"Il cuore della saggezza" (o Sutra del cuore della perfezione della saggezza, più brevemente Sutra del cuore; datazione incerta, posteriore al I secolo d.c.; si ha menzione di una versione cinese circa del 200-250 d.c., di probabile origine indiana) é uno dei più conosciuti e popolari sūtra del buddhismo Mahāyāna. E' un breve testo nella forma di un dialogo spontaneo tra il bodhisattva-mahāsattva Avalokiteśvara e l'arhat Śāriputra in presenza del Buddha (qui nominato come "il Vittorioso"). Il testo discute della vacuità - assenza di una propria intrinseca natura - dei cinque aggregati (skandha) costituenti ogni persona.
Così ho udito una volta. Il Vittorioso si trovava a Rajagrha sul Picco dell’Avvoltoio insieme ad una vasta comunità di monaci e ad una vasta comunità di bodhisattva.
In quell’occasione, il Vittorioso stava serenamente assorto nella meditazione sulle varietà dei fenomeni detta “Visione profonda”. E contemporaneamente il bodhisattva-mahasattva nobile signore Avalokitesvara – praticando completamente la profonda Perfezione della Saggezza – vedeva i cinque aggregati mondani e vedeva che essi erano totalmente vuoti di una propria intrinseca natura.
Allora, grazie al potere del Buddha, il venerabile Sariputra disse queste parole al bodhisattva-mahasattva nobile signore Avalokitesvara: “Quale metodo dovrà apprendere un figlio di nobile lignaggio che desideri impegnarsi nella pratica della profonda Perfezione della Saggezza?”
A queste parole, il bodhisattva-mahasattva nobile signore Avalokitesvara così rispose al venerabile figlio di Saradvati:
“Sariputra, un figlio o una figlia di nobile lignaggio che desideri impegnarsi nella pratica della profonda Perfezione della Saggezza, dovrebbe riflettere esattamente in questo modo: vedere che i cinque aggregati stessi sono completamente vuoti di una propria intrinseca natura.
La forma è vuota, la vacuità è forma. La forma non è diversa dalla vacuità, e la vacuità non differisce dalla forma. Di tale natura sono anche la sensazione, la discriminazione, le formazioni mentali e la coscienza.
Similmente, Sariputra, tutti i fenomeni sono vuoti, sono privi di caratteristiche, non nascono e non cessano, non sono contaminati né privi di contaminazione, non diminuiscono né aumentano.
In tal modo, Sariputra, in (termini di) vacuità non esiste forma né sensazione né discriminazione né formazione mentale né coscienza; né occhio né orecchio né naso né lingua né corpo né mente; né forma visiva né suono né odore né sapore né sensazione tattile né oggetto mentale; né sfera visiva e (così via) fino a quella mentale e a quella della coscienza mentale. Non esiste l’ignoranza, né l’estinzione dell’ignoranza e così via fino alla vecchiaia-e-morte e all’estinzione di vecchiaia-e-morte.
Di tale natura (vuota) sono anche la sofferenza, l’origine, la cessazione ed il sentiero.
Non vi è saggezza né realizzazione né mancanza di realizzazione.
In questo modo, Sariputra, a causa della mancanza di realizzazioni, tutti i bodhisattva si basano fermamente sulla Perfezione della Saggezza, senza oscurazioni mentali, senza paura; essi trascendono realmente ogni azione erronea ed alla fine raggiungono il nirvana.
Tutti i buddha che dimorano nei tre tempi sono divenuti buddha perfetti dell’insuperabile, completa e perfetta Illuminazione basandosi fermamente sulla Perfezione della Saggezza.
Perciò, il mantra della Perfezione della Saggezza – il mantra della grande conoscenza, il mantra insuperabile, il mantra uguale all’ineguagliabile, il mantra che placa veramente ogni sofferenza – va davvero considerato come non ingannevole e saggio.
Viene enunciato il mantra della Perfezione della Saggezza:
TADYATHA: GATE GATE PARAGATE PARASAMGATE BODHI SVAHA.
Sariputra, è così che i bodhisattva-mahasattva insegnano la profonda Perfezione della Saggezza.”
In quel momento, il Vittorioso – riemergendo dalla profonda concentrazione – lodò in questo modo il bodhisattva-mahasattva nobile signore Avalokitesvara per avere bene agito: “Bene, bene! è così, figlio di nobile lignaggio; è così, figlio di nobile lignaggio. Praticando in tal modo la profonda Perfezione della Saggezza, si diventa realizzati. Per questo, tutti i Tathāgata si rallegrano.”
A queste parole del Vittorioso, il venerabile figlio di Saradvati, il bodhisattva-mahasattva nobile signore Avalokitesvara, l’intero sèguito e il mondo dei deva, degli uomini, degli asura e dei gandharva si rallegrarono e lodarono le parole del Vittorioso.
Qui si conclude il cuore della nobile Perfezione della Saggezza.
Bodhisattva; British Museum Collection, London |
Oh Shariputra, la forma non è che vuoto, il vuoto non è che forma;
ciò che è forma è vuoto, ciò che è vuoto è forma;
lo stesso è per sensazione, percezione, discriminazione e coscienza.
Tutte le cose sono vuote apparizioni, Shariputra.
Non sono nate, non sono distrutte, non sono macchiate, non sono pure;
non aumentano e non decrescono.
Perciò nella vacuità non c'è forma né sensazione, né percezione, né discriminazione, né coscienza;
Non ci sono occhi né orecchi, naso, lingua, corpo, mente;
Non ci sono forma né suono, odore, gusto, tatto, oggetti;
né c'è un regno del vedere,
e così via fino ad arrivare a nessun regno della coscienza;
non vi è conoscenza, né ignoranza,
né fine della conoscenza, né fine dell'ignoranza,
e così via fino ad arrivare a né vecchiaia né morte;
né estinzione di vecchiaia e morte;
non c'è sofferenza, karma, estinzione, via;
non c'è saggezza né realizzazione.
Dal momento che non si ha nulla da conseguire, si è un bodhisattva.
Poiché ci si è interamente affidati alla prajna paramita,
la mente non conosce ostacoli;
dal momento che la mente non conosce ostacoli
non si conosce la paura, si è oltre il pensiero illusorio,
e si raggiunge il Nirvana.
Poiché tutti i Buddha
del passato, del presente e del futuro
si affidano interamente alla prajna paramita, conseguono la suprema illuminazione.
Sappi dunque che la prajna paramita è il grande mantra,
il mantra più alto,
il mantra supremo e incomparabile,
capace di placare ogni sofferenza.
Ciò è vero.
Non è falso.
Perciò io recito il mantra della prajna paramita,
Che dice:
Gate, gate, paragate, parasamgate, bodhi, svaha!
(andate, andate, andate insieme all'altra sponda, completamente sull'altra sponda, benvenuto risveglio!)
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