Sabato, 7 aprile, 1962
Durante le nostre conversazioni don Juan usava o citava coerentemente l'espressione 'uomo di conoscenza', ma non spiegò mai che cosa intendesse con questa. Glielo domandai.
"Un uomo di conoscenza è un uomo che ha seguito fedelmente i sacrifici dell'imparare", rispose. "Un uomo che, senza affrettarsi e senza esitare, è arrivato fin dove ha potuto nello svelare i segreti del potere e della conoscenza".
"Chiunque potrebbe diventare un uomo di conoscenza?".
"No, non chiunque".
"Allora che cosa deve fare un uomo per diventare un uomo di conoscenza?".
"Deve sfidare e sconfiggere i suoi quattro nemici naturali".
"Dopo aver sconfitto questi quattro nemici sarà diventato un uomo di conoscenza?".
"Sì. Un uomo può dirsi uomo di conoscenza solo se è stato capace di sconfiggerli tutti e quattro".
"Allora, chiunque sconfigga questi nemici può essere un uomo di conoscenza?".
"Chiunque li sconfigge diventa un uomo di conoscenza".
"Ma ci sono dei particolari requisiti a cui un uomo deve soddisfare prima di combattere con questi nemici?".
"No. Chiunque può tentare di diventare un uomo di conoscenza; in realtà pochissimi riescono. I nemici che si incontrano sulla strada dell'imparare a diventare un uomo di conoscenza sono davvero formidabili; la maggior parte degli uomini vi soccombe".
"Che tipo di nemici sono, don Juan?".
Rifiutò di parlare dei nemici. Disse che doveva passare molto tempo prima che l'argomento avesse per me un qualche significato. Tentai di tener viva la questione e gli domandai se pensava che io potessi diventare un uomo di conoscenza. Disse che nessun uomo poteva forse dirlo con certezza. Ma io insistei per sapere se esisteva qualche indizio che egli potesse usare per determinare se avevo o no una possibilità di diventare un uomo di conoscenza. Rispose che sarebbe dipeso dalla mia battaglia contro i quattro nemici — se riuscissi a sconfiggerli o fossi sconfitto da essi — ma era impossibile predire il risultato di tale battaglia.
Gli chiesi se poteva usare la stregoneria o la profezia per vedere il risultato della battaglia. Affermò recisamente che i risultati della lotta non potevano essere previsti con nessun mezzo, perché diventare un uomo di conoscenza era una cosa temporanea. Quando gli chiesi di spiegare questo punto, rispose:
"Essere un uomo di conoscenza non ha carattere duraturo. Non si è mai un uomo di conoscenza, non realmente. Piuttosto si diventa uomo di conoscenza per un brevissimo istante, dopo aver sconfitto i quattro nemici naturali".
"Dovete dirmi, don Juan, che tipo di nemici sono".
Non rispose. Insistei ancora, ma lui lasciò cadere l'argomento e cominciò a parlare di qualcos'altro.
Domenica, 15 aprile, 1962
Mentre mi stavo preparando a partire decisi di interrogarlo ancora una volta in merito ai nemici di un uomo di conoscenza. Immaginavo di non poter ritornare prima di un certo tempo, e sarebbe stata una buona idea trascrivere quello che diceva e poi ripensarci mentre ero via.
Esitò un poco, ma poi cominciò a parlare.
"Quando un uomo comincia a imparare, non sa mai con chiarezza quali sono i suoi obiettivi. Il suo scopo è imperfetto; il suo intento è vago. Spera in una ricompensa che non si concreterà mai, perché non sa nulla delle difficoltà dell'imparare."
"Comincia lentamente a imparare, dapprima a poco a poco, poi a grandi passi. E presto i suoi pensieri entrano in conflitto. Quello che impara non è mai quello che ha sperato o immaginato, e così incomincia ad aver paura. Imparare non è mai quello che ci si aspetta. Ogni passo dell'imparare è un compito nuovo, e la paura che l'uomo prova comincia a salire implacabilmente, inflessibilmente. Il suo scopo diventa un campo di battaglia.
