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giovedì 23 agosto 2012

Tao: terzo salto quantico

Also, I believe that it will be necessary
to arrive more and more to a scientific knowledge
integrating the knowledge of the human spirit
to the knowledge of the object which this spirit seizes
and recognizing the inseparability
between object and subject.
Edgar Morin
Ogni esperienza è soggettiva ...
è il nostro cervello a costruire le immagini che noi crediamo di 'percepire'.
L'esperienza del mondo esterno è sempre mediata da specifici organi di senso

e da specifici canali neurali.
In questa misura, gli oggetti sono mie creazioni
e l'esperienza che ho di essi è soggettiva, non oggettiva.
Tuttavia, non è banale osservare che pochissimi,

almeno nella cultura occidentale, dubitano dell'oggettività di dati sensoriali
come il dolore o delle proprie immagini visive del mondo esterno.
La nostra civiltà è profondamente basata su questa illusione.
Gregory Bateson
Socrate: E ciò che è bene, Fedro, e ciò che non è bene
dobbiamo chiedere ad altri di dirci queste cose?
Robert M. Pirsig

If the doors of perception were cleansed every thing
would appear to man as it is, infinite.
For man has closed himself up, till he sees all things thro'
narrow chinks of his cavern.
William Blake
Il mondo, dunque, è limitato e al tempo stesso senza limiti,
senza limiti proprio perché non c’è nulla fuori
e non c’è nulla dentro che possa costituire un confine.
Ma se è così ne consegue che
“mondo e vita sono una cosa sola. Io sono il mio mondo”.
Soggetto e mondo non sono più, dunque, entità la cui funzione relazionale
è in qualche modo governata dall’ausiliare “avere”
(uno ha l’altro, lo contiene o gli appartiene)
ma dal verbo essenziale essere:
“Il soggetto non appartiene al mondo, ma è un limite del mondo”.
Non c’è nulla dentro uno schema, o anche chiedere, qualcosa su quello schema.
La soluzione, dunque,
non sta nel trovare una risposta all’enigma dell’esistenza,
ma nel prendere atto che non c’è nessun enigma.
Paul Watzlawick
6.5 D'una risposta che non si può formulare
non può formularsi neppure la domanda.
L'enigma non v'è.
Se una domanda può porsi, può pure aver risposta.
6.52 Noi sentiamo che, anche una volta che tutte le possibili domande scientifiche hanno avuto risposta,
i nostri problemi vitali non sono ancora neppur toccati.
Certo allora non resta più domanda alcuna; e appunto questa è la risposta.
6.521 La risoluzione del problema della vita si scorge allo sparir di esso.
(Non è forse per questo che uomini,
cui il senso della vita divenne, dopo lunghi dubbi, chiaro,
non seppero poi dire in che consisteva questo senso?)
6.522 V'è davvero dell'ineffabile. Esso mostra sé, è il mistico.
7. Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere.
Ludwig Wittgenstein
Devi chiede:
"O Shiva, cos'è la tua realtà?
Cos'è questo universo pieno di meraviglia?
Cosa costituisce seme?
Chi centra la ruota universale?
Cos'è questa vita al di là della forma che pervade le forme?
Come possiamo penetrarla pienamente
al di sopra di spazio e tempo,
nomi e descrizioni?
Dissipa i miei dubbi!"
Vijñana Bhairava Tantra
E' sempre venerdì pomeriggio in Paradiso
John Niven
Para mi solo recorrer los caminos que
tienen corazón, cualquier camino que tenga corazón.
Por ahí yo recorro, y la única prueba
que vale es atraversar todo su largo.
Y por ahí yo recorro mirando, mirando, sin aliento.

-
Per me esiste solo il cammino lungo sentieri che hanno un cuore,

lungo qualsiasi sentiero che abbia un cuore.
Lungo questo io cammino,
e la sola prova che vale è attraversarlo
in tutta la sua lunghezza.

