martedì 18 settembre 2012

esiste il Tao?

Esiste il divino?
Dire che il divino esiste non è esatto perché tutto ciò che esiste è divino. Anzi, di ogni cosa si può dire che esiste; solo del divino non si può dire. L’esistenza stessa è divina: essere divino ed esistere è dire la stessa cosa in due modi diversi. Quindi la qualità dell’esistenza non può essere attribuita al divino. Di ogni altra cosa si può dire che esiste, perché può passare nell’inesistenza. Si può dire che io esisto, perché passerò nell’inesistenza. Si può dire che tu esisti perché vi sono stati tempi in cui eri nell’inesistenza. Ma non si può dire che il divino esiste perché il divino è sempre presente. L’inesistenza del divino è inconcepibile. Quindi al divino non si può attribuire l’esistenza. Io posso solo dire che l’esistenza è divina, o che divinità significa esistenza.
Non esiste nulla che non sia divino. Tu puoi saperlo o non saperlo non fa nessuna differenza per quanto riguarda la tua divinità. Se lo sai, allora tu divieni l'esistenza, divieni la beatitudine. Se non  lo sai, continui nella tua sofferenza... ma sei pur sempre divino. Se tu sei addormentato, se tu sei ignorante - anche allora - sei divino. Anche una pietra è divina … a sua insaputa.
L’ esistenza è divina. Tutti coloro che tentano di provare che Dio esiste, non sanno. E’ assurdo provare che Dio esiste. E coloro che tentano di provare che Dio non esiste sono nella stessa barca. Ma nessuno cercherà di provare che l’esistenza esiste. Se dici così...se mi domandi se l’esistenza esiste…la domanda sarebbe assurda.  Per me quando qualcuno dice che Dio esiste, significa la stessa cosa: l’esistenza esiste. Dio ed esistenza sono equivalenti, sinonimi. Quando sei divenuto cosciente di ciò che è l’esistenza non la chiamerai esistenza. Allora la chiamerai “Dio”. (…) Chiamare Dio l’esistenza significa che tu puoi essere in contatto personale con essa. Non è qualcosa di morto, non è qualcosa al quale non ti puoi relazionare; non è qualcosa che ti è indifferente. Per quanto riguarda la mente umana, non vi è una parola più esatta di “Dio” da usare per l’esistenza. (…) Quindi non dirò che il divino esiste; dirò che tutto ciò che esiste è divino. L’esistenza è divina, esistere è essere divino. Non vi è nulla che non sia divino. Noi possiamo saperlo, possiamo non saperlo; possiamo esserne consci, possiamo non esserlo. Non fa nessuna differenza.

venerdì 14 settembre 2012

il Te del Tao: XLIII - LO STRUMENTO UNIVERSALE

"Yin Yang of World Hunger", Deevad on DeviantART
XLIII - LO STRUMENTO UNIVERSALE

Ciò che v'è di più molle al mondo
assoggetta ciò che v'è di più duro al mondo,
quel che non ha esistenza
penetra là dove non sono interstizi.
Da questo so che v'è profitto nel non agire.
All'insegnamento non detto,
al profitto del non agire,
pochi di quelli che sono sotto il cielo arrivano.

100 anni di Tao e il Tao va sempre peggio

Hillman: Non sarà forse che quella cosa in cui crediamo tutti così fermamente – che la psicologia sia l’unica cosa buona rimasta in un mondo ipocrita – non sia poi tanto vera? Non potrebbe essere che la psicologia, il lavorare su di sé, faccia parte della malattia e non della cura? Penso che la terapia abbia fatto un errore filosofico con il credere che la cognizione precede la volizione, che il conoscere precede il fare, l’azione. Io non credo che sia così. Credo che la riflessione debba venire sempre dopo l’evento.”
“E nel suo modo folle, la terapia, enfatizzando l’anima interiore ed ignorando l’anima che è fuori, sostiene il declino del mondo reale. Eppure, la terapia continua ciecamente a credere di curare il mondo esterno rendendo migliore la gente. Per anni, si è pensato che se tutti andassero in analisi avremmo edifici migliori, gente migliore, migliore consapevolezza. Ma le cose non stanno così.”
“Oggi in psicoterapia va di moda il bambino interiore. In questo consiste la terapia – si torna indietro fino all’infanzia. Ma se si guarda indietro, non si guarda intorno.”
“La gente si è fatta la convinzione che la crescita interiore si traduca in potere mondano, e molti non si rendono conto di andare in terapia con questa convinzione.”