"E così si è imbattuto nel primo dei suoi nemici naturali: la Paura! Un nemico terribile, traditore, e difficile da superare. Si tiene nascosto a ogni svolta della strada, in agguato, aspettando. E se l'uomo, atterrito dalla sua presenza, fugge, il nemico avrà messo fine alla sua ricerca".
"Che cosa accadrà all'uomo che fugge per il terrore?".
"Non gli accadrà nulla, tranne che non imparerà mai. Non diventerà mai un uomo di conoscenza. Sarà forse un uomo borioso, o innocuo, o spaventato; in ogni caso, sarà un uomo sconfitto. Il suo primo nemico avrà messo fine ai suoi desideri". "E che cosa può fare per vincere la paura?". "La risposta è semplicissima. Non deve fuggire. Deve sfidare la sua paura, e a dispetto di essa deve compiere il passo successivo nell'imparare, e il successivo e ancora il successivo. La sua paura deve essere completa, e tuttavia non si deve fermare. Questa è la regola! E verrà il momento in cui il suo primo nemico volgerà in ritirata. L'uomo comincia a sentirsi sicuro di sé. Il suo intento diviene più forte. Imparare non è più un compito terrificante."
"Quando arriva questo lieto momento l'uomo può dire senza esitazione di aver sconfitto il suo primo nemico naturale".
"Ciò avviene tutto in una volta, don Juan, oppure a poco a poco?".
"Avviene a poco a poco, e tuttavia la paura è vinta improvvisamente e rapidamente".
"Ma l'uomo non avrà ancora paura se gli succederà qualcosa di nuovo?".
"No. Una volta che un uomo ha vinto la paura, ne è libero per tutto il resto della sua vita perché, invece della paura, ha acquistato la lucidità: una lucidità mentale che cancella la paura. A questo punto l'uomo conosce i suoi desideri; sa come soddisfare tali desideri. Può anticipare i nuovi passi dell'imparare, e una limpida lucidità circonda ogni cosa. L'uomo sente che nulla è nascosto.”
"E così ha incontrato il suo secondo nemico: la lucidità! Quella lucidità mentale, che è così difficile da ottenere, scaccia la paura, ma acceca anche.”
"Costringe l'uomo a non dubitare mai di se stesso. Gli dà la sicurezza di poter fare tutto quel che gli piace, perché vede chiaramente in tutto. Ed è coraggioso perché è lucido, e non si ferma davanti a nulla perché è lucido. Ma tutto questo è un errore; è come qualcosa di incompleto. Se l'uomo si arrende a questo falso potere, ha ceduto al suo secondo nemico e sarà maldestro nell'imparare. Si affretterà quando dovrà essere paziente, o sarà paziente quando dovrebbe affrettarsi. E sarà maldestro nell'imparare finché non cederà, incapace di imparare più nulla".
"Che ne è di un uomo sconfitto in tal modo, don Juan? Muore come risultato?".
"No, non muore. Il suo secondo nemico lo ha semplicemente bloccato impedendogli di diventare un uomo di conoscenza; l'uomo può, invece, trasformarsi in un allegro guerriero o in un pagliaccio. Tuttavia la lucidità pagata a così caro prezzo non si trasformerà mai più nella tenebra e nella paura. Avrà la lucidità finché vivrà, ma non imparerà, o bramerà, più nulla".
"Ma che cosa deve fare per evitare di essere sconfitto?".
"Deve fare quello che ha fatto con la paura: deve sfidare la sua lucidità e usarla solo per vedere, e aspettare con pazienza e misurare con cura prima di fare nuovi passi; deve pensare, dopo tutto, che la sua lucidità è quasi un errore. E verrà un momento in cui comprenderà che la sua lucidità era solo un punto davanti ai suoi occhi. E così avrà superato il suo secondo nemico, e sarà in una posizione in cui nulla potrà mai nuocergli. Questo non sarà un errore. Non sarà solamente un punto davanti ai suoi occhi. Sarà vero potere.”
