venerdì 6 giugno 2014

Tao cartongessato


Il mio lavoro principale, il mio primo lavoro, quello ufficiale, qui a Insaponata, un lavoro non retribuito, quello per il quale mi trovo impiegato ventiquattro (24) ore su ventiquattro (24), ogni giorno, senza soste, quello che svolgo da sempre, vale a dire dal momento in cui ho raggiunta la cosiddetta capacità naturale, più o meno dai sedici (16) anni in avanti, è quello che mi vede pedissequamente impegnato nell’impedire alle salme mobili che occupano la mia vita biologica di annientarmi definitivamente colla loro biologica visione delle cose; questa visione delle cose, ovviamente una visione biologicamente pragmatica e piatta, ovviamente una visione elementare e vuota, tipica delle persone premorte, animate da bisogni originari, che occupano militarmente la mia vita attraverso corpi ricoperti da divise demenziali, i cui scopi sono sempre e solo scopi materiali, a corto raggio, sempre indecorosi, sempre vergognosi, questa visione fonda e assicura la sua esistenza su due (2) regole tanto rozze, dal mio punto di vista, quanto incredibilmente efficaci: la regola che chiamerò, per comodità, la regola A) statuisce: uno (1) più uno (1) fa sempre due (2); mentre la regola che chiamerò regola B) recita: uno (1) più uno (1) fa due (2) qui e ora; diversamente da quanto accade a me: uno (1) più uno (1) non fa quasi mai due (2). Potrebbe fare uno-emmezzo (1,5) forse due-trequarti (2,75). [...]

Il mio secondo lavoro, che è in rapporto di connessione col primo, anch’esso non retribuito, lavoro che svolgo senza tregua per ventiquattro (24) ore al giorno, a tempo indeterminato, equivale al maldestro e ingenuo tentativo di mantenere in vita alcune mie aspettative in un bidé di provincia chiamato bassopiave, al maldestro e ingenuo tentativo di mantenere in vita alcuni progetti di fuga da un bidé di provincia chiamato bassopiave, una terra, o meglio un territorio, come si usa dire in giro, cioè nei bar e nelle pagine della cronachetta locale, un territorio dimenticato dalla grazia di dio e dagli uomini intelligenti, o meglio, ricordato solo da uomini confezionati o da spericolati coltivatori di clientele, un territorio che ha voluto fare a meno della grazia di dio. Questa terra ha smesso di pensare e comportarsi come si comporterebbe un uomo, non è più una terra, e infatti è divenuta un territorio, non più una terra con gli uomini a conquistarne il decoro e l’onore, e a mantenerne la fertilità a mani nude.

Qui nel pianeta venetorientale degli ex miracolati non abbiamo la grazia e l’energia d’un popolo, una lingua doc, un orgoglio similnazionale, un certo nazionalismo regionale d’origine controllata, una capitale, un giornale, degli statisti o, più semplicemente, una classe dirigente ad un tempo rigorosa e folle o anche solo dotata d’un minimo di coerenza o idealità. Non ce la siamo conquistata, dunque, non possiamo meritarcela. Non c’è nulla di tutto ciò: c’è solo un popolame di mentecatti, oltre ai cosiddetti puitici, la naturale protesi di quella nientitudine in termini d’idealità, o forse no, forse mi sbaglio io, c’è solo della buona gente, qui in Cisalpinia, della gente buona ma piatta. La bontà non basta, però. La bontà non serve a un accidente. La finta bontà non serve a nulla. Non è sufficiente se uno si piscia sotto, se uno non è davvero cinico. Gente impaurita, mi vien da pensare, oppure vaporizzata, sradicata, delocalizzata, bancomattata, che ha arrangiato liberamente la libertà dando sfogo agli istinti per battere il complesso di colpa che deriva dalla pellagra secolare, mai vinta veramente fino in fondo, lavorando diciotto (18) ore al giorno, come se fraccare allo sfinimento come l’uomo di cromagnon per diciotto ore al giorno possa avere un qualche significato meritorio, e così facendo, operando senza tregua diciotto (18) ore al giorno per trecentocinquanta (350) giorni all’anno per dieci (10) anni di fila, approfittando della particolare fortunata congiuntura storico-economica, ha potuto ingrassare molto; i risultati di questa magnada sconcia, della sbueata sgolza, del cosiddetto benessere diffuso, del miracolo, sotto gli occhi di tutti, sono: la totale distruzione della lingua regionale, la totale distruzione della religiosità regionale, la totale distruzione dell’ambiente regionale: si sono persi per sempre lingua, terra, religione. E tutto questo in meno di mezzo secolo. Persa la lingua, ossia i dialetti, oggi a Insaponata si parla il grezzo, un idioma tecnico para-dialettale di consumo, privo di bellezza indigena, totalmente impreciso, perennemente impreciso, involgarito dalla cantilena locale e da sillabe sincopate, buono solo per la sopravvivenza dei consumi di massa, ma senza anima, forza evocativa e un minimo di poetica.

