mercoledì 18 maggio 2011

i criteri mentali del Tao


Nella descrizione di Maturana e Varela dei sistemi viventi come sistemi autopoietici è centrale il ruolo della cognizione (dal latino: cognoscere, "sapere") in quanto:

"I sistemi viventi sono sistemi cognitivi, e il vivere in quanto processo è un processo di cognizione. Questa dichiarazione è valida per tutti gli organismi, con o senza un sistema nervoso"

Bateson lavorò per anni sui criteri che possono definire un sistema "mentale". I primi lavori dove espose modelli di questo tipo furono "La cibernetica dell"Io": una teoria dell'alcoolismo" e "Patologie dell'Epistemologia" del 1969.
I sei criteri furono esplicitamente formulati in "Mente e Natura", dove li presentò come:

"...tenterò di fare un elenco di criteri tali che, se un qualunque aggregato di fenomeni, un qualunque sistema, soddisfa tutti questi criteri, io potrò dire senza esitazione che l'aggregato è una "mente" e, per capirlo, mi aspetterò di aver bisogno di spiegazioni di genere diverso da quelle bastevoli a spiegare le caratteristiche delle sue parti costituenti.
Questo elenco è la chiave di volta di tutto il libro. E' indubbiamente possibile addurre altri criteri, che potrebbero forse sostituire o modificare l'elenco da me proposto."

Indipendentemente e in modo complementare negli stessi anni Maturana sviluppò il concetto di autopoiesi, e nella sua identificazione come processo di cognizione assunse una serie di criteri che sono analoghi a quelli di Bateson, denominati "Teoria di Santiago della Cognizione".

Capra e Dell hanno discusso le differenze e le analogie tra gli assunti di Bateson e Maturana
 
I «Una mente è un aggregato di parti o componenti interagenti»
    Questo criterio è impliclito nel concetto di rete autopoietica, che è una rete di componenti interagenti.
    Bateson specifica come:

    "In molti casi, alcune parti di tale aggregato possono a loro volta soddisfare tutti i criteri: in tal caso anch'esse debbono essere considerate come "menti" o "sottomenti". Tuttavia esiste sempre un livello inferiore di divisione in cui le parti risultanti, considerate separatamente, non possiedono la complessità necessaria a soddisfare i criteri di mente."


    II «L’interazione tra le parti della mente è attivata dalla differenza»
      Secondo la teoria di Santiago, un organismo vivente genera un mondo compiendo distinzioni. La cognizione risulta uno schema di distinzioni, e le distinzioni sono percezioni di differenze.
      Per esempio un batterio percepisce differenze di temperatura e composizione chimica, e il mondo che genera è un mondo di freddo/caldo e pH.
      Sia Maturana che Bateson pongono l'accento sulla differenza, ma mentre per Maturana le caratteristiche particolari di una differenza fanno parte del mondo che è generatonel processo della cognizione, Bateson, come sottolinea Dell, considera le differenze aspetti oggettivi del mondo:

      "Ricevere informazioni vuole dire sempre e non necessariamente ricevere notizie di differenza, e la percezione della differenza è sempre limitata da una soglia. Le differenze troppo lievi o presentate troppo lentamente non sono percepibili"

      Nella visione di Bateson, dunque, le differenze sono aspetti oggettivi del mondo, ma non tutte le differenze sono percepite:

      "L’informazione consiste in differenze che producono una differenza

      Con questa definizione dell'informazione come differenza, Bateson si avvicina molto all'idea di Maturana secondo cui le perturbazioni provenienti dall'ambiente innescano cambiamenti strutturali in un organismo vivente. Bateson sottolinea inoltre che organismi differenti percepiscono differenti tipi di differenze e che non c'è alcuna informazione oggettiva o alcuna conoscenza oggettiva. Tuttavia, egli non rinuncia all'idea che "là fuori", nel mondo fisico, esista l'oggettività, anche se noi non possiamo conoscerla.

