martedì 5 novembre 2013

il Te del Tao: LXIII - L'INIZIO FAVOREVOLE


LXIII - L'INIZIO FAVOREVOLE

Pratica il non agire,
imprendi il non imprendere,
assapora l'insapore,
considera grande il piccolo e molto il poco,
ripaga il torto con la virtù.
Progetta il difficile nel suo facile,
opera il grande nel suo piccolo:
le imprese più difficili sotto il cielo
certo cominciano nel facile,
le imprese più grandi sotto il cielo
certo cominciano nel piccolo.
Per questo il santo non opera il grande
e così può completare la sua grandezza.
Chi promette alla leggera trova scarso credito,
chi reputa tutto facile trova tutto difficile.
Per questo al santo tutto pare difficile
e così nulla gli è difficile.

due (+1) Tao




lunedì 4 novembre 2013

Fiducia (Cavaliere di Coppe)


È tempo di essere un saltatore bungee, senza corda! È questa qualità di assoluta fiducia, libera da qualsiasi riserva o da reti segrete di sicurezza, che il Cavaliere d'Acqua ci richiede. Se riusciamo a fare questo balzo e a entrare nell'ignoto, anche se l'idea ci terrorizza a morte, veniamo colti da un senso di allegria travolgente. Allorché possiamo portare la nostra fiducia al punto di compiere un balzo quantico, non facciamo alcun piano elaborato, né grossi preparativi. Non diciamo: "Adesso confido di sapere cosa fare, per cui sistemo le mie cose, faccio la valigia e mi preparo a partire." No, saltiamo semplicemente, a stento pensando a ciò che accadrà poi. Ciò che conta è il balzo, e l'eccitazione che genera allorché scendiamo in caduta libera nel cielo vuoto. Tuttavia, la carta dà anche un segnale di ciò che ci attende dall'altra parte: un dolce benvenuto in un ricco letto di petali di rosa... Andiamo!

Non sprecare la tua vita per qualcosa che ti verrà comunque portato via. Fidati della vita. Solo se hai fiducia puoi lasciar cadere le tue conoscenza, solo in quel caso puoi mettere in disparte la mente. E, grazie alla fiducia, qualcosa di immenso si schiude. Allora questa vita non è più una vita comune, diviene colma di Dio, straripante. Quando il cuore è innocente e le mura sono scomparse, ti trovi unito all'infinito. E non puoi venir ingannato: nulla ti può essere portato via. Ciò che ti può essere sottratto, non merita di essere conservato; e perché mai dovresti temere che ti venga portato via ciò che non ti può essere sottratto? Non è possibile che ti venga sottratto; non puoi perdere il tuo vero tesoro.

Tao matrix

Caustiche di luce dopo due superfici d'acqua.
© Eric J. Heller, Resonance Fine Art
Meine Herren, als Physiker, der sein ganzes Leben der nüchternen Wissenschaft, der Erforschung der Materie widmete, bin ich sicher von dem Verdacht frei, für einen Schwarmgeist gehalten zu werden. Und so sage ich nach meinen Erforschungen des Atoms dieses: Es gibt keine Materie an sich. Alle Materie entsteht und besteht nur durch eine Kraft, welche die Atomteilchen in Schwingung bringt und sie zum winzigsten Sonnensystem des Alls zusammenhält. Da es im ganzen Weltall aber weder eine intelligente Kraft noch eine ewige Kraft gibt - es ist der Menschheit nicht gelungen, das heiß ersehnte Perpetuum mobile zu erfinden - so müssen wir hinter dieser Kraft einen bewußten intelligenten Geist annehmen. Dieser Geist ist der Urgrund aller Materie.
Avendo dedicato tutta la mia vita alla scienza più lucida, lo studio della materia, posso affermare questo sui risultati della mia ricerca sull’atomo: la materia in quanto tale non esiste. Tutta la materia trae origine ed esiste solo in virtù di una forza che fa vibrare le particelle atomiche e tiene insieme quel minuscolo sistema solare che è l’atomo [….]. Dobbiamo presumere che dietro questa forza esiste una Mente cosciente e intelligente. Questa Mente è la matrice di tutta la materia.