Nanni e Luigi Moretti (1922-1991), professore universitario di epigrafia greca presso La Sapienza di Roma

giovedì 13 settembre 2012

le 112 vie del Tao

Il Vijñana Bhairava Tantra (devanagari: विज्ञान भैरव तन्त्र), spesso trascritto come Vigyana Bhairava Tantra, è un testo tantrico non dualista della scuola Trika presso lo Śaivismo del Kashmir. Il Vijñana Bhairava Tantra è un capitolo del Rūdrayāmala Tantra, un testo le cui origini si ritengono tramandate per trasmissione orale, per cui la datazione è estremamente incerta. Secondo alcuni autori sarebbe stato composto in forma scritta nel IX secolo, e apparve nel 1918 nella Kashmir Series of Text and Studies (‘’KSTS’’).
Vigyana  significa coscienza, Bhairava significa lo stato oltre la coscienza, e Tantra significa tecnica, il metodo, il percorso, la via. Vigyana  Bhairava Tantra significa quindi "la tecnica per andare oltre la coscienza".
Altorilievo raffigurante Shiva e Parvati nelle grotte di Ellora, Aurangabad, Maharashtra, India;
grotta 29 o Dhumar Lena, precedente a circa XV-XVII secolo.
Il testo è strutturato come un dialogo tra Devi - la divinità femminile - e Shiva, il dio maschile, a cui Devi pone alcune domande esistenziali e Shiva risponde donando 112 metodi o tecniche da praticare per poter ottenere la risposta. Le risposte di Shiva alle domande trascendentali di Devi esemplifica la radicale differenza storica tra le tradizioni orientali e quelle occidentali, in particolare i modelli monoteistici: in questi il divino è inconoscibile direttamente (sostenere il contrario è una tra le più gravi eresie) e la sua concezione è quindi basata sul concetto fondamentale di fede, ovvero sul credere senza sapere. Nelle tradizioni orientali - analogamente alla scienza sperimentale occidentale - la risposta alle domande è impossibile perchè inesprimibile a parole, ma non la conoscenza diretta sotto forma di esperienza individuale: i 112 metodi sono tutte le possibili tecniche sperimentali con cui raggiungere l'esperienza della conoscenza; il credere è sostituito dalla pratica che porta al sapere. Solo chi non sa deve credere - proprio perchè non sa - ma chi sa non ha bisogno di credere, lo vive.

Devi chiede:

O Shiva, cos'è la tua realtà?
Cos'è questo universo pieno di meraviglia?
Cosa costituisce seme?
Chi centra la ruota universale?
Cos'è questa vita al di là della forma che pervade le forme?
Come possiamo penetrarla pienamente,
al di sopra di spazio e tempo,
nomi e descrizioni?
Dissipa i miei dubbi!

Shiva risponde:

1. O radiosa, questa esperienza può albeggiare tra due respiri. Dopo che il respiro è venuto dentro e appena prima che si rivolga in su -- il beneficio.
2. Come il respiro volge dal basso verso l'alto, ed ancora come curva dall'alto verso il basso -- tramite entrambe queste svolte, realizza.
3. Oppure, ogni volta che l'inspirazione e l'espirazione si fondono, in questo istante tocca il centro privo di energia, pieno di energia.
4. Oppure, quando il respiro è tutto fuori e fermato da sé, o tutto dentro e fermato -- in tale pausa universale, il piccolo io di ognuno svanisce. Questo è difficile solo per l'impuro.
5. L'attenzione tra le sopracciglia, lascia la mente essere prima del pensiero. Lascia riempire la forma con l'essenza del respiro fino alla sommità della testa e là piovere come luce.
6. Quando in attività mondane, mantieni l'attenzione tra due respiri, e così praticando, in pochi giorni sii rinata di nuovo.
7. Con intangibile respiro nel centro della fronte, come questo raggiunge il cuore al momento del sonno, abbi direzione sui sogni e sulla morte stessa.
8. Con somma devozione, centrati sulle due giunture del respiro e conosci il conoscitore.
9. Giaci come morta. Arrabbiata in ira, stai così. Oppure fissa senza muovere una palpebra. Oppure succhia qualcosa e diventa il succhiare.
10. Mentre sei accarezzata, dolce principessa, entra nella carezza come vita eterna.
11. Ferma le porte dei sensi quando senti il solletichio di una formica. Allora.
12. Quando su di un letto od un sedile, lasciati diventare senza peso, oltre la mente.
13. Oppure, immagina i circoli di cinque colori della coda del pavone essere i tuoi cinque sensi in spazio illimitato. Ora lascia la loro bellezza sciogliersi dentro. Similmente, ad ogni punto nello spazio o su un muro -- fino a che il punto si dissolve. Allora il tuo desiderio per un altro è realizzato.
14. Poni la tua completa attenzione nel nervo, delicato come il filo di loto, nel centro della tua colonna spinale. In ciò sii trasformata.
15. Chiudendo le sette aperture della testa con le tue mani, uno spazio tra i tuoi occhi diventa onni-inclusivo.
16. Benedetta, come i sensi sono assorbiti nel cuore, raggiungi il centro del loto.
17. Incurante della mente, tieniti nel mezzo -- fino a che.
18. Osserva amorevolmente qualche oggetto. Non andare ad un altro oggetto. Qui nel mezzo dell'oggetto – la benedizione.
19. Senza supporto per piedi o mani, siedi solo sulle natiche. Improvvisamente, la centratura.
20. In un veicolo in movimento, oscillando ritmicamente, sperimenta. O in un veicolo fermo, lasciandoti dondolare in invisibili cerchi che rallentano.
21. Fora qualche parte della tua forma piena di nettare con uno spillo, e gentilmente entra nel forare e raggiungi la purezza interiore.
22. Lascia che l'attenzione sia ad un luogo dove stai vedendo un qualche avvenimento passato, e anche la tua forma, avendo perso le proprie caratteristiche presenti, è trasformata.
23. Percepisci un oggetto in fronte a te. Percepisci la mancanza di tutti gli altri oggetti tranne questo qui. Poi, lasciando da parte la percezione dell'oggetto e la percezione dell'assenza, realizza.
24. Quando sorge lo stato d'animo contro qualcuno o a favore di qualcuno, non metterlo sulla persona in questione, ma rimani centrata.
25. Appena hai l'impulso di fare qualcosa, fermati.
26. Quando arriva un desiderio, consideralo. Poi, improvvisamente, mollalo.
27. Vagabonda in giro fino ad essere esausta e poi, cadendo a terra, in questo cadere il tutto.
28. Supponi di essere gradualmente deprivata di forza e conoscenza. All'istante della deprivazione, trascendi.
29. La devozione libera.
30. Ad occhi chiusi, vedi il tuo essere interiore in dettaglio. Così vedi la tua vera natura.
31. Guarda ad una ciotola senza vederne i lati o il materiale. In pochi momenti diventa consapevole.
32. Vedi come per la prima volta una bella persona o un oggetto ordinario.
33. Semplicemente guardando nel cielo blu oltre le nubi, la serenità.
34. Ascolta mentre è impartito il supremo insegnamento mistico. Occhi fermi, senza sbattere le palpebre, subito diventa assolutamente libera.
35. Sul bordo di un pozzo profondo guarda fissamente nelle sue profondità finché -- la meraviglia.
36. Guarda a qualche oggetto, poi lentamente ritira la tua vista da esso, poi lentamente ritira il tuo pensiero da esso. Allora.
37. Devi, immagina le lettere sanscrite in queste focalizzazioni mielate di consapevolezza, prima come lettere, poi più sottilmente come suoni, poi come la più sottile sensazione. Poi, lasciandoli da parte, sii libera.
38. Bagnati nel centro del suono, come nel continuo suono di una cascata. O, mettendo le dita nelle orecchie, ascolta il suono dei suoni.
39. Intona un suono, come aum, lentamente. Come il suono entra la non-sonorità, così fai tu.
40. Nell'inizio e graduale raffinamento del suono di ogni lettera, risvegliati.
41. Mentre ascolti strumenti a corda, odi il loro suono composito centrale; così onnipresenza.
42. Intona un suono udibile, poi meno e meno udibile mentre il sentire sprofonda in questa silente armonia.
43. Con la bocca leggermente aperta, tieni la mente nel centro della lingua. O, mentre il respiro silenziosamente entra dentro, senti il suono "hh".
44. Centrati nel suono "aum" senza alcuna "a" o "m"
45. Silenziosamente intona una parola che termina in "ah". Poi nel "hh," senza sforzo, la spontaneità.
46. Fermando le orecchie premendole ed il retto contraendolo, entra il suono.
47. Entra il suono del tuo nome e, tramite questo suono, tutti i suoni.
48. All'esordio dell'unione sessuale mantieniti attenta sul fuoco all'inizio, e così continuando, evita le braci alla fine.
49. Quando in tale abbraccio i tuoi sensi sono scossi come foglie, entra questo scuotimento.
50. Persino ricordando l'unione, senza l'abbraccio, trasformazione.
51. Nel vedere gioiosamente un amico da lungo assente, permea questa gioia.
52. Quando mangi o bevi, diventa il sapore del cibo o bevanda, e sii riempita.
53. Oh occhi di loto, dolce di tatto, quando canti, vedi, gusti, sii consapevole di essere e scopri ciò che sempre vive.