Il grezzo è diventata la lingua ufficiale dello stato etnico del Mesovenetorientale: questa è una parlata fatta esclusivamente di vocali, di o oppure ou, e nessuna consonante; è praticamente la sintesi della sintesi del dialetto delle paludi del seimila avanti cristo bonificate nei priminovecento. Da quando la governatrice di Insaponata e Pratochiuso di Piave, un refettorio per parrocchiani obesi, ha ordinato e ufficializzato il grezzo come lingua distrettuale essa è divenuta l’idioma ufficiale di riferimento, una lingua tecnica che serve unicamente, per volontà istituzionale, a risolvere problemi di carattere pratico: ordinare da magnar e da bevar, domandar el conto, riconoscersi tra grezzi, spiegare a gesti la voglia di orinare all’aperto e di condividere alle sagre l’orinata tra grezzi come unico piacere della vita legalmente concedibile, socialmente gratificante, esprimere una sola e ossessiva considerazione personale che tuttavia, col passar del tempo, è divenuta il fatto più importante: i negri, i negri clandestini e, in generale, gli stranieri di ogni razza e colore che non parlano il grezzo e non riconoscono le radici cristiane dei grezzi, ossia non riconoscono il fatto che la vita della comunità del nuovo stato etnico del veneto è fatta per affermarsi solo colla lengua grezza, gli dei cani, gli dei porci, la fedeltà al contante, al nero, che permette puttane aperitivi e costate di manzo, vanno eliminati o meglio, usati come oggetti di produzione e per la produzione, fino a quando questa ci sarà. I neri non parlando il grezzo non possono integrarsi e ambire a qualche miglioramento nello stile di vita. Sicché il grezzo serve ai rondisti vincenti a guadagnare un bel mucchio di soldi, i soldi del monopoli che servono a finanziare i concorsi della lotteria mesoveneta, le cene medievali e i sempiterni baracconi culinari. I rondisti vincenti sono creature subumane che vanno per la maggiore. A costoro è stata iniettata la democrasia, si è espansa come il poliuretano, ma si tratta solo del diritto di voto, il diritto di voto non è esattamente la democrazia, il diritto di voto è esattamente il diritto di voto, vuol dire che una mandria di analfabeti, mettono la crose colla matita copiativa sulla faccia del candidato pantagruele che ha la stessa faccia insaponificata dell’elettore gargantuà, la stessa famanza, lo stesso odore, stessi vestiti, uguali le scarpe a punta lucidata, morirà della stessa cirrosi epatica o dello stesso bruto mal, in poche parole parla la stessa lingua, vuole le stesse cose, lenzuola di seta, cerchioni in lega, russarsi il culo cogli scartozi di panoccia, mangiare lo stracotto di musso colle mani, pulirsi sulle braghe. Pironi e bancomat. Scorezze e parafanghi da rally. [...]

Lo spritz è la risposta, la nuova eucaristia, 1/3 vinello bianco amabile, 1/3 aperol ovvero campari, 1/3 selz, fettina di limone, ghiaccio, due euro, bevetene tutti, questo è il nuovo sangue arancione versato per la rimozione dei peccati.

