno deve completare

l’opra iniziata con gl’idi di marzo;

e se ci rivedremo, non lo so.

Perciò diciamoci per sempre addio:

e tu sempre, e per sempre, Cassio,vale!

Se ci rincontreremo,

ah, sarà allora con un bel sorriso!

Se no, questo congedo fu ben preso.

CASSIO

E tu sempre e per sempre vale, Bruto!

Se ci rincontreremo,

sarà sicuramente per sorriderci;

se no, hai detto bene,

questo nostro commiato fu ben preso.

Holy Trinity Churchyard, Stratford-upon-Avon, Stratford-on-Avon District, Warwickshire, England

mercoledì 11 settembre 2013

gestalTao II: destino - pregnanza - esperienza

Veduta di città ideale, tra il e il circa, Walters Art Museum, Baltimora

Il Tutto è qualcosa di più e di diverso della somma delle parti

Alle tre precedenti si aggiungono altre tre successive leggi della formazione delle unità fenomeniche o leggi della Gestalt:
4. legge della continuità di direzione: una serie di elementi posti uno di seguito all’altro, in una determinata direzione vengono percepiti come costituenti un’unità figurale propria.
Nella figura percepiamo come unità ab e xy e non ay e xb o ancora ax eyb
la legge contiene anche la cosidetta legge del destino comune: linee rettilinee o curve vengono percepite come unità quando vengono intersecate da altre, anche se in linea di principio le configurazioni che potrebbero emergere sono molteplici.
Destino comune: linee
Gli elementi che hanno un movimento solidale tra di loro, e differente da quello degli altri elementi, vengono uniti in forme. In una configurazione tendono a unificarsi le linee con la stessa direzione od orientamento o movimento, secondo l’andamento più coerente, verso forme più semplici e più equilibrate.
Destino comune: linea e curva
5. legge della buona forma, detta anche legge della pregnanza o della coerenza strutturale: la forma che si costituisce è tanto più “buona” quanto le condizioni date lo consentono; ciò che determina fondamentalmente l’apparire delle forme è la caratteristica di “pregnanza” o “buona forma” da esse possedute: quanto più regolari, simmetriche, coesive, omogenee, equilibrate, semplici, concise sono, tanto maggiore è la probabilità che hanno d’imporsi alla nostra percezione.
Quando le due figure (A) vengono unite sono percepite come un cerchio e un quadrato sovrapposti (B).
Questo concetto, detto anche "della buona gestalt", si definisce in base a concetti quali semplicità, ordine, simmetria, regolarità, coerenza strutturale, carattere unitario dell’insieme. Il campo percettivo si segmenta in modo che ne risultino oggetti equilibrati, armonici, costituiti secondo lo stesso principio nelle varie parti, in modo che si appartengano reciprocamente e quindi - in sostanza - stiano "bene insieme", privilegiando quindi le soluzioni più stabili, equilibrate, armoniche e cogliendo nell'ordine strutturale delle forme l'insieme unitario composto da segmenti non in contrapposizione fra loro che tendono ad armonizzarsi ed a stabilire un legame ben equilibrato, esaltandone la posizione del loro aspetto. La percezione e la sua elaborazione cerebrale sembra prediligere questo campo in quanto fa "meno fatica" a raccoglierne le informazioni degli elementi presenti.
Nella figura si vedono una serie di cerchi che, con la successiva legge dell'esperienza passata, si possono identificare con un unico simbolo Olimpico, invece che con cinque figure geometriche.
Un particolare principio contenuto nella buona forma, ma comune anche alle altre leggi,  è la cosidetta articolazione senza resti: a parità di condizioni, vengono preferite le soluzioni percettive - fra le innumerevoli possibili - nelle quali vengono impiegati tutti gli elementi disponibili. Quando gli elementi sono messi in un modo disordinato, tra tutte le soluzioni possibili, la percezione sceglie quella che impiega tutti gli elementi senza tralasciarne nessuno.

5. legge dell'esperienza passata: elementi che per la nostra esperienza passata sono abitualmente associati tra di loro tendono ad essere uniti in forme, caratterizzando quindi il sistema percettivo come un sistema con memoria.

Un osservatore che non conosce il nostro alfabeto non può vedere la lettera E in queste tre linee spezzate.
Ai fattori che sono espressione di principi strutturali inerenti al sistema percettivo Wertheimer aggiunge un fattore empirico: la segmentazione del campo - a parità di altre condizioni - sarebbe influenzata anche dalle nostre esperienze passate. Viene così favorita la costruzione di oggetti con i quali abbiamo familiarità rispetto ad oggetti per noi nuovi.
Nella figura del "profilo della vecchia e della donna giovane" chi la vede per la prima volta è probabile che giunga per caso alla scelta della struttura figurale: giovane o vecchia. La scelta è determinata dal punto su cui si fissa lo sguardo: la linea che congiunge naso e orecchio per la giovane, e quella che congiunge naso e bocca per la vecchia. Se invece viene presentata prima una delle due figure l’esperienza già fatta influirà sicuramente sulla scelta successiva

gestalTao I: vicinanza - somiglianza - chiusura

martedì 10 settembre 2013

primo e ultimo Tao sul ponte



La prima fotografia di Hitler

E chi è questo pupo in vestina?
Ma è Adolfino, il figlio del signor Hitler!
diventerà forse un dottore in legge
o un tenore dell’Opera di Vienna?
Di chi è questa manina, di chi, e gli occhietti, il nasino?
Di chi il pancino pieno di latte, ancora non si sa:
d’un tipografo, d’un mercante, d’un prete?
Dove andranno queste buffe gambette, dove?
Al giardinetto, a scuola, in ufficio, alle nozze,
magari con la figlia del borgomastro?
Bebè, angioletto, tesoruccio, piccolo raggio,
quando veniva al mondo, un anno fa,
non mancavano segni nel cielo e sulla terra:
un sole primaverile, gerani alle finestre,
musica d’organetto nel cortile,
un fausto presagio nella carta velina rosa,
prima del parto un sogno profetico della madre:
se sogni un colombo – è una lieta novella,
se lo acchiappi – arriverà chi hai a lungo atteso.
Toc, toc, chi è, è il cuoricino di Adolfino.
Ciucciotto, pannolino, bavaglino, sonaglio,
il bambino, lodando Iddio e toccando ferro, è sano.
Somiglia ai genitori, al gattino nel cesto,
ai bambini di tutti gli album di famiglia.
Be’, adesso non piangeremo mica,
il fotografo farà clic sotto la tela nera.
Atelier Klinger, Grabenstrasse, Braunau,
e Braunau è una cittadina piccola, ma dignitosa,
ditte solide, vicini dabbene,
profumo di torta e di sapone da bucato.
Non si sentono cani ululare né i passi del destino.
L’insegnante di storia allenta il colletto
e sbadiglia sui quaderni.

30 Aprile 1945, Führerbunker, Reichskanzlei, Berlin
















I was caught in the middle of a railroad track (Thunder)
I looked round and I knew there was no turning back
My mind raced and I thought what could I do (Thunder)
And I knew there was no help, no help from you (Thunder)
Sound of the drums
Beating in my heart
The thunder of guns
Tore me apart

You've been
Thunderstruck