54. Ovunque è trovata soddisfazione, in qualsiasi atto, realizza questo.
55. Sul punto di addormentarti, quando il sonno non è ancora arrivato e la veglia esterna svanisce, a questo punto l'essere è rivelato.
56. Le illusioni ingannano, i colori circoscrivono, persino i divisibili sono indivisibili.
57. In stati d'animo di estremo desiderio, sii indisturbata.
58. Questo cosiddetto universo appare come un gioco di destrezza, una esibizione di quadri. Per essere felice, guarda a questo così.
59. Oh amata, poni l'attenzione né sul piacere né sul dolore, ma tra questi.
60. Oggetti e desideri esistono in me come negli altri. Così accettando, lascia che siano trasformati.
61. Come le onde vengono con l'acqua e le fiamme col fuoco, così l'universale ondeggia con noi.
62. Ovunque la tua mente sta vagabondando, internamente o esternamente, in questo preciso posto, questo.
63. Quando vividamente consapevole tramite qualche senso particolare, mantieniti nella consapevolezza.
64. All'inizio di uno starnuto, durante uno spavento, in ansietà, sopra un abisso, fuggendo in battaglia, in estrema curiosità, all'insorgere della fame, al termine della fame, sii ininterrottamente consapevole.
65. La purezza di altri insegnamenti è impurità per noi. In realtà, riconosci niente come puro o impuro.
66. Sii la stessa non-stessa con l'amico quanto con lo sconosciuto, in onore e disonore.
67. Ecco la sfera del cambiamento, cambiamento, cambiamento. Tramite il cambiamento consuma il cambiamento.
68. Come una chioccia fai da mamma ai suoi pulcini, fai da mamma ad intese particolari, a faccende particolari, in realtà.
69. Poiché, in verità, schiavitù e libertà sono relative, queste parole sono solo per coloro terrorizzati dall'universo. Questo universo è un riflesso delle menti. Come vedi molti soli nell'acqua da un sole, vedi così schiavitù e liberazione.
70. Considera la tua essenza come raggi di luce da centro a centro su per le vertebre, e così eleva la "vitalità" in te.
71. O negli spazi di mezzo, senti questo come fulmine.
72. Senti il cosmo come una presenza traslucida sempre viva.
73. In estate quando vedi l'intero cielo infinitamente chiaro, entra tale chiarezza.
74. Shakti, vedi tutto lo spazio come se già assorbito nella tua testa nella brillantezza.
75. Sveglia, addormentata, sognante, riconosciti come luce.
76. Nella pioggia durante una notte nera entra quella oscurità come la forma delle forme.
77. Quando una notte di pioggia senza luna non è presente, chiudi gli occhi e trova oscurità davanti a te. Aprendo gli occhi, vedi oscurità. Così le colpe scompaiono per sempre.
78. Ovunque la tua attenzione si accende, in questo preciso punto, sperimenta.
79. Focalizzati sul fuoco che sale attraverso la tua forma, dalle dita dei piedi in su, finché il corpo brucia incenerito ma non tu.
80. Medita sulla finzione del mondo che brucia incenerito e diventa essere sopra umano.
81. Come soggettivamente, le lettere fluiscono in parole e le parole in frasi, e come, oggettivamente, i cerchi fluiscono in mondi ed i mondi in principi, trova finalmente questi convergere nel tuo essere.
82. Senti: il mio pensiero, io sono, gli organi interni -- me.
83. Prima del desiderio e prima di conoscere, come posso dire io sono? Considera. Dissolviti nella bellezza.
84. Getta da parte l'attaccamento per il corpo, realizza che io sono ovunque. Chi è ovunque è gioioso.
85. Pensando nessuna cosa renderà senza limite il sé limitato.
86. Supponi di contemplare qualcosa al di là della percezione, al di là dell'afferrare, al di là del non-essere. -- Tu.
87. Io esisto. Questo è mio. Questo è questo. Oh amata, persino in ciò conosci l'illimitato.
88. Ogni cosa è percepita tramite il conoscere. Il sé risplende nello spazio tramite il conoscere. Percepisci un essere come conoscente e conosciuto.
89. Amata, in questo momento lascia che mente, conoscere, respiro, forma, siano inclusi.
90. Toccando gli occhi come una piuma, la leggerezza tra di loro si apre nel cuore e là permea il cosmo.
91. Gentile Devi, entra la presenza eterica che pervade molto sopra e sotto la tua forma.
92. Metti il materiale mentale in una tale finezza inesprimibile sopra, sotto e nel tuo cuore.
93. Considera ogni area della tua forma presente come illimitatamente spaziosa.
94. Senti la tua sostanza, ossa, carne, sangue, saturata con l'essenza cosmica.
95. Senti le belle qualità della creatività permeare i tuoi seni e assumere delicate configurazioni.
96. Soggiorna in qualche posto interminabilmente spazioso, lontano da alberi, colline, abitazioni. Da là arriva la fine delle pressioni della mente.
97. Considera il pieno essere il tuo corpo di beatitudine.
98. In qualsiasi posizione gradualmente pervadi un'area tra le ascelle in grande pace.
99. Senti te stessa come pervadere tutte le direzioni, lontano, vicino.
100. L'apprezzamento di oggetti e soggetti è la stessa per una persona illuminata come per una non illuminata. La precedente ha una grandezza: rimane in stato d'animo soggettivo, non persa in cose.
101. Credi l'onnisciente, onnipotente, pervadere.
102. Immagina lo spirito simultaneamente dentro e attorno a te fino a che l'intero universo è spirituale.
103. Con la tua intera consapevolezza proprio all'inizio di un desiderio, di una conoscenza, conosci.
104. Oh Shakti, ogni particolare percezione è limitata, scompare in onnipotenza.
105. In verità le forme sono inseparate. Inseparati sono l'essere onnipresente e la tua forma. Realizza ciascuna come fatta di questa consapevolezza.
106. Senti la consapevolezza di ogni persona come la tua consapevolezza. Così, lasciando da parte l'interesse per sé, diventa ogni essere.
107. Questa consapevolezza esiste come ogni essere, e niente altro esiste.
108. Questa consapevolezza è lo spirito guida di ognuno. Sii questo.
109. Supponi la tua forma passiva essere una stanza vuota con muri di pelle -- vuota.
110. Graziosa, gioca. L'universo è una conchiglia vuota in cui la tua mente si diverte infinitamente.
111. Dolce di cuore, medita sul conoscere e sul non conoscere, esistere e non esistere. Poi lascia entrambi a lato di ciò che puoi essere.
112. Entra lo spazio, senza sostegno, eterno, immobile.