"A questo punto saprà che il potere che ha inseguito così a lungo è finalmente suo. Può fare tutto quel che vuole. Il suo alleato è al suo comando. Il suo desiderio è la regola. Vede tutto quel che è intorno a lui. Ma si è anche imbattuto nel terzo dei suoi nemici: il Potere!”
"Il potere è il più forte di tutti i nemici. E naturalmente la cosa più facile è arrendersi; dopo tutto, un uomo a questo punto è veramente inviacibile. Comanda; comincia col correre rischi calcolati e finisce col creare regole, perché è un padrone.”
"A questo stadio difficilmente l'uomo si rende conto che il nemico lo sta circondando. E improvvisamente, senza saperlo, avrà certamente perduto la battaglia. Il suo nemico lo avrà trasformato in un uomo crudele e capriccioso".
"Perderà il suo potere?".
"No, non perderà mai la sua lucidità o il suo potere".
"Allora che cosa lo distinguerà da un uomo di conoscenza?".
"Un uomo che è sconfitto dal potere muore senza sapere veramente come tenerlo in pugno. Il potere è solo un fardello sul suo destino. Un tale uomo non ha il comando su se stesso, e non può sapere quando come usare il suo potere".
"La sconfitta da parte di uno qualsiasi di questi nemici è una sconfitta definitiva?".
"Certo che è definitiva. Una volta che uno di questi nemici ha avuto il sopravvento su di un uomo non c'è nulla che questi possa fare".
"È possibile, per esempio, che l'uomo sconfitto dal potere possa vedere il proprio errore e correggersi?".
"No. Quando un uomo cede è spacciato".
"Ma che cosa accadrebbe se fosse accecato temporaneamente dal potere e poi lo rifiutasse?".
"Significherebbe che la sua battaglia ancora continua. Significherebbe che sta ancora cercando di diventare un uomo di conoscenza. Un uomo è sconfitto solo quando non tenta più, e si lascia andare".
"Ma allora è possibile, don Juan, che un uomo possa abbandonarsi per anni alla paura, ma alla fine vincerla?".
"No. Questo non è vero. Se cede alla paura non la vincerà mai, perché avrà paura di imparare e non tenterà più. Ma se cerca per anni di imparare, pur in mezzo alla sua paura, alla fine la vincerà perché non si è mai veramente abbandonato a essa".
"Come può sconfiggere il suo terzo nemico, don Juan?".
"Deve sfidarlo, deliberatamente. Deve arrivare a rendersi conto che il potere da lui apparentemente conquistato in realtà non è mai suo. Deve stare sempre in guardia, tenendo in pugno con cura e con fede tutto ciò che ha imparato. Se riuscirà a vedere che la lucidità e il potere, quando manca il suo proprio controllo su di sé, sono peggio ancora di errori, raggiungerà un punto in cui tutto è tenuto sotto controllo. Saprà allora come e quando usare il suo potere. E in questo modo avrà sconfitto il suo terzo nemico.”
"L'uomo sarà, ormai, alla fine del suo viaggio di apprendimento, e si imbatterà, quasi senza esserne stato avvertito, nell'ultimo dei suoi nemici: la Vecchiaia! Questo nemico è il più crudele di tutti, il solo che non potrà essere sconfitto completamente, ma solo scacciato.”
"Questo è il momento in cui l'uomo non ha più paure, non più un'impaziente lucidità mentale; un momento in cui il suo potere è tutto sotto controllo, ma anche il momento in cui prova un irresistibile desiderio di riposare. Se si arrende totalmente al desiderio di lasciarsi andare e dimenticare, se si adagia nella stanchezza, avrà perduto l'ultimo combattimento, e il suo nemico lo ridurrà a una creatura debole e vecchia. Il suo desiderio di ritirarsi annullerà tutta la sua lucidità, il suo potere, e la sua conoscenza.”
"Ma se l'uomo si spoglia della sua stanchezza, e affronta il proprio destino, può allora essere detto uomo di conoscenza, pur se soltanto per il breve momento in cui riesce a sconfiggere il suo ultimo e invincibile nemico. Quel momento di lucidità di potere e di conoscenza, è sufficiente".