Solo Tribute The 100th Performance In Japan, 1987 - Keith Jarrett: Piano
martedì 9 novembre 2010
PPP: progresso e sviluppo nel Tao
Ci sono due parole che ritornano frequentemente nei nostri discorsi: anzi, sono le parole chiave dei nostri discorsi. Queste due parole sono «sviluppo» e «progresso». Sono due sinonimi? O, se non sono due sinonimi, indicano due momenti diversi di uno stesso fenomeno? Oppure indicano due fenomeni diversi che però si integrano necessariamente fra di loro? Oppure, ancora, indicano due fenomeni solo parzialmente analoghi e sincronici? Infine; indicano due fenomeni «opposti» fra di loro, che solo apparentemente coincidono e si integrano? Bisogna assolutamente chiarire il senso di queste due parole e il loro rapporto, se vogliamo capirci in una discussione che riguarda molto da vicino la nostra vita anche quotidiana e fisica.
Vediamo: la parola «sviluppo» ha oggi una rete di riferimenti che riguardano un contesto indubbiamente di «destra». Chi vuole infatti lo «sviluppo»? Cioè, chi lo vuole non in astratto e idealmente, ma in concreto e per ragioni di immediato interesse economico? È evidente: a volere lo «sviluppo» in tal senso è chi produce; sono cioè gli industriali. E, poiché lo «sviluppo», in Italia, è questo sviluppo, sono per l’esattezza, nella fattispecie, gli industriali che producono beni superflui. La tecnologia (l’applicazione della scienza) ha creato la possibilità di una industrializzazione praticamente illimitata, e i cui caratteri sono ormai in concreto transnazionali. I consumatori di beni superflui, sono da parte loro, irrazionalmente e inconsapevolmente d’accordo nel volere lo «sviluppo» (questo «sviluppo»). Per essi significa promozione sociale e liberazione, con conseguente abiura dei valori culturali che avevano loro fornito i modelli di «poveri», di «lavoratori», di «risparmiatori», di «soldati», di «credenti». La «massa» è dunque per lo «sviluppo»: ma vive questa sua ideologia soltanto esistenzialmente, ed esistenzialmente è portatrice dei nuovi valori del consumo. Ciò non toglie che la sua scelta sia decisiva, trionfalistica e accanita.
Chi vuole, invece, il «progresso»? Lo vogliono coloro che non hanno interessi immediati da soddisfare, appunto, attraverso il «progresso»: lo vogliono gli operai, i contadini, gli intellettuali di sinistra. Lo vuole chi lavora e chi è dunque sfruttato. Quando dico «lo vuole» lo dico in senso autentico e totale (ci può essere anche qualche «produttore» che vuole, oltre tutto, e magari sinceramente, il progresso: ma il suo caso non fa testo). Il «progresso» è dunque una nozione ideale (sociale e politica): là dove lo «sviluppo» è un fatto pragmatico ed economico.
Ora è questa dissociazione che richiede una «sincronia» tra «sviluppo» e «progresso», visto che non è concepibile (a quanto pare) un vero progresso se non si creano le premesse economiche necessarie ad attuarlo.
Qual è stata la parole d’ordine di Lenin appena vinta la Rivoluzione? È stata una parola d’ordine invitante all’immediato e grandioso «sviluppo» di un paese sottosviluppato. Soviet e industria elettrica... Vinta la grande lotta di classe per il «progresso» adesso bisognava vincere una lotta, forse più grigia ma certo non meno grandiosa, per lo «sviluppo». Vorrei aggiungere però - non senza esitazione - che questa non è una condizione obbligatoria per applicare il marxismo rivoluzionario e attuare una società comunista. L’industria e l’industrializzazione totale non l’hanno inventata né Marx né Lenin: l’ha inventata la borghesia. Industrializzare un paese comunista contadino significa entrare in competitività coi paesi borghesi già industrializzati. È ciò che, nella fattispecie, ha fatto Stalin. E del resto non aveva altra scelta.
Dunque: la Destra vuole lo «sviluppo» (per la semplice ragione che lo fa); la Sinistra vuole il «progresso».
Ma nel caso che la Sinistra vinca la lotta per il potere, ecco che anch’essa vuole - per poter realmente progredire socialmente e politicamente - lo «sviluppo». Uno «sviluppo», però, la cui figura si è ormai formata e fissata nel contesto dell’industrializzazione borghese.
Tuttavia qui in Italia, il caso è storicamente diverso. Non è stata vinta nessuna rivoluzione. Qui la Sinistra che vuole il «progresso», nel caso che accetti lo «sviluppo», deve accettare proprio questo «sviluppo»: lo sviluppo dell’espansione economica e tecnologica borghese.
È questa una contraddizione? È una scelta che pone un caso di coscienza? Probabilmente sì. Ma si tratta come minimo di un problema da porsi chiaramente: cioè senza confondere mai, neanche per un solo istante, l’idea di «progresso» con la realtà di questo «sviluppo». Per quel che riguarda la base delle Sinistre (diciamo pure la base elettorale, per parlare nell’ordine dei milioni di cittadini), la situazione è questa: un lavoratore vive nella coscienza l’ideologia marxista, e di conseguenza, tra gli altri suoi valori, vive nella coscienza l’idea di «progresso»; mentre, contemporaneamente, egli vive, nell’esistenza, l’ideologia consumistica, e di conseguenza, a fortiori, i valori dello «sviluppo». Il lavoratore è dunque dissociato. Ma non è il solo ad esserlo. Anche il potere borghese classico è in questo momento completamente dissociato: per noi italiani tale potere borghese classico (cioè praticamente fascista) è la Democrazia cristiana.
A questo punto voglio però abbandonare la terminologia che io (artista!) uso un po’ a braccio e scendere a un’esemplificazione vivace. La dissociazione che spacca ormai in due il vecchio potere clerico-fascista, può essere rappresentato da due simboli opposti, e, appunto, inconciliabili: «Jesus» (nella fattispecie il Gesù del Vaticano) da una parte, e i «blue-jeans Jesus» [1] dall’altra.
Due forme di potere l’una di fronte all’altra: di qua il grande stuolo dei preti, dei soldati, dei benpensanti e dei sicari; di là gli «industriali» produttori di beni superflui e le grandi masse del consumo, laiche e, magari idiotamente, irreligiose. Tra l’«Jesus» del Vaticano e l’«Jesus» dei blue-jeans, c’è stata una lotta. Nel Vaticano - all’apparire di questo prodotto e dei suoi manifesti - si son levati alti lamenti. Alti lamenti a cui per solito seguiva l’azione della mano secolare che provvedeva a eliminare i nemici che la Chiesa magari non nominava, limitandosi appunto ai lamenti. Ma stavolta ai lamenti non è seguito niente. La longa manus è rimasta inesplicabilmente inerte. L’Italia è tappezzata di manifesti rappresentanti sederi con la scritta «chi mi ama mi segua» e rivestiti per l’appunto dei blue-jeans Jesus. Il Gesù del Vaticano ha perso.
Due forme di potere l’una di fronte all’altra: di qua il grande stuolo dei preti, dei soldati, dei benpensanti e dei sicari; di là gli «industriali» produttori di beni superflui e le grandi masse del consumo, laiche e, magari idiotamente, irreligiose. Tra l’«Jesus» del Vaticano e l’«Jesus» dei blue-jeans, c’è stata una lotta. Nel Vaticano - all’apparire di questo prodotto e dei suoi manifesti - si son levati alti lamenti. Alti lamenti a cui per solito seguiva l’azione della mano secolare che provvedeva a eliminare i nemici che la Chiesa magari non nominava, limitandosi appunto ai lamenti. Ma stavolta ai lamenti non è seguito niente. La longa manus è rimasta inesplicabilmente inerte. L’Italia è tappezzata di manifesti rappresentanti sederi con la scritta «chi mi ama mi segua» e rivestiti per l’appunto dei blue-jeans Jesus. Il Gesù del Vaticano ha perso.
Ora il potere democristiano clerico-fascista, si trova dilaniato tra questi due «Jesus»: la vecchia forma di potere e la nuova realtà del potere...
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[1] Pasolini si riferisce qui ai "Jeans Jesus" pubblicizzati ai suoi giorni con lo slogan "chi mi ama mi segua"
Walter Siti, a cura di, Pasolini. Saggi sulla politica e sulla società [Scritti corsari], in Meridiani Mondadori, Milano 1999
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maestri Tao
il Tao in alto è come il Tao in basso: la Tavola del Tao
Tabula Smaragdina Hermetis
Verum sine mendacio, certum et verissimum.
Quod est inferius est sicut quod est superius, et quod est superius est sicut quod est inferius ad perpetranda miracola Rei Unius.
Quod est inferius est sicut quod est superius, et quod est superius est sicut quod est inferius ad perpetranda miracola Rei Unius.
Et sicut omnes res fuerunt Uno, meditatione Unius: sic omnes res natae fuerunt ab hac Una re adaptatione.
Pater eius est Sol, mater eius Luna. Portavit illud ventus in ventre suo. Nutrix eius terra est.
Pater omnis telesmi totius mundi est hic. Vis eius integra est, si versa fuerit in terram.
Separabis terram ab igne, subtile a spisso, suaviter cum magno ingenio.
Ascendit a terra in coelum, iterumque descendit in terram, et recipit vim superiorum et inferiorum.
Sic habes gloriam totius mundi. Ideo fugiet a te omnis obscuritas.
Hic est totius fortitudinis fortitudo fortis, quia vincet omnem rem subtilem; omnemque solidam penetrabit: SIC MUNDUS CREATUS EST. Hinc erunt adaptationes mirabiles, quarum modus hic est.
Itaque vocatus sum Hermes Trismegistus, habens tres partes philosophiae totius mundi.
Completum est quod dixi de operatione solis.
Completum est quod dixi de operatione solis.
1. In verità, certamente e senza alcun dubbio.
2. Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, perché si compiano i miracoli di una cosa unica.
3. Come tutte le cose provengono dall’Uno unico, mediante la contemplazione di Uno unico, così tutte le cose nascono da quest’unica cosa mediante la composizione e l’unione.
4. Suo padre è il Sole e sua madre la Luna, il Vento l’ha portato nel suo ventre e la sua nutrice è la Terra.
5. È il padre di tutti i miracoli del mondo. La sua forza è perfetta quando è trasmutato in terra.
6. Separa la terra dal fuoco, il sottile dal grossolano molto dolcemente, con grande comprensione e saggezza.
7. Egli sale dalla terra al cielo e ritorna poi alla terra, ricevendo così la forza del superiore e dell’inferiore.
8. Così la magnificenza del mondo intero sarà tua e da te si allontanerà l’oscurità.
9. È la forza delle forze, supera tutte le cose sottili e penetra tutte le cose solide.
10. Così si è formato il mondo e tutto l’universo.
11. Da ciò e in questo modo procedono cose meravigliose.
12. Per questo sono chiamato Ermete Trismegisto, perché in me sono le tre parti della saggezza del mondo intero.
13. È’ perfetto quello che ho detto dell’opera del Sole.
3. Come tutte le cose provengono dall’Uno unico, mediante la contemplazione di Uno unico, così tutte le cose nascono da quest’unica cosa mediante la composizione e l’unione.
4. Suo padre è il Sole e sua madre la Luna, il Vento l’ha portato nel suo ventre e la sua nutrice è la Terra.
5. È il padre di tutti i miracoli del mondo. La sua forza è perfetta quando è trasmutato in terra.
6. Separa la terra dal fuoco, il sottile dal grossolano molto dolcemente, con grande comprensione e saggezza.
7. Egli sale dalla terra al cielo e ritorna poi alla terra, ricevendo così la forza del superiore e dell’inferiore.
8. Così la magnificenza del mondo intero sarà tua e da te si allontanerà l’oscurità.
9. È la forza delle forze, supera tutte le cose sottili e penetra tutte le cose solide.
10. Così si è formato il mondo e tutto l’universo.
11. Da ciò e in questo modo procedono cose meravigliose.
12. Per questo sono chiamato Ermete Trismegisto, perché in me sono le tre parti della saggezza del mondo intero.
13. È’ perfetto quello che ho detto dell’opera del Sole.
"E' vero senza errore e menzogna, e' certo e verissimo.
Cio' che e' in basso e' come cio' che e' in alto, e cio' che e' in alto e' come cio' che e' in basso, per compiere i miracoli della Cosa-Una (di una cosa sola).
Come tutte le cose sono sempre state e venute dall'Uno, per mediazione dell'Uno, cosi' tutte le cose nacquero da questa Cosa Unica per adattamento.
Il Sole ne e' il padre, la Luna ne e' la madre, il Vento l'ha portata nel suo ventre, la Terra e' la sua nutrice.
Il padre di tutto, il Telesma di tutto il mondo e' qui.
La sua potenza e' illimitata se viene convertita in terra.
Separerai la Terra dal Fuoco, il Sottile dal Denso, delicatamente, con grande cura.
Ascende dalla terra al cielo e ridiscende in terra raccogliendo le forze delle cose superiori ed inferiori.
Tu avrai cosi' la gloria di tutto il mondo e fuggira' da te ogni oscurita'.
Qui consiste la Forza forte di ogni Forza, perché vincera' tutto quel che e' sottile e penetrera' tutto quello che e' solido.
Cosi' fu creato il mondo. Da cio' deriveranno innumerevoli adattamenti mirabili il cui segreto sta tutto qui.
Pertanto io fui chiamato Ermete Trismegisto, possessore delle tre parti della Filosofia di tutto il mondo.
Cio' che dissi sull'opera del Sole e' perfetto e completo."
La Tavola di Smeraldo, attribuita ad un personaggio leggendario come Ermete Trismegisto, è un testo della tradizione ermetica tradotto dall'arabo al latino verso il 1250. Sotto molti aspetti esprime in forma sintetica alcuni concetti del Tao Te Ching, e principalmente l'invarianza e la scalabilità della complessità, dal piccolo al grande, dal microcosmo al macrocosmo.