      III «Il processo mentale richiede una energia collaterale»
        Con questo criterio Bateson pone in evidenza la distinzione fra le maniere in cui sistemi viventi e non viventi interagiscono con il proprio ambiente. Come Maturana, egli fa una netta distinzione fra la reazione di un oggetto inanimato e la risposta di un organismo vivente. Ma mentre Maturana descrive l’autonomia della risposta dell'organismo in termini di accoppiamento strutturale e di schemi non lineari di organizzazione, Bateson la definisce in termini di energia, con un'accurata precisazione del termine "energia":

        “Quando do un calcio a una pietra le fornisco energia ed essa si muove con quell'energia....Quando do un calcio a un cane esso reagisce con un energia tratta dal suo metabolismo."

        "Benchè sia chiaro che i processi mentali scattano per azione della differenza (al livello più semplice) e che la differenza "non è" energia e di solito non contiene energia, è tuttavia pur sempre necessario discutere l'energetica del processo mentale, poichè‚ i processi, di qualunque genere essi siano, richiedono energia.
        Le cose viventi sono sottoposte alle grandi regole conservatrici della fisica: le leggi della conservazione della massa e dell'energia valgono senza eccezioni per le creature viventi. Nel processo del vivere non c'è nè creazione nè distruzione di energia (intesa come massa per velocità al quadrato). D'altra parte, la "sintassi" usata per descrivere l'energetica della vita è una sintassi diversa da quella in uso cent'anni fa per descrivere l'energetica della forza e dell'urto. Questa differenza di sintassi è il mio terzo criterio del processo mentale."

        Tuttavia Bateson era ben consapevole del fatto che schemi non lineari di organizzazione costituiscono una caratteristica principale dei sistemi viventi, come dimostra il suo criterio seguente.

        IV «Il processo mentale richiede catene di determinazione circolari (o più complesse)»

        La definizione dei sistemi viventi in termini di schemi non lineari di causalità fu la chiave che condusse Maturana al concetto di autopoiesi basato sul concetto di chiusura operazionale di sistema. Bateson ricavò il IV criterio dall'esperienza e dai metodi della prima e seconda cibernetica, di cui fu tra i fondatori.

        I primi quattro criteri del processo mentale di Bateson sono dunque impliciti nella teoria di Santiago della cognizione. Negli ultimi due criteri , tuttavia, diviene evidente la differenza cruciale fra le concezioni della cognizione di Bateson e di Maturana.


        V «Nel processo mentale gli effetti della differenza devono essere considerati come trasformati (cioè versioni codificate) della differenza che li ha preceduti»

        Qui Bateson presume in modo esplicito l'esistenza di un mondo indipendente, che consiste di caratteristiche obbiettive come oggetti, eventi e differenze. Questa realtà esterna che esiste in modo indipendente viene quindi “trasformata”, o “codificata", in una realtà interna. In altre parole, Bateson sposa l’idea secondo cui la cognizione coinvolge rappresentazioni mentali di un mondo oggettivo.

        "A questo punto, dobbiamo considerare come le differenze esaminate nella discussione del secondo criterio e il loro seguito di effetti sotto forma di altre differenze diventano materiale di informazione, di ridondanza, di struttura e così via. In primo luogo dobbiamo notare che qualunque oggetto, evento o differenza del cosiddetto 'mondo esterno' può diventare una sorgente d'informazione, purch‚ sia incorporato in un circuito dotato in una rete opportuna di materiale flessibile in cui esso possa produrre dei cambiamenti. In questo senso l'eclissi di sole, l'impronta dello zoccolo di un cavallo, la forma di una foglia, l'occhio sulla penna di un pavone, insomma qualunque cosa può essere incorporata nella mente se mette in moto queste successioni di conseguenze.
        Passiamo quindi all'enunciazione, nella forma più ampia possibile, della famosa asserzione generale di Korzybski, secondo la quale "la mappa non è il territorio". Osservando la cosa nella prospettiva amplissima che qui adottiamo, noi vediamo la mappa come una specie di effetto che assomma le differenze, che organizza le notizie di differenze del 'territorio'. La mappa di Korzybski è un'utile metafora ed è stata di aiuto a moltissimi, ma ridotta ai suoi termini più semplici la sua asserzione generale dice che l'effetto non è la causa.
        Questo fatto - cioè questa differenza tra effetto e causa quando entrambi sono incorporati in un sistema opportunamente flessibile - è la premessa fondamentale di ciò che possiamo chiamare "trasformazione" o "codificazione"."