I trentacinque (35) bar d’Insaponata di Piave sono disperatamente popolati specialmente nei weekend da questi capannoidi e di queste femminine. Ogni categoria sociale ha il proprio bar, un bar del cazzo in cartongesso, cartongesso, penso, metà cartone, metà gesso, il cartone delle baracche, penso, da dove tutti proveniamo, il gesso che si sfarina come cocaina, penso, quella che tutti aspirano, il bar, il proprio porto franco, il proprio atollo, i propri disperati prosecchi, le disperate bollicine, i disperati vodka-tonic, i disperati spritz al Select, i vinelli più disperatamente strutturati, i rossi importanti anch’essi disperatamente soli.

Il nuovo umanesimo è l’umanesimo della mescita, il rinascimento dell’aperitivo. Non è un caso che si dica l’arte di fare uno spritz. Che cosa dovrebbe d’altronde rimanere dopo la produzione medio-industriale in un’area d’ottantamila (80.000) parrocchiani senza niente attorno, solo asfalto, parcheggi e bar, senza un teatro nel raggio di cinquanta (50) chilometri? Rimane l’alcool. L’affermatività orgogliosa dell’alcoolismo da parte dei parrocchiani medesimi, dei capannoidi. S’ordinano giri e giri d’aperitivi, con disinvoltura, con facce millantatrici, auto-compiacenti, dissolute, giri e giri di birre da far rabbrividire una guardia-parco.

Abbondanza (Re di Denari)


Questo personaggio dionisiaco raffigura con esattezza l'uomo integro, uno “Zorba il Buddha” in grado di bere vino, danzare sulla spiaggia e cantare sotto la pioggia, e al tempo stesso godere le profondità della comprensione e della saggezza proprie del sapiente. In una mano ha un loto,che dimostra il suo rispetto e il suo avere in sé la grazia del femminile. Il petto nudo (un cuore aperto) e una pancia rilassata dimostrano che è a proprio agio con l'aspetto maschile e, al tempo stesso, è del tutto autoappagato. I quattro elementi - terra, fuoco, acqua e cielo - si uniscono tutti al Re di Arcobaleno che siede sul libro della saggezza della vita. Se sei una donna, il Re di Arcobaleno reca nella tua vita il sostegno delle tue energie maschili, un'unione con l'anima gemella interiore. Per un uomo, questa carta rappresenta un momento di rottura degli stereotipi maschili convenzionali, per permettere alla pienezza dell'essere umano integro di risplendere.

In Oriente la gente ha condannato il corpo, biasimatola materia, definendola “illusoria”, maya - affermando che di fatto non esiste, sembra solo esistere; è fatta della stessa sostanza dei sogni. Hanno negato il mondo, ed è per questo che l'Oriente è rimasto povero, malato, denutrito. Metà dell'umanità ha accettato il mondo interiore, ma ha negato il mondo esteriore. L'altra metà del genere umano ha accettato il mondo materiale e ha negato il mondo interiore. Entrambe sono parziali, e nessun uomo che sia parziale potrà essere appagato. Devi essere totale, integro: ricco nel corpo, ricco per ciò che riguarda la scienza; e ricco in meditazione, in consapevolezza. Solo una persona globale è santa, per ciò che mi riguarda. Io voglio che Zorba e Buddha s'incontrino. Da solo, Zorba è vacuo, vuoto: la sua danza non ha un valore eterno, è un piacere del momento. Ben presto se ne stancherà. Solo se possiedi fonti inesauribili, solo se puoi attingere alle fonti stesse del cosmo... Se non diventi esistenziale, non potrai diventare integro. Questo è il mio contributo all'umanità: l'uomo integro, globale.

ci incontremo di nuovo, Tao


Vera Lynn - We'll Meet Again

We'll meet again
We'll meet again,
Don't know where,
Don't know when
But I know we'll meet again some sunny day
Keep smiling through,
Just like you always do
Till the blue skies drive the dark clouds far away

So will you please say "Hello"
To the folks that I know
Tell them I won't be long
They'll be happy to know
That as you saw me go
I was singing this song

We'll meet again,
Don't know where,
Don't know when
But I know we'll meet again some sunny day

We'll meet again,
Don't know where
Don't know when.
But I know we'll meet again some sunny day.
Keep smiling through
Just like you always do,
'Til the blue skies
Drive the dark clouds far away
So will you please say"Hello"
To the folks that I know.
Tell them I won't be long.
They'll be happy to know
That as you saw me go,
I was singin' this song.

We'll meet again,
Don't know where,
Don't know when
But I know we'll meet again some sunny day...




Does anybody here remember Vera Lynn?
Remember how she said that
We would meet again
Some sunny day?
Vera! Vera!
What has become of you?
Does anybody else here
Feel the way I do?

giovedì 5 giugno 2014

difesa del Tao - I


Defenses of Faith

A second group of examples of noncommunication or unknowing will move us somewhat closer to the more clearly biological. These examples are necessarily very different from those I have already offered, but I believe the issues to be formally comparable.
It is seemingly a general truth in biology that the body that is adjusting itself to the stresses and vicissitudes of experience shall not communicate with the DNA, the carrier of genetic instructions for the next generation. No news of the body‘s adjustments shall be registered in the DNA to affect the offspring. In the old phrase, there shall be no inheritance of acquired characteristics.
Similarly, it is apparently necessary that we have no knowledge of the processes by which in our perception images are formed.
Can these two very different prohibitions on the transmission of information be compared to each other? And can they be compared to the kinds of necessary noncommunication discussed in the previous chapter?
I maintain that if there were communications across the so-called Weismannian barrier, the whole process of evolution would break down. Similarly, if we were aware of the processes whereby we form mental images, we would no longer be able to trust them as a basis for action. They say the centipede always knew how to walk until somebody asked it which leg it would move first.
In chapter 7 I showed that there are messages in human affairs (descriptions, news, injunctions, premises, and propositions of many sorts) that had better not be communicated to certain parts of certain systems. But this has been indicated in only the most general way. I have not stopped to define the formal characteristics of such messages nor under what circumstances these messages become pathogenic; nor have I explored the application of this notion to other kinds of systems, such as organisms or populations.
If we think of information as travelling in a network of trains of cause and effect, does it then become possible for us to describe in some formal way how any given message is located in the network and thence to identify which (even ―true‖) messages should not - for the sake of the whole system – be located where?
I will focus on cases where the pathogenic process – the blockage or confusion – is not due to a local effect of the message alone, but is a result of relationship between the message and the total system that is its overall context. Thus, I exclude as trivial those cases in which the disaster or pathology induced by successful communication falls only in a part of the system. Often A will not tell B a given truth because telling will hurt either A or B. We protect our own and each other‘s feelings, and we may sometimes be wise to do so. There are, of course, people who see it as almost a duty to communicate information that will give pain; and sometimes such people have wisdom on their side. I am not concerned here to judge these cases, except to note that these people form a subspecies of those who rush in where angels fear to tread. I am here concerned only with the formal characteristics of sequences in which damage to the system (A plus B) results from the message and/or its communication.
The asking of this question generates a maze of complex considerations. First come the tangles of the relationship between prior state, new information, and outcome within (B), the part of the system that receives the new information, but those tangles are only the beginning of the matter. After that come the complexities of the relationship between the recipient part (B) and the communicator (A). For instance, one might ask of a personal relationship, what was the context of a communication, what was the message conveyed, and what sidelights did the message and its communication throw upon the relationship between the persons? If we ignore the relatively simple problems of tact and protection of the pride or self-image of either person individually, we still face the problems of integration in the relationship.
Suppose that someone had advised the Ancient Mariner to take a voyage to the South Seas, there to search for sea snakes that he might bless them (but not ― unaware!), surely no Albatross would have fallen from his neck! The possibility of change from his disintegrate state of self-reproach to a state of integration would have been precluded by the conscious knowledge of the injunction to follow a recipe.