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Struttura che Connette
lunedì 8 novembre 2010
ho visto il Taooo!!! : John Adam Belushi
Jacke (John Belushi) e le sue balle per convincere l’ex fidanzata Carrie Fisher a perdonarlo…e a non ammazzarlo col fratello Elwood (Dan Aykroyd)
Ti prego, ti prego, non ci uccidere. Ti prego baby, lo sai che ti amo. Non avrei mai voluto lasciarti, non è stata colpa mia. Davvero, sono sincero. Quel giorno finì la benzina. Si bucò un pneumatico. Non avevo i soldi per il taxi! Il mio smoking non era arrivato in tempo dalla tintoria! Era venuto a trovarmi da lontano un amico che non vedevo da anni! Qualcuno mi rubò la macchina! Ci fu un terremoto! Una tremenda inondazione! Un'invasione di cavallette!
La ristoratrice (Aretha Franklin), e le ordinazioni di Elwood (Dan Aykroyd) e Jacke (John Belushi)
Desiderate ragazzi?
Avete del pane bianco?
Sì.
Io prendo del pane bianco tostato, per favore.
Ci vuoi burro e marmellata sul toast, tesoro?
No signora, liscio.
Avete del pollo fritto?
Il pollo fritto più buono dell’Illinois.
Mi porti quattro polli fritti e una coca.
Petti di polli o cosce di pollo?
Quattro polli fritti. E una coca.
E del pane bianco tostato, liscio.
Ci vuole qualcosa da bere, col pane?
No, signora.
Una coca
Desiderate ragazzi?
Avete del pane bianco?
Sì.
Io prendo del pane bianco tostato, per favore.
Ci vuoi burro e marmellata sul toast, tesoro?
No signora, liscio.
Avete del pollo fritto?
Il pollo fritto più buono dell’Illinois.
Mi porti quattro polli fritti e una coca.
Petti di polli o cosce di pollo?
Quattro polli fritti. E una coca.
E del pane bianco tostato, liscio.
Ci vuole qualcosa da bere, col pane?
No, signora.
Una coca
Dialogo iniziale fra Jacke (John Belushi), appena uscito di prigione, e Elwood (Dan Aykroyd)
Che è questa?
Questa che?
Quest’auto. Che cavolo significa? Dov'è la Cadillac? La Cadi, dov’è la Cadi?
La che?
La Cadillac che avevamo una volta, la Blues-mobile!
Ah, l’ho cambiata.
Hai cambiato la Blues-mobile con questa ?!
No, con un microfono.
Con un microfono ?!?! Va bene, hai fatto bene.
Che è questa?
Questa che?
Quest’auto. Che cavolo significa? Dov'è la Cadillac? La Cadi, dov’è la Cadi?
La che?
La Cadillac che avevamo una volta, la Blues-mobile!
Ah, l’ho cambiata.
Hai cambiato la Blues-mobile con questa ?!
No, con un microfono.
Con un microfono ?!?! Va bene, hai fatto bene.
Jacke (John Belushi) e Elwood (Dan Aykroyd) in visita all'orfanotrofio che li ha cresciuti
Che ci facciamo qui?
Hai promesso di venire dalla pinguina il giorno che uscivi.
Be', le ho detto una bugia.
Non si dicono le bugie alle monache. Dobbiamo salire su a trovare la pinguina.
No, manco scannato.
Che ci facciamo qui?
Hai promesso di venire dalla pinguina il giorno che uscivi.
Be', le ho detto una bugia.
Non si dicono le bugie alle monache. Dobbiamo salire su a trovare la pinguina.
No, manco scannato.
Jacke (John Belushi) e Elwood in macchina
Cristo!
Che c'è?!
Piedi piatti!
No!
Sì!
Che c'è?!
Piedi piatti!
No!
Sì!
Jacke (John Belushi), Elwood (Dan Aykroyd)
Cos'è, la nebbia?
No, è il motore. È partito un pistone.
Poi torna?
Cos'è, la nebbia?
No, è il motore. È partito un pistone.
Poi torna?
Elwood (Dan Aykroyd) a Jacke (John Belushi) , mentre il poliziotto gli controlla la patente
Elwood: Per me quelli c'hanno il CEPIX…
Jack: il CEPIX?
Elwood: Controllo elettronico infrazioni codice stradale.
Elwood: Per me quelli c'hanno il CEPIX…
Jack: il CEPIX?
Elwood: Controllo elettronico infrazioni codice stradale.
Jake Blues (John Belushi) e Bob (Jeff Morris)
- Siete voi i Good Old Boys?
- In carne e ossa e il resto della banda e fuori che scarica gli strumenti
- Salve io sono Bob e questo e il mio localino.
- E' proprio un bel localino Bob!
- In carne e ossa e il resto della banda e fuori che scarica gli strumenti
- Salve io sono Bob e questo e il mio localino.
- E' proprio un bel localino Bob!
Jake e Elwood Blues
Cristo!
che cosa c'è?
piedipiatti!
no!
si
cristo!
che cosa c'è?
piedipiatti!
no!
si
cristo!
Jake e Elwood Blues
Non sgridarmi così!
e che cosa dovrei fare, darti una medaglia al valore?!
almeno cerca di non essere così negativo, incoraggiami con una critica costruttiva!
e che cosa dovrei fare, darti una medaglia al valore?!
almeno cerca di non essere così negativo, incoraggiami con una critica costruttiva!
Chilmark cemetery, Martha's Vineyard, Massachusetts |
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maestri Tao
il rasoio del Tao
"A parità di fattori la spiegazione più semplice tende ad essere quella esatta"
William of Ockham (XIV secolo)
Tale principio, alla base del pensiero scientifico moderno, nella sua forma più semplice suggerisce l'inutilità di formulare più assunzioni di quelle strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno: il rasoio di Ockham impone di scegliere, tra le molteplici cause, quella che spiega in modo più semplice l'evento, ed è uno strumento essenziale per poter avere una descrizione che non sia più complessa della complessità che si stà descrivendo.
« Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem. »
« Non moltiplicare gli elementi più del necessario. »
« Pluralitas non est ponenda sine necessitate. »
« Non considerare la pluralità se non è necessario. »
« Frustra fit per plura quod fieri potest per pauciora. »
« È inutile fare con più ciò che si può fare con meno. »
Ad esempio, se dopo aver parcheggiato nella periferia di Casoria una Rolls Royce giallo canarino con le chiavi inserite, ed essere tornati dopo una settimana e non avendola più trovata, è legittimo ipotizzare che questa è la dimostrazione che gli alieni esistono dato che l'hanno indubbiamente prelevata loro per studiarla. Il Rasoio di Ockham tenderebbe però ad una spiegazione più semplice ed ordinaria...è da notare che mentre questa ipotesi nulla dice sulla causa della scomparsa o sulla presenza o meno degli alieni molto dice invece sulla persona che la formula...
Il rasoio di Ockham dà una linea guida nelle situazione in cui varie descrizioni sono possibili, non è per la scelta più banalizzante, spesso la descrizione più semplice è tutt'altro che banale; come ricordava Einstein:
Ad esempio, se dopo aver parcheggiato nella periferia di Casoria una Rolls Royce giallo canarino con le chiavi inserite, ed essere tornati dopo una settimana e non avendola più trovata, è legittimo ipotizzare che questa è la dimostrazione che gli alieni esistono dato che l'hanno indubbiamente prelevata loro per studiarla. Il Rasoio di Ockham tenderebbe però ad una spiegazione più semplice ed ordinaria...è da notare che mentre questa ipotesi nulla dice sulla causa della scomparsa o sulla presenza o meno degli alieni molto dice invece sulla persona che la formula...
Il rasoio di Ockham dà una linea guida nelle situazione in cui varie descrizioni sono possibili, non è per la scelta più banalizzante, spesso la descrizione più semplice è tutt'altro che banale; come ricordava Einstein:
"Tutto dovrebbe essere reso il più semplice possibile, ma non più semplice."
proposizione 3.328 Se un segno è inutile, è privo di significato. Ecco il senso del rasoio di Ockham.
(Se tutto si comporta come se un segno avesse significato, esso ha significato.)
proposizione 5.47321 Il rasoio di Ockham naturalmente non è regola arbitraria o giustificata dal suo successo pratico: Esso detta che unità segniche innecessarie non significano nulla.
Segni, che servono a un fine, sono logicamente equivalenti; segni, che servono a nessun fine, sono logicamente privi di significato.
Sumi Jo, Viktoria Mullova, BBC Orchestra
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GDPs
giovedì 4 novembre 2010
Tao: la Via dell'acqua che scorre
©2009 Hougaard Malan |
Il sommo bene è come l'acqua:
l'acqua ben giova alle creature e non contende,
resta nel posto che gli uomini disdegnano.
Per questo è quasi simile al Tao.
l'acqua ben giova alle creature e non contende,
resta nel posto che gli uomini disdegnano.
Per questo è quasi simile al Tao.
La parola Tao significa “la via”. Non si può dire niente sulla meta: rimane elusiva, inesprimibile, ineffabile. Ma si può dire qualcosa sulla via. Il Buddha diceva: “I buddha possono solo mostrarti la via. Se segui il sentiero, arriverai alla verità”. La verità dev’essere una tua esperienza. Nessuno può definire la verità, ma si può definire la via, si può chiarire la via. Il maestro non può darti la verità, ma può darti la via. E quando sai che la via esiste, tutto ciò che devi fare è percorrerla.