Gentlemen, As a man who has devoted his whole life to the most clear headed science, to the study of matter, I can tell you as a result of my research about atoms this much: There is no matter as such. All matter originates and exists only by virtue of a force which brings the particle of an atom to vibration and holds this most minute solar system of the atom together. Considering that in the entire universe there is no intelligent force, nor an eternal force, - Mankind has been able to invent the much longed for Perpetuum Mobile - we have to assume a conscious and intelligent spirit behind this force. This spirit is the cause of all matter.

Max Planck, “Das Wesen der Materie”, Firenze, 1944
Archiv zur Geschichte der Max-Planck-Gesellshaft, Abt. Va, Rep. II Planck, N. 1797.
Caustic Sunset
Resonance Fine Art
Stadtfriedhof Göttingen, Gottingen,Göttinger Landkreis, Lower Saxony (Niedersachsen), Germany
https://www.archiv-berlin.mpg.de/

mercoledì 30 ottobre 2013

i grandi processi del Tao - VI


I GRANDI PROCESSI STOCASTICI.

7. ADATTAMENTO E ASSUEFAZIONE.

“Adattamento”, nel linguaggio degli evoluzionisti, è più o meno sinonimo del termine “disegno” nel linguaggio di teologi come William Paley, il cui "Evidences" è una voluminosa raccolta di esempi ragguardevoli di eleganti modifiche speciali di adattamento degli animali al loro modo di vita.
Ma io sospetto che tanto “adattamento” quanto “disegno” siano concetti fuorvianti. Se consideriamo la produzione di particolari casi di adattamento - la chela del granchio, la mano e l'occhio dell'uomo e così via - come il problema al centro di tutto il vasto insieme di problemi che l'evoluzionista deve risolvere, distorciamo e limitiamo la visione totale dell'evoluzione. Si direbbe che, forse come conseguenza delle sciocche battaglie tra i primi evoluzionisti e la Chiesa, di tutto l'ampio flusso eracliteo del processo evolutivo ci si sia soffermati a esaminare solo certi vortici e ristagni di corrente. Di conseguenza, i due grandi processi stocastici sono stati in parte ignorati. Perfino i biologi professionisti non hanno visto che, nella prospettiva più ampia, l'evoluzione è altrettanto scevra di valori e bella quanto la danza di Shiva, dove tutto, bellezza e bruttezza, creazione e distruzione, è espresso o concentrato in un unico percorso simmetrico complesso.
Mettendo l'uno accanto all'altro i termini "adattamento" e "assuefazione" nel titolo di questo paragrafo, ho cercato di correggere questa visione sentimentale, o per lo meno troppo ottimistica, dell'evoluzione nel suo complesso. Gli affascinanti casi di adattamento che fanno apparire la natura così intelligente e ingegnosa possono anche essere i primi passi verso la patologia e l'eccessiva specializzazione. Eppure è difficile vedere la chela del granchio e la retina umana come primi passi verso la patologia.
Si direbbe che la domanda da porre è: che cosa caratterizza gli adattamenti che si rivelano disastrosi, e in che cosa differiscono da quelli che sembrano essere benefici e che, come la chela del granchio, restano benefici nel corso delle ere geologiche?
La domanda è pressante e tocca da vicino gli attuali dilemmi della nostra civiltà. Ai tempi di Darwin ogni invenzione appariva benefica; oggi non è così. Agli occhi più acuti del Novecento ogni invenzione apparirà sospetta, e si dubiterà che i ciechi processi stocastici cooperino sempre a fin di bene.
Abbiamo un assoluto bisogno di una scienza che analizzi l'intera questione dell'adattamento e della assuefazione a tutti i livelli. Forse l'ecologia è l'inizio di una simile scienza, benché‚ gli ecologi siano ancora ben lungi dallo spiegarci come sfuggire alla corsa agli armamenti atomici.
In linea di principio, il cambiamento genetico casuale accompagnato dalla selezione naturale, per quanto riguarda il pensiero, i processi casuali di tentativi ed errori accompagnati dal rinforzo selettivo agiranno necessariamente per il bene della specie o dell'individuo. E a livello sociale non è ancora sicuro che le invenzioni e gli stratagemmi che vengono premiati nell'individuo siano necessariamente vantaggiosi per la sopravvivenza della società; e, per converso, le linee politiche scelte dai rappresentanti della società non sono necessariamente vantaggiose per la sopravvivenza degli individui.
Si possono addurre un gran numero di modelli che indicano come la fiducia nella selezione naturale o nel "laissez faire" sia chiaramente ingenua:
a) Il resto del sistema cambia fino ad accerchiare l'innovazione per renderla irreversibile.
b) L'interazione con altre specie o altri individui porta a un cambiamento del contesto, sicché‚ diventa necessaria un'ulteriore innovazione dello stesso genere e il sistema subisce un'amplificazione sempre più forte o va in fuga.
c) L'innovazione provoca altri cambiamenti entro il sistema, rendendo necessario rinunciare ad altri adattamenti.
d) La flessibilità (cioè l'entropia positiva) del sistema si esaurisce.
e) La specie adattata è talmente favorita che distruggerà la propria nicchia ecologica per eccesso di sfruttamento.
f) Ciò che in una prospettiva a breve termine pareva desiderabile diventa disastroso nei tempi più lunghi.
g) La specie o l'individuo innovatore arriva ad agire come se non fosse più parzialmente dipendente dalle specie e dagli individui limitrofi.
h) Con un processo di assuefazione l'innovatore si trova costretto a perpetuare lo sforzo di mantenere costante un certo ritmo di cambiamento. L'assuefazione sociale alla corsa agli armamenti non è fondamentalmente diversa dall'assuefazione individuale agli stupefacenti. Il buon senso spinge sempre il drogato a procurarsi un'altra dose. E così via.
Insomma, si scoprirà che ciascuna di queste situazioni disastrose contiene un errore di 'tipo logico'. Nonostante il guadagno immediato a un livello logico, in qualche altro contesto, più ampio o più esteso nel tempo, il segno cambia e il vantaggio diventa calamità.
Non possediamo alcuna conoscenza sistematica della dinamica di questi processi.












