La sua posizione epistemologica è ben esemplificata da questo brano tratto da "La politica dell'esperienza", del 1967:
"La caratteristica specificatamente umana dei raggruppamenti sociali umani può essere sfruttata per rappresentarli come sistemi disumani. Tutti coloro che cercano di controllare il comportamento di un gran numero di altre persone lavorano con l’esperienza di quelle altre persone. Una volta che le persone hanno sperimentato una certa situazione in maniera simile, ci si può aspettare che reagiscano in maniere simili. Mettete gli individui in condizione di volere la stessa cosa, di odiare le stesse cose, sentirsi trattati alla stessa maniera, e il loro comportamento sarà prigioniero. Avrete i vostri consumatori o la vostra carne da cannone. Diffondete l’idea dei Neri come subumani o dei Bianchi come viziosi e decadenti, e i comportamenti posso essere manovrati in maniera conseguente...
L’inerzia dei raggruppamenti sociali umani, tuttavia, sebbene possa apparire come la negazione autentica della prassi, è in effetti nient’altro che il prodotto della prassi. L’inerzia di gruppo può essere soltanto strumento di mistificazione in quanto considerata come parte del ‘naturale ordine delle cose’. L’abuso ideologico di una tale idea è ovvio. Serve evidentemente gli interessi di coloro il cui interesse è avere gente che crede che lo status quo sia voluto dall’’ordine naturale’. Per volere divino o ‘cause naturali’ ... Il gruppo diviene una macchina e si dimentica che è una macchina fatta di esseri umani e che la macchina è fatta dai medesimi uomini. E’completamente difforme da una macchina costruita dall’uomo che può avere un’esistenza propria. Il gruppo è l’uomo stesso che cerca sè stesso nei modelli e nei livelli, assumendo e assegnando differenti energie, funzioni, ruoli, obblighi, diritti ecc."
Laing sintetizzò in modo originale i suoi decenni di lavoro con le famiglie in due piccoli testi, del 1970 e 1976, estremamente significativi:
"Le raffigurazioni qui delineate non sono ancora state classificate da un Linneo dell’asservimento umano. Potrà darsi che siano tutte stranamente familiari.
In queste pagine mi sono limitato a esporre solo alcune di quelle di cui sono stato effettivamente testimone. Le parole che vengono alla mente per designarle sono: nodi, grovigli, garbugli, impasses, sconnessioni, circoli viziosi, vincoli.
Avrei potuto tenermi più aderente ai dati "grezzi" in cui queste raffigurazioni appaiono. Avrei potuto distillarle ulteriormente portandole verso un calcolo logico-matematico astratto. Spero che non siano schematizzate al punto che non si possa risalire a quelle situazioni specifiche da cui provengono; e che siano tuttavia sufficientemente indipendenti di "contenuto" da poter intuire la definitiva eleganza formale in queste orditure della maya."
Stanno giocando a un gioco.
Stanno giocando a non giocare a un gioco.
se mostro loro che li vedo giocare,
infrangerò le regole e mi puniranno.
Devo giocare al loro gioco, di non vedere che vedo il gioco.
Non si stanno divertendo.
Non mi diverto se loro non si divertono.
Se faccio in modo che si divertano, allora potrò divertirmi con loro.
Far sì che si divertano, non è un divertimento. E’ duro lavoro.
Potrò divertirmi a scoprire perché non si divertono.
Non sono tenuto a divertirmi nel cercar di capire il perché
non si divertono.
Ma vi è persino del divertimento nel far sembrare loro che non
mi diverta a scoprire perché non si divertono.
Una bimba si avvicina e dice: divertiamoci.
Ma divertirsi è uno spreco di tempo, perché non
serve a farsi un’idea del perché non si divertono.
Come osate divertirvi quando il Cristo è morto sulla Croce per voi!
Si stava forse divertendo Lui?
E’ nostro dovere allevare i nostri figli ad amarci,
onorarci ed obbedirci.
Se non lo fanno, dovranno essere puniti,
altrimenti non compiremmo il nostro dovere.
Se cresceranno amandoci, onorandoci ed obbedendoci
saremo stati benedetti per averli allevati bene.
Se cresceranno senza amarci, onorarci e obbedirci
li avremo allevati bene
oppure no:
se l’abbiamo fatto
ci dev’essere qualcosa in loro che non va;
se non l’abbiamo fatto
c’è qualcosa in noi che non va.
Un figlio dovrebbe rispettare suo padre
non dovrebbe essere necessario insegnargli a rispettare suo padre
è qualcosa di naturale
è così che ho allevato mio figlio comunque.
Certo un padre dev’esser degno di rispetto
può giocarsi il rispetto d suo figlio
ma spero almeno che mio figlio mi rispetterà, se
non altro per averlo lasciato libero di rispettarmi o no.
Essere gentili è bene. Essere crudeli è male.
E’ male pensare che mia madre sia crudele con me, quindi
cattiva.
Mia madre è crudele con me
ma è crudele solo per essere gentile
perché ho pensato che fosse crudele quando
è stata crudele
a punirmi
perché sono stato crudele con lei
a pensare che era stata crudele con me
a punirmi
per aver pensato che fosse crudele
a punirmi
per aver pensato…
Sei crudele
a farmi sentir cattivo a pensare
di essere crudele a farti sentire crudele
col sentirmi cattivo che tu possa essere così crudele
da pensare
che non ti voglia bene, quando sai che te ne
voglio.
Se non sai che te ne voglio ci dev’essere qualcosa in te
che non va.
ferisce Giovanni
pensare
che Maria pensi che lui la ferisca
col sentirsi (lui) ferito
a pensare
che lei pensi che lui la ferisca
facendola sentire colpevole
nel ferirlo
pensando (lei)
che lui la ferisca
con l’essere (lui) ferito
a pensare
che lei pensi che lui la ferisca
per il fatto che
da capo sine fine
Un dito addita la luna
Mettete l’espressone
un dito addita la luna, tra parentesi
(un dito addita la luna)
L’asserzione:
"un dito addita la luna è tra parentesi"
è un tentativo di dire che tutto ciò che è nella parentesi
( )
Io lo faccio
ciò che io faccio è
l’io che lo fa
l’io che lo fa è
ciò che io faccio
ciò che fa l’io che lo fa
è nel fare l’io che lo faccia
io sono fatto da ciò che io faccio
nel farlo
Si ha paura
di me che ha paura
di me che ha paura
di me che ha paura
Forse si può parlare di immagini riflesse
Sebbene innumerevoli esseri siano stati condotti al Nirvana
nessun essere è stato condotto al Nirvana
Prima che si passi la porta
si può anche non essere consci che c’è una porta
Si può pensare che c’è una porta da attraversare
e cercarla a lungo
senza trovarla
La si può trovare e
può darsi che non si apra
Se si apre si può attraversarla
Nell’attraversarla
si vedeche la porta che si è attraversata
era l’io che l’ha attraversata
nessuno ha attraversato la porta
non c’era porta da attraversare
nessuno ha mai trovato una porta
nessuno ha mai compreso che mai c’è stata porta.
Se non so di non sapere
penso di sapere
Se non so di sapere
penso di non sapere
Potranno Giovanni e Maria
impauriti che l’uno e l’altra non siano
impauriti
essere
impauriti che l’uno e l’altra siano impauriti, e
finalmente,
non essere impauriti che l’uno e l’altra non
siano impauriti?
Tutto in tutti
Ciascun uomo in tutti gli uomini
tutti gli uomini in ciascun uomo
Tutto l’essere in ciascun essere
Ciascun essere in tutto l’essere
Tutte le cose in ciascuna cosa
Ciascuna cosa in tutte le cose
Tutte le distinzioni sono mente, con la mente, nella
mente, della mente
Niente distinzioni niente mente per distinguere
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Ronald David Laing
(Glasgow, 7 ottobre 1927 – Saint-Tropez, 23 agosto 1989) |
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