gamelan Tao

mercoledì 4 giugno 2014

il Tao dei morti - sesto stadio


LIBRO II

Il Sidpa Bardo

PARTE II

Il Procedimento Della Rinascita

La Chiusura della Porta della Utero (o del Ventre)

(Istruzioni per l'Officiante): Di nuovo, se a causa della grande debolezza nelle devozioni e per la carenza di familiarità con queste non si riesce a capire, si può venire sommersi dalle illusioni, e si può trovarsi a vagare verso le porte delle matrici. Le istruzioni per la chiusura delle porte delle matrici diventano allora molto importanti; chiamate il defunto e per nome e dite questo:
Oh, nobile essere, se non hai capito quanto avvenuto prima di questo momento, a causa dell'influenza del karma, tu avrai la sensazione di salire, o di muoverti in orizzontale, o di scendere. Perciò medita sul Compassionevole. Ricorda ciò. Poi, come detto sopra, si abbatteranno su di te raffiche di vento, bufere di ghiaccio, grandine, e tenebre, e avrai l'impressione di venire perseguitato da molte persone. Per sfuggire da queste, quelli che sono privi di karma meritorio avranno l'impressione di fuggire verso luoghi di sofferenza; quelli che hanno acquisito buon karma avranno l'impressione di giungere in luoghi felici. Quindi, oh, nobile essere, in qualunque continente o luogo tu stia per nascere, i segni di questo luogo brilleranno su di te.
In questo momento ci sono parecchi profondi insegnamenti vitali. Ascolta senza distrarti. Anche se non hai compreso i precedenti confronti faccia a faccia, qui anche coloro che sono molto deboli nelle devozioni riconosceranno i segni. Perciò ascolta.
(Istruzioni per l'Officiante): Ora è molto importante servirsi dei metodi per chiudere la porta del ventre. È perciò necessario mettervi la massima attenzione. Ci sono due modi di chiudere: impedire a chi vuole entrare di entrare, e chiudere la porta della utero che potrebbe essere attraversata.


Metodo per Prevenire l‟Entrata in un Ventre

Le istruzioni per impedire all'essere di entrare sono queste:
Oh, nobile essere (il suo nome), qualunque sia la tua divinità tutelare, medita tranquillamente su di essa, come sul riflesso della luna nell'acqua, apparente ma non esistente, come una illusione prodotta per magia. Se tu non hai una particolare divinità protettrice, medita sul Compassionevole o su di me; e, con questo nella mente, medita tranquillamente.
Poi, lascia che la divinità tutelare svanisca dai bordi, medita, senza forme-pensiero, sulla vuota Chiara Luce. Questa è una magia molto profonda; in virtù della quale non si entra nel ventre.


Primo Metodo per Chiudere la Porta della Utero

Medita in questo modo; ma se anche ciò si dimostrasse insufficiente ad evitarti di entrare in una utero, o se ti scoprissi pronto per entrare in una di queste, ecco allora l'insegnamento profondo per chiudere le porte dei ventri. Ascoltalo:
“Quando, in questo momento, ahimè! il Sidpa Bardo sorge, tenendo in mente una sola determinazione, persevera nell‟unirti alla catena del karma buono; chiudi la porta del ventre, e ricorda l'alternativa. È questo il momento in cui sono necessari ardore e puro amore. Abbandona l'invidia e medita sul Guru Padre-Madre.”
Ripeti ciò, con le tue labbra, distintamente, e ricorda il suo significato vividamente, e medita su di esso. È essenziale mettere questo in pratica.
Il significato dell'insegnamento: “Quando, in questo momento, il Sidpa Bardo sorge su di me” è che ora ti stai aggirando per il Sidpa Bardo. Come segni di questo, se guardi nell'acqua, o dentro uno specchio, non vedrai il riflesso del tuo volto o del tuo corpo; ed inoltre il tuo corpo non proietterà nessuna ombra. Tu hai gettato via il tuo corpo fatto di materia grossolana, fatto di carne e di sangue. Questi indicatori ti confermano che ti stai aggirando nel Sidpa Bardo.
In questo momento, tu devi concepire nella tua mente, senza distrarti, una sola risoluzione. Concentrarsi su una sola risoluzione è molto importante adesso. Equivale a dirigere la corsa di un cavallo usando le redini.
Qualsiasi cosa tu desideri ti verrà davanti. Non pensare alle cattive azioni di cui vorresti mutare il corso. Ricorda le tue relazioni spirituali con il Lettore di questo Bardo Thodol, o con qualcuno da cui hai ricevuto insegnamenti, iniziazioni o l'autorizzazione spirituale a leggere i testi religiosi mentre eri nel mondo degli uomini; e insisti nel portare avanti le buone azioni: questo è l'essenziale. Non lasciarti distrarre. La linea di confine tra l‟ascesa o la discesa si trova qui. Se darai spazio all'indecisione anche per un solo secondo, dovrai sopportare tormenti per un tempo lunghissimo. Questo è il momento. Il momento è questo. Tieni forte il singolo proponimento. Unisciti ostinatamente alla catena delle buone azioni.
Adesso è il momento di chiudere la porta del ventre. “Questo è il momento in cui sono necessari ardore e puro amore”, che significa che è giunto il momento, prima di tutto, di chiudere la porta dell'utero, poiché ci sono cinque metodi per chiuderla. Impara bene questo a memoria.