my secret Tao

venerdì 25 ottobre 2013

Tao Paradoxico-Philosophicus 9-10



    Un dieu donne le feu     
     Pour faire l'enfer;      
      Un diable, le miel     
       Pour faire le ciel.  
   



TRACTATUS PARADOXICO-PHILOSOPHICUS

9 Nervous system: consider one or more closed organizations that intersect with a living organism and its cognitive domain, expanding it.
9.1 A logical observer distinguishes the nervous system only within the living organism and interprets sensory surfaces and effector surfaces as “inputs” to and “outputs” from the nervous system that match “outputs” from and “inputs” to a world “out there”.
9.2 A paradoxical observer interacts with and tentatively distinguishes the activity of the nervous system as “nerve” impulses that encode only “how much” not “what” the living organism “perceives”.
9.21 Since everything “perceived” translates into nerve impulses, the nervous system does not discriminate (distinguish) between impulses coming from an “outside” world and those originated “within” the nervous system (“inside” or “outside” blend into “inside and outside”).
9.22 For this same observer, the encounter with other observers triggers the invention of a tentative world “in and out there”.
9.23 While some of these observers adjust, share, and thus “confirm”, tentatively the invention, others do not.



10 Environment: logical observers distinguish the intersection of their cognitive domains as a common dwelling and call it their environment.
10.1 The distinction of an environment appears to these observers as an invitation to extract or deduce further distinctions.
10.12 These further distinctions appear to these observers as processes (events in time) that produce components (objects in space) forming open networks of processes and components that exclude these and other observers.
10.2 Language and communication emerge in this way from the activity (of processes) in the nervous system and thus, the logical observer invents a world “out there” independent of the observers.
10.3 Since processes, components, open networks of processes and components, and an environment neither define nor maintain themselves, logical observers may only distinguish (extricate or deduce) them from organizationally closed unities (paradoxical context), which will appear open and no longer organizationally closed (nor paradoxical) for these observers.
10.4 Paradoxical observers interact with and tentatively distinguish an environment as a world “in and out there”, through which they may, with some difficulty, relate to logical observers.

Tractatus Paradoxico-Philosophicus

A Philosophical Approach to Education
Un Acercamiento Filosófico a la Educación
Une Approche Philosophique à l'Education
Eine Philosophische Annäherung an Bildung

Ricardo B. Uribe

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Tao Paradoxico-Philosophicus 7-8