La parola Tao significa semplicemente “La via”. Noi siamo nel Tao, in quale altro luogo potremmo essere? Vivere è essere sulla via. Vivere è vivere nel divino. Respirare è respirare nel divino. In quale altro modo potremmo essere? Ma proprio come il pesce vive nell’oceano ed è totalmente inconsapevole dell’oceano, noi viviamo nel Tao e siamo totalmente inconsapevoli del Tao. Di fatto è talmente ovvio, ecco perché ne siamo totalmente inconsapevoli. Noi siamo sulla via, siamo nel divino, viviamo nel Tao e mediante il Tao, ma non ne siamo consapevoli. Il Tao esiste, perché senza il Tao gli alberi non crescerebbero, le stelle non si muoverebbero, il sangue non circolerebbe e non potremmo respirare. La vita scomparirebbe.
La vita può esistere solo se è sostenuta da una legge fondamentale. La vita può esistere solo se è sorretta da qualcosa. Osserva l’ordine immenso presente nell’esistenza. Non è un caos, è un cosmo. Che cosa la rende un cosmo? Perché c’è tanta armonia? Deve esserci una legge che mantiene questa armonia, che la fa fluire, che mantiene ogni cosa in sintonia. Ma noi non ne sappiamo niente. Non sappiamo niente neppure del nostro stesso essere e tramite il nostro essere siamo uniti al Tao. È l’oceano della vita che ci circonda. È fuori e dentro di noi, la pura essenza. È l’esistenza, è lo spirito primario. Nessun nome riesce a contenerlo. Tutti i nomi possono essere suoi e nessuna forma gli appartiene, perché tutte le forme sono sue forme. Il Tao esiste in milioni di forme. Nell’albero è verde e nel fiore è rosso. Nell’uomo è uomo, nel pesce è pesce. È la medesima legge.
Il Tao crede che tu debba metterti al passo con l’esistenza, permettendo alle cose di accadere spontaneamente, senza forzare in alcun modo il tuo cammino, senza spingere in alcun modo lo scorrere del fiume. Il Tao dice: “Non devi avere fretta perché hai a disposizione l’eternità. Getta i semi al momento giusto e aspetta: arriverà la primavera, così come arriva da sempre. Quando arriverà la primavera, i fiori sbocceranno. Ma aspetta, non avere fretta! Non cominciare a tirare l’albero verso l’alto, affinché cresca più rapidamente. Non entrare nella mentalità che pretende che ogni cosa avvenga come il caffè istantaneo. Impara ad aspettare, perché la natura si muove molto molto lentamente. La natura deve la sua grazia proprio a questo suo muoversi lentamente”. La natura è molto femminile: si muove come una donna. Non corre, non ha fretta, non è precipitosa. Si muove molto lentamente, è una musica silenziosa. Nella natura c’è una grande pazienza e il Tao crede nel modo di essere della natura. Il Tao non ha mai fretta: devi comprenderlo. L’insegnamento fondamentale del Tao è: impara a essere paziente. Se riesci ad aspettare all’infinito, potrebbe anche accaderti all’istante. Ma non devi pretendere che ti accada all’istante: se lo pretendi, potrebbe non accaderti mai. La tua stessa pretesa diventerebbe un ostacolo, il tuo stesso desiderio creerebbe una distanza tra te e la natura. Rimani in sintonia con la natura, lascia che la natura faccia il suo corso. In qualsiasi momento ti arrivi, è un bene; in qualsiasi momento ti arrivi, è presto: in qualsiasi momento ti arrivi, anche se impiegasse secoli per arrivare, non sarebbe mai tardi, non è mai troppo tardi. Arriva sempre al momento giusto. Nel taoismo l’acqua rappresenta il corso supremo delle cose, rappresenta il Tao stesso. Lao Tzu chiamava la sua via “la via dell’acqua che scorre”, per molti motivi. Innanzitutto l’acqua è duttile, umile, cerca i luoghi più bassi. L’acqua cerca i luoghi più bassi, i livelli infimi. Piove sull’Everest, ma la pioggia non si ferma lì; comincia a scorrere nelle valli e, anche nelle valli, raggiungerà gli strati più profondi. L’acqua rimane l’ultima, è l’assenza di ambizione. Non ha alcuna ambizione di essere al primo posto. Essere come l’acqua significa sentirti totalmente felice di essere un nessuno. In secondo luogo, l’acqua significa movimento: è in perpetuo movimento. Ogni volta che non è in movimento, diventa sporca, putrida, perfino velenosa: muore. La sua vita sta nel movimento, nel dinamismo, nel fluire. La vita intera è un flusso, non ha alcuna staticità.