Statue of Lord Shiva at CERN near the building A40. Given by Department of Atomic Energy, India.

dancing with the Tao





mercoledì 12 settembre 2012

Proiezioni (7 di Coppe)


L'uomo e la donna di questa carta sono uno di fronte all'altro e si guardano, eppure non sono in grado di vedersi chiaramente. Ognuno dei due proietta un'immagine che ha costruito nella propria mente, coprendo il volto reale della persona che sta guardando. Ognuno di noi può restare intrappolato in un film creato nella mente e proiettato sulle situazioni e sulle persone che ci circondano. Accade quando non siamo pienamente consapevoli delle nostre aspettative, dei desideri e dei giudizi e, anziché assumerne la responsabilità e riconoscerli come nostri, li attribuiamo agli altri. Una proiezione può essere diabolica o divina, disturbare o confortare; ciò nonostante resta pur sempre una proiezione - una nuvola che ci impedisce di vedere la realtà per ciò che è. Il solo modo per uscirne è riconoscere il gioco. Quando vedi sorgere in te un giudizio rispetto a un'altra persona, rivoltalo: Ciò che vedi si riferisce veramente all'altro? La tua visione è limpida, oppure è oscurata da ciò che vuoi vedere?

Al cinema, guardi lo schermo, non ti guardi mai alle spalle e il proiettore è alle tue spalle. Il film non è veramente sullo schermo; si tratta solo di una proiezione di luce e di ombre. Il film esiste solo alle tue spalle, ma tu non guardi mai in quella direzione, dove si trova il proiettore. La tua mente si trova alle spalle dell'intera proiezione, e la mente è il proiettore. Ma tu guardi sempre l'altro, perché l'altro è lo schermo. Quando sei in uno stato d'amore, l'altro sembra bello, senza confronti. Quando odi, la stessa persona sembra orribile, ma non diventi mai cosciente del fatto che la stessa persona può essere la più orribile e anche la più bella. Pertanto, il solo modo per arrivare alla verità è apprendere come essere diretti - senza intermediari - nella propria visione, come trascurare l'aiuto della mente. Questa mediazione della mente è il problema, poiché essa può creare solo sogni e poi, grazie alla tua eccitazione, il sogno inizia a sembrare realtà. Se sei troppo eccitato, sei intossicato, non sei più in te. In quel caso, qualsiasi cosa vedi non è altro che una tua proiezione. Esistono tanti mondi quante sono le menti, poiché ogni mente vive nel proprio mondo.

martedì 11 settembre 2012

i nove miliardi di nomi del Tao


I nove miliardi di nomi di Dio
(1953)

