martedì 24 maggio 2011

il Te del Tao: XVII - LA PURA INFLUENZA


XVII - LA PURA INFLUENZA

Dei grandi sovrani il popolo sapeva che esistevano,
vennero poi quelli che amò ed esaltò,
e poi quelli che temette,
e poi quelli di cui si fece beffe:
quando la sincerità venne meno
s'ebbe l'insincerità.
Com'erano pensosi i primi nel soppesar le loro parole!
Ad opera compiuta e ad impresa riuscita
dicevano i cento cognomi: siamo così da noi stessi.

la Miseria (4 di Denari)


Questa donna ha innalzato intorno a sé una fortezza, e si aggrappa a tutti i suoi averi pensando che siano i suoi tesori. Di fatto, ha accumulato tanti di quegli oggetti con cui addobbarsi - comprese le penne e le pelli di creature viventi - che in questo sforzo si è resa bruttissima. Questa carta ci sfida a vedere ciò a cui ci aggrappiamo, tutto ciò che sentiamo di possedere e che riteniamo tanto prezioso da richiedere di essere protetto da una fortezza. Non occorre che sia un grosso conto in banca, o una scatola piena di gioielli - potrebbe essere una cosa semplice come un po' di tempo condiviso con un amico, oppure l'arrischiarci a esprimere il nostro amore a un'altra persona. Come un pozzo che stagna a causa dell'inutilizzo, poiché è stato sigillato, i nostri tesori diventano opachi e senza valore se ci rifiutiamo di condividerli. Qualsiasi sia la cosa a cui ti stai aggrappando, ricorda che non puoi portarla con te. Allenta la tua morsa e senti la libertà e il senso d'espansione che la condivisione porta con sé.

Nel momento in cui diventi avaro, avido, ti chiudi al fenomeno fondamentale dell'esistenza: l'espansione, la condivisione. Nel momento in cui inizi ad aggrapparti alle cose, manchi il bersaglio - perdi l'occasione. Il punto importante non sono gli oggetti, bensì tu, la tua essenza più intima - non una bella casa, ma il tuo splendido essere; non tanto denaro, ma l'essere che è più ricco; non tante cose, ma un essere aperto, disponibile a milioni di sollecitazioni, a milioni di cose.

lunedì 23 maggio 2011

Tao-chi massiccio




in memoriam Tao


Il 28 agosto 1931 un regio decreto promulgato da Giuliano Balbino sotto la regia di Giovanni Gentile imponeva per l'insegnamento all'Università non solo il giuramento allo statuto albertino e alla monarchia, ma anche al regime fascista.

Gli esiti del giuramento di fedeltà al fascismo furono per Mussolini assai lusinghieri.
"Sublimato all'un per mille", titolò sprezzantemente un giornale d'obbedienza littoria. Seppure sotto ricatto, su oltre milleduecento accademici, soltanto quindici opposero un rifiuto, perdendo così la cattedra universitaria e subendo altre conseguenze.

Questi sono i loro nomi:

Giorgio Levi Della Vida, Università di Roma, orientalista
Gaetano De Sanctis, Università di Roma, storico
Ernesto Buonaiuti, Università di Roma, teologo, storia del cristianesimo
Vito Volterra, Università di Roma, matematico, fisico-matematico
Edoardo Ruffini Avondo, figlio di Francesco, Università di Perugia, giurista
Bartolo Nigrisoli, Università di Bologna, chirurgo
Mario Carrara, Università di Torino, antropologo
Francesco Ruffini, Università di Torino, giurista
Lionello Venturi, Università di Torino, storico e critico dell'arte
Giorgio Errera, Università di Pavia, chimico
Fabio Luzzatto, Regia Scuola superiore di agricoltura di Milano, giurista
Piero Martinetti, Università di Milano, filosofo
Aldo Capitini, Scuola Normale di Pisa, filosofo
Errico Presutti, Università di Napoli, Diritto amministrativo e costituzionale 
Antonio De Viti De Marco, Università di Roma, scienza delle finanze

a questi si aggiunge:

Giuseppe Antonio Borgese, Università di Milano,ordinario di Estetica, esule negli Stati Uniti

Nel 1931 Einstein scrisse una lettera al ministro Alfredo Rocco in sostegno dei colleghi italiani:

Egregio signore,
due dei più autorevoli e stimati uomini di scienza italiani, turbati nelle loro coscienze, si rivolgono a me e mi pregano di scriverle al fine di impedire, se possibile, un duro provvedimento che minaccia gli studiosi italiani. Si tratta del giuramento di fedeltà al regime fascista. La mia preghiera è che lei voglia consigliare al signor Mussolini di risparmiare al fiore dell’intelletto italiano un’umiliazione simile.
Per quanto diverse possano essere le nostre convinzioni politiche, io so che v’è un punto fondamentale che ci unisce; entrambi riconosciamo e ammiriamo nello sviluppo intellettuale europeo il bene più alto. Esso si fonda sulla libertà di pensiero e di insegnamento e sul principio che la ricerca della verità deve precedere ogni altro fine. È solo basandosi su un tale principio che la nostra civiltà è potuta sorgere in Grecia, celebrando la sua rinascita in Italia nell’epoca del Rinascimento. Quel bene, il più prezioso che noi possediamo, è stato pagato col sangue di martiri, di uomini puri e grandi, per opera dei quali l’Italia è tuttora amata e onorata.

Non è mia intenzione discutere con lei le giustificazioni che la ragion di Stato può avanzare circa gli attentati alla libertà umana. Ma la ricerca della verità scientifica, svincolata dagli interessi materiali di tutti i giorni, dovrebbe essere sacra a ogni governo, ed è per tutti del più alto interesse che i leali servitori della verità scientifica vengano lasciati in pace. Ciò è anche, senza dubbio, nell’interesse dello Stato italiano e del suo prestigio agli occhi del mondo.




la Sintesi per il Tao complesso vivente

 

In La Rete della Vita Fritjof Capra ha proposto una sintesi come Descrizione Minima Sufficiente valida per tutti i sistemi viventi.
Una descrizione di questo tipo ci si aspetta abbia almeno due caratteristiche specifiche:
la prima è che sia una meta o una meta-meta descrizione, per poter essere allo stesso livello logico dell'elevata complessità dei sistemi viventi
la seconda è che una sola descrizione può non esserea sufficiente a coprire tutti gli aspetti della complessità dei livelli 2-3, dalla cellula all'organismo, ma sia un intreccio di più descrizioni, o meta-descrizioni, complementari e interagenti.

La sintesi è basata sui tre livelli interconnessi di descrizione:



Schema di organizzazione
Per schema (pattern) di organizzazione si intende la configurazione delle relazioni che determina le caratteristiche essenziali del sistema, identificato con l'autopoiesi definita da Maturana e Varela.

Struttura
La materializzazione fisica dello schema di organizzazione del sistema, identificato con la struttura dissipativa di Prigogine.

Processo della vita
L’attività necessaria alla materializzazione continua dello schema di organizzazione del sistema, identificata con la cognizione come proposto e definito da Bateson e Maturana e Varela.

"In estrema sintesi, ciò che propongo è di interpretare l’autopoiesi, definita da Maturana e Varela, come lo schema della vita (cioè come lo schema di organizzazione dei sistemi viventi); la struttura dissipativa, definita da Prigogine, come la struttura dei sistemi viventi; e la cognizione, definita inizialmente da Gregory Bateson e in modo più completo da Maturana e Varela, come il processo della vita.
Lo schema di organizzazione determina le caratteristiche essenziali di un sistema. In particolare, stabilisce se il sistema è vivente o no. Nella nuova teoria, l’autopoiesi – lo schema di organizzazione dei sistemi viventi– è quindi la caratteristica che definisce la vita. Per stabilire se un particolare sistema – un cristallo, un virus, una cellula o il pianeta Terra– è vivo, tutto ciò che ci serve è stabilire se il suo schema di organizzazione è quello di una rete autopoietica. Se lo è, abbiamo a che fare con un sistema vivente; se non lo è, il sistema non è vivente.
... la cognizione, il processo della vita, è legata in maniera indissolubile all’autopoiesi. Autopoiesi e cognizione sono due aspetti differenti dello stesso fenomeno. Nella nuova teoria tutti i sistemi viventi sono sistemi cognitivi, e la cognizione comporta sempre l’esistenza di una rete autopoietica."
Il concetto di Struttura - Organizzazione - Processo (SOP), nel quale un processo auto-organizza la sua propria struttura, applicato da Capra agli organismi viventi, è stato ulteriormente generalizzato.
 
Net of Indra, detail
Bruce Pollock, Net of Indra, oil on canvas, 1997

la stella del Tao


"Ho provato a scrivere un romanzo che non solo avesse la matematica tra i suoi argomenti, ma che, in un certo senso, fosse esso stesso matematica. Doveva incarnare un modello, un ordine, un'armonia: che in fondo è uno dei tradizionali obiettivi della matematica pura".

«Qualcuno ha detto che La stella di Ratner è il mostro al centro della mia produzione. Ma forse è come se fosse in orbita, in orbita attorno ai miei altri libri».

Don DeLillo

venerdì 20 maggio 2011