Il Secondo Metodo per Chiudere la Porta del Ventre

Oh, nobile essere, in questo momento avrai la visione di maschi e di femmine in accoppiamento. Quando li vedrai, ricordati di trattenerti dall‟andare in mezzo loro. Considera come padre e madre il Guru e la Madre Divina, medita su di loro ed inginocchiati; sii umile ed abbi fede; innalza con grande fervore preghiere con la tua mente, e chiedi la loro protezione.
Grazie a questa sola decisione, il ventre si chiuderà sicuramente; ma se non si fosse chiuso nemmeno in questo modo, e ti ritrovassi pronto ad entrarvi, medita sul Guru Padre-Madre Divino, su qualche divinità protettrice, o sul Compassionevole Protettore e su Shakti; e meditando su loro, offri loro devozioni mentali. Prendi con ardore la decisione di chiedere un dono. Attraverso questo, la porta del ventre verrà chiusa.

Il Terzo Metodo per Chiudere la Porta della Utero

Ancora, se non si fosse chiusa tramite ciò, e ti trovassi pronto a entrare nell'utero, ti viene mostrato qui il terzo metodo per sottrarti all'attaccamento-avversione:
Ci sono quattro tipi di nascita: quella attraverso l'uovo, quella attraverso l'utero, quella per trasferimento, e quella attraverso il calore e l'umidità. Tra queste quattro, quelle attraverso l'uovo e attraverso l'utero hanno caratteri comuni.
Come detto sopra, appaiono visioni di maschi e femmine in accoppiamento. Se, in quel momento, si entra nell‟utero attraverso i sentimenti di attrazione-repulsione, si può nascere come cavallo, gallina, cane, o essere umano.
Se si nasce maschi, sorge nel Conoscitore la percezione di essere un maschio, e compare un intenso sentimento di odio verso il padre e di gelosia ed attrazione verso la madre. Se si nasce femmine, sorge nel Conoscitore la percezione di essere una femmina, e compare un sentimento di intenso odio verso la madre e di intensa attrazione ed affetto verso il padre. Per questa causa secondaria – entrando nel sentiero dell'etere, proprio nel momento in cui lo sperma e l'ovulo stanno per unirsi – il Conoscitore sperimenta la felicità della nascita simulatena, e sviene. Egli si ritrova chiuso nella forma di un uovo, nello stato embrionale, ed emergendo dall‟utero ed aprendo i suoi occhi può trovarsi trasformato in un giovane cane. Precedentemente era stato un uomo, ma ora è diventato un cane, costretto a sopportare le sofferenze del canile. O un giovane maiale in un porcile, o una formica nel formicaio, o un insetto, o un verme in un buco, o un vitello, o un capretto, o un agnello, stati dai quali non vi è ritorno. Sperimentando così il mutismo, l'ignoranza, e la miserabile oscurità intellettuale, e una varietà di tormenti. In modo simile, si può scendere all‟inferno, o nel mondo degli spiriti infelici, o da un capo all'altro dei Sei Loka, e sopportare inimmaginabili tormenti.
Coloro che sono voracemente inclini verso l‟esistenza samsarica, o quelli il cui cuore non ne ha paura – Fatto terribile! Terribile! Ahimè! – e coloro che non hanno ricevuto gli insegnamenti di un guru, cadranno così nelle ripide profondità del Samshara, e proveranno sofferenze intollerabili e senza fine. Se vuoi evitare tale destino, ascolta le mie parole ed impara a memoria i miei insegnamenti.
Rifiuta i sentimenti di attrazione o di repulsione, e ricorda il metodo di chiusura della porta della utero che ti sto mostrando. Chiudi la porta del ventre. Questo è il momento in cui sono necessari ardore e puro amore. Come ti è già stato detto: “Abbandona la gelosia e medita sul Guru Padre-Madre.”
Come spiegato sopra, se dovrai rinascere maschio, sorgerà in te attrazione verso la madre e repulsione verso il padre, e se dovrai rinascere femmina sorgerà in te attrazione verso il padre e repulsione verso la madre, insieme ad un sentimento di gelosia per l‟uno o per l'altro che ti pervade.
Poiché in questo momento vi è un insegnamento profondo. Oh, nobile essere, quando sorgono attrazione e repulsione, medità così:
“Ahimè! Che essere dal cattivo karma sono! Se ho vagato finora nel Samshara è stato a causa dell'attrazione e della repulsione. Se continuerò a sentire attrazione e repulsione, allora vagherò senza fine nel Samshara e soffrirò nell'Oceano dei Tormenti per un tempo lunghissimo, affondandovi dentro. Adesso non devo più agire attraverso l‟attrazione e la repulsione. Ahimè! d‟ora in poi non agirò più attraverso attrazione e la repulsione!
Meditando così decidi con fermezza di mantenerti in tale risoluzione. È detto nei Tantra: “La porta della rinascita verrà chiusa solo da questo.”
Oh, nobile essere, non lasciarti distrarre. Mantieni la tua mente assolutamente ferma in questa decisione.

Il Quarto Metodo di Chiusura della Porta del Ventre

Di nuovo, se anche quanto è stato fatto non ha chiuso la porta della utero, e ci si trova pronti per rinascere, allora essa deve essere chiusa per mezzo dell‟insegnamento chiamato: “Il Falso e l'Illusorio.” Medita in questo modo:
“Oh, la coppia, il padre e la madre, la pioggia scura, le raffiche di tempesta, i suoni stridenti, le apparizioni terrificanti, e tutti i fenomeni, sono, nella loro vera natura, illusioni. In qualunque modo possano apparire, non c'è nulla di vero; tutte la loro materia è irreale e falsa. Essi sono come sogni o apparizioni; sono impermanenti, non stabili. Quale vantaggio c'è nell'attaccamento? Quale vantaggio c'è nell‟avere paura o terrore di essi? Questo significa vedere come esistente ciò che non esiste. Tutte queste sono allucinazioni della mente. La stessa mente illusoria non esiste dall‟eternità, pertanto come possono questi fenomeni stessi esistere?”
“Poiché non ho ancora compreso ciò, ho ritenuto il non esistente come esistente, l‟irreale come reale, l‟illusorio come vero, ed ho vagato nel Samshara così a lungo, ed anche ora se non li riconoscerò come illusioni, allora, mi aggirerò per il Samshara per lunghe epoche, certo di cadere nella palude dei vari tormenti.
Infatti, tutti questi sono come sogni, come allucinazioni, come echi, come le città dei Mangiatori di Profumi, come miraggi, come immagini nello specchio, come fantasmagoria, come la luna riflessa nell‟acqua. Mai reali, nemmeno per un istante. In verità, essi sono irreali, sono falsi.”
Mantenendoti stabile su questo pensiero, la credenza che essi siano reali svanisce; e poiché questo resta impresso nella memoria profonda, si ritorna indietro: se la consapevolezza dell'irrealtà rimane in questo modo impressa profondamente, la porta dell'utero resterà chiusa.

