martedì 6 dicembre 2011

arTao

When I am pregnant (1992)
C-curve (2007)
Anish Kapoor

"Artists don't make objects. Artists make mythologies."
Dirty Corner
Thought Experiment: 56 Leonard Street

ANISH KAPOOR

Anish Kapoor page at 

il Te del Tao: XXXI - DESISTERE DALLE OPERAZIONI MILITARI


XXXI - DESISTERE DALLE OPERAZIONI MILITARI

Ecco che son le belle armi:
strumenti del malvagio
che le creature han sempre detestati.
Per questo non rimane chi pratica il Tao.
Il saggio, che è pacifico, tiene in pregio la sinistra,
chi adopra l'armi tiene in pregio la destra.
Ecco che son l'armi:
strumenti del malvagio
non strumenti del saggio,
il quale li adopra solo se non può farne a meno.
Avendo per supreme pace e quiete,
ei vince ma non se ne compiace,
chi se ne compiace
gioisce nell'uccidere gli uomini.
Ora chi gioisce nell'uccidere gli uomini
non può attuare i suoi intenti nel mondo.
Nelle gesta fauste si tiene in onore la sinistra,
nelle gesta infauste si tiene in onore la destra.
Il luogotenente sta alla sinistra,
il duce supremo sta alla destra:
assume il posto del rito funebre.
Quei che gli uomini ha ucciso in massa
li piange con cordoglio e con tristezza:
la vittoria in guerra gli assegna il posto del rito funebre.

Tao tra le nuvole


Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio

Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell'airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri

Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore

Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai

Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.

Asperatus clouds, Ken Prior
Mammatus clouds
North Lincoln, Nebraska, July 2014
https://cloudappreciationsociety.org/

Vite Passate (la Luna) - XVIII Major


Le mani dell'esistenza assumono la forma dei genitali femminili, l'apertura della madre cosmica, rivelando all'interno una miriade di immagini, volti di altre epoche. Potrebbe essere divertente fantasticare su vite passate famose, ma è solo una distrazione. Ciò che conta veramente è vedere e comprendere gli schemi karmici delle nostre vite, e il loro aver radici in un ciclo ripetitivo e senza fine che ci intrappola in un comportamento inconscio. Le due lucertole arcobaleno poste lateralmente rappresentano ciò che si conosce e ciò che non si conosce: sono i custodi dell'inconscio, e si accertano che noi si sia pronti per una visione, altrimenti sconvolgente. Un'intuizione dell'eternità della nostra esistenza è un dono, e comprendere la funzione del karma nelle nostre vite non è qualcosa che si possa cogliere in base a uno sforzo di volontà. Questo è un invito al risveglio: gli eventi della tua vita cercano di mostrarti uno schema di comportamento antico come il viaggio della tua anima.

Il bambino può diventare consapevole solo se nella sua vita precedente ha meditato a sufficienza, se ha creato sufficiente energia meditativa per lottare contro l'oscurità che la morte porta con sé. Ci si perde semplicemente in un oblio, poi d'acchito ci si trova in un nuovo ventre e si dimentica completamente il vecchio corpo. Esiste uno stacco: questa oscurità, questa incoscienza crea la discontinuità. L'Oriente ha operato strenuamente per penetrare queste barriere - e diecimila anni di lavoro non sono stati vani. Chiunque può penetrare la vita o le vite passate. Ma per farlo dovrai scendere in profondità nella tua meditazione, per due ragioni: se non scendi in profondità, non puoi scoprire la soglia su un'altra vita; in secondo luogo, devi essere in profonda meditazione perché, se scopri la soglia di un'altra vita, la tua mente verrà inondata da una marea di eventi. E' abbastanza arduo persino sostenere una sola vita...

XVII Tao




lunedì 5 dicembre 2011

gioco e fantasia del Tao - 3


3. Il primo chiaro passo nella formulazione dell'ipotesi che guida questa ricerca lo feci nel gennaio del 1952, quando mi recai allo Zoo Fleischhacker di San Francisco per ricercare criteri di comportamento capaci di indicare se un  dato organismo è o no in grado di riconoscere che i segni emessi da lui stesso e da altri membri della sua specie sono segnali. In teoria, mi ero fatto un'idea di come potessero essere  tali criteri, e avevo anche in mente che il presentarsi di segni (o segnali) metacomunicativi nel flusso dell'interazione tra gli animali potesse indicare che gli animali sono almeno in parte consapevoli (consciamente o inconsciamente) che i segni con cui essi metacomunicano sono segnali.
Ovviamente sapevo che non avevo probabilità di trovare messaggi enunciativi tra mammiferi diversi dall'uomo, ma ancora non sapevo che i dati che avrei ricavato dagli animali mi avrebbero costretto a una revisione pressoché totale  del mio pensiero. Quello in cui mi imbattei allo zoo è un fenomeno ben noto a tutti: vidi due giovani scimmie che giocavano, cioè erano impegnate in una sequenza interattiva, le cui azioni unitarie, o segnali, erano simili, ma non identiche, a quelle del combattimento. Era evidente, anche all'osservatore umano, che la sequenza nel suo complesso non era un combattimento, ed era evidente all'osservatore umano che, per le scimmie che vi partecipavano, questo era "non combattimento".
Ora questo fenomeno, il gioco, può presentarsi solo se gli organismi partecipanti sono capaci in qualche misura di metacomunicare, cioè di scambiarsi segnali che portino il messaggio: "Questo è un gioco ".
Konrad Lorenz
(A Theory of Play and Fantasy, 1954) - 2

giovedì 1 dicembre 2011

1Q84 TAO


 Nel taxi la radio trasmetteva un programma di musica classica in FM. Il brano era la Sinfonietta di Janáček. Non esattamente la musica più adatta da sentire in un taxi bloccato nel traffico. E del resto nemmeno l’autista sembrava ascoltarla con troppa attenzione. L’uomo, di mezza età, era impegnato a guardare in silenzio la fila interminabile di auto che aveva davanti, come un pescatore provetto che, ritto a prua, scruta un minaccioso gorgo di correnti. Aomame, sprofondata nel sedile posteriore, gli occhi leggermente socchiusi, ascoltava la musica.
Quante persone ci saranno al mondo che, sentendo l’attacco della Sinfonietta di Janáček, possono dire con sicurezza che si tratta proprio della Sinfonietta di Janáček? La risposta potrebbe variare tra “pochissimi” e “quasi nessuno”. Eppure, per qualche ragione, Aomame era in grado di riconoscerla.


NON FATEVI INGANNARE DALLE APPARENZE

E’ l’Aprile del 1984 a Tokyo.
Aomame (“piselli verdi” in giapponese) è su un taxi bloccato nel traffico sulla tangenziale mentre si reca ad un appuntamento per una missione: uccidere un violentatore sadico con un tecnica che simula la morte naturale, trafiggendolo con un ago acuminato in un punto preciso della nuca.
Dallo stereo emergono le note del primo movimento di un brano classico e Aomame, che non conosce nulla di musica classica, si chiede come possa sapere che quel brano è la Sinfonietta, che il suo autore è Janácek, che è boemo e che è stata composta nel 1926.
L’autista le fà presente che è impossibile che giunga in tempo al suo appuntamento e che, comunque, è impossibile uscire dalla tangenziale bloccata. Poi, quasi casualmente, dice che in effetti, volendo, una soluzione ci sarebbe, anche se non proprio usuale. Poco più avanti c’è una piazzola, e da questa una scala di emergenza conduce alla strada statale sottostante da dove si può raggiungere facilmente la metropolitana.
Aomame riflette e quando inizia l’ultimo movimento della Sinfonietta prende una decisione. Mentre paga e stà per scendere l’autista le chiede se vuole la ricevuta, le raccomanda di fare attenzione e poi dice:

E anche, la prego di ricordare: le cose non sono come sembrano

Aomame gli chiede che cosa significhi e l’autista, scegliendo attentamente le parole, risponde che quello che stà per fare è piuttosto inusuale. La gente normalmente non scende le scale di emergenza della tangenziale in pieno giorno, specialmente se sono donne. E quando qualcuno fà qualcosa del genere, dopo il paesaggio quotidiano delle cose può essere leggermente diverso. Le cose possono sembrare diverse da prima. Ma non ci si deve far ingannare dall’apparenza: la realtà è una sola.
L’uomo ripete lentamente le parole, come se sottolineasse un passaggio importante in un libro:

C’è sempre, come ho detto, una sola realtà

Aomame è colpita da questo strano commento e risponde che certo, la realtà è una sola.
Percorrendo il bordo Aomame raggiunge la piazzola, scavalca una bassa recinzione e scende dalla scala, sotto lo sguardo delle molte persone nelle vetture ferme.
Facendo così, gradualmente, uscirà dal 1984 per entrare in








Live in Montreux,1997

"Orwell scrisse il suo romanzo 1984 pensando al futuro, io con il mio libro voglio fare il contrario, guardare il passato però senza smettere di vedere il futuro. È la mia operà più ambiziosa."

Murakami Haruki
Premio Nobel per la Letteratura 201Q