giovedì 14 febbraio 2013

il Tao dei morti


Il Bardo Thödol - la liberazione attraverso l'ascolto durante lo stato intermedio - noto in occidente sotto il titolo di Libro Tibetano dei Morti, è un testo funerario della letteratura del lignaggio tibetano Nyingmapa. Il testo, scritto intorno all'VIII secolo e riprendente conoscenze anteriori, descrive in dettaglio le procedure da seguire da parte degli officianti del rito funerario prima, durante e dopo la morte per aiutare la coscienza durante il bardo - lo stato intermedio tra la morte e la successiva rinascita/reincarnazione - durante il quale si presentano varie fasi e passaggi.
La concezione - esattamente opposta a quella scientifica occidentale - che sia la coscienza a incarnarsi nel corpo e non il corpo a far emergere la coscienza - è naturalmente comune a molte tradizioni religiose occidentali ed orientali, così come quella di officiare nei giorni seguenti la morte riti e preghiere per il defunto. La differenza qualitativa di questo testo di pratiche è il fatto che si ritiene basato sull'esperienza diretta di numerosi praticanti lungo diversi secoli, in prevalenza monaci tibetani, i quali hanno "viaggiato" in stato meditativo nello stato intermedio post-mortem e ne hanno sperimentato le varie fasi, riportandone dei metodi per aiutare ogni persona dopo la morte ad uscire dal ciclo delle rinascite, la liberazione, oppure a raggiungere la rinascita migliore per la specifica persona, il trasferimento. In questo senso, a differenza della maggior parte delle altre tradizioni religiose, si può considerare come un testo scientifico di tecniche per la coscienza dopo la morte durante lo stato intermedio.


LIBRO I        Il Chikhai Bardo ed il Chönyid Bardo

E qui spiegato il confronto faccia a faccia con la Realtà nello Stato Intermedio: ovvero la grande liberazione attraverso lascolto mentre ci si trova nel piano dellaldilà, grazie alla “Profonda Dottrina dell'Emancipazione della Coscienza attraverso la Meditazione sulle Divinità Pacifiche e sulle Divinità Furiose.”

Il Trasferimento del Principio Cosciente

Attraverso le Guide, gli intelletti più elevati dovrebbero essere liberati con assoluta sicurezza; ma se non lo fossero, allora, mentre si trovano nello Stato Intermedio dei Momenti della Morte, dovrebbero praticare il Trasferimento, che conduce automaticamente alla liberazione grazie al semplice ricordarsene.
Perciò anche i devoti con facoltà mentali comuni dovrebbero essere sicuramente liberati, ma lo saranno solo se, mentre si trovano nello Stato Intermedio della Realtà, persisteranno nell‟ascoltare questa Grande Dottrina di Liberazione attraverso la Lettura.
Pertanto, i devoti dovrebbero per prima cosa esaminare i sintomi della morte mentre, progressivamente, questi si manifestano (nel loro corpo morente), seguendo l’Auto-Liberazione (attraverso l’osservazione delle) Caratteristiche dei Sintomi della Morte. Poi, quando tutti i sintomi della morte si saranno manifestati completamente, essi dovrebbero applicare il Trasferimento, che conferisce la liberazione attraverso il solo ricordo del procedimento.

La Lettura di questo Thödol

Se il trasferimento è stato effettivamente determinato, non è necessario leggere questo Thödol; ma se il Trasferimento non è stato effettivamente determinato, allora questo Thödol deve essere letto, correttamente ed in modo comprensibile, accanto al corpo del defunto.
Se non c’è la salma, allora il letto o la sedia del defunto deve essere occupato dal lettore, che deve impersonare il potere della Verità. Quindi, evocando lo spirito del defunto, leggerà, immaginando che questo sia presente ed in ascolto. Durante questo tempo a nessun parente ed a nessuna persona cara sarà permesso di piangere o di gemere, poiché questo non è bene per il defunto. È pertanto fondamentale che costoro si trattengano.
Se il corpo è presente, nel momento stesso in cui termina l‟ultimo respiro, il Lama (che è stato la guida spirituale del defunto) o un fratello della Fede che egli professava, o un amico per il quale il defunto provava grande affetto, porrà le labbra vicino ad un suo orecchio e, facendo attenzione a non toccarlo, leggerà per lui questo Grande Thödol.
 
Applicazione Pratica di questo Thödol da parte dell'Officiante

Ed ora la spiegazione del Thödol stesso.
Se potete mettere insieme una grande offerta, donatela in adorazione della Trinità. Se ciò non è possibile, allora raccogliete qualsiasi oggetto su cui potete concentrare i vostri pensieri e create mentalmente un’offerta illimitata e offritela in adorazione.
Quindi devono essere recitate sette volte oppure tre volte il “Sentiero dei Buoni Voti per Invocare l’Aiuto dei Buddha e dei Bodhisattva”.
Dopo questo, recitate il “Sentiero dei Buoni Voti che Proteggono dalla Paura del Bardo”, il “Sentiero dei Buoni Voti per Salvarsi dal Pericoloso ed Angusto Passaggio del Bardo”, e “I Versetti Fondamentali dei Sei Bardi” che devono essere lette in modo chiaro e con l’intonazione appropriata.
Poi questo Grande Thödol deve essere letto tre o sette volte, a seconda delle circostanze. Dapprima si ha il confronto faccia a faccia con i sintomi della morte mentre questi si verificano al momento del decesso; poi l‟applicazione del grande vivo ricordo, faccia a faccia con la Realtà mentre si trova nello Stato Intermedio; ed infine, i metodi di chiusura delle porte dell’utero quando, mentre, nello Stato Intermedio, il defunto, non liberato, cerca di rinascere.

PARTE I

Il Bardo del Momento della Morte

Istruzioni sui Sintomi della Morte, o Primo Stadio del Chikhai Bardo: La Chiara Luce Primordiale Vista al Momento della Morte

Dapprima vi è il confronto faccia a faccia con la Chiara Luce, durante lo Stato Intermedio dei Momenti della Morte:
Qui ci possono essere alcuni che, pur avendo ascoltato molte volte gli insegnamenti religiosi, non la riconoscono; ed altri che pur riconoscendola hanno scarsa familiarità con essa. Ma ogni classe di individui che hanno ricevuto gli insegnamenti pratici chiamati Guide si troveranno, se il Thödol viene applicