Ora c'erano due tipi di Qualità che però non la spezzavano più. Ne erano soltanto due diversi aspetti temporali, quello breve e quello lungo. Prima si richiedeva una gerarchia metafisica così concepita:
Fedro, invece, ne aveva formulata una che si presentava così:
Posò la matita e... sentì che qualcosa cedeva. Come se qualcosa, dentro di lui, fosse stato forzato e spezzato. E dopo fu troppo tardi.
Si accorse di essersi allontanato dalla sua posizione originale. Non stava più parlando di una trinità metafisica, ma di un monismo assoluto. La Qualità era la fonte e la sostanza di ogni cosa.
Una nuova ondata di evocazioni filosofiche gli si presentò alla mente. Hegel, con il suo Spirito Assoluto, si era espresso allo stesso modo. Anch'esso era indipendente sia dall'oggettività sia dalla soggettività.
Comunque, Hegel aveva detto che lo Spirito Assoluto era la fonte di ogni cosa, poi però aveva escluso l'esperienza romantica dal «tutto» di cui esso era la fonte. L'assoluto hegeliano era completamente classico, completamente razionale e completamente ordinato.
La Qualità no.
Fedro rammentò che Hegel era stato ritenuto il ponte tra la filosofia occidentale e quella orientale. Il Vedanta degli Indù, la Via dei Taoisti, persino il Buddha erano stati descritti come monismi assoluti simili alla filosofia hegeliana. In ogni caso, a quell'epoca Fedro non era sicuro che le Unità mistiche e i monismi metafisici fossero intercambiabili, dal momento che le Unità mistiche non seguono regole mentre i monismi metafisici sì. La sua Qualità era un'entità metafisica, non mistica. O invece era mistica? Qual era la differenza?
Si rispose che la differenza stava nella definizione. Le entità metafisiche sono definite. Quelle mistiche no. Ed era questo che rendeva mistica la Qualità. No. In realtà era l'uno e l'altro. Fino a quel momento l'aveva considerata metafisica in termini puramente filosofici, e tuttavia si era sempre rifiutato di definirla. E anche questo la rendeva mistica. L'indefinibilità la liberava dalle regole della metafisica.
Allora, d'impulso, si avvicinò a uno scaffale e prese un quadernetto blu su cui, anni prima, non riuscendo a trovarne una copia in vendita da nessuna parte, aveva ricopiato l'antico Tao Te Ching di Lao Tzu: risaliva a duemilaquattrocento anni prima. Incominciò a leggere le righe che tante volte aveva letto in passato, ma questa volta le studiò per vedere se avrebbe funzionato una certa sostituzione.
Lesse:
La Qualità che può essere definita non è la Qualità Assoluta.
Era quello che aveva detto lui.
I termini che le possono venire attribuiti non sono termini Assoluti.
È l'origine del cielo e della terra.
Quando ha un nome è la madre di tutte le cose.
Esattamente.
La Qualità [la Qualità romantica] e le sue manifestazioni [la Qualità classica] condividono la medesima natura. Essa è designata con termini diversi [soggetti e oggetti] quando diventa classicamente manifesta.
L'insieme di Qualità romantica e Qualità classica può essere definito il «mistico».
Procedendo di mistero in mistero, andando sempre più a fondo, si giunge alla porta dei segreti di tutta la vita.
La Qualità è dappertutto.
Ed è inesauribile!
Insondabile!
Come l'antenata di tutte le cose...
E tuttavia che resti limpida come acqua.
Generata da non so chi,
essa è l'immagine di ciò che fu prima di Dio.
...Perenne, perenne resta tra le cose. Accostatevi ad essa, e non avrà difficoltà a servirvi.
Ciò che si guarda ma non si vede, ciò che si ascolta ma non si ode... ciò che si afferra ma non si tocca... sfugge alle nostre indagini e quindi si fonde e si fa uno.
Il suo sorgere non ci da la luce, né il suo tramonto ci da le tenebre. Continua, incessante, ineffabile,
essa torna al Nulla.
Ecco perché si chiama forma dell'informe,,
immagine del Nulla.
Ecco perché si chiama elusiva.
Valle incontro e non ne vedrai il volto,
seguila e non ne vedrai il dorso.
Se ti attieni alla Qualità di ciò che è vecchio,
puoi conoscere gli esordi primordiali.
Che sono la continuità della Qualità.
Proprio così. Questo era ciò che lui aveva sempre detto, anche se in modo dimesso e meccanico. In questo libro non c'era niente di vago o di inesatto. Il linguaggio era diverso, e così le radici e le origini. Fedro era di un'altra valle e vedeva quello che c'era in questa: non come una storia raccontata da stranieri, ma come parte della sua valle. Ora capiva tutto.
Aveva decifrato il codice.
Continuò a leggere. Non una discrepanza. Quello che lui aveva sempre chiamato Qualità, qui era il Tao, la grande forza centrale generatrice di tutte le religioni, dell'Oriente e dell'Occidente, del passato e del presente, di tutto lo scibile, di tutto.
Poi l'occhio della sua mente alzò lo sguardo e colse la sua immagine e capì dove lui era e ciò che vedeva e... non so che cosa sia veramente successo... ma ora il cedimento che aveva avvertito prima, la frattura interna della mente, prese velocità come i massi in cima alla montagna. Prima che potesse fermarlo, il subitaneo cumulo di consapevolezza cominciò a crescere, a crescere fino a diventare una valanga incontrollabile, finché non rimase in piedi più niente.
Niente di niente.
Gli franò tutto sotto i piedi.