giovedì 26 luglio 2012

dal T@O complicato al T@O complesso

Internet nodes and routes mapping
Scientific apparatus offers a window to knowledge,
but as they grow more elaborate,
scientists spend ever more time washing the windows.
Isaac Asimov

Nei sistemi ad elevato numero di elementi interconnessi in rete con molti processi dinamici che si influenzano l'uno con l'altro la distinzione principale è tra sistemi complicati e complessi.
In generale un sistema può essere molto complicato ma non complesso, mentre un sistema relativamente semplice può esibire elevata complessità. Inoltre se in un sistema, semplice o complicato, si introduce anche un solo elemento o processo complesso allora tutto il sistema lo diventa.

Come esempio di emergenza di complessità in un sistema estremamente complicato si può utilizzare quello più complicato attualmente esistente, Internet.
  •  Complicato: Internet
Struttura di rete
Come rete di telecomunicazioni Internet ha una struttura di tipo parzialmente o completamente magliata, ovvero in cui gli elementi, i nodi della rete (stimabili in circa 100 milioni noti nel 2006), sono parzialmente direttamente interconnessi tra di loro. La struttura di controllo e collegamento a rete è un'evoluzione della struttura gerarchica del tipo:

 che rappresenta il massimo grado di complessità - in questo caso di complicanza - possibile:

from:Yaneer Bar-Yam, Introducing Complex Systems
    Fondamenti
    Internet, come qualsiasi sistema di comunicazione, ha il suo fondamento nella teoria dell'informazione fondata da Claude Shannon nel 1948:

    Nel suo studio che definisce le basi teoriche di descrizione applicabili a qualsiasi canale di comunicazione Shannon si riferisce al seguente modello del tutto generale:

    dove un messaggio deve essere trasmesso dalla sorgente di informazione a sinistra al destinatario a destra. Il canale di comunicazione consiste nella codifica del messaggio in un segnale tramite un trasmettitore, la sua trasmissione attraverso un mezzo fisico e la sua ricezione da parte di un ricevitore, che lo decodifica consegnandolo al destinatario. Il segnale ricevuto in generale non è uguale a quello trasmesso a causa della distorsione e del rumore casuale aggiunto dal canale. La teoria di Shannon definisce i parametri significativi e la capacità del canale trasmissivo ed è del tutto generale per qualsiasi sistema di trasmissione, dai segnali di fumo dei nativi americani alle reti voce/fax telefoniche, dalle tavolette assiro-babilonesi alle reti dati globali come Internet.
    Il secondo fondamento è tecnologico, ed è rappresentato dall'estesa ricerca condotta per circa un ventennio a partire dagli anni 70 da tutte le compagnie telefoniche mondiali, con numerosi altri centri ed università, per lo sviluppo dei sistemi di comunicazione in fibra ottica, una ricerca che ha coinvolto investimenti per decine di miliardi di dollari e che - forse unica - si può ritenere conclusa per sempre. Il riconoscimento di questo sviluppo è stato formalizzato attribuendo ad uno dei pionieri, Charles K. Kao, il Nobel per la Fisica 2009 "for groundbreaking achievements concerning the transmission of light in fibers for optical communication";

    Proc. IEE, 1966
    Sistemi con capacità trasmissive dell'ordine delle decine di migliaia di miliardi di bit al secondo (bit/s) sono stati dimostrati:


    e circa 420.000 Km di cavi sottomarini in fibra intra e inter-continentali sono stati installati al 2006:


    Comunicazione
    Attualmente Internet è una composizione di reti pubbliche (come il WWW - World Wide Web, il servizio che storicamente determinò l'esplosione di Internet, inventato ideato e progettato nel 1990-91 da Tim Berners-Lee e Robert Cailliau presso il CERN) e private (intranet) che conta un numero oramai quasi inconoscibile di apparati di rete e utenti coinvolti - stimabili nell'ordine di miliardi; ad esempio il numero di utenti nel 2011 era stimabile in circa 2 miliardi.
    Una piccola parte del Web intorno al sito di Wikipedia
     Nella sua forma più sintetica Internet si può rappresentare come:
    dove sono rappresentati due utenti (users) collegati tramite un qualsiasi dispositivo fisso o mobile, che viene considerato dalla rete come un host,  e che utilizzano due classici servizi offerti: il primo è il browsing di una pagina web ottenuta da un web server in una modalità di scambio classica dell'informatica del tipo client/server; il secondo può essere una chat o uno scambio di email o un collegamento del tipo peer-to-peer (P2P) tra i due utenti. Internet viene rappresentata come una nuvola, intendendo che non si entra nel dettaglio e non ha importanza a questo livello di come questi servizi e collegamenti siano realizzati.
    Le distinzioni fondamentali tra una rete di telecomunicazioni come Internet e quella tradizionale telefonica sono tra il trasporto del segnale d'informazione in forma analogica o digitale e nella modalità di trasferimento dell'informazione, distinta in commutazione di circuito o di pacchetto.
    Nella rete telefonica tradizionale (POTS) il segnale trasmesso è di tipo analogico, eventualmente campionato, ovvero convertito in digitale, e il collegamento tra i due utenti viene effettuato commutando i due utenti sulla base del numero telefonico chiamato con un circuito fisico ottenuto - in progressione storica - collegandoli manualmente, meccanicamente, elettro-meccanicamente o elettronicamente. Questo tipo di commutazione è indicato come commutazione di circuito, in quanto gli utenti sono direttamente collegati da un circuito.

