Questa donna ha innalzato intorno a sé una fortezza, e si aggrappa a tutti i suoi averi pensando che siano i suoi tesori. Di fatto, ha accumulato tanti di quegli oggetti con cui addobbarsi - comprese le penne e le pelli di creature viventi - che in questo sforzo si è resa bruttissima. Questa carta ci sfida a vedere ciò a cui ci aggrappiamo, tutto ciò che sentiamo di possedere e che riteniamo tanto prezioso da richiedere di essere protetto da una fortezza. Non occorre che sia un grosso conto in banca, o una scatola piena di gioielli - potrebbe essere una cosa semplice come un po' di tempo condiviso con un amico, oppure l'arrischiarci a esprimere il nostro amore a un'altra persona. Come un pozzo che stagna a causa dell'inutilizzo, poiché è stato sigillato, i nostri tesori diventano opachi e senza valore se ci rifiutiamo di condividerli. Qualsiasi sia la cosa a cui ti stai aggrappando, ricorda che non puoi portarla con te. Allenta la tua morsa e senti la libertà e il senso d'espansione che la condivisione porta con sé.
Nel momento in cui diventi avaro, avido, ti chiudi al fenomeno fondamentale dell'esistenza: l'espansione, la condivisione. Nel momento in cui inizi ad aggrapparti alle cose, manchi il bersaglio - perdi l'occasione. Il punto importante non sono gli oggetti, bensì tu, la tua essenza più intima - non una bella casa, ma il tuo splendido essere; non tanto denaro, ma l'essere che è più ricco; non tante cose, ma un essere aperto, disponibile a milioni di sollecitazioni, a milioni di cose.