E qui io cammino guardando, guardando, senza fiato.
Don Juan Matus

 We tried reasoning
our way to Him:
it did not work;
but the moment we gave up,
no obstacle remained.
Hakim Sanai
Coloro che credono nella sostanzialità
sono simili a vacche
coloro che credono nella vacuità
sono ancora peggio
Saraha

mercoledì 22 agosto 2012

il Te del Tao: XLII - LE TRASFORMAZIONI DEL TAO


XLII - LE TRASFORMAZIONI DEL TAO

Il Tao generò l'Uno,
l'Uno generò il Due,
il Due generò il Tre,
il Tre generò le diecimila creature.
Le creature voltano le spalle allo yin
e volgono il volto allo yang,
il ch'i infuso le rende armoniose.
Ciò che l'uomo detesta
è d'essere orfano, scarso di virtù, incapace,
eppur sovrani e duchi se ne fanno appellativi.
Perciò tra le creature
taluna diminuendosi s'accresce,
taluna accrescendosi si diminuisce.
Ciò che gli altri insegnano
anch'io l'insegno:
quelli che fan violenza non muoiono di morte naturale.
Di questo farò l'avvio del mio insegnamento.

lunedì 30 luglio 2012

il Te del Tao: XLI - EQUIPARA LE DIVERSITÀ


XLI - EQUIPARA LE DIVERSITÀ

Quando il gran dotto apprende il Tao
lo pratica con tutte le sue forze,
quando il medio dotto apprende il Tao
or lo conserva ed or lo perde,
quando l'infimo dotto apprende il Tao
se ne fa grandi risate:
se non fosse deriso non sarebbe degno d'essere il Tao.
Perciò motti invalsi dicono:
illuminarsi nel Tao è come ottenebrarsi,
avanzare nel Tao è come regredire,
spianarsi nel Tao è come incavarsi,
la virtù somma è come valle,
il gran candore è come ignominia,
la virtù vasta è come insufficienza,
la virtù salda è come esser volgo,
la naturale genuinità è come sbiadimento,
il gran quadrato non ha angoli,
il gran vaso tardi si completa,
il gran suono è una sonorità insonora,
la grande immagine non ha forma.
Il Tao è nascosto e senza nome,
ma proprio perché è il Tao
ben impresta e completa.

venerdì 22 giugno 2012

il Te del Tao: XL - DOVE ANDARE E CHE ADOPERARE


XL - DOVE ANDARE E CHE ADOPERARE

Il tornare è il movimento del Tao,
la debolezza è quel che adopra il Tao.
Le diecimila creature che sono sotto il cielo
hanno vita dall'essere,
l'essere ha vita dal non-essere.

giovedì 31 maggio 2012

il Te del Tao: XXXIX - UNIFORMARSI AL FONDAMENTO


XXXIX - UNIFORMARSI AL FONDAMENTO

In principio questi ottenner l'Uno:
il Cielo l'ottenne e per esso fu puro,
la Terra l'ottenne e per esso fu tranquilla,
gli esseri sovrannaturali l'ottennero
e per esso furono potenti,
la valle l'ottenne e per esso fu ricolma,
le creature l'ottennero e per esso vissero,
principi e sovrani l'ottennero
e per esso furon retti nel governare il mondo.
Costoro ne furono resi perfetti.
Se il Cielo non fosse puro per esso
temerebbe di squarciarsi,
se la Terra non fosse tranquilla per esso
temerebbe di fendersi,
se gli esseri sovrannaturali non fossero potenti per esso
temerebbero d'annullarsi,
se la valle non fosse ricolma per esso
temerebbe d'inaridirsi,
se le creature non vivessero per esso
temerebbero di spegnersi,
se principi e sovrani non fossero nobili e alti per esso
temerebbero di cadere.
Il nobile ha per fondamento il vile,
l'alto ha per basamento il basso.
Perciò quando principi e sovrani chiamano sé stessi
l'orfano, lo scarso di virtù, l'incapace,
non è perché considerano lor fondamento il vile?
Ahimé, no!
Quando hai finito d'enumerare le parti del carro
ancor non hai il carro.
Non voler essere pregiato come giada
né spregiato come pietra.