    Struttura protocollare a livelli gerarchici
    Nelle reti dati come Internet il segnale trasmesso è di tipo digitale (o discreto), diviso e raggruppato secondo determinate regole da un protocollo di comunicazione in un insieme di dati digitali (una sequenza di bit "1" e "0" che codifica l'informazione) di lunghezza fissa o variabile denominato pacchetto di dati, dove il collegamento tra i due utenti viene ottenuto esaminando dei campi specifici del pacchetto denominati indirizzo di destinazione e sorgente, che permettono alla rete di determinare a chi inviare e a chi far ritornare l'informazione, secondo un tipo di comunicazione denominata di pacchetto.
    Nel caso di Internet il protocollo di comunicazione che realizza la commutazione di pacchetto è conosciuto come suite TCP/IP, un insieme di diverse decine di protocolli utilizzati per stabilire la connettività e gestire le macchine della rete; in particolare il protocollo di interconnessione è denominato Internet Protocol (IP) ed è strutturato secondo una stratificazione gerarchica del tipo:
    I sette livelli a sinistra sono stratificati secondo una classificazione storica di riferimento denominata modello  ISO/OSI; quelli a destra sono effettivamente implementati in rete e definiscono la struttura gerarchica di Internet, dal livello 1 fisico al livello 4 di trasporto al livello 7 di applicazione. La strutturazione a livelli del protocollo di comunicazione, che si riflette direttamente sull'architettura dell'hardware, è uno dei punti - insieme alla struttura a rete con elevato numero di elementi - che porta un sistema come Internet a "rasentare" la complessità.
    L'utilizzo del protocollo TCP/IP per connettere gli host della rete è schematizzato nelle due figure seguenti. Nella prima:
    è raffigurato come vengono organizzati i pacchetti di dati nei diversi livelli protocollari. Al livello più alto l'host richiede un'informazione, ad esempio il browsing di una pagina web tramite un browser; questa richiesta viene passata al livello di applicazione - in questo caso http - che aggiunge all'inizio del pacchetto dati un suo pacchetto specifico come header, passandolo allo strato successivo di trasporto dove il protocollo TCP aggiunge a sua volta un suo specifico header per passarlo allo strato di rete dove il protocollo IP aggiunge un ulteriore header per arrivare allo strato data link dove, nell'esempio, il protocollo di livello 2 Ethernet (eth) aggiunge un ultimo header. A questo punto il pacchetto complessivo viene inviato al livello fisico 1 dove viene trasmesso sul mezzo fisico trasmissivo con un protocollo specifico, ad esempio lo stesso eth.
    L'utilizzo dello stack protocollare TCP/IP per la connettività tra due utenti che utilizzano un host della rete avviene come:
    dove l'utente A tramite l'host A richiede un collegamento con l'host B con l'utente B. L'host A incapsula secondo la figura precedente i pacchetti dati, questi vengono inviati in rete, transitano su diverse zone (ad esempio net1 e net3 possono essere zone d'accesso e net2 una zona di trasporto a lunga distanza) indirizzate dalle macchine che si occupano specificamente di instradare (routing) i pacchetti lungo le diverse reti, denominati switch se al livello 2 data link o router se al livello 3 di rete IP, i quali giocano il ruolo che nelle reti a commutazione di circuito, come quella telefonica tradizionale, era dei commutatori/permutatori. Consegnato il pacchetto complessivo all'interfaccia di rete dell'host B questo viene decapsulato con la procedura inversa seguita da A per arrivare all'applicazione utilizzata dagli host. Il passaggio dal livello di host - macchine - a quello di utenti - umani - segna il limite tra il sistema complicato della rete a quello complesso di interazione sociale/virtuale umano.
    La connettività a livello geografico e le modalità di trasporto del pacchetto lungo la rete sono illustrate come:
    dove l'host A appartiene ad una rete locale LAN ethernet - tipicamente una situazione aziendale - che invia il pacchetto eth agli switch dedicati a commutare ed instradare a questo livello; questa parte della rete è quella denominata d'accesso, la quale a sua volta confluisce in quella di trasporto dove il pacchetto viene portato a livello 3 IP ed instradato lungo la rete dai router e, con un processo inverso, consegnato all'host di destinazione B.
    La struttura protocollare dell'insieme IP è piuttosto complessa, come illustra la figura seguente:
    dove vengono riassunti alcuni dei principali protocolli e applicazioni utilizzati sui 5 livelli di rete. A livello applicativo IP fornisce quelle di base per i servizi elementari, ad esempio http per il browsing, smtp per le email, ftp per il trasferimento di files etc. Al livello 4 di trasporto vi sono i protocolli TCP e UDP che si occupano di specifiche gestioni quali la verifica degli errori sui pacchetti, il controllo di flusso e di congestione. Al livello 3 di rete opera il protocollo IP dedicato specificamente alle interconnessioni entro la rete. A questo livello operano anche una serie di protocolli di routing, come BGP e OSPF, che permettono ai router di scambiarsi informazioni tra loro al fine di costruire delle tabelle di routing che permettano ai routers la conoscenza della topologia della rete per corretto instradamento dei pacchetti verso la destinazione. Al livello 2 di data link operano protocolli sia per la rete di accesso come ethernet, ATM - un protocollo utilizzato in passato e ancora esistente ma non più sviluppato - e Point-to-Point_Protocol (PPP) - utilizzato per connettere gli utenti residenziali provvisti di ADSL attraverso la convenzionale linea telefonica, sia protocolli utilizzati nella core/transport network a lunga distanza, come MPLS, che sono aggiunti ad IP per migliorare la Qualità del Servizio (QoS) e permettere dell'ingegneria del traffico che il semplice protocollo IP non permette, particolarmente per il trasporto della voce come Voice over IP (VoIP), uno dei servizi fondamentali delle moderne reti IP in cui il traffico telefonico viene digitalizzato e trasportato come pacchetti IP. A questo livello vi sono i protocolli utilizzati per il trasporto a lunga distanza, tipicamente in fibra ottica, come SDH - in Europa - e SONET - in Nord America. Infine il livello 1 fisico rappresenta tutto l'hardware utilizzato come mezzo trasmissivo, dalle linee telefoniche fissi o mobili ai cavi a larga banda HFC per l'accesso in rete ai sistemi in fibra ottiche ai collegamenti satellitari per il trasporto entro la rete. 
    Una rappresentazione schematica più dettagliata dell'architettura per l'accesso e il trasporto per diverse tipologie di utenti è:
    dove sono rappresentate a sinistra la rete d'accesso e a destra quella core di trasporto a lunga distanza; tra le due vi è un Point of Presence (POP) che intercollega le due reti e che raccoglie e distribuisce il traffico a livello regionale e nazionale, distinti in POP primari, collegati tra loro con collegamenti (links) ottici ad alta velocità, e POP secondari che raccolgono bacini di utenza e sono collegati a quelli primari; ad esempio in nazioni come Italia, Francia, Germania e Regno Unito i POP principali possono essere alcune unità e quelli secondari alcune decine, con bacini di raccolta di diversi milioni di utenti. Le tipologie di utenza sono comunemente divise tra utenza residenziale mass-market e utenza business. La prima comprende la fonia tradizionale raccolta dalla rete POTS e trasformata in IP, gli utenti residenziali con linea ADSL raccolti da apparati DSLAM e gli utenti con dispositivi mobili che vengono raccolti attraverso la rete mobile. Queste tipologie sono poi raccolte da una rete metropolitana MAN ethernet di aggregazione che si collega al router di accesso (BNAS) del POP metropolitano. Gli utenti business con le loro LAN vengono collegati al POP attraverso due switch o router specifici, uno lato utente, Customer Edge (CE), e uno lato dell'Internet Service Provider del POP, Provider Edge (PE). Il traffico business è poi generalmente associato ad una rete privata virtuale (VPN)  che fornisce ad istituzioni o organizzazioni con una ampia distribuzione di sedi o filiali (tipicamente pubbliche amministrazioni e banche) la possibilità di avere una intranet privata i cui nodi sono collegati tramite la rete pubblica nazionale.
    Entrato nel POP il traffico d'accesso (se non locale) passa alla rete di trasporto, consistente in router di fascia alta (Giga e Tera routers) con capacità elaborative dell'ordine dei miliardi alle centinaia di miliardi di bit al secondo, e trasmesso tipicamente attraverso anelli di fibra ottica con protocollo SDH/SONET ottenuto attraverso apparati ADM; nei link nazionali con alto traffico inoltre è possibile trasmettere più canali ottici nella fibra utilizzando diverse lunghezze d'onda utilizzando tecnologie DWDM; ad esempio esistono sistemi DWDM in cui una singola fibra ottica è in grado di trasportare tutte le telefonate fisso-fisso mondiali. Se il collegamento richiesto dall'utente è a livello internazionale - tipicamente la richiesta di una pagina web o un peering ottenuti tramite una Server Farm - determinati POP della rete nazionale si collegano e scambiano verso reti internazionali, la cui unione è quella che globalmente viene denominata Internet o WWW per la parte pubblica. Inoltre l'ISP nazionale gestore della rete deve provvedere a raccogliere il traffico voce e dati proviente da altri operatori di telecomunicazioni fisse e mobili (Other Licensed Operators - OLO) attraverso un Internet Exchange Point (IXP - NAP).
    La rete nazionale viene ripartita, attraverso i protocolli di routing, in diverse aree a livello nazionale (attraverso OSPF) e sistemi autonomi (AS) a livello internazionale (attraverso BGP), denominati anche domini. A livello globale Internet è rappresentabile anche come l'unione dei domini esistenti:
    Ref.: S. Boccaletti et al.: "Complex networks: Structure and dynamics", Physics Reports (2006) 
     Cactus Group, Catania, Italy
    Evoluzioni, involuzioni e coevoluzioni della rete
    L'evoluzione schematica di Internet dai suoi inizi negli anni 70 al futuro a medio termine può essere rappresentata come:

    l'evoluzione storica della rete, in particolare del protocollo IP a livello 3, non poteva tenere conto negli anni 70-80 dello suo enorme sviluppo a livello mondiale. Questo ha comportato diversi punti critici attuali e di sviluppo attuali e futuri tra i quali:

    Il protocollo IP era stato sviluppato avendo in mente reti di piccole-medie dimensioni, tipicamente il collegamento di alcune decine di hosts tra sedi metropolitane, e non certo quello di miliardi di macchine. In particolare i due campi indirizzo (destinazione e sorgente) del protocollo è stato codificato a 32 bit, il quale permette uno spazio di indirizzamento di 232 -1, ovvero circa 4,3 miliardi, numero ritenuto al tempo ampiamente sufficiente, se non sovradimensionato, rispetto ai sviluppi previsti, prevalentemente di ricerca. Questi sono stati inoltre suddivisi in classi che limitano ulteriormente il numero di indirizzi disponibili e assegnabili, distribuiti dall'autorità delegata, IANA ICANN - Internet Assigned Numbers Authority - la quale, nei primi anni, li ha assegnati in modo molto disinvolto e gratuito ai pochi enti che le richiedevano. Dai primi anni 90, con lo sviluppo del Web e l'inizio delle applicazioni commerciali, l'esplosione della richiesta mondiale di classi di indirizzi IP da parte degli ISP ed enti di ogni tipo sta portando alla  saturazione e all'esaurimento degli indirizzi disponibili, come evidenziato dalla figura seguente che riporta la tabella di routing globale di Internet come rotte aggregate annunciate dal protocollo BGP, circa 400.000 ad oggi.
    Internet global routing table: BGP Routing Information Base entries to date 
    Per rimediare a questa situazione dal 1998 è stato proposto e sviluppato un'evoluzione del protocollo denominata IP version 6 (IPv6), come versione successiva dell'attuale, denominato IP version 4 (IPv4). In IPv6, oltre ad introdurre una serie di miglioramenti rispetto a IPv4, il campo indirizzo è codificato su 128 bit, ovvero uno spazio di indirizzamento di 2128 , circa 3,4 × 1038; l'esempio tipico utilizzato per quantificare la differenza è quello di notare che per ogni metro quadrato di superficie terrestre, ci sono 655.570.793.348.866.943.898.599 indirizzi IPv6 unici (cioè 655.571 miliardi di miliardi), ma solo 0,000007 IPv4 (cioè solo 7 IPv4 ogni milione di metri quadrati). Se IPv6 risolve per sempre il problema del numero degli indirizzi assegnabili ne pone però un altro molto grave, ovvero che IPv6 e IPv4 non sono compatibili tra di loro (se non altro per la diversa dimensione del campo indirizzi), per cui l'introduzione di IPv6 deve prevedere una migrazione tra i due protocolli tramite diverse soluzioni proposte, la cui scelta è riservata agli ISP ed enti che, necessariamente se si espandono ed esauriscono gli indirizzi IPv4 loro assegnati, dovranno adottare IPv6.

