martedì 24 maggio 2011

Tao NON pura-mente acustico: la Madre di tutti i rock





Tao NON (solo) pura-mente acustico: a Stairway to Tao


There's a lady who's sure
All that glitters is gold
And she's buying a stairway to heaven.
When she gets there she knows
If the stores are all closed
With a word she can get what she came for.
Ooh, ooh, and she's buying a stairway to heaven.
There's a sign on the wall
But she wants to be sure
'Cause you know sometimes words have two meanings.
In a tree by the brook
There's a songbird who sings,
Sometimes all of our thoughts are misgiven.
Ooh, it makes me wonder,
Ooh, it makes me wonder.
There's a feeling I get
When I look to the west,
And my spirit is crying for leaving.
In my thoughts I have seen
Rings of smoke through the trees,
And the voices of those who stand looking.
Ooh, it makes me wonder,
Ooh, it really makes me wonder.
And it's whispered that soon, If we all call the tune
Then the piper will lead us to reason.
And a new day will dawn
For those who stand long
And the forests will echo with laughter.
If there's a bustle in your hedgerow, don't be alarmed now
It's just a spring clean for the May queen.
Yes, there are two paths you can go by
But in the long run
There's still time to change the road you're on.
And it makes me wonder.
Your head is humming and it won't go
In case you don't know,
The piper's calling you to join him,
Dear lady, can you hear the wind blow,
And did you know
Your stairway lies on the whispering wind.
And as we wind on down the road
Our shadows taller than our soul.
There walks a lady we all know
Who shines white light and wants to show
How ev'rything still turns to gold.
And if you listen very hard
The tune will come to you at last.
When all are one and one is all
To be a rock and not to roll.
And she's buying a stairway to heaven


Tao pura-mente acustico: it makes me wonder

il Te del Tao: XVII - LA PURA INFLUENZA


XVII - LA PURA INFLUENZA

Dei grandi sovrani il popolo sapeva che esistevano,
vennero poi quelli che amò ed esaltò,
e poi quelli che temette,
e poi quelli di cui si fece beffe:
quando la sincerità venne meno
s'ebbe l'insincerità.
Com'erano pensosi i primi nel soppesar le loro parole!
Ad opera compiuta e ad impresa riuscita
dicevano i cento cognomi: siamo così da noi stessi.

la Miseria (4 di Denari)


Questa donna ha innalzato intorno a sé una fortezza, e si aggrappa a tutti i suoi averi pensando che siano i suoi tesori. Di fatto, ha accumulato tanti di quegli oggetti con cui addobbarsi - comprese le penne e le pelli di creature viventi - che in questo sforzo si è resa bruttissima. Questa carta ci sfida a vedere ciò a cui ci aggrappiamo, tutto ciò che sentiamo di possedere e che riteniamo tanto prezioso da richiedere di essere protetto da una fortezza. Non occorre che sia un grosso conto in banca, o una scatola piena di gioielli - potrebbe essere una cosa semplice come un po' di tempo condiviso con un amico, oppure l'arrischiarci a esprimere il nostro amore a un'altra persona. Come un pozzo che stagna a causa dell'inutilizzo, poiché è stato sigillato, i nostri tesori diventano opachi e senza valore se ci rifiutiamo di condividerli. Qualsiasi sia la cosa a cui ti stai aggrappando, ricorda che non puoi portarla con te. Allenta la tua morsa e senti la libertà e il senso d'espansione che la condivisione porta con sé.

Nel momento in cui diventi avaro, avido, ti chiudi al fenomeno fondamentale dell'esistenza: l'espansione, la condivisione. Nel momento in cui inizi ad aggrapparti alle cose, manchi il bersaglio - perdi l'occasione. Il punto importante non sono gli oggetti, bensì tu, la tua essenza più intima - non una bella casa, ma il tuo splendido essere; non tanto denaro, ma l'essere che è più ricco; non tante cose, ma un essere aperto, disponibile a milioni di sollecitazioni, a milioni di cose.

lunedì 23 maggio 2011

Tao-chi massiccio




in memoriam Tao


Il 28 agosto 1931 un regio decreto promulgato da Giuliano Balbino sotto la regia di Giovanni Gentile imponeva per l'insegnamento all'Università non solo il giuramento allo statuto albertino e alla monarchia, ma anche al regime fascista.

Gli esiti del giuramento di fedeltà al fascismo furono per Mussolini assai lusinghieri.
"Sublimato all'un per mille", titolò sprezzantemente un giornale d'obbedienza littoria. Seppure sotto ricatto, su oltre milleduecento accademici, soltanto quindici opposero un rifiuto, perdendo così la cattedra universitaria e subendo altre conseguenze.

Questi sono i loro nomi:

Giorgio Levi Della Vida, Università di Roma, orientalista
Gaetano De Sanctis, Università di Roma, storico
Ernesto Buonaiuti, Università di Roma, teologo, storia del cristianesimo
Vito Volterra, Università di Roma, matematico, fisico-matematico
Edoardo Ruffini Avondo, figlio di Francesco, Università di Perugia, giurista
Bartolo Nigrisoli, Università di Bologna, chirurgo
Mario Carrara, Università di Torino, antropologo
Francesco Ruffini, Università di Torino, giurista
Lionello Venturi, Università di Torino, storico e critico dell'arte
Giorgio Errera, Università di Pavia, chimico
Fabio Luzzatto, Regia Scuola superiore di agricoltura di Milano, giurista
Piero Martinetti, Università di Milano, filosofo
Aldo Capitini, Scuola Normale di Pisa, filosofo
Errico Presutti, Università di Napoli, Diritto amministrativo e costituzionale 
Antonio De Viti De Marco, Università di Roma, scienza delle finanze

a questi si aggiunge:

Giuseppe Antonio Borgese, Università di Milano,ordinario di Estetica, esule negli Stati Uniti

Nel 1931 Einstein scrisse una lettera al ministro Alfredo Rocco in sostegno dei colleghi italiani:

Egregio signore,
due dei più autorevoli e stimati uomini di scienza italiani, turbati nelle loro coscienze, si rivolgono a me e mi pregano di scriverle al fine di impedire, se possibile, un duro provvedimento che minaccia gli studiosi italiani. Si tratta del giuramento di fedeltà al regime fascista. La mia preghiera è che lei voglia consigliare al signor Mussolini di risparmiare al fiore dell’intelletto italiano un’umiliazione simile.
Per quanto diverse possano essere le nostre convinzioni politiche, io so che v’è un punto fondamentale che ci unisce; entrambi riconosciamo e ammiriamo nello sviluppo intellettuale europeo il bene più alto. Esso si fonda sulla libertà di pensiero e di insegnamento e sul principio che la ricerca della verità deve precedere ogni altro fine. È solo basandosi su un tale principio che la nostra civiltà è potuta sorgere in Grecia, celebrando la sua rinascita in Italia nell’epoca del Rinascimento. Quel bene, il più prezioso che noi possediamo, è stato pagato col sangue di martiri, di uomini puri e grandi, per opera dei quali l’Italia è tuttora amata e onorata.

Non è mia intenzione discutere con lei le giustificazioni che la ragion di Stato può avanzare circa gli attentati alla libertà umana. Ma la ricerca della verità scientifica, svincolata dagli interessi materiali di tutti i giorni, dovrebbe essere sacra a ogni governo, ed è per tutti del più alto interesse che i leali servitori della verità scientifica vengano lasciati in pace. Ciò è anche, senza dubbio, nell’interesse dello Stato italiano e del suo prestigio agli occhi del mondo.