martedì 8 maggio 2012

il Te del Tao: XXXVIII - ESPONE LA VIRTÙ


XXXVIII - ESPONE LA VIRTÙ

La virtù somma non si fa virtù
per questo ha virtù,
la virtù inferiore non manca di farsi virtù
per questo non ha virtù.
La virtù somma non agisce
ma non ha necessità di agire,
la virtù inferiore agisce
ma ha necessità di agire.
La somma carità agisce
ma non ha necessità di agire,
la somma giustizia agisce
ma ha necessità di agire,
il sommo rito agisce
e se non viene corrisposto
si denuda le braccia e trascina a forza.
Fu così che
perduto il Tao venne poi la virtù,
perduta la virtù venne poi la carità,
perduta la carità venne poi la giustizia,
perduta la giustizia venne poi il rito:
il rito è labilità della lealtà e della sincerità
e foriero di disordine.
Chi per primo conosce è fior nel Tao
e principio di ignoranza.
Per questo l'uomo grande
resta in ciò che è solido
e non si sofferma in ciò che è labile,
resta nel frutto
e non si sofferma nel fiore.
Perciò respinge l'uno e preferisce l'altro.

martedì 3 aprile 2012

il Te del Tao: XXXVII - ESERCITARE IL GOVERNO


XXXVII - ESERCITARE IL GOVERNO

Il Tao in eterno non agisce
e nulla v'è che non sia fatto.
Se principi e sovrani fossero capaci d'attenervisi,
le creature da sé si trasformerebbero.
Quelli che per trasformarle bramassero operare
io li acquieterei
con la semplicità di quel che non ha nome
anch'esse non avrebbero brame,
quando non han brame stanno quiete
e il mondo da sé s'assesta.

lunedì 6 febbraio 2012

il Te del Tao: XXXVI - L'OCCULTO E IL PALESE

image by relhom
XXXVI - L'OCCULTO E IL PALESE

Quei che vuoi che si contragga
devi farlo espandere,
quei che vuoi che s'indebolisca
devi farlo rafforzare,
quei che vuoi che rovini
devi farlo prosperare,
a quei che vuoi che sia tolto
devi dare.
Questo è l'occulto e il palese.
Mollezza e debolezza vincono durezza e forza.
Al pesce non conviene abbandonar l'abisso,
gli strumenti profittevoli al regno
non conviene mostrarli al popolo.

martedì 24 gennaio 2012

il Te del Tao: XXXV - LA VIRTÙ DELLA CARITÀ'


XXXV - LA VIRTÙ DELLA CARITÀ'

Verso chi tiene in sé la grande immagine
il mondo accorre,
accorre e non riceve danno
ma calma e pace grandi.
Attratto da musiche e bevande prelibate
si ferma il viator che passa,
ma quel che al Tao esce di bocca
com'è scipito! non ha sapore.
A guardarlo non riesci a vederlo,
ad ascoltarlo non riesci ad udirlo,
ad usarlo non riesci ad esaurirlo.

lunedì 16 gennaio 2012

il Te del Tao: XXXIV - CONFIDARE NEL PERFETTO


XXXIV - CONFIDARE NEL PERFETTO

Come è universale il gran Tao!
può stare a sinistra come a destra.
In esso fidando vengono alla vita le creature
ed esso non le rifiuta,
l'opera compiuta non chiama sua.
Veste e nutre le creature
ma non se ne fa signore,
esso che sempre non ha brame
può esser nominato Piccolo.
Le creature ad esso si volgono
ma esso non se ne fa signore,
può esser nominato Grande.
Poiché giammai si fa grande
può realizzare la sua grandezza.

giovedì 22 dicembre 2011

il Te del Tao: XXXIII - LA VIRTÙ DEL DISCERNIMENTO


XXXIII - LA VIRTÙ DEL DISCERNIMENTO

Chi conosce gli altri è sapiente,
chi conosce sé stesso è illuminato.
Chi vince gli altri è potente,
chi vince sé stesso è forte.
Chi sa contentarsi è ricco,
chi strenuamente opera attua i suoi intenti.
A lungo dura chi non si diparte dal suo stato,
ha vita perenne quello che muore ma non perisce.

giovedì 15 dicembre 2011

il Te del Tao: XXXII - LA VIRTÙ DEL SANTO


XXXII - LA VIRTÙ DEL SANTO
Il Tao in eterno è senza nome,
è grezzo per quanto minimo sia,
nessuno al mondo è capace di fargli da ministro.
Se principi e sovrani fossero capaci di attenervisi,
le diecimila crature da sé si sottometterebbero,
il Cielo in mutuo accordo con la Terra
farebbe discendere soave rugiada
e il popolo, senza alcuno che lo comandi,
da sé troverebbe il giusto assetto.
Quando si cominciò ad intagliare
si ebbero i nomi.
Tutto quello che ha nome viene trattato come proprio,
perciò sappi contenerti.
Chi sa contenersi
può non correre pericolo.
Paragona la presenza del Tao nel mondo
ai fiumi e ai mari cui accorrono rivi e valli.

martedì 6 dicembre 2011

il Te del Tao: XXXI - DESISTERE DALLE OPERAZIONI MILITARI


XXXI - DESISTERE DALLE OPERAZIONI MILITARI

Ecco che son le belle armi:
strumenti del malvagio
che le creature han sempre detestati.
Per questo non rimane chi pratica il Tao.
Il saggio, che è pacifico, tiene in pregio la sinistra,
chi adopra l'armi tiene in pregio la destra.
Ecco che son l'armi:
strumenti del malvagio
non strumenti del saggio,
il quale li adopra solo se non può farne a meno.
Avendo per supreme pace e quiete,
ei vince ma non se ne compiace,
chi se ne compiace
gioisce nell'uccidere gli uomini.
Ora chi gioisce nell'uccidere gli uomini
non può attuare i suoi intenti nel mondo.
Nelle gesta fauste si tiene in onore la sinistra,
nelle gesta infauste si tiene in onore la destra.
Il luogotenente sta alla sinistra,
il duce supremo sta alla destra:
assume il posto del rito funebre.
Quei che gli uomini ha ucciso in massa
li piange con cordoglio e con tristezza:
la vittoria in guerra gli assegna il posto del rito funebre.

mercoledì 30 novembre 2011

il Te del Tao: XXX - LIMITARE LE OPERAZIONI MILITARI


XXX - LIMITARE LE OPERAZIONI MILITARI

Quei che col Tao assiste il sovrano
non fa violenza al mondo con le armi,
nelle sue imprese preferisce controbattere.
Là dove stanziano le milizie
nascono sterpi e rovi,
al seguito dei grandi eserciti
vengono certo annate di miseria.
Chi ben li adopra
soccorre e basta,
non osa con essi acquistar potenza.
Soccorre e non si esalta,
soccorre e non si gloria,
soccorre e non s'insuperbisce,
soccorre quando non può farne a meno,
soccorre ma non fa violenza.
Quel che s'invigorisce allor decade:
vuol dire che non è conforme al Tao.
Ciò che non è conforme al Tao presto finisce.


M.C. Escher, Sphere Spirals, Woodcut printed from four blocks, 1958

lunedì 21 novembre 2011

il Te del Tao: XXIX - NON AGIRE


XXIX - NON AGIRE

Quei che volendo tenere il mondo
lo governa,
a mio parere non vi riuscirà giammai.
Il mondo è un vaso sovrannaturale
che non si può governare:
chi governa lo corrompe,
chi dirige lo svia,
poiché tra le creature
taluna precede ed altra segue,
taluna è calda ed altra è fredda,
taluna è forte ed altra è debole,
taluna è tranquilla ed altra è pericolosa.
Per questo il santo
rifugge dall'eccesso,
rifugge dallo sperpero,
rifugge dal fasto.