    Internet è nata e si è sviluppata storicamente come un overlay della rete telefonica, dove la trasmissione dei dati avveniva tramite un modem che permetteva di trasmettere, in modo limitato, dati digitali su linee destinate alla voce analogica. Con lo sviluppo delle reti IP la situazione si è capovolta, attualmente è la fonia che sta diventando un sempre più downlay di Internet, a cominciare dagli stadi più alti verso i più bassi - internazionale, nazionale, extraurbano e urbano. Il trasportare la voce analogica trasformata in digitale su una rete nata per dati come VoIP pone una serie di problemi, primo tra tutti quello di introdurre in rete una Qualità del Servizio (QoS) che privilegi fortemente il real-time della voce, in particolare in termini di ritardo e perdita dei pacchetti, rispetto agli altri servizi; come esempio, se il caricamento di una pagina web richiede alcuni secondi l'utente non sperimenta un particolare disservizio, se applicato ad uno streaming audio/video come YouTube diventa difficoltoso e se applicato ad una conversazione telefonica la rende incomprensibile. Per questo motivo si sono aggiunte al protocollo IP, che da solo non risolve la questione non essendo stato progettato per essa, diverse tecnologie come nuovi protocolli all'interfaccia tra il livello 3 IP e quello 2 quali MPLS, che intrisecamente sono stati progettati ed hanno i mezzi per privilegiare i requisiti stringenti della voce rispetto allo streaming e al browsing.

    Infine, lo sviluppo di Internet fino a circa il 2000 era stato legato principalmente alla connettività, ovvero che tutte le risorse presenti in rete fossero raggiungibili, obbiettivo largamente raggiunto attualmente. Raggiunta la connettività lo sviluppo successivo è basato sul fatto che la rete è largamente usata per la ricerca e il recupero di informazioni, in particolare file multimediali di testo, musica, video etc. Seguendo l'esempio delle applicazioni peer-to-peer  e di file sharing come eMule e BitTorrent- che attualmente si presentano come un overlay di Internet - l'utente ricerca l'informazione sulla base del contenuto e non sulla base di dove questo contenuto risiede. Lo sviluppo è quindi verso una intelligenza distribuita in rete sulla base della connettività che realizzi una rete basata sui contenuti, Content Delivery Network (CDN), nella quale l'attuale overlay di P2P segua l'esempio precedente di Internet sulla rete telefonica e la conglobi.
    • dal Complicato al Complesso: Reti Dinamiche
    L'elevato numero di nodi, intesi come domini/sistemi autonomi (gruppi di routers), routers e hosts, la presenza intrinseca di una gerarchia protocollare a livelli nella trasmissione dei dati e  la struttura a rete magliata distribuita geograficamente rende globalmente Internet molto vicina ad un sistema complesso.

    Ref.: S. Boccaletti et al.: "Complex networks: Structure and dynamics", Physics Reports (2006) 
     Cactus Group, Catania, Italy
    A questo livello Internet e il WWW sono stati studiati per le proprietà statistiche legate alla loro struttura e connettività. Ad esempio in uno studio del 2007 si è determinato che sia la probabilità d'entrata che di uscita da un documento con collegamenti ipertestuali in entrata e in uscita contenuto in una URL del web e sia la probabilità del numero di links che, in un dominio di routers, uno di questi ha con gli altri seguono entrambe una distribuzione del tipo legge di potenza, caratterizzata da una invarianza di scala :

    Ref.: A. Barabási: "The Architecture of Complexity", IEEE Control System Magazine (2007)
    La struttura a rete dinamica è condivisa da un gran numero di sistemi, dalla struttura relazionale dei sistemi familiari (nell'esempio la famiglia Medici nella Firenze rinascimentale):

    Ref.: S. Boccaletti et al.: "Complex networks: Structure and dynamics", Physics Reports (2006) 
     Cactus Group, Catania, Italy.
    alla creazione di reti proteiche che interagiscono nel ciclo cellulare in biologia molecolare:

     a reti metaboliche:
    Ref.: G. Cardarelli: "Lectures on Complex Networks", (2008)
    alle reti di consumatori di droghe:

    Ref.: S. Boccaletti et al.: "Complex networks: Structure and dynamics", Physics Reports (2006) 
     Cactus Group, Catania, Italy.
    alla rete di ingredienti per una ricetta di cucina:
    Portion (full) of an ingredients network for a cooking recipe.
    From: L. Adamic et al., "Recipe recommendation using ingredient networks", WebSci 2011, ArXiv.org.
    per finire con il sistema più complesso di tutti: il cervello umano, un sistema con evidenti fenomeni emergenti composto nella corteccia umana da circa cento miliardi di neuroni, con circa centomila miliardi di interconnessioni sinaptiche e formato da almeno due reti, una assonica, con collegamenti a media e lunga distanza e l'altra denditrica, ritenuta di breve distanza.
    Una tipica interconnessione cerebrale tra diverse aree è del tipo:
    Ref.: S. Boccaletti et al.: "Complex networks: Structure and dynamics", Physics Reports (2006) 
     Cactus Group, Catania, Italy.
    con dinamiche di interazione particolari, come ad esempio l'aumento di sincronizzazione in una rete locale neuronica dovuta all'intervento di neuroni a grande distanza:
    Ref.: S. Boccaletti et al.: "Complex networks: Structure and dynamics", Physics Reports (2006) 
     Cactus Group, Catania, Italy.
    •  Complesso: Reti Sociali e Comunità Virtuali
    Networks on networks on networks: vitual communities over users over internet
    La piena complessità di Internet è raggiunta quando vengono aggiunti gli utenti, che interagiscono in una relazione virtuale pari a quella "reale" tranne l'impossibilità di contatto corporeo. Lo studio delle dinamiche sociali e della diffusione delle informazioni e dell'opinione tramite Internet è particolarmente studiata nell'ambito delle comunità virtuali, ad esempio su Social Sites, come Second Life, Facebook, Twitter etc., che emulano reti sociali. La situazione si può descrivere come reti sociali emergenti da reti virtuali emergenti da una rete globale fisico-logica, Internet.
    Ref.: S. Boccaletti et al.: "Complex networks: Structure and dynamics", Physics Reports (2006) 
     Cactus Group, Catania, Italy.
    Uno studio recente sulla propagazione dell'informazione in una comunità virtuale con alcuni risultati sul tipo di relazione instaurata è stato ottenuto diffondendo e studiando la propagazione di un meme su Facebook del tipo:
    Do any of us really know everybody on our friend list?
    Here is a task for you. I want all my fb friends to comment
    on this status about how you met me. After you
    comment, copy this to your status so I can do the same.
    You will be amazed at the results you get in 12 hours.

    la sua propagazione dal 6 al 9 Luglio 2010 è stata:
    A brief portion of the diffusion of the meme. Nodes are users who posted their meme as their Facebook status. Edges are drawn between nodes if one user commented on the meme post of another. The colors denote the time at which the status update was posted, starting on the 6th of July 2010 (red), and ending 9th July 2010 (blue).
    The meme continued propagating past this point, eventually reaching millions of users.
    Ref.: Adamic and FB: "How you met me", (2012).

    fornendo diversi altri dati come la popolarità del meme nel tempo, la distribuzione d'età e la località dei distributori ed altri che contribuiscono a descrivere la formazione della relazione di "amicizia" tipica di Facebook. In un altro studio del 2011 si è modellizzata la corrispondenza osservata tra l'evoluzione della struttura di una rete virtuale e le informazioni che comunica, dimostrando come la struttura di rete da sola può essere estremamente rivelatrice della diversità e della novità delle informazioni e dei contenuti che vengono comunicate. Reti con una conduttanza più elevata nella struttura dei collegamenti presentano entropia di informazione più elevata, ovvero maggior disordine informativo, mentre configurazioni di rete inaspettate possono essere legate alla novità delle informazioni, ad esempio un utente online che annunci uno scoop - vero o falso - rapidamente incrementa la sua rete di sostenitori per un certo periodo di tempo.

    "I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli.
    ...
    La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità."

    Prof. Umberto Eco







     The Cooperative Association for Internet Data Analysis


    The Internet Mapping Project




    Guido Caldarelli








    mercoledì 25 luglio 2012

    aurora UV con Tao ad anelli

    Immagine dell'aurora su Saturno, osservata in luce ultravioletta. La forma a spirale è molto simile alle aurore radio distorte osservate e indicano una maggiore attività da parte di quest'ultime.
    Credit: NASA/ESA/Hubble

    martedì 24 luglio 2012

    perché un Tao?


    Figlia Perché un cigno?
    Padre Sì, e perché una marionetta in Petruska?
    F. No ... è diverso. Dopo tutto una marionetta è una specie di essere umano... e quella particolare marionetta è molto umana.
    P. Più umana delle persone?
    F. Sì.
    P. Eppure è soltanto una specie di essere umano? E dopo tutto anche il cigno è un po' umano.
    F. Sì.
     * * *
    F. E la ballerina? È un essere umano? Naturalmente lei lo è davvero, ma, sulla scena, sembra inumana o impersonale... forse sovrumana. Non so.
    P. Vuoi dire ... che mentre il cigno è solo una specie di cigno e non ha la membrana tra le dita, la ballerina sembra solo una specie di essere umano.
    F. Non so ... forse qualcosa del genere.
    P. No ... mi confondo quando parlo del 'cigno' e della ballerina come di due cose diverse. Direi piuttosto che la cosa che vedo sulla scena - la figura del cigno - è sia'una specie di' essere umano sia 'una specie di' cigno.
    F. Ma allora tu useresti le parole 'una specie' in due sensi.
    P. Sì, proprio così. Ma comunque, quando dico clie la figura del cigno è 'una specie di' essere umano, non voglio dire che esso (o egli) sia un membro di quel genere o specie che chiamiamo umano.
    F. No, certamente no.
    P. Piuttosto che egli (o esso) è membro di un'altra suddivisione di un gruppo più vasto che comprenderebbe le marionette Petruska e i cigni da balletto e le persone.
    F. No, non è come i generi e le specie. E questo tuo gruppo più vasto comprende anche le oche?

     * * *
    P. D'accordo. Allora evidentemente non so che cosa significhino le parole 'una specie di'. Ma so che tutta la fantasia, la poesia, il balletto, e l'arte in generale devono il loro significato e la loro importanza alla relazione cui mi riferisco quando dico che la figura del cigno è 'una specie di' cigno ... o un cigno 'finto',
    F. Allora non sapremo mai perché la ballerina è un cigno o una marionetta o un'altra cosa, e non saremo mai capaci di dire che cosa sia l'arte o la poesia finché qualcuno non ci dice qual è il vero significato di 'una specie di'.
    P. Sì.

     * * *
    P. Ma non dobbiamo aver paura dei giochi di parole. In francese la locuzione espèce de (letteralmente 'specie di') esprime una specie particolare di insulto. Se uno chiama un altro 'cammello', l'insulto può essere amichevole. Ma se lo chiama espèce de chameau - specie di
    cammello - questo è grave. Ed è ancora più grave chiamare un uomo espèce d'espèce - specie di specie.
    F. Specie di specie di che cosa?
    P. Niente ... solo una specie di specie. D'altra parte, se tu dici di un uomo che è un vero cammello, l'insulto contiene una certa malcelata ammirazione.
    F. Ma quando un francese dice a qualcuno specie di cammello, l'uso che fa delle parole specie di è in qualche modo simile a quello che faccio io quando dico che il cigno è una specie di essere umano?

