‘Ma le parti e i pezzi della mente che appaiono alla coscienza invariabilmente forniscono un quadro errato della mente come totalità. Il carattere sistemico della mente non è mai rappresentato , perché il modello è stabilito dallo scopo prefissato.…Noi non vediamo mai con consapevolezza che la mente è come un ecosistema - una rete di circuiti auto - correttivi. Noi vediamo solo degli archi di questi circuiti. E l’istintiva volgarità degli scienziati consiste precisamente nello scambiare questi archi con la più ampia verità, cioè, pensare che siccome quello che viene visto dalla consapevolezza ha una caratterizzazione, la mente totale deve avere la stessa caratterizzazione. L’"ego" personificato di Freud, l’‘id’, il ‘super-ego’ non sono effettivamente personificati. Ognuno dei loro componenti è costruito sull’immagine della sola consapevolezza (anche se la componente può essere non consapevole) e la ‘consapevolezza’ non assomiglia all’intera persona. La consapevolezza isolata è necessariamente depersonificata. L’intero iceberg non ha quelle caratteristiche che possono essere indovinate dall’osservare solo ciò che è sopra l’acqua. Intendo dire: l’iceberg sì - la mente no. La mente non è come un iceberg.’
‘Il punto è che, anche prima della moderna tecnologia, bisognava fare qualcosa a proposito dell’innata separazione tra la consapevolezza ed il resto della mente, perché la consapevolezza senza aiuto avrebbe sempre rovinato le relazioni umane. Perché la consapevolezza senza aiuto deve sempre combinare la saggezza della colomba con l’essere innocuo del serpente. Ed io vi dirò cosa hanno fatto nell’antica Età della Pietra per affrontare quella separazione. Hanno fatto la religione. È così semplice, e la religione è tutto ciò che hanno escogitato per far entrare dentro l’uomo il fatto che la maggior parte di lui (ed, analogamente, la maggior parte della sua società e dell’ecosistema attorno a lui) era di natura sistemica ed impercettibile alla sua consapevolezza. Questo comprendeva sogni e stati di trance, intossicazioni, castrazione, rituali, sacrifici umani, miti di qualsiasi tipo, invocazioni di morte, arte, poesia, musica e così via. Ed ovviamente, essi non dicevano chiaramente cosa facevano, né potevano dirlo. Non sapevano cosa facevano, né il perché lo facevano. E, spesso, non funzionava.’
"La mia intera tendenza, ed io credo la tendenza di tutti gli uomini che hanno cercato di scrivere o parlare di Etica o Religione, era quella di imbattersi nei limiti del linguaggio. Questo sbattere sui muri della nostra gabbia è perfettamente e assolutamente senza speranza. L’Etica, se nasce dal desiderio di dire qualcosa in proposito al significato ultimo della vita, il bene ultimo, l’assoluto prezioso, non può essere scienza. Ma è una prova della tendenza nella mente umana che io personalmente non posso non rispettare profondamente e non ridicolizzerei per nessun motivo anche a costo della mia vita."
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