“DAL NULLA NASCE NULLA”
Questa citazione da "Re Lear" condensa in un'unica frase tutta una serie di sagge massime medioevali e moderne. Tra le altre:
a) La legge della conservazione della materia e la sua inversa, che non ci si può aspettare che compaia materia nuova in laboratorio. (Lucrezio diceva: “Nulla può mai esser creato dal nulla per potere divino”).
b) La legge della conservazione dell'energia e la sua inversa, che non ci si può aspettare che compaia energia nuova in laboratorio.
c) Il principio dimostrato da Pasteur che non ci si può aspettare che compaia materia vivente nuova in laboratorio.
d) Il principio che nessun ordine o struttura nuovi possono essere creati senza "informazione".
Di tutti questi enunciati negativi e di altri analoghi possiamo dire che si tratta di regole probabilistiche piuttosto che di leggi di natura. Tale è la loro approssimazione al vero che tutte le loro eccezioni sono di estremo interesse.
Ciò che è particolarmente interessante si nasconde nelle relazioni tra queste importanti negazioni. Ad esempio, oggi sappiamo che tra la conservazione dell'energia e la conservazione della materia esiste un nesso per il quale ciascuna di queste negazioni è a sua volta negata da una trasformazione di materia in energia e, presumibilmente, di energia in materia.
In questo momento, tuttavia, ha un interesse particolare l'ultima della serie, e cioè la proposizione che nei campi della comunicazione, dell'organizzazione del pensiero, dell'apprendimento e dell'evoluzione “dal nulla nasce nulla” senza "informazione".
Questa legge differisce dalle leggi della conservazione dell'energia e della massa in quanto non contiene alcuna clausola che neghi la distruzione e la perdita d'informazione, di struttura o di entropia negativa. La struttura e/o l'informazione, ahimè (ma anche per fortuna), vengono divorate fin troppo facilmente dal casuale. I messaggi e le direttrici per l'ordine esistono solo, per così dire, sulla sabbia o sono scritti sull'acqua: quasi ogni disturbo, anche il semplice moto browniano, li distrugge. L'informazione può essere dimenticata o offuscata. Il cifrario può andar perduto.
I messaggi cessano di essere tali quando nessuno li può leggere. Senza la stele di Rosetta non sapremmo nulla di quanto era scritto nei geroglifici egiziani: essi sarebbero solo eleganti decorazioni sui papiri o sulla pietra. Per avere significato - finanche per essere riconosciuta come struttura - ogni regolarità deve incontrarsi con regolarità, o forse abilità, complementari, e tali abilità sono evanescenti quanto le strutture stesse. Anch'esse sono scritte sulla sabbia o sull'acqua.
La genesi dell'abilità di reagire al messaggio costituisce il rovescio, l'altra faccia del processo evolutivo. E' la "coevoluzione" (Sistema stocastico di cambiamento evolutivo in cui due o più specie interagiscono in modo tale che i cambiamenti della specie A preparano il terreno alla selezione naturale dei cambiamenti della specie B. I successivi cambiamenti della specie B, a loro volta, preparano il terreno per la selezione di cambiamenti più simili nella specie A).
Paradossalmente la profonda verità parziale che “dal nulla nasce nulla” nel mondo dell'informazione e dell'organizzazione incontra una contraddizione interessante nel fatto che "zero", l'assenza completa di ogni evento indicativo, può essere un messaggio. La larva della zecca si arrampica su un albero e resta in attesa su uno dei rami esterni; se fiuta esalazioni di sudore, si lascia cadere e può darsi che vada a finire su un mammifero; ma se "non fiuta" il sudore di lì a qualche settimana, si lascia cadere e va ad arrampicarsi su un altro albero.
La lettera che non scriviamo, le scuse che non porgiamo, il cibo che non mettiamo fuori per il gatto possono essere tutti messaggi sufficienti ed efficaci, poichè‚ zero può aver significato "in un contesto"; e il contesto lo crea chi riceve il messaggio. Questa capacità di creare il "contesto" è l'abilità del ricevente, e acquisirla è la sua parte della coevoluzione di cui dicevo sopra. Egli deve acquisire questa abilità mediante l'apprendimento o mediante una felice mutazione, cioè mediante una fortunata incursione nel casuale. Il ricevente in un certo senso dev'essere pronto per la scoperta giusta quando essa arriva.
Così, è ipotizzabile che nell'ambito di un processo stocastico sia valida l'inversa della proposizione: “dal nulla nasce nulla” senza informazione. Una "pronta disposizione" può servire a selezionare certe componenti del casuale che in tal modo diventano informazioni nuove. Tuttavia, dev'esserci sempre una certa quantità di aspetti casuali da cui poter formare le nuove informazioni.
a) La legge della conservazione della materia e la sua inversa, che non ci si può aspettare che compaia materia nuova in laboratorio. (Lucrezio diceva: “Nulla può mai esser creato dal nulla per potere divino”).
b) La legge della conservazione dell'energia e la sua inversa, che non ci si può aspettare che compaia energia nuova in laboratorio.
c) Il principio dimostrato da Pasteur che non ci si può aspettare che compaia materia vivente nuova in laboratorio.
d) Il principio che nessun ordine o struttura nuovi possono essere creati senza "informazione".
Di tutti questi enunciati negativi e di altri analoghi possiamo dire che si tratta di regole probabilistiche piuttosto che di leggi di natura. Tale è la loro approssimazione al vero che tutte le loro eccezioni sono di estremo interesse.
Ciò che è particolarmente interessante si nasconde nelle relazioni tra queste importanti negazioni. Ad esempio, oggi sappiamo che tra la conservazione dell'energia e la conservazione della materia esiste un nesso per il quale ciascuna di queste negazioni è a sua volta negata da una trasformazione di materia in energia e, presumibilmente, di energia in materia.
In questo momento, tuttavia, ha un interesse particolare l'ultima della serie, e cioè la proposizione che nei campi della comunicazione, dell'organizzazione del pensiero, dell'apprendimento e dell'evoluzione “dal nulla nasce nulla” senza "informazione".
Questa legge differisce dalle leggi della conservazione dell'energia e della massa in quanto non contiene alcuna clausola che neghi la distruzione e la perdita d'informazione, di struttura o di entropia negativa. La struttura e/o l'informazione, ahimè (ma anche per fortuna), vengono divorate fin troppo facilmente dal casuale. I messaggi e le direttrici per l'ordine esistono solo, per così dire, sulla sabbia o sono scritti sull'acqua: quasi ogni disturbo, anche il semplice moto browniano, li distrugge. L'informazione può essere dimenticata o offuscata. Il cifrario può andar perduto.
I messaggi cessano di essere tali quando nessuno li può leggere. Senza la stele di Rosetta non sapremmo nulla di quanto era scritto nei geroglifici egiziani: essi sarebbero solo eleganti decorazioni sui papiri o sulla pietra. Per avere significato - finanche per essere riconosciuta come struttura - ogni regolarità deve incontrarsi con regolarità, o forse abilità, complementari, e tali abilità sono evanescenti quanto le strutture stesse. Anch'esse sono scritte sulla sabbia o sull'acqua.
La genesi dell'abilità di reagire al messaggio costituisce il rovescio, l'altra faccia del processo evolutivo. E' la "coevoluzione" (Sistema stocastico di cambiamento evolutivo in cui due o più specie interagiscono in modo tale che i cambiamenti della specie A preparano il terreno alla selezione naturale dei cambiamenti della specie B. I successivi cambiamenti della specie B, a loro volta, preparano il terreno per la selezione di cambiamenti più simili nella specie A).
Paradossalmente la profonda verità parziale che “dal nulla nasce nulla” nel mondo dell'informazione e dell'organizzazione incontra una contraddizione interessante nel fatto che "zero", l'assenza completa di ogni evento indicativo, può essere un messaggio. La larva della zecca si arrampica su un albero e resta in attesa su uno dei rami esterni; se fiuta esalazioni di sudore, si lascia cadere e può darsi che vada a finire su un mammifero; ma se "non fiuta" il sudore di lì a qualche settimana, si lascia cadere e va ad arrampicarsi su un altro albero.
La lettera che non scriviamo, le scuse che non porgiamo, il cibo che non mettiamo fuori per il gatto possono essere tutti messaggi sufficienti ed efficaci, poichè‚ zero può aver significato "in un contesto"; e il contesto lo crea chi riceve il messaggio. Questa capacità di creare il "contesto" è l'abilità del ricevente, e acquisirla è la sua parte della coevoluzione di cui dicevo sopra. Egli deve acquisire questa abilità mediante l'apprendimento o mediante una felice mutazione, cioè mediante una fortunata incursione nel casuale. Il ricevente in un certo senso dev'essere pronto per la scoperta giusta quando essa arriva.
Così, è ipotizzabile che nell'ambito di un processo stocastico sia valida l'inversa della proposizione: “dal nulla nasce nulla” senza informazione. Una "pronta disposizione" può servire a selezionare certe componenti del casuale che in tal modo diventano informazioni nuove. Tuttavia, dev'esserci sempre una certa quantità di aspetti casuali da cui poter formare le nuove informazioni.
Questa circostanza suddivide l'intero campo dell'organizzazione, dell'evoluzione, della maturazione e dell'apprendimento in due aree separate, quella dell'epigenesi, o embriologia, e quella dell'evoluzione e dell'apprendimento.
"Epigenesi" è il termine prescelto da C. H. Waddington per designare il suo principale campo di interesse, chiamato un tempo "embriologia". Esso sottolinea il fatto che ogni stadio embriologico è un atto di "divenire" (in greco "genesis") che dev'essere costruito "sopra" (in greco "ep¡") lo stato immediatamente precedente. E' significativo che Waddington disprezzasse la teoria dell'informazione tradizionale, nella quale, così com'egli la vedeva, non c'era posto per le “nuove” informazioni che egli riteneva si generassero a ogni stadio dell'epigenesi. E in effetti, secondo la teoria tradizionale, in questo caso non vi sono informazioni nuove.
Idealmente l'epigenesi dovrebbe somigliare allo sviluppo di una complessa tautologia (Insieme di proposizioni connesse in cui la validità dei "legami" non può essere messa in dubbio. La verità delle proposizioni invece non è richiesta. Esempio: la geometria euclidea.), in cui nulla viene aggiunto una volta stabiliti gli assiomi e le definizioni. Il teorema di Pitagora è implicito (cioè già racchiuso) negli assiomi, nelle definizioni e nei postulati di Euclide. Non occorre far altro che portarlo alla luce, dispiegarlo, e, per gli esseri umani, avere una certa conoscenza dell'ordine dei passaggi da compiere. Quest'ultima specie d'informazione diventa necessaria solo quando la tautologia di Euclide è espressa da un modello verbale e simbolico disposto sequenzialmente sulla carta o nel tempo. Nella tautologia ideale non esiste nè tempo, nè dispiegamento, nè argomentazione. Ciò che è implicito è già presente, ma, naturalmente, non in una collocazione spaziale.
Contrapposto all'epigenesi e alla tautologia, che costituiscono i mondi della replicazione, c'è tutto il regno della creatività, dell'arte, dell'apprendimento e dell'evoluzione, in cui i processi dinamici del cambiamento "si alimentano del casuale". L'essenza dell'epigenesi sta nella ripetizione prevedibile; l'essenza dell'apprendimento e dell'evoluzione sta nell'esplorazione e nel cambiamento.
Nella trasmissione della loro cultura, gli uomini cercano sempre di replicare, di trasmettere alla generazione successiva le abilità e i valori dei genitori: un tentativo che, però, fallisce sempre e inevitabilmente, poichè‚ la trasmissione della cultura è legata all'apprendimento, non al D.N.A. Il processo di trasmissione della cultura è una specie di ibrido o mescolanza dei due regni: per conseguire la replicazione esso deve cercare di usare i fenomeni dell'apprendimento, poichè‚ ciò che i genitori posseggono è stato da loro appreso. Se per miracolo i figli avessero un D.N.A. che desse loro le abilità dei genitori, tali abilità sarebbero "diverse" e forse non vitali.
E' interessante che fra i due mondi si situi il fenomeno culturale della "spiegazione", cioè la proiezione sulla tautologia (Uso l'espressione "proiettare su" ["to map onto"] per le ragioni seguenti: ogni descrizione, spiegazione o rappresentazione è necessariamente in qualche senso una proiezione degli elementi derivati dai fenomeni da descrivere su qualche superficie o matrice o sistema di coordinate. Nel caso di una carta geografica, la matrice ricevente è di solito un foglio di carta piano e di estensione finita, e le difficoltà si presentano quando ciò che si deve proiettare è troppo grande o, ad esempio, sferico. Altre difficoltà sorgerebbero se la matrice ricevente fosse la superficie di un toro (ciambella), o una successione lineale discontinua di punti. Ogni matrice ricevente, anche una lingua o una rete tautologica di proposizioni, ha caratteristiche formali proprie che, "in linea di principio", distorcono i fenomeni che devono esservi proiettati. Forse l'universo è stato progettato da Procruste, il sinistro personaggio della mitologia greca i cui 'ospiti' dovevano misurare esattamente quanto il letto, pena lo stiramento o l'amputazione delle gambe di successioni poco familiari di eventi.
Infine, si noterà che i regni dell'epigenesi e dell'evoluzione, a un livello più profondo, sono esemplificati nei paradigmi gemelli della seconda legge della termodinamica:
1) che l'operato casuale della probabilità consuma sempre l'ordine, la struttura e l'entropia negativa, ma,
2) che, per la creazione di un nuovo ordine, è necessario l'operato del casuale, la pletora di alternative non vincolate (entropia). E' dal casuale che gli organismi estraggono le nuove mutazioni, ed è lì che l'apprendimento stocastico prende le sue soluzioni. L'evoluzione porta all'acme, alla saturazione ecologica di tutte le possibilità di differenziazione; l'apprendimento porta a un sovraccarico della mente. Con il ritorno all'uovo, ignorante e prodotto in serie, la specie, che non si arresta, sgombra ancora una volta la propria memoria e si prepara ad accogliere il nuovo.
"Epigenesi" è il termine prescelto da C. H. Waddington per designare il suo principale campo di interesse, chiamato un tempo "embriologia". Esso sottolinea il fatto che ogni stadio embriologico è un atto di "divenire" (in greco "genesis") che dev'essere costruito "sopra" (in greco "ep¡") lo stato immediatamente precedente. E' significativo che Waddington disprezzasse la teoria dell'informazione tradizionale, nella quale, così com'egli la vedeva, non c'era posto per le “nuove” informazioni che egli riteneva si generassero a ogni stadio dell'epigenesi. E in effetti, secondo la teoria tradizionale, in questo caso non vi sono informazioni nuove.
Idealmente l'epigenesi dovrebbe somigliare allo sviluppo di una complessa tautologia (Insieme di proposizioni connesse in cui la validità dei "legami" non può essere messa in dubbio. La verità delle proposizioni invece non è richiesta. Esempio: la geometria euclidea.), in cui nulla viene aggiunto una volta stabiliti gli assiomi e le definizioni. Il teorema di Pitagora è implicito (cioè già racchiuso) negli assiomi, nelle definizioni e nei postulati di Euclide. Non occorre far altro che portarlo alla luce, dispiegarlo, e, per gli esseri umani, avere una certa conoscenza dell'ordine dei passaggi da compiere. Quest'ultima specie d'informazione diventa necessaria solo quando la tautologia di Euclide è espressa da un modello verbale e simbolico disposto sequenzialmente sulla carta o nel tempo. Nella tautologia ideale non esiste nè tempo, nè dispiegamento, nè argomentazione. Ciò che è implicito è già presente, ma, naturalmente, non in una collocazione spaziale.
Contrapposto all'epigenesi e alla tautologia, che costituiscono i mondi della replicazione, c'è tutto il regno della creatività, dell'arte, dell'apprendimento e dell'evoluzione, in cui i processi dinamici del cambiamento "si alimentano del casuale". L'essenza dell'epigenesi sta nella ripetizione prevedibile; l'essenza dell'apprendimento e dell'evoluzione sta nell'esplorazione e nel cambiamento.
Nella trasmissione della loro cultura, gli uomini cercano sempre di replicare, di trasmettere alla generazione successiva le abilità e i valori dei genitori: un tentativo che, però, fallisce sempre e inevitabilmente, poichè‚ la trasmissione della cultura è legata all'apprendimento, non al D.N.A. Il processo di trasmissione della cultura è una specie di ibrido o mescolanza dei due regni: per conseguire la replicazione esso deve cercare di usare i fenomeni dell'apprendimento, poichè‚ ciò che i genitori posseggono è stato da loro appreso. Se per miracolo i figli avessero un D.N.A. che desse loro le abilità dei genitori, tali abilità sarebbero "diverse" e forse non vitali.
E' interessante che fra i due mondi si situi il fenomeno culturale della "spiegazione", cioè la proiezione sulla tautologia (Uso l'espressione "proiettare su" ["to map onto"] per le ragioni seguenti: ogni descrizione, spiegazione o rappresentazione è necessariamente in qualche senso una proiezione degli elementi derivati dai fenomeni da descrivere su qualche superficie o matrice o sistema di coordinate. Nel caso di una carta geografica, la matrice ricevente è di solito un foglio di carta piano e di estensione finita, e le difficoltà si presentano quando ciò che si deve proiettare è troppo grande o, ad esempio, sferico. Altre difficoltà sorgerebbero se la matrice ricevente fosse la superficie di un toro (ciambella), o una successione lineale discontinua di punti. Ogni matrice ricevente, anche una lingua o una rete tautologica di proposizioni, ha caratteristiche formali proprie che, "in linea di principio", distorcono i fenomeni che devono esservi proiettati. Forse l'universo è stato progettato da Procruste, il sinistro personaggio della mitologia greca i cui 'ospiti' dovevano misurare esattamente quanto il letto, pena lo stiramento o l'amputazione delle gambe di successioni poco familiari di eventi.
Infine, si noterà che i regni dell'epigenesi e dell'evoluzione, a un livello più profondo, sono esemplificati nei paradigmi gemelli della seconda legge della termodinamica:
1) che l'operato casuale della probabilità consuma sempre l'ordine, la struttura e l'entropia negativa, ma,
2) che, per la creazione di un nuovo ordine, è necessario l'operato del casuale, la pletora di alternative non vincolate (entropia). E' dal casuale che gli organismi estraggono le nuove mutazioni, ed è lì che l'apprendimento stocastico prende le sue soluzioni. L'evoluzione porta all'acme, alla saturazione ecologica di tutte le possibilità di differenziazione; l'apprendimento porta a un sovraccarico della mente. Con il ritorno all'uovo, ignorante e prodotto in serie, la specie, che non si arresta, sgombra ancora una volta la propria memoria e si prepara ad accogliere il nuovo.