LA LOGICA E' UN CATTIVO MODELLO DELLA CAUSALITA'.
Quando parliamo di sequenze logiche e di sequenze causali usiamo le stesse parole; diciamo: “Se" si accettano le definizioni e i postulati di Euclide, "allora" due triangoli che abbiano i tre lati ordinatamente uguali sono tra loro uguali”. E diciamo: “Se" la temperatura scende sotto lo zero, "allora" l'acqua comincia a gelare”.
Ma il "se...allora" del sillogismo logico è molto diverso dal "se...allora" della causalità.
In un calcolatore, che lavora per causa ed effetto e dove un transistor ne eccita un altro, le sequenze causali vengono usate per "simulare" la logica. Trent'anni fa ci si chiedeva: può un calcolatore simulare tutti i processi logici? La risposta era sì, ma la domanda era certamente sbagliata. Avremmo dovuto chiedere invece: può la logica simulare tutte le sequenze causali? E la risposta sarebbe stata no.
Quando le sequenze causali diventano circolari (o più complesse), la descrizione o proiezione di queste sequenze sulla logica, che è atemporale, diventa contraddittoria. Si generano paradossi che la logica pura non può tollerare. Come esempio può andar bene il circuito di un comune campanello, uno degli apparenti paradossi che si producono in milioni di casi di omeostasi ricorrenti in biologia.
Il circuito del campanello
Il circuito del campanello
è costruito in modo da essere percorso da corrente quando l'armatura fa contatto con l'elettrodo; ma il passaggio della corrente attiva l'elettromagnete L, il quale attira l'armatura interrompendo il contatto. Allora la corrente non percorre più il circuito, l'elettromagnete si disattiva e l'armatura torna a ristabilire il contatto facendo ricominciare il ciclo.
Descriviamo questo ciclo nei termini di una sequenza causale:
Se si stabilisce il contatto, allora il magnete viene attivato.
Se il magnete viene attivato, allora il contatto viene interrotto.
Se il contatto viene interrotto, allora il magnete viene disattivato.
Se il magnete viene disattivato, allora si stabilisce il contatto.
Questa successione è del tutto soddisfacente purchè‚ s'intenda chiaramente che i nessi "se... allora" sono "causali". Trasferiti con un bisticcio nel mondo della logica i "se" e gli "allora" creerebbero il caos:
Se il contatto viene stabilito, allora il contatto viene interrotto.
Se P, allora non-P.
Il "se...allora" della causalità contiene il "tempo", mentre il "se...allora" della logica è atemporale; ne segue che la logica è un modello incompleto della causalità.