        Nell'ultimo criterio Bateson elabora ulteriormente la posizione "rappresentazionista":


        VI «La descrizione e classificazione di questi processi di trasformazione rivelano una gerarchia di tipi logici immanenti ai fenomeni»

        Per spiegare questo criterio Bateson utilizza l'esempio di due organismi che comunicano fra loro. Seguendo il modello computazionale della cognizione, egli descrive la comunicazionè in termini di messaggi - cioè di segnali fisici oggettivi, come i suoni - che vengono mandati da un organismo all'altro e vengono quindi codificati (cioè trasformati in rappresentazioni mentali).
        In tali comunicazioni, afferma Bateson, l'informazione scambiata non consisterà solo di messaggi, ma anche di messaggi sulla codificazione dei messaggi, che costituiscono una classe diversa di informazioni. Sono messaggi su messaggi, o metamessaggi, che Bateson definisce come appartenenti a un tipo logico differente, mutuando tale termine da Russell e Whitehead. Questa proposizione conduce poi Bateson in modo naturale a ipotizzare “messaggi su metamessaggi" e così via, a ipotizzare in altre parole una “gerarchia di tipi logici". L'esistenza di questa gerarchia di tipi logici è l'ultimo criterio del processo mentaledi Bateson.

        Anche la teoria di Santiago dà una descrizione della comunicazione fra organismi viventi. turana Dal punto di vista di Maturana la comunicazione non implica nessuno scambio di messaggi o informazioni, ma implica “comunicazioni su comunicazioni" e quindi ciò che Bateson chiama gerachia di tipi logici. Tuttavia, secondo Maturana, una tale gerarchia si manifesta con il linguaggio e la consapevolezza di sé che sono propri degli esseri umani, e non è una caratteristica del fenomeno generale della cognizione. Con il linguaggio umano nascono il pensiero astratto, i concetti, i simboli, le rappresentazioni mentali, la consapevolezza di sé e tutte le altre qualità che sono caratteristici del termine specifico conosciuto come coscienza. Dal punto di vista di Maturana le codifiche, le “trasformate” e i tipi logici di Bateson – i suoi due ultimi criteri – non sono caratteristiche della cognizione in generale, ma della coscienza umana.

        Secondo Capra nel corso degli ultimi anni della sua vita Bateson si sforzò di trovare altri criteri che si potessero applicare alla coscienza. Benchè egli sospettasse che “il fenomeno sia in qualche modo connesso alla questione dei tipi logici” non riuscì a riconoscere i suoi due ultimi criteri come criteri della coscienza piuttosto che del processo mentale.

        Alla fine della presentazione dei sei criteri Bateson in “Mente e Natura” conclude:

        "Per concludere … ricorderò alcune delle potenzialità della mente che soddisfano i sei criteri. In primo luogo, vi sono due caratteristiche della mente che possono essere menzionate insieme, entrambe rese possibili dai criteri da me citati. Queste due caratteristiche strettamente legate sono l'autonomia e la morte. L'autonomia - letteralmente il "controllo di sè", dal greco "autos" (sè) e "nomos" (legge) - risulta dalla struttura ricorsiva del sistema. Si può discutere se una macchina semplice con regolatore possa o no controllarsi o essere controllata da se stessa, ma immaginiamo di aggiungere a questo semplice circuito altri anelli d'informazione e di azione. Quale sarà il contenuto del materiale di segnalazione che si propagherà lungo questi anelli? La risposta, naturalmente, è che lungo tali anelli si propagheranno messaggi "intorno" al comportamento dell'intero sistema.
        In un certo senso, il semplice circuito originale conteneva già queste informazioni ( “va troppo forte”, “va troppo piano”), ma il livello successivo porterà un'informazione del tipo “la correzione di 'va troppo forte' non è abbastanza rapida”, o “la correzione di 'va troppo forte' è eccessiva”. Cioè, i messaggi diventano messaggi intorno al livello immediatamente inferiore. Di qui all'autonomia il passo è molto breve.
        Per quanto riguarda la morte, essa è resa possibile in primo luogo dal primo criterio, secondo il quale l'entità è fatta di molte parti. Con la morte queste parti sono disarticolate o gettate nel caos. Ma essa segue anche dal quarto criterio. La morte è la rottura dei circuiti e, con ciò, la distruzione dell'autonomia.
        Oltre queste due caratteristiche molto profonde, la specie di sistema che chiamo "mente" è capace di finalità e di scelta tramite le proprie possibilità autocorrettive. E' in grado di assumere uno stato stazionario o di andare in fuga o di collocarsi in qualche combinazione intermediaria. E' influenzata dalle 'mappe', mai dal territorio, ed è pertanto soggetta alla limitazione espressa dall'asserzione generale che le informazioni che essa riceve non "proveranno" mai nulla sul mondo o su di essa. Come ho affermato … la scienza non prova mai nulla.
        In aggiunta a ciò, il sistema apprenderà e ricorderà, accumulerà entropia negativa, e lo farà giocando a quei giochi stocastici chiamati "empirismo" o "tentativi ed errori". Accumulerà energia. Sarà inevitabilmente caratterizzato dal fatto che tutti i messaggi sono di un qualche tipo logico, e sarà quindi perseguitato dalla possibilità di confusione dei tipi logici. Infine, il sistema sarà in grado di unirsi ad altri sistemi simili per costruire totalità ancora più grandi.
        Per concludere si possono porre due domande: Il sistema sarà capace di una qualche preferenza estetica? Il sistema sarà capace di coscienza?
        Quanto alla preferenza estetica, mi sembra che la risposta potrebbe essere positiva. E' concepibile che questi sistemi siano in grado di riconoscere caratteristiche simili alle proprie in altri sistemi che potrebbero incontrare. E' concepibile assumere i sei criteri come criteri della vita e congetturare che qualunque entità dotata di queste caratteristiche attribuirà un valore ("positivo" o "negativo") ad altri sistemi che manifestino i segni esteriori e visibili di caratteristiche simili. Forse il motivo per cui ammiriamo una margherita è il fatto che essa manifesta - nella sua forma, nella sua crescita, nel suo colore e nella sua morte - i sintomi di essere viva? Il nostro apprezzamento di essa è nella stessa misura un apprezzamento della sua somiglianza con noi stessi.
        Quanto alla coscienza, la faccenda è più oscura. In questo libro nulla s'è detto sulla coscienza tranne che, nel caso della percezione, abbiamo notato che i processi percettivi non sono coscienti ma che i loro prodotti possono esserlo. Quando "coscienza" è usato in questo senso, si direbbe che il fenomeno sia in qualche modo connesso con la questione dei tipi logici, alla quale abbiamo prestato parecchia attenzione. Tuttavia non sono a conoscenza di alcun materiale che veramente connetta i fenomeni della coscienza con fenomeni più primitivi o più semplici, nè ho tentato di farlo in questo libro."

        Sulle differenze tra Bateson e Maturana Dell scrive:

        "Bateson ha affermato che la visione sistemica rappresenta la corretta epistemologia del mondo vivente, ma non ci spiega come mai. L’ontologia di Maturana fornisce una risposta a tale quesito. Il mondo vivente è organizzato in modo sistemico perché l’organizzazione sistemica (cioè, l’accoppiamento strutturale, o mente) è una necessaria conseguenza dell’interazione dei sistemi viventi strutturalmente determinati. Fino a che vivono e interagiscono, i sistemi viventi, automaticamente, si accoppiano strutturalmente l’uno con l’altro, così da formare un sistema interattivo chiuso. In altre parole, il concetto di Maturana di determinismo strutturale genera e sviluppa l’epistemologia cibernetica di Bateson e ne chiarisce l’opera complessiva eliminando i residui di oggettività ancora presenti in essa."

           

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