Il Quinto Metodo per Chiudere la Porta della Rinascita

Di nuovo, anche quando questo è stato fatto, se la convinzione che i fenomeni siano reali resta inalterata, la porta della rinascita non è chiusa; e, se si è pronti per rinascere, bisogna allora chiudere questa porta meditando sulla Chiara Luce, questo è il quinto metodo. La meditazione viene svolta come segue:
“Ecco! Tutte le sostanze sono nel mio principio cosciente; e questo principio cosciente è vacuità, non nato, senza fine.”
Meditando così, lasciate che la mente sia nello stato del non creato – come, per esempio, il versare l'acqua nell'acqua. Lo spirito deve rimanre nella sua posizione mentale più naturale, non modificata, chiara e vibrante. Mantenendo questa rilassata, non creata, le porte della rinascita dei quattro tipi di nascita resteranno certamente chiuse. Si mediti così fino a che la chiusura non è compiuta con successo.
(Istruzioni per l'Officiante): Ti sono stati dati sopra molti insegnamenti profondi per chiudere la porta della utero. È impossibile che essi non riescano a liberare le persone con capacità intellettive elevate, medie o inferiori. Se ci si chiede perché dovrebbe essere così, è perché: primo, la coscienza del Bardo possiede un potere di percezione sopranormale di una qualità limitata, qualunque cosa si dica a qualcuno, viene colta. Secondo, perché, anche se si è sordi o ciechi, qui, in questo momento, tutte le facoltà sono perfette, e si può udire qualsiasi cosa ci venga rivolta. Terzo, essendo continuamente perseguitati dal timore e dal terrore, si pensa: “Cos'è meglio?” ed essendo allertati e consapevoli, si è sempre portati ad ascoltare qualunue cosa possa venir detta. Da quando la coscienza è senza un sostegno, essa va immediatamente in qualunque luogo la mente la conduca. Quarto, è facile attirarla. La memoria è nove volte più lucida di prima. Anche se ignoranti, in questo momento, per azione del karma, l'intelletto diviene eccezionalmente chiaro e capace di meditare su tutto ciò che gli viene insegnato. Dal momento che il Conoscitore possiede queste qualità.
È per tale motivo che i riti funebri sono altrettanto efficaci. Perciò, il perseverare nella lettura del Grande Bardo Thodol per quarantanove giorni è di assoluta importanza. Anche se non si viene liberati con un confronto faccia a faccia, si può venire liberati in uno successivo; è questa la ragione per cui sono necessari così tanti e diversi confronti faccia a faccia.

dalla versione di W.Y. Evans - Wentz

The Wheel of Rebirth, Tangka, by unknown artist, Tibet, 20th century.
Victoria and Albert Museum collection, London

il Tao dei morti - quinto stadio

Tao bizzarro nello spazio

http://iss.astroviewer.net/





Ground control to Major Tom
Ground control to Major Tom
Lock your Soyuz hatch and put your helmet on.

Ground control to Major Tom
Commencing countdown engines on
Detach from station and may God's love be with you

This is ground control to Major Tom
You've really made the grade
and the papers want to know whose shirts you wear
But it's time to guide the capsule if you dare

This is Major Tom to ground control
I've left forevermore
And I'm floating in most peculiar way
And the stars look very different today

For here am I sitting in a tin can
Far above the world
The planet Earth is blue and there's nothing left to do

Though I've flown one hundred thousand miles
I'm feeling very still
And before too long I know it's time to go
Our commander comes down back to earth, and knows

Ground control to Major Tom
The time is near, there's not too long
Can you hear me Major Tom?
Can you hear me Major Tom?
Can you hear me Major Tom?
Can you hear...

Here am I floating in my tin can
A last glimpse of the world
The planet Earth is blue and there's nothing left to do