martedì 15 novembre 2011

il Te del Tao: XXVIII - TORNARE ALLA SEMPLICITÀ


XXVIII - TORNARE ALLA SEMPLICITÀ

Chi sa d'esser maschio
e si mantiene femmina
è la forra del mondo,
essendo la forra del mondo
la virtù mai non si separa da lui
ed ei ritorna ad essere un pargolo.
Chi sa d'esser candido
e si mantiene oscuro
è il modello del mondo,
essendo il modello del mondo
la virtù mai non si scosta da lui
ed ei ritorna all'infinito.
Chi sa d'esser glorioso
e si mantiene nell'ignominia
è la valle del mondo,
essendo la valle del mondo
la virtù sempre si ferma in lui
ed ei ritorna ad esser grezzo.
Quando quel ch'è grezzo vien tagliato
allora se ne fanno strumenti,
quando l'uomo santo ne usa
allora ne fa i primi tra i ministri.
Per questo il gran governo non danneggia.


giovedì 10 novembre 2011

il Te del Tao: XXVII - L'USO DELL'ABILITÀ


XXVII - L'USO DELL'ABILITÀ

Chi ben viaggia non lascia solchi né impronte,
chi ben parla non ha pecche né biasimi,
chi ben conta non adopra bastoncelli né listelle,
chi ben chiude non usa sbarre né paletti
eppure non si può aprire,
chi ben lega non usa corde né vincoli
eppure non si può sciogliere.
Per questo il santo
sempre ben soccorre gli uomini
e perciò non vi sono uomini respinti,
sempre bene soccorre le creature
e perciò non vi sono creature respinte:
ciò si chiama trasfondere l'illuminazione.
Così l'uomo che è buono
è maestro dell'uomo non buono,
l'uomo che non è buono
è profitto all'uomo buono.
Chi non apprezza un tal maestro,
chi non ha caro un tal profitto,
anche se è sapiente cade in grave inganno:
questo si chiama il mistero essenziale.


venerdì 4 novembre 2011

il Te del Tao: XXVI - LA VIRTÙ DEL GRAVE


XXVI - LA VIRTÙ DEL GRAVE

Il grave è radice del leggero,
il quieto è signore dell'irrequieto.
Per questo il santo viaggia tutto il giorno
senza discostarsi dal bagaglio,
anche se possiede palazzi regali
placidamente se ne sta distaccato.
Che sarà se il signore di diecimila carri
leggero si fa nel mondo?
Se è leggero perde il fondamento,
se è irrequieto perde la sua signoria.


venerdì 28 ottobre 2011

il Te del Tao: XXV - RAFFIGURA L'ORIGINE


XXV - RAFFIGURA L'ORIGINE

C'è un qualcosa che completa nel caos,
il quale vive prima del Cielo e della Terra.

Come è silente, come è vacuo!
Se ne sta solingo senza mutare,
ovunque s'aggira senza correr pericolo,
si può dire la madre di ciò che è sotto il cielo.
Io non ne conosco il nome
e come appellativo lo dico Tao,

sforzandomi a dargli un nome lo dico Grande.
Grande ovvero errante,
errante ovvero distante,
distante ovvero tornante.
Perciò
il Tao è grande,
il Cielo è grande,
la Terra è grande
ed anche il sovrano è grande.
Nell'universo vi sono quattro grandezze
ed il sovrano sta in una di esse.
L'uomo si conforma alla Terra,
la Terra si conforma al Cielo,
il Cielo si conforma al Tao,
il Tao si conforma alla spontaneità.




Fritjof Capra nel "Tao della Fisica" ha messo in evidenza come le ultime righe del cap. XXV, oltre ad indicare le quattro forze esistenti in natura, siano in relazione con le teorie di bootstrap degli adroni degli anni 60-70, ed in particolare con la filosofia di auto-congruenza intrinseca dei modelli.

mercoledì 19 ottobre 2011

il Te del Tao: XXIV - LA PENOSA BENIGNITÀ



XXIV - LA PENOSA BENIGNITÀ

Chi sta sulla punta dei piedi non si tiene ritto,
chi sta a gambe larghe non cammina,
chi da sé vede non è illuminato,
chi da sé s'approva non splende,
chi da sé si gloria non ha merito,
chi da sé s'esalta non dura a lungo.
Nel Tao queste cose sono avanzumi ed escrescenze,
che le creature hanno sempre detestati.
Per questo non rimane chi pratica il Tao.