giovedì 1 dicembre 2011

1Q84 TAO


 Nel taxi la radio trasmetteva un programma di musica classica in FM. Il brano era la Sinfonietta di Janáček. Non esattamente la musica più adatta da sentire in un taxi bloccato nel traffico. E del resto nemmeno l’autista sembrava ascoltarla con troppa attenzione. L’uomo, di mezza età, era impegnato a guardare in silenzio la fila interminabile di auto che aveva davanti, come un pescatore provetto che, ritto a prua, scruta un minaccioso gorgo di correnti. Aomame, sprofondata nel sedile posteriore, gli occhi leggermente socchiusi, ascoltava la musica.
Quante persone ci saranno al mondo che, sentendo l’attacco della Sinfonietta di Janáček, possono dire con sicurezza che si tratta proprio della Sinfonietta di Janáček? La risposta potrebbe variare tra “pochissimi” e “quasi nessuno”. Eppure, per qualche ragione, Aomame era in grado di riconoscerla.


NON FATEVI INGANNARE DALLE APPARENZE

E’ l’Aprile del 1984 a Tokyo.
Aomame (“piselli verdi” in giapponese) è su un taxi bloccato nel traffico sulla tangenziale mentre si reca ad un appuntamento per una missione: uccidere un violentatore sadico con un tecnica che simula la morte naturale, trafiggendolo con un ago acuminato in un punto preciso della nuca.
Dallo stereo emergono le note del primo movimento di un brano classico e Aomame, che non conosce nulla di musica classica, si chiede come possa sapere che quel brano è la Sinfonietta, che il suo autore è Janácek, che è boemo e che è stata composta nel 1926.
L’autista le fà presente che è impossibile che giunga in tempo al suo appuntamento e che, comunque, è impossibile uscire dalla tangenziale bloccata. Poi, quasi casualmente, dice che in effetti, volendo, una soluzione ci sarebbe, anche se non proprio usuale. Poco più avanti c’è una piazzola, e da questa una scala di emergenza conduce alla strada statale sottostante da dove si può raggiungere facilmente la metropolitana.
Aomame riflette e quando inizia l’ultimo movimento della Sinfonietta prende una decisione. Mentre paga e stà per scendere l’autista le chiede se vuole la ricevuta, le raccomanda di fare attenzione e poi dice:

E anche, la prego di ricordare: le cose non sono come sembrano

Aomame gli chiede che cosa significhi e l’autista, scegliendo attentamente le parole, risponde che quello che stà per fare è piuttosto inusuale. La gente normalmente non scende le scale di emergenza della tangenziale in pieno giorno, specialmente se sono donne. E quando qualcuno fà qualcosa del genere, dopo il paesaggio quotidiano delle cose può essere leggermente diverso. Le cose possono sembrare diverse da prima. Ma non ci si deve far ingannare dall’apparenza: la realtà è una sola.
L’uomo ripete lentamente le parole, come se sottolineasse un passaggio importante in un libro:

C’è sempre, come ho detto, una sola realtà

Aomame è colpita da questo strano commento e risponde che certo, la realtà è una sola.
Percorrendo il bordo Aomame raggiunge la piazzola, scavalca una bassa recinzione e scende dalla scala, sotto lo sguardo delle molte persone nelle vetture ferme.
Facendo così, gradualmente, uscirà dal 1984 per entrare in








Live in Montreux,1997

"Orwell scrisse il suo romanzo 1984 pensando al futuro, io con il mio libro voglio fare il contrario, guardare il passato però senza smettere di vedere il futuro. È la mia operà più ambiziosa."

Murakami Haruki
Premio Nobel per la Letteratura 201Q


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