Dei tre sistemi più complessi conosciuti - la coscienza, l'ecosistema planetario e l'Universo - quest'ultimo presenta una tipica situazione comparsa più volte nella storia della scienza, ovvero che "più si conosce meno si conosce", una caratteristica tipica dei sistemi complessi.
Dopo la definitiva conferma sperimentale dell'esistenza del bosone di Higgs, che conferma il Modello Standard delle particelle elementari - la chiave di volta teorica e sperimentale di tutta la fisica - è passato in secondo piano il fatto, noto da tempo, che esiste un secondo modello standard, quello cosmologico, che presenta sia notevoli differenze dal primo sia rilevanti - in senso letterale - punti oscuri.
Dopo la definitiva conferma sperimentale dell'esistenza del bosone di Higgs, che conferma il Modello Standard delle particelle elementari - la chiave di volta teorica e sperimentale di tutta la fisica - è passato in secondo piano il fatto, noto da tempo, che esiste un secondo modello standard, quello cosmologico, che presenta sia notevoli differenze dal primo sia rilevanti - in senso letterale - punti oscuri.
Nel 1964 due ingegneri di antenne a microonde degli allora ATT Bell Labs (il maggior centro di ricerca privato del mondo), Arno Penzias e Robert Wilson, effettuando delle misurazioni scoprirono una radiazione cosmica di fondo proveniente da qualunque direzione del cielo. Questa rilevazione sperimentale confermò definitivamente la teoria cosmologica dell'Universo che prevede un Big Bang, rispondendo alla domanda principale della storia della cosmologia e dell'astrofisica: l'Universo è finito o infinito nel tempo e nello spazio?
Graphical timeline of the Big Bang |
La conferma della teoria del Big Bang e le misurazioni sperimentali definiscono che l'Universo è finito nel tempo e nello spazio, con un'età di 13.798±0.037 miliardi di anni e con una dimensione osservabile di una sfera di raggio di circa 46 miliardi di anni luce.
Detailed, all-sky picture of the infant universe created from nine years of WMAP data. Credit: NASA / WMAP Science Team |
Osservazione di una delle parti più dense della Via Lattea: ammasso globulare Messier 15, NASA/ESA Hubble Space Telescope |
Osservazione di una delle parti più lontane dell'Universo, fino a circa 13,3 miliardi di anni: Hubble Extreme Deep Field, NASA/ESA Hubble Space Telescope |
Nel 1933 Fritz Zwicky studiando il moto di alcune galassie, specificamente gli ammassi della Chioma e della Vergine, trovò una discrepanza tra la massa gravitazionale e la massa direttamente osservabile. La massa in eccesso non osservabile ma con effetti gravitazionali prese il nome di "materia oscura" ed è, ad oggi, la questione principale non risolta dell'Universo.
Coma Cluster
This image combines data from the Spitzer Space Telescope with the Sloan Digital Sky Survey to show many of the thousands of galaxies in the Coma cluster. By measuring the velocities of these galaxies, Fritz Zwicky realized that there is more to the Coma cluster than meets the eye. Galaxies toward the edge of the cluster were moving far too fast, if their motions were to be explained by the gravitational influence of the other galaxies in the cluster. Zwicky took this as evidence that the cluster must contain a great deal of matter that he couldn't see with his telescope — the first evidence for dark matter. © NASA, JPL-Caltech, SDSS, Leigh Jenkins, Ann Hornschemeier (Goddard Space Flight Center) et al. |
La stima attuale è che meno del 5% della massa dell'Universo sia materia osservabile, con circa 300.000 trilioni di stelle osservabili.
il lato oscuro del Tao
Lyman Page Jr. (left), the James S. McDonnell Distinguished University Professor in Physics, congratulates Peebles (right) during a morning celebration in the physics department. |