     * * *
    P. È come ... Nel Macbeth c'è un passo dove Macbeth parla ai sicari che sta per mandare a uccidere Banco. Essi sostengono di essere uomini, ma lui dice che sono una specie di uomini.
    Sì, nel catalogo figurate come uomini,
    come i segugi e i levrieri, i bastardi, gli spagnoli,
    i botoli,
    i barboni, i bracchi e i mezzi-lupi sono chiamati
    tutti col nome di cani.
    Macbeth, atto III, scena I
     
    F. No ... questo è ciò che hai detto poco fa. Com'era? «Un'altra suddivisione di un gruppo più vasto?». Non credo affatto che si tratti di questo.
    P. No, non è solo questo. Macbeth, dopo tutto, nella sua similitudine fa uso di cani. E 'cani' significa sia nobili levrieri che cani bastardi. Sarebbe stato diverso se avesse usato le varietà domestiche del gatto ... o le sottospecie delle rose selvatiche.
    F. Va bene, va bene. Ma come rispondi alla mia domanda?
    Quando un francese dice a qualcuno 'specie di' cammello, e io dico che il cigno è una 'specie di' essere umano, diamo a 'specie di' lo stesso significato tutti e due?
    * * *
    P. D'accordo, tentiamo di analizzare il significato di 'specie di'. Prendiamo una singola frase ed esaminiamola. Se dico: "La marionetta Petruska è una specie di essere umano", enuncio una relazione.
    F. Tra che cosa e che cosa?
    P. Tra idee, credo.
    F. Non tra una marionetta e le persone?
    P. No. Tra certe idee che ho su una marionetta e certe idee che ho sulle persone.
    F. Ah.

    * * *
    F. Va bene, ma che specie di relazione?
    P. Non so. Una relazione metaforica?
    * * *
    P. E poi c'è l'altra relazione che è marcatarnente non 'una specie di'. Molti uomini sono finiti sul rogo per aver affermato che il pane e il vino non sono 'una specie di' corpo e sangue.
    F. Ma si tratta della stessa cosa? Voglio dire ... il balletto del cigno è un sacramento?
    P. Sì ... credo di sì... almeno per certuni. In linguaggio protestante diremmo che il costume da cigno e i movimenti della ballerina sono 'segni esterni e visibili di qualche grazia interna' della donna. Ma in linguaggio cattolico questo renderebbe il balletto una semplice metafora e non un sacramento.
    F. Ma hai detto che per certuni è un sacramento. Vuoi dire per i protestanti?
    P. No, no. Voglio dire che se per certuni il pane e il vino sono soltanto una metafora, mentre per altri - i cattolici - il pane e il vino sono un sacramento, allora se c'è qualcuno per cui il balletto è una metafora, ci può essere qualcun altro per cui esso è assai più che una metafora
    - un sacramento, piuttosto.
    F. Nel senso cattolico?
    P. Sì.
    * * *
    P. Voglio dire che se potessimo dire chiaramente che cosa s'intende con la frase «il pane e il vino non sono 'una specie di' corpo e sangue», allora ne potremmo sapere di più su ciò che s'intende quando si dice che il cigno è 'una specie di' essere umano o che il balletto è un sacramento.
    F. Bene ... allora qual è secondo te la differenza?
    P. Quale differenza?
    F. Tra un sacramento e una metafora.
    P. Un momento. Dopo tutto stiamo parlando dell'attore o dell' artista o del poeta o di un dato membro del pubblico. Ora mi chiedi quale sia secondo me la differenza tra un sacramento e una metafora. Ma la mia risposta deve riguardare la persona e non il messaggio. Tu mi chiedi
    come si fa a decidere se una certa danza in un certo giorno è o non è un sacramento per quella particolare ballerina.
    F. D'accordo ... ma continua.
    P. Be' ... credo che sia una specie di segreto.
    F. Cioè una cosa che non mi dirai?
    P. No ... non quel tipo di, segreto. Non si tratta di una cosa che non si deve dire. E qualcosa che non si può dire.
    F. Cioè? Perché no?
    P. Supponiamo che io chieda alla ballerina: "Signorina X, mi dica, la danza che lei esegue ... è per lei un sacramento o una semplice metafora?», E supponiamo pure che io riesca a esprimere questa domanda in modo intelligibile. Lei potrebbe mettermi subito fuori causa dicendo: «Lei ha visto la danza ... tocca a lei decidere, se vuole, se per lei è o non è un sacramento ». Oppure potrebbe dirmi: "A volte lo è e a volte no». Oppure: « Com'ero ieri sera?». In ogni caso la ballerina non può avere un controllo diretto sulla faccenda.
    * * *
    F. Allora vuoi dire che chiunque conoscesse questo segreto avrebbe il potere di essere un grande ballerino o un grande poeta?
    P. No, no, no. Non è affatto così. In primo luogo voglio dire che la grande arte e la religione e tutto il resto ruotano intorno a questo segreto; ma conoscere il segreto nei termini della coscienza normale non darebbe al conoscente alcun controllo.
    * * *
    F. Papà, cosa è successo? Stavamo tentando di trovare il significato di 'una specie di' quando diciamo che il cigno è 'una specie di' essere umano. lo avevo detto che devono esserci due significati di 'una specie di'. Uno è nella frase «la figura del cigno è 'una specie di' cigno», e un altro nella frase ,da figura del cigno è 'una specie di' essere umano». E tu ora stai parlando di misteriosi segreti e di controllo.
    P. D'accordo, ricomincerò daccapo. La figura del cigno non è un cigno vero, ma un cigno finto. E anche un non-finto essere umano. È anche 'veramente' una ragazza che indossa un costume bianco. E un cigno vero somiglia a una ragazza, da un certo punto di vista.
    F. Ma quale di queste cose è un sacramento?
    P. Dio santo, rieccoci daccapo. Posso dire solo questo, che non è una sola di queste affermazioni, ma la loro combinazione, che costituisce un sacramento. Il 'finto' e il 'non-finto' e il 'veramente' talvolta si fondono insieme in un significato unico.
    F. Ma noi dovremmo tenerli separati.
    P. Sì. Questo è ciò che cercano di fare i logici e gli scienziati. Ma così facendo non creano balletti - e neppure sacramenti.


    Metalogue: Why a Swan?; Impulse 1954.

    lunedì 23 luglio 2012

    Tao lenticolare

    Tsurushi-Gumo
    Lenticular cloud view from the International Space Station

    martedì 17 luglio 2012

    la complessità dal KaliYuga al Tao - IV



    9. La complessità dell'organizzazione
    La nozione di emergenza è una nozione capitale, ma reindirizza al problema dell'organizzazione, ed è l'organizzazione che dà consistenza al nostro universo. Perché c'è organizzazione nell'universo? Non possiamo rispondere a questa domanda, ma siamo in grado di esaminare la natura dell'organizzazione.
    Se pensiamo già che ci sono problemi di irriducibilità, di indeducibilità, di relazioni complesse tra le parti e il tutto, e se pensiamo inoltre che un sistema è un insieme costituito da diverse parti, siamo costretti a unire il concetto di unità e quello di pluralità o almeno diversità. Allora ci rendiamo conto che è necessario arrivare ad una complessità logica, perché dobbiamo collegare i concetti che normalmente si respingono a vicenda in modo logico, come l'unità e la diversità. E anche il caso e necessità, disordine e ordine, devono essere combinati a concepire la genesi delle organizzazioni fisiche, come sul presupposto plausibile per cui l'atomo di carbonio necessario per la creazione della vita
    è stato costituito in una stella anteriore al nostro Sole, dall'unione esattamente allo stesso tempo - coincidenza assoluta - di tre nuclei di elio. Così, nelle stelle dove ci sono miliardi di interazioni e incontri, il caso fece incontrare questi nuclei, ma quando questa possibilità si verifica, è necessario che un atomo di carbonio sia formato.
    Siete obbligati a collegare tutte queste nozioni disgiunte nella comprensione che ci è stata inculcata, purtroppo, fin dall'infanzia, ordine, disordine, organizzazione.
    Allora riusciamo a concepire quello che ho chiamato l'auto-eco-organizzazione, cioè l'organizzazione vivente.

    10. L'auto-eco-organizzazione
    La parola auto-organizzazione era uscita ed era stato utilizzata a partire dalla fine degli anni '50 da matematici, ingegneri, cibernetici, neurologi.

    Tre importanti convegni si sono svolti sul tema della "auto-organizzazione dei sistemi", ma cosa paradossale, la parola non interessava in biologia, ed è stato un biologo marginale, Henri Atlan, che ha ripreso questa idea, in un grande isolamento intellettuale all'interno la sua società, negli anni '70. Infine la parola emerse negli 80-90 a Santa Fe, come una nuova idea, mentre esisteva già da quasi mezzo secolo. Ma non fu ancora imposta in biologia.
    Chiamo auto-eco-organizzazione per l'organizzazione vivente, secondo l'idea che l'auto-organizzazione dipende dal suo ambiente per trarre energia e informazione: infatti, in quanto costituisce un'organizzazione che lavora per mantenere se stessa, degrada l'energia tramite il suo lavoro, quindi deve trarre energia dal suo ambiente. Inoltre, si deve cercare il suo cibo e difendersi contro le minacce, quindi deve comprendere un minimo di capacità cognitive.
    Si arriva a ciò che chiamo logicamente il complesso di autonomia-dipendenza. Perchè un essere vivente sia autonomo, è necessario che esso dipenda dal suo ambiente per la materia e l'energia, e anche dalla conoscenza e dall'informazione. Più autonomia svilupperà, più dipendenze svilupperà. Quanto più il mio computer mi permette di avere un pensiero autonomo, tanto più dipenderà dell'elettricità, dalle reti, dalla sociologica e dai vincoli materiali. Si arriva poi ad una nuova complessità di concepire l'organismo vivente: l'autonomia non può essere concepita senza la sua ecologia. Inoltre, è necessario vedere un processo di auto-generazione e auto-produzione, vale a dire, l'idea di un ciclo ricorsivo che ci obbliga a rompere le nostre idee classiche di prodotto
    produttore, e di causa effetto.
    In un processo di auto-generazione o auto-produzione o di auto-poetica o di auto-organizzazione, i prodotti sono necessari per la loro stessa produzione. Noi siamo i prodotti di un processo di riproduzione, ma questo processo può continuare solo se noi,  individui, coppie continuiamo il processo. La società è il prodotto delle interazioni tra individui umani, ma la società è costituita con le sue emergenze, la sua cultura, il suo linguaggio, che retroagiscono verso gli individui, e quindi li produce come individui fornendo loro linguaggio e cultura. Noi siamo prodotti e produttori. Le cause producono effetti che sono necessari per la loro proprie cause.
    Già l'idea di loop (circolo) era stato rilasciata da Norbert Wiener nel concetto di feedback, negativo e positivo, infine prevalentemente negativo; poi è stato generalizzata senza realmente riflettere sulle conseguenze epistemologiche che essa comprende. Anche l'esempio più banale che è quello di un impianto termico con una caldaia che fornisce il riscaldamento di un edificio, abbiamo questa idea di inseparabilità di causa ed effetto: grazie al termostato, quando 20 gradi sono raggiunti, il riscaldamento si ferma; quando la temperatura è troppo bassa, il riscaldamento viene avviato. Si tratta di un sistema circolare, dove l'effetto stesso interviene sulla causa che permette l'autonomia termica del complesso rispetto ad un ambiente freddo. Vale a dire che il feedback è un processo che complessifica la causalità. Ma le conseguenze di questo non erano state elaborate a livello epistemologico.
    Così il feedback è già un concetto complesso, anche in sistemi non viventi. Il feedback negativo è ciò che rende possibile annullare le deviazioni che incessantemente tendono a formarsi come il calo della temperatura rispetto allo standard. Il feedback positivo si sviluppa quando un sistema di regolazione non è più in grado di annullare le deviazioni, queste possono poi essere amplificate e andare verso una fuga (runaway), una sorta di disgregazione generalizzata, che è spesso il caso nel nostro mondo fisico. Ma possiamo vedere, a seguito di un'idea avanzata più di cinquant'anni fa da Magoroh Maruyama, che il feedback positivo, cioè la deviazione in aumento, è un elemento che permette la trasformazione nella storia umana. Tutti i grandi processi di trasformazione sono iniziati con deviazioni, come ad esempio la deviazione monoteista in un mondo politeista, la deviazione religiosa del messaggio di Gesù all'interno del mondo ebraico, quindi, la deviazione della deviazione, la sua trasformazione da Paolo all'interno dell'impero romano; deviazione, il messaggio di Maometto cacciato dalla Mecca, rifugiandosi in Medina. La nascita del capitalismo è di per sé deviante in un mondo feudale. La nascita della scienza moderna è un processo derogare al XVII secolo. Il socialismo è una idea deviante nel secolo XIX. In altre parole, tutti i processi iniziano con deviazioni che, quando non sono soffocate, sterminate, sono quindi in grado di effettuare trasformazioni a catena.

    11. Il rapporto tra locale e globale
    Nella complessità logica, si ha la relazione tra locale e globale.
    Uno crede di essere in grado di assumere le due verità del globale e del locale con assiomi dello stile: "pensare globalmente e agire localmente". In realtà, si è, credo, costretti nella nostra epoca globale di pensare insieme localmente e globalmente e cercare di agire allo stesso tempo localmente e globalmente. Inoltre, che è anche complesso, verità locali possono diventare errori globali. Ad esempio, quando il nostro sistema immunitario respinge con la massima energia il cuore che si trapianta, come uno straniero cattivo, questa verità locale diventa un errore globale, perché l'organismo muore. Ma si può anche dire che le verità globali possono portare ad errori locali. La verità della necessità di lottare contro il terrorismo può portare a degli interventi, che favoriranno ancora di più lo sviluppo del terrorismo, basta guardare all'Irak.

    mercoledì 11 luglio 2012

    Gaia nel Tao


    In due dei libri che compongono uno dei massimi capolavori della fantascienza, il Ciclo delle Fondazioni, Isaac Asimov porta l'ipotesi di Gaia di James Lovelock alle sue estreme conseguenze, immaginando un pianeta - ovviamente di nome Gaia - in cui tutti i componenti viventi e non-viventi (gli oggetti naturali e artificiali, rocce, oceani, l'aria, le montagne, i vegetali, gli abitanti del pianeta (Gaiani), la crosta e perfino il nucleo planetario) hanno caratteristiche mentali e sono tra di loro completamente interconnessi, con una consapevolezza crescente dal non-vivente al vivente. L'intero pianeta diventa quindi un'unica entità mentale che proietta nello spazio un potente campo mentale percepibile telepaticamente che si presenta, con un'analogia visiva, come una supernova che irradia nella galassia.


     















    Nel descrivere la propria esperienza di essere totalmente interconnessi con ogni elemento del pianeta i Gaiani utilizzano forme come "Io/Noi/Gaia", indicando come la propria individualità sia miscelata in modo inestricabile con l'essere collettivo Gaia.

    La tomba di Isaac Asimov (Petroviči, 2 gennaio 1920 – New York, 6 aprile 1992): Gaia

    Oltre le Illusioni (il Giudizio) - XX Major


    La farfalla di questa carta rappresenta l'esterno, ciò che è continuamente in movimento e che non è reale, bensì illusorio. Dietro la farfalla si trova il volto della consapevolezza, che guarda all'interno ciò che è eterno. Lo spazio tra i due occhi si è aperto, rivelando il loto del manifestarsi dello spirito e il sole nascente della consapevolezza. Tramite il sorgere del sole interiore, nasce la meditazione. La carta ci ricorda di non cercare all'esterno ciò che è reale, bensì di guardare all'interno. Quando mettiamo a fuoco le cose esteriori, troppo spesso veniamo intrappolati in giudizi: questo è bene, questo è male, voglio questo, non voglio quello. Questi giudizi ci tengono intrappolati nelle nostre illusioni, nel nostro sonno, nelle nostre vecchie abitudini e nei nostri schemi di comportamento. Lascia cadere la tua mente e i suoi dogmi, e muoviti all'interno. Là ti puoi rilassare nella tua verità più profonda, dove è già nota la differenza tra i sogni e il Reale.

    Questa è la sola distinzione tra il sogno e il Reale: la realtà ti permette di dubitare, mentre il sogno non ti permette di dubitare... A mio avviso, la capacità di dubitare è una delle benedizioni più grandi del genere umano. Le religioni sono nemiche perché hanno tagliato le radici stesse del dubbio, e c'è una ragione ben precisa per cui lo hanno fatto: vogliono che la gente creda in certe illusioni da loro insegnate... Come mai persone come Gautama il Buddha hanno insistito tanto nel dire che l'intera esistenza - fatta eccezione per il tuo Sé testimoniante, fatta eccezione per la tua consapevolezza - è puramente effimera, fatta della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni? Non si vuol dire che questi alberi non esistano, né che non esistono queste colonne. Non fraintendere a causa del termine "illusione": è stato tradotto come illusione, ma non è la parola giusta. L'illusione non esiste, la realtà esiste, māyā è esattamente nel mezzo - è quasi esistente. Per ciò che riguarda le azioni quotidiane, può essere preso come realtà. Solo in senso assoluto, dalla vetta della tua illuminazione, diventa irreale, illusorio.