Questa carta raffigura l'evoluzione della consapevolezza così come l'ha descritta Friedrich Nietzsche nel suo libro “Così parlò Zarathustra”. Egli parla di tre livelli: il Cammello, il Leone e il Bambino. Il cammello è sonnacchioso, ottuso, appagato. Vive nell'illusione, credendo di essere la vetta di una montagna, ma di fatto si preoccupa tanto dell'opinione altrui che gli resta ben poca energia per sé. Dal cammello emerge il leone: allorché ci rendiamo conto di ciò che ci siamo lasciati sfuggire nella vita, iniziamo a dire di no alle pretese degli altri. Ci allontaniamo dalla folla, soli e orgogliosi, ruggendo la nostra verità. Ma questa non è la conclusione: alla fine emerge il bambino, né condiscendente né ribelle, ma innocente e spontaneo, e vero rispetto al proprio essere. Qualsiasi sia lo spazio in cui ti trovi in questo momento - assonnato e depresso, oppure ruggente e ribelle - sii consapevole che, se lo permetti, si evolverà in qualcosa di nuovo. È tempo di crescere e cambiare.
Nello Zen non vieni da alcun luogo e non stai andando verso alcun luogo. Sei semplicemente qui, adesso, senza andare né venire. Ogni cosa scorre di fronte a te; la tua consapevolezza lo riflette, ma non si identifica. Quando un leone ruggisce di fronte a uno specchio, pensi che lo specchio ruggisca? E se il leone se ne va e compare un bambino che danza, lo specchio dimentica totalmente il leone e inizia a danzare col bambino - ma pensi che lo specchio balli col bambino? Lo specchio non fa nulla, si limita a riflettere. La tua consapevolezza è solo uno specchio. Tu non vieni, né vai. Le cose vanno e vengono. Diventi un giovane, invecchi; sei vivo, sei morto - tutti questi stati sono semplici riflessi in una eterna pozza di consapevolezza.
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