Abdus Salam
(Jhang, 29 gennaio 1926 – Oxford, 21 novembre 1996)
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giovedì 16 settembre 2010
mercoledì 15 settembre 2010
Tao livello 0 e oltre: Tutto sul Tao e il Tao del Tutto
Il sogno, o mito, della fisica teorica è la Teoria Unificata di Campo (Unified Field Theory), una teoria quanto-relativistica che unifichi le quattro forze gravitazionale, elettromagnetica e nucleare debole/forte e preveda tutte le entità del modello standard.
Una teoria di questa portata riporterebbe il livello 0 ai successi della fisica classica dell'800, quando sembrava che tutto nel livello fisico dell'Universo fosse conosciuto o possibilmente conoscibile e descrivibile formalmente.
Ad oggi il massimo risultato in questo senso è stato ottenuto nel 1967-68 dai premi Nobel per la Fisica 1979 Sheldon Glashow, Abdus Salam e Steven Weinberg integrando la forza nucleare debole con l'elettromagnetismo nella teoria elettrodebole.
Molti problemi fanno credere che una unificazione di questo genere sia quasi impossibile:
- il fatto che la gravità sembra essere essenzialmente non-quantizzabile e quindi non integrabile con le altre equazioni di campo quantistiche. La ricerca del quanto di gravità, il gravitone, è al momento solo un'ipotesi.
- il fatto che esistono almeno due modelli delle particelle, quello standard e quello cosmologico, non compatibili tra loro.
- il fatto che le più avanzate teorie di integrazione quali la teoria delle stringhe, delle superstringhe e la M-teoria, benchè con notevoli risultati teorici, sembrano più sofisticati artifici matematici le cui conclusioni non sono provabili sperimentalmente.
- a livello più fondamentale i teoremi di incompletezza di Gödel, che dimostrano che la validità di una teoria formale non è deducibile dall'interno della teoria ma solo da una teoria, o meta-teoria, più ampia.
Il sogno di alcuni autori sulla teoria unificata è quella di trovare la "firma di Dio", una particolare segno formale che indichi la struttura fondamentale del nostro Universo.
La concezione occidentale della divisione del "Tutto" risente profondamente del rapporto Dio-Uomo-Natura, storicamente proposto dalle religioni occidentali monoteiste, in contrapposizione all'unitarietà di quelle orientali.
Fosco Maraini, ad esempio, ha fatto notare come "... nel mondo giucrislamico il tutto può raffigurarsi come come un triangolo i cui vertici sono costituiti da classi e destini che non si mescolano mai tra di loro. Nel mondo dello Shintō è più giusto pensare ad un cerchio a tre bande sfumate, in perenne comprenetrazione osmotica l'una con l'altra"
La concezione occidentale della divisione del "Tutto" risente profondamente del rapporto Dio-Uomo-Natura, storicamente proposto dalle religioni occidentali monoteiste, in contrapposizione all'unitarietà di quelle orientali.
Fosco Maraini, ad esempio, ha fatto notare come "... nel mondo giucrislamico il tutto può raffigurarsi come come un triangolo i cui vertici sono costituiti da classi e destini che non si mescolano mai tra di loro. Nel mondo dello Shintō è più giusto pensare ad un cerchio a tre bande sfumate, in perenne comprenetrazione osmotica l'una con l'altra"
Alpe S. Antonio, Molazzana |
Peter van Nieuwenhuizen, Sergio Ferrara and Dan Freedman (left to right) at CERN in 2016 on the occasion of supergravity’s 40th anniversary. Credit: S Bennett/CERN |
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lunedì 13 settembre 2010
4'33'' perfezione Tao-atonale
John Cage
4'33'' for piano (1952)
versione solo
4'33'' for piano (1952)
versione solo
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Interludio Tao
In Tao Contraria Sunt Complementa: Niels Henrick David Bohr
Niels Henrick David Bohr
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maestri Tao
perfezione Tao-tonale
Arturo Benedetti Michelangeli
Carlo Maria Giulini
Wiener Symphoniker
Beethoven
Piano Concerto No. 1 in C Major, Op. 15: III. Rondo. Allegro
Carlo Maria Giulini
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Beethoven
Piano Concerto No. 1 in C Major, Op. 15: III. Rondo. Allegro
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Interludio Tao
venerdì 10 settembre 2010
Tao livello 0: Tao istantaneamente co-r-relato ovunque
Nel 1935 Albert Einstein, Boris Podolsky e Nathan Rosen (E-P-R) pubblicarono un'articolo discutendo se la Meccanica Quantistica si poteva ritenere una teoria completa del livello 0 .
La questione verteva sul fatto che una misura eseguita su una parte di un sistema quantistico possa propagare istantaneamente (interpretazione di Copenhagen) un effetto sul risultato di un'altra misura, eseguita successivamente su un’altra parte dello stesso sistema quantistico, indipendentemente dalla distanza che separa le due parti. Questo effetto è noto come "azione istantanea a distanza" ed è incompatibile con il postulato alla base della relatività ristretta, che considera la velocità della luce la velocità limite alla quale può viaggiare un qualunque tipo d'informazione.
Il paradosso EPR rappresenta in realtà un effetto fisico, la cui interpretazione ha degli aspetti paradossali nel senso seguente: se in un sistema quantistico ipotizziamo vere alcune deboli e generali condizioni che devono essere ragionevolmente vere per qualunque teoria che descriva la realtà fisica senza contraddire la relatività (ad esse ci si riferisce come "realismo", "località" e "completezza"), allora giungiamo ad una contraddizione. Tuttavia è da notare che di per sé la meccanica quantistica non è intrinsecamente contraddittoria, né risulta contraddire la relatività.
Cinque mesi dopo, Niels Bohr, uno dei padri della Meccanica Quantistica, rispose all'argomento di E-P-R con un articolo intitolato allo stesso modo. Nell'articolo originale di E-P-R in realtà non era proposto alcun esperimento. Si deve a David Bohm, nel 1951, una riformulazione del paradosso in termini più facilmente provabili sperimentalmente.
L'esperimento mentale ideato da Bohm sulle considerazioni di E-P-R si può descrivere così: ammettiamo che due atomi si dividano da una molecola e viaggino in direzioni opposte alla velocità della luce. Una proprietà degli atomi, o delle particelle in generale, è uno stato quantico, o numero quantico, detto di "spin", che rappresenterebbe classicamente la rotazione dell'atomo su se stesso.Lo stato di spin può essere +1, o "su", oppure -1, o "giù", a seconda dei due possibili sensi di rotazione, ed è una quantità relativamente facilmente misurabile con precisione. Dato che la molecola originale che ha generato gli atomi non aveva spin, per la conservazione dello spin se un atomo ha spin +1 allora necessariamente l'altro ha -1. Il problema, ben diverso dalle palle di billiardo della fisica classica, è che lo stato di spin non è definito fino a quando non viene effettivamente misurato, altrimenti per entrambi gli atomi è indefinito.
Ammettiamo allora che dopo 10 anni, quando i due atomi si trovano a 20 anni luce di distanza, effettuiamo una misura di spin su un atomo, e quindi ne definiamo automaticamente lo stato. La domanda di E-P-R è: come fà l'altro atomo istantaneamente a porsi nello stato opposto?
Il paradosso E-P-R è direttamente correlato all'entanglement quantistico o correlazione quantistica, un fenomeno quantistico, privo di analogo classico, in cui ogni stato quantico di un insieme di due o più sistemi fisici dipende dagli stati di ciascuno dei sistemi che compongono l'insieme, anche se questi sistemi sono separati spazialmente. Il termine viene a volte reso con 'non-separabilità', in quanto uno stato entangled implica la presenza di correlazioni tra le quantità fisiche osservabili dei sistemi coinvolti. Per esempio, è possibile realizzare un sistema costituito da due particelle il cui stato quantico sia tale che – qualunque sia il valore di una certa proprietà osservabile assunto da una delle due particelle – il corrispondente valore assunto dall'altra particella sarà opposto al primo, nonostante i postulati della meccanica quantistica, secondo cui predire il risultato di queste misure sia impossibile. Di conseguenza in presenza di entanglement la misura effettuata su un sistema sembra influenzare istantaneamente lo stato di un altro sistema: in realtà, è facile mostrare che la misurazione non c'entra niente; quanto detto ha significato solamente in relazione al risultato della misurazione, non all'atto del misurare. Esiste un teorema che sancisce l'impossibilità di trasmettere, tramite questa proprietà, informazione ad una velocità superiore a quella della luce. Non è possibile sfruttare questa proprietà per nessun tipo di trasmissione, proprio perché in Meccanica Quantistica è impossibile determinare l'esito di una misura tramite l'atto del misurare.
L'entanglement è una delle proprietà della meccanica quantistica che portarono Einstein e altri a essere insoddisfatti della teoria. Nell'articolo del 1935 E-P-R formularono il paradosso dimostrando, facendo uso dell'entanglement, che la meccanica quantistica è una teoria non locale. È comunque vero che la meccanica quantistica si è dimostrata in grado di produrre corrette previsioni sperimentali fino ad una precisione mai raggiunta prima e che le correlazioni associate al fenomeno dell'entanglement quantistico sono state osservate.
Dal 1982 al 1999 una serie di esperimenti, svolti da Alain Aspect e altri, hanno provato che le correlazioni misurate seguono le previsioni della meccanica quantistica.
In un fondamentale esperimento del 1997 N. Gisin et. al. dell’Università di Ginevra hanno separato due fotoni duali (twin-photons) di 27 Km., e modificando lo stato su solo uno di questi automaticamente e contemporaneamente si modificava lo stato dell’altro. Gisin spiega:
Dato che nell’ipotesi del Big Bang all’istante zero tutta la materia dell’universo era collassata in un’unica singolarità, si ha ragione di credere che tutte le particelle dell’universo, ora, siano tutte unite dall’entanglement, indipendentemente dalla distanza, ovvero una modifica dello stato quantico di una qualsiasi particella ha un effettodi correlazione probabilistica-quantistica su ogni altre particella o ente quantistico dell'Universo, e viceversa. Questo, insieme all'accoppiamento delle particelle con massa con il campo di Anderson-Higgs e alla sfrenata dinamica probabilistica di ogni particella è forse l'esempio massimo della Rete di Indra percepita e descritta circa 2600 anni fa.
Ammettiamo allora che dopo 10 anni, quando i due atomi si trovano a 20 anni luce di distanza, effettuiamo una misura di spin su un atomo, e quindi ne definiamo automaticamente lo stato. La domanda di E-P-R è: come fà l'altro atomo istantaneamente a porsi nello stato opposto?
Il paradosso E-P-R è direttamente correlato all'entanglement quantistico o correlazione quantistica, un fenomeno quantistico, privo di analogo classico, in cui ogni stato quantico di un insieme di due o più sistemi fisici dipende dagli stati di ciascuno dei sistemi che compongono l'insieme, anche se questi sistemi sono separati spazialmente. Il termine viene a volte reso con 'non-separabilità', in quanto uno stato entangled implica la presenza di correlazioni tra le quantità fisiche osservabili dei sistemi coinvolti. Per esempio, è possibile realizzare un sistema costituito da due particelle il cui stato quantico sia tale che – qualunque sia il valore di una certa proprietà osservabile assunto da una delle due particelle – il corrispondente valore assunto dall'altra particella sarà opposto al primo, nonostante i postulati della meccanica quantistica, secondo cui predire il risultato di queste misure sia impossibile. Di conseguenza in presenza di entanglement la misura effettuata su un sistema sembra influenzare istantaneamente lo stato di un altro sistema: in realtà, è facile mostrare che la misurazione non c'entra niente; quanto detto ha significato solamente in relazione al risultato della misurazione, non all'atto del misurare. Esiste un teorema che sancisce l'impossibilità di trasmettere, tramite questa proprietà, informazione ad una velocità superiore a quella della luce. Non è possibile sfruttare questa proprietà per nessun tipo di trasmissione, proprio perché in Meccanica Quantistica è impossibile determinare l'esito di una misura tramite l'atto del misurare.
L'entanglement è una delle proprietà della meccanica quantistica che portarono Einstein e altri a essere insoddisfatti della teoria. Nell'articolo del 1935 E-P-R formularono il paradosso dimostrando, facendo uso dell'entanglement, che la meccanica quantistica è una teoria non locale. È comunque vero che la meccanica quantistica si è dimostrata in grado di produrre corrette previsioni sperimentali fino ad una precisione mai raggiunta prima e che le correlazioni associate al fenomeno dell'entanglement quantistico sono state osservate.
Dal 1982 al 1999 una serie di esperimenti, svolti da Alain Aspect e altri, hanno provato che le correlazioni misurate seguono le previsioni della meccanica quantistica.
In un fondamentale esperimento del 1997 N. Gisin et. al. dell’Università di Ginevra hanno separato due fotoni duali (twin-photons) di 27 Km., e modificando lo stato su solo uno di questi automaticamente e contemporaneamente si modificava lo stato dell’altro. Gisin spiega:
"Quello che è affascinante è che i fotoni entangled formano un unico e medesimo oggetto. Anche quando i fotoni gemelli sono separati geograficamente, se uno di loro viene modificato l'altro fotone subisce automaticamente la stessa modifica."
Dato che nell’ipotesi del Big Bang all’istante zero tutta la materia dell’universo era collassata in un’unica singolarità, si ha ragione di credere che tutte le particelle dell’universo, ora, siano tutte unite dall’entanglement, indipendentemente dalla distanza, ovvero una modifica dello stato quantico di una qualsiasi particella ha un effettodi correlazione probabilistica-quantistica su ogni altre particella o ente quantistico dell'Universo, e viceversa. Questo, insieme all'accoppiamento delle particelle con massa con il campo di Anderson-Higgs e alla sfrenata dinamica probabilistica di ogni particella è forse l'esempio massimo della Rete di Indra percepita e descritta circa 2600 anni fa.
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martedì 7 settembre 2010
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