Il Tao è una fioritura naturale. Segui la natura. Nessuno vorrebbe essere infelice e tutti lo sono, perché non seguono la natura. Tutti vorrebbero essere beati e nessuno lo è. Ascolta il tuo anelito: il tuo anelito più profondo ti indica la giusta via. Il tuo anelito tende verso la beatitudine e la bellezza, verso qualcosa che possa travolgerti, verso qualcosa che possa condurti sull’altra sponda, verso qualcosa tanto meravigliosa e incredibile, capace di cancellare da te il passato e il futuro, per lasciarti nel quieora. Questo è il Tao: l’immediato, ciò che è vivo e pulsante nel momento presente. Il Tao non conosce il passato, non conosce il futuro. Il Tao conosce solo un tempo: il presente, conosce solo il quieora. Lascia che la tua mente scompaia e non avrai più il passato, né il futuro. Il passato e il futuro sono creazioni della mente: nella realtà esiste solo il presente. E quando non avrai più il passato né il futuro, come potrai chiamarlo “presente”? Il presente ha un significato solo se riferito al passato o al futuro. Il presente è un intervallo tra il passato e il futuro: se avrai tolto il passato e il futuro, scomparirà anche il presente. Quando il tempo sarà scomparso, quello sarà il momento del Tao. Quando sarai totalmente nell’immediato, nel quieora, quando non vagherai più tra i fantasmi del passato e neppure tra le immagini non ancora nate del futuro, quello sarà il momento dell’illuminazione: per te il tempo non esisterà più e tu sarai totalmente qui, in nessun altro luogo. Quando il tempo non esiste più, la mente non esiste più; mente e tempo sono sinonimi. Più la tua mente è presente e più tu sei conscio del tempo.
Il Tao non è una dottrina: è un percorso speciale per diventare consapevole. È la via del risveglio, dell’illuminazione; la via per fare ritorno a casa. “Tao” significa semplicemente “la via”. Ricorda che non è il significato comune della parola. Ogni volta che odi l’espressione “la via”, tu pensi a una meta in qualche luogo lontano, là dove la via ti condurrà. Niente affatto, “Tao” significa semplicemente: “la via”, senza alcun riferimento a una meta! Allora cosa significa? Significa: il modo in cui le cose sono ciò che sono. Indica semplicemente il modo in cui le cose sono… Lo sono già, sono semplicemente così come sono. Non si deve raggiungere nulla, tutto si sta già riversando in te. Sii semplicemente quieora e celebra!
La parola Tao significa semplicemente “La via”. Noi siamo nel Tao, in quale altro luogo potremmo essere? Vivere è essere sulla via. Vivere è vivere nel divino. Respirare è respirare nel divino. In quale altro modo potremmo essere? Ma proprio come il pesce vive nell’oceano ed è totalmente inconsapevole dell’oceano, noi viviamo nel Tao e siamo totalmente inconsapevoli del Tao. Di fatto è talmente ovvio, ecco perché ne siamo totalmente inconsapevoli. Noi siamo sulla via, siamo nel divino, viviamo nel Tao e mediante il Tao, ma non ne siamo consapevoli. Il Tao esiste, perché senza il Tao gli alberi non crescerebbero, le stelle non si muoverebbero, il sangue non circolerebbe e non potremmo respirare. La vita scomparirebbe.
La vita può esistere solo se è sostenuta da una legge fondamentale. La vita può esistere solo se è sorretta da qualcosa. Osserva l’ordine immenso presente nell’esistenza. Non è un caos, è un cosmo. Che cosa la rende un cosmo? Perché c’è tanta armonia? Deve esserci una legge che mantiene questa armonia, che la fa fluire, che mantiene ogni cosa in sintonia. Ma noi non ne sappiamo niente. Non sappiamo niente neppure del nostro stesso essere e tramite il nostro essere siamo uniti al Tao. È l’oceano della vita che ci circonda. È fuori e dentro di noi, la pura essenza. È l’esistenza, è lo spirito primario. Nessun nome riesce a contenerlo. Tutti i nomi possono essere suoi e nessuna forma gli appartiene, perché tutte le forme sono sue forme. Il Tao esiste in milioni di forme. Nell’albero è verde e nel fiore è rosso. Nell’uomo è uomo, nel pesce è pesce. È la medesima legge.