"Questa richiesta è un po' strana", disse il dottor Wagner atteggiandosi in modo che il suo autocontrollo apparisse credibile." Per quanto ne sappia è la prima volta che un monastero tibetano ordina un computer. Non voglio essere indiscreto, ma non avrei mai pensato che la vostra comunità potesse aver bisogno di una macchina del genere. Posso chiedervi che cosa ne volete fare?" "Volentieri", rispose il lama aggiustandosi i lembi della sua veste di seta e posando sul tavolo il regolo che aveva usato per calcolare il cambio delle valute. "Il vostro computer Mark V, può eseguire tutte le operazioni matematiche utilizzando fino a 10 decimali. Tuttavia per il nostro lavoro ci interessano le lettere, non le cifre. Vi chiederò di modificare il circuito di output in modo da stampare parole e non colonne di numeri." "Mi sembra di non afferrare bene..." "Questo è un progetto al quale stiamo lavorando da tre secoli - da quando il monastero è stato fondato. È qualcosa che in qualche modo può essere distante dal vostro modo di pensare, per questo spero che vorrete ascoltare le mie spiegazioni senza alcun pregiudizio." "D'accordo" "È abbastanza semplice. Stiamo compilando la lista che contenga tutti i possibili nomi di Dio". "Prego?" "Abbiamo buoni motivi per credere" continuò il lama imperturbabile "che tutti questi nomi possono essere scritti con non più di nove lettere del nostro alfabeto." "E avete fatto questo per tre secoli?" "Sì, avevamo calcolato che ci sarebbero stati necessari quindicimila anni per portare a termine il nostro lavoro." "Oh!" il dottor Wagner apparve confuso "adesso comprendo perché volete noleggiare una delle nostre macchine. Ma qual è esattamente lo scopo del progetto?" Per una frazione di secondo il lama esitò e Wagner temette di averlo offeso. In ogni caso nella risposta non avvertì alcun sentimento di fastidio. "Definitela una pratica rituale, se volete, ma costituisce una parte fondamentale della nostra fede. I nomi dell'Essere Supremo - Dio, Jehova, Allah, ecc. non sono altro che etichette definite dagli uomini. C'è un problema filosofico di una certa complessità, che preferirei non discutere in questa occasione, ma abbiamo la certezza che fra tutte le possibili combinazioni di lettere si trovano i veri nomi di Dio. Attraverso sistematiche permutazioni di lettere stiamo cercando di trovarli e di scriverli tutti." "Vedo. Voi avete cominciato con AAA AAA AAA e arriverete a ZZZ ZZZ ZZZ." "Esattamente, salvo che noi adoperiamo il nostro alfabeto speciale. Vi sarà certamente facile modificare la stampante in modo che usi il nostro alfabeto. Ma un problema che vi interesserà di più sarà la messa a punto di circuiti speciali che riescano a filtrare ed eliminare le combinazioni prive di significato. Per esempio, nessuna delle lettere deve apparire più di tre volte successivamente." "Tre? Siete sicuro che non sia due." "No. Tre. Ma la spiegazione completa richiederebbe troppo tempo, anche se voi foste ingrado di comprendere la nostra lingua." Wagner si affrettò a dire: "Certo, certo, continuate." "Vi sarà facile adattare il vostro computer a questo scopo. Con uno specifico programma una macchina di questo genere è in grado di permutare le lettere le une dopo le altre e stampare il risultato. Il lavoro che avrebbe richiesto quindicimila anni potrà essere portato a termine in cento giorni."
Il dottor Wagner avvertiva appena i rumori attutiti che provenivano dalle sottostanti strade di Manhattan. Egli aveva la sensazione di essere in un mondo diverso, un mondo incontaminato pieno di montagne. Lassù nel mezzo di quelle remote altitudini questi monaci tibetani, generazione dopo generazione, componevano da trecento anni la loro lista di nomi privi di senso... Non c'era dunque limite alla follia umana? Ma il dottor Wagner non doveva manifestare i suoi pensieri. Il cliente ha sempre ragione...Rispose: "Non dubito che possiamo modificare il computer Mark V in modo che stampi liste di quel genere. Mi preoccupano di più l'installazione e la manutenzione. Inoltre, di questi tempi, non sarà facile inviarla nel Tibet." "Possiamo superare questa difficoltà. I componenti sono di dimensioni sufficientemente piccole per poter essere trasportati in aereo - peraltro questa è una delle ragioni per cui abbiamo scelto la vostra macchina. Spedite i pezzi in India, ci incaricheremo noi del resto.""Desiderate assumere due dei nostri ingegneri?" "Sì, per montare e controllare la macchina durante i tre mesi di durata del progetto." "Non ho dubbi che la direzione del personale possa risolvere il problema" disse Wagner scrivendo una nota sul suo taccuino. "Ma restano da risolvere due altre questioni..." Prima che terminasse la frase, il lama tirò fuori dalla tasca un foglietto: "Questo è un documento comprovante il mio conto presso la Banca Asiatica'." "Grazie. Perfetto... Ma, se permettete, la seconda questione è così sciocca che esito a parlarne. Capita spesso che si dimentichi qualche cosa di ovvio. Che tipo di generatore di energia elettrica possedete?" "Abbiamo un generatore elettrico Diesel di 50 KW di potenza, 110 volt. È stato installato cinque anni fa e funziona bene. Ci facilita la vita, al monastero. L'abbiamo acquistato soprattutto per far girare le ruote delle preghiere." "Ah sì, certamente, avrei dovuto pensarci" fece eco il dottor Wagner.Dal parapetto la veduta faceva venire le vertigini, ma è noto che ci si abitua a tutto. Erano passati tre mesi e George Hanley non era più impressionato dai duemila piedi di strapiombo che separavano il monastero dai campi che nella pianura sembravano formare una scacchiera. Appoggiato alle pietre corrose dal vento, l'ingegnere contemplava con occhio pigro le montagne lontane, di cui non si era dato pena di conoscere il nome. Questo, pensava George, era il progetto più matto a cui aveva preso parte. "Progetto Shangri-La", l'aveva battezzato qualche collega spiritoso. Settimana dopo settimana il computer Mark V aveva coperto migliaia di fogli di parole senza senso. Paziente e inesorabile, il computer aveva disposto le lettere dell'alfabeto in tutte le possibili combinazioni, esaurendo una serie dopo l'altra. I monaci ritagliavano certe parole appena uscite dalla stampante e le incollavano in enormi registri. Entro una settimana, con la benedizione del Cielo, essi avrebbero finito. Hanley ignorava attraverso quali calcoli misteriosi essi erano arrivati alla conclusione che non occorreva studiare raggruppamenti di dieci, venti, cento lettere. Uno dei suoi incubi ricorrenti era che i piani venissero cambiati e che il gran lama (che essi avevano soprannominato Sam Jaffe, anche se non gli somigliava molto) avesse improvvisamente deciso di complicare un po' di più l'operazione e di continuare il lavoro fino all'anno 2060. Essi sarebbero stati anche capaci di farlo.George udì la pesante porta di legno sbattere al vento mentre Chuck lo raggiunse sulla terrazza. Chuck fumava, come al solito, uno di quei sigari per i quali si era reso popolare tra i lama, i quali sembravano desiderosi di godere tutti i piccoli piaceri della vita e la maggior parte di quelli grandi. C'era una cosa che li giustificava: potevano essere pazzi, però non sembravano dei puritani. Le frequenti spedizioni al villaggio non erano disinteressate..."Ascolta, George," disse Chuck con insistenza "Mi sembra che abbiamo dei problemi." "La macchina è guasta?" Questa era la peggiore eventualità che George poteva immaginare. Questo fatto poteva ritardare il loro ritorno, e niente poteva essere così orribile. In quella situazione perfino vedere degli spot commerciali in TV poteva sembrare manna dal cielo. Almeno avevano la sensazione di avere un collegamento con casa loro. "No, niente di simile" Chuck si sedette sul parapetto. Era una cosa inusuale in quanto soffriva di vertigini. "Semplicemente, ho scoperto lo scopo dell'operazione." "Ma lo sapevamo!" "Sapevamo che cosa i monaci volevano fare, ma non sapevamo perché. Si tratta di una cosa folle." "Dimmi qualcosa di nuovo" ringhiò George. "Ascolta, George, il vecchio Sam mi ha chiarito le cose. Sai che egli ogni pomeriggio va a vedere i tabulati che escono dalla stampante. Bene, stavolta mi è sembrato particolarmente eccitato. Quando gli ho detto che eravamo all'ultimo ciclo egli mi ha chiesto nel suo simpatico accento inglese, se sapevo che cosa stavano cercando di fare. Io ho risposto: "Certo!" e lui me l'ha detto. "Vai avanti!" "Bene, loro credono che quando avranno scritto tutti i Suoi nomi - che secondo loro sono circa nove miliardi - sarà raggiunto lo scopo di Dio. La razza umana avrà realizzato il compito per cui è stata creata e non ci sarà nessun motivo perché continui a vivere.Questa idea mi sembra una bestemmia." "Allora che cosa si aspettano? Il nostro suicidio?" "Non ce n'è bisogno. Quando la lista sarà terminata, Dio interverrà e sarà finita." "Adesso capisco. Quando avremo finito sarà la fine del mondo." Chuck ebbe una risatina nervosa. "È ciò che ho detto al vecchio Sam. E sai che cosa è successo? Mi ha guardato in un modo strano, come un professore guarda un allievo particolarmente stupido, e mi ha detto:"Oh! Non sarà una cosa così insignificante." George rifletté un istante."È un tipo che ha evidentemente idee larghe" disse "ma, detto questo, che cosa cambia? Sapevamo già che erano matti." "Sì. Ma non capisci che cosa può accadere? Quando la lista viene terminata e le trombedell'angelo non suonano, essi possono concludere che la colpa è nostra. Dopo tutto utilizzano la nostra macchina. Questa faccenda mi piace molto poco." "Ti seguo" disse lentamente George "ma ne ho viste altre. Quando ero ragazzo, in Louisiana, un predicatore annunciò la fine del mondo per la domenica seguente. Centinaia di tipi ci credettero. Alcuni, vendettero persino le loro case. Ma quando videro che non era successo niente non si arrabbiarono come si poteva pensare. Essi pensarono che aveva fatto male i calcoli e la maggior parte non smise di credere in lui." "Nel caso che tu non l'abbia notato, ti faccio presente che non siamo in Louisiana. Siamo soli, noi due, fra centinaia di monaci. io li adoro, ma preferirei essere altrove quando il vecchio Sam si accorgerà che l'operazione fallirà." "Sono settimane che lo desidero. Ma non possiamo fare nulla finché il contratto non scade e verranno a prelevarci per tornare a casa." "Naturalmente" disse pensosamente Chuck "potremmo tentare un piccolo sabotaggio." "Lasciamo perdere. Questo potrebbe peggiorare le cose." "Penso proprio di no. Dai un'occhiata. Lavorando ventiquattro ore al giorno, la macchina finirà le operazioni fra quattro giorni. L'aereo arriva fra una settimana. O.K. - tutto quello di cui abbiamo bisogno è trovare qualcosa che debba essere sostituito nel momento della revisione - qualcosa che sospenda il lavoro per un paio di giorni. Naturalmente metteremo tutto a posto, ma non troppo in fretta. Se calcoliamo bene il tempo, dovremmo essere all'aeroporto quando l'ultimo nome uscirà dalla macchina. A quel punto non riusciranno più a prenderci." "Non mi va" disse George "sarebbe la prima volta che diserto il lavoro. Inoltre questo tipo di comportamento li renderebbe sospettosi. Teniamoci forte e vediamo quello che succederà."Sette giorni dopo mentre i piccoli ponies di montagna scendevano per la strada a spirale, Hanley disse:"Ho un po' di rimorsi. Non scappo perché ho paura, ma perché mi dispiace. Non vorrei vedere la faccia di quelle brave persone quando la macchina si fermerà. Mi sto chiedendo come la prenderà Sam." "È buffo" rispose Chuck "ma quando lo ho salutato ha capito benissimo che noi ci mettevamo in salvo, ma la cosa per lui è indifferente perché sa che la macchina funziona in modo automatico e che il lavoro sarebbe finito presto. Dopo di che per lui non ci sarebbe stato un dopo."George si girò sulla sella e guardò indietro alla strada sulle montagne. Le costruzioni dei monasteri si stagliavano scure nel sole al tramonto. Piccole luci brillavano di quando in quando come gli oblò sul fianco di un transatlantico. Erano naturalmente delle lampade elettriche attaccate agli stessi circuiti del computer Mark V. Che cosa sarebbe capitato al computer? S’interrogò George. I monaci l'avrebbero distrutta nella loro ira e nel loro disappunto? o magari si sarebbero seduti quietamente e avrebbero ricominciato da capo i loro calcoli? Sapeva esattamente che cosa accadeva in ogni momento sulla montagna, dietro la muraglia. Il gran lama e i suoi assistenti, seduti e con i loro vestiti di seta, esaminavano i fogli, mentre alcuni novizi li ritagliavano dopo averli prelevati dalla stampante e li incollavano sull'enorme registro. Nessuno parlava. Non si sentiva altro che il rumore della stampante, dal momento che il computer Mark V lavorava in perfetto silenzio mentre elaborava migliaia di calcoli al secondo. Tre mesi di quella vita, pensava George, erano sufficienti per far impazzire chiunque. "Eccolo!" urlò Chuck indicando un punto giù nella valle "ed è davvero splendido." Era davvero splendido, pensò George. Simile a una minuscola croce d'argento il vecchio aereo da trasporto DC3 si era posato laggiù sul piccolo aeroporto. In due ore li avrebbe portati via verso la libertà e la salvezza. Questo pensiero aveva lo stesso sapore di un liquore pregiato. Chuck cullò questo pensiero mentre il pony scendeva pazientemente la china. Cominciavano a scendere le tenebre sulle alte cime dell'Himalaya. Fortunatamente la strada era buona, come lo può essere una strada in quelle regioni, ed entrambi avevano delle torce. Non si profilava alcun pericolo, solo un po' di disagio a causa del freddo pungente. Il cielo sopra di loro era perfettamente chiaro ed illuminato dalle stelle amiche.Almeno non si sarebbe corso il rischio che il pilota non riuscisse ad effettuare il decollo a causa delle condizioni del tempo, pensò George. Era l'unico pensiero che lo assillava.Cominciò a cantare, ma dopo un po' s’interruppe. Questa vasta arena di montagne che brillavano come dei fantasmi incappucciati non incoraggiava il suo entusiasmo.
George diede un'occhiata all'orologio."Dovremmo esserci fra un'ora" disse a Chuck che lo seguiva. Poi aggiunse: "Credi che il computer abbia finito i calcoli? Mi sembra che doveva essere verso quest'ora." Chuck non rispose, e George si girò sulla sella. Vide la faccia di Chuck pallida e rivoltaverso il cielo. "Guarda" mormorò Chuck. A sua volta George alzò gli occhi verso il cielo. (C'è sempre un'ultima volta per tutte le cose).
Sopra di essi, silenziosamente, le stelle, a una a una, si stavano spegnendo.

(traduzione dall’inglese di Giovanni Martini)