Il Tao crede che tu debba metterti al passo con l’esistenza, permettendo alle cose di accadere spontaneamente, senza forzare in alcun modo il tuo cammino, senza spingere in alcun modo lo scorrere del fiume. Il Tao dice: “Non devi avere fretta perché hai a disposizione l’eternità. Getta i semi al momento giusto e aspetta: arriverà la primavera, così come arriva da sempre. Quando arriverà la primavera, i fiori sbocceranno. Ma aspetta, non avere fretta! Non cominciare a tirare l’albero verso l’alto, affinché cresca più rapidamente. Non entrare nella mentalità che pretende che ogni cosa avvenga come il caffè istantaneo. Impara ad aspettare, perché la natura si muove molto molto lentamente. La natura deve la sua grazia proprio a questo suo muoversi lentamente”. La natura è molto femminile: si muove come una donna. Non corre, non ha fretta, non è precipitosa. Si muove molto lentamente, è una musica silenziosa. Nella natura c’è una grande pazienza e il Tao crede nel modo di essere della natura. Il Tao non ha mai fretta: devi comprenderlo. L’insegnamento fondamentale del Tao è: impara a essere paziente. Se riesci ad aspettare all’infinito, potrebbe anche accaderti all’istante. Ma non devi pretendere che ti accada all’istante: se lo pretendi, potrebbe non accaderti mai. La tua stessa pretesa diventerebbe un ostacolo, il tuo stesso desiderio creerebbe una distanza tra te e la natura. Rimani in sintonia con la natura, lascia che la natura faccia il suo corso. In qualsiasi momento ti arrivi, è un bene; in qualsiasi momento ti arrivi, è presto: in qualsiasi momento ti arrivi, anche se impiegasse secoli per arrivare, non sarebbe mai tardi, non è mai troppo tardi. Arriva sempre al momento giusto. Nel taoismo l’acqua rappresenta il corso supremo delle cose, rappresenta il Tao stesso. Lao Tzu chiamava la sua via “la via dell’acqua che scorre”, per molti motivi. Innanzitutto l’acqua è duttile, umile, cerca i luoghi più bassi. L’acqua cerca i luoghi più bassi, i livelli infimi. Piove sull’Everest, ma la pioggia non si ferma lì; comincia a scorrere nelle valli e, anche nelle valli, raggiungerà gli strati più profondi. L’acqua rimane l’ultima, è l’assenza di ambizione. Non ha alcuna ambizione di essere al primo posto. Essere come l’acqua significa sentirti totalmente felice di essere un nessuno. In secondo luogo, l’acqua significa movimento: è in perpetuo movimento. Ogni volta che non è in movimento, diventa sporca, putrida, perfino velenosa: muore. La sua vita sta nel movimento, nel dinamismo, nel fluire. La vita intera è un flusso, non ha alcuna staticità.
Il Tao è una fioritura naturale. Segui la natura. Nessuno vorrebbe essere infelice e tutti lo sono, perché non seguono la natura. Tutti vorrebbero essere beati e nessuno lo è. Ascolta il tuo anelito: il tuo anelito più profondo ti indica la giusta via. Il tuo anelito tende verso la beatitudine e la bellezza, verso qualcosa che possa travolgerti, verso qualcosa che possa condurti sull’altra sponda, verso qualcosa tanto meravigliosa e incredibile, capace di cancellare da te il passato e il futuro, per lasciarti nel quieora. Questo è il Tao: l’immediato, ciò che è vivo e pulsante nel momento presente. Il Tao non conosce il passato, non conosce il futuro. Il Tao conosce solo un tempo: il presente, conosce solo il quieora. Lascia che la tua mente scompaia e non avrai più il passato, né il futuro. Il passato e il futuro sono creazioni della mente: nella realtà esiste solo il presente. E quando non avrai più il passato né il futuro, come potrai chiamarlo “presente”? Il presente ha un significato solo se riferito al passato o al futuro. Il presente è un intervallo tra il passato e il futuro: se avrai tolto il passato e il futuro, scomparirà anche il presente. Quando il tempo sarà scomparso, quello sarà il momento del Tao. Quando sarai totalmente nell’immediato, nel quieora, quando non vagherai più tra i fantasmi del passato e neppure tra le immagini non ancora nate del futuro, quello sarà il momento dell’illuminazione: per te il tempo non esisterà più e tu sarai totalmente qui, in nessun altro luogo. Quando il tempo non esiste più, la mente non esiste più; mente e tempo sono sinonimi. Più la tua mente è presente e più tu sei conscio del tempo.
Il Tao non è una dottrina: è un percorso speciale per diventare consapevole. È la via del risveglio, dell’illuminazione; la via per fare ritorno a casa. “Tao” significa semplicemente “la via”. Ricorda che non è il significato comune della parola. Ogni volta che odi l’espressione “la via”, tu pensi a una meta in qualche luogo lontano, là dove la via ti condurrà. Niente affatto, “Tao” significa semplicemente: “la via”, senza alcun riferimento a una meta! Allora cosa significa? Significa: il modo in cui le cose sono ciò che sono. Indica semplicemente il modo in cui le cose sono… Lo sono già, sono semplicemente così come sono. Non si deve raggiungere nulla, tutto si sta già riversando in te. Sii semplicemente quieora e celebra!
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Tao Livello 3 e oltre
il Te del Tao: VIII - TORNARE ALLE QUALITÀ NATURALI
VIII - TORNARE ALLE QUALITÀ NATURALI
Il sommo bene è come l'acqua:
l'acqua ben giova alle creature e non contende,
resta nel posto che gli uomini disdegnano.
Per questo è quasi simile al Tao.
Nel ristare si adatta al terreno,
nel volere s'adatta all'abisso,
nel donare s'adatta alla carità,
nel dire s'adatta alla sincerità,
nel correggere s'adatta all'ordine,
nel servire s'adatta alla capacità,
nel muoversi s'adatta alle stagioni.
Proprio perché non contende
non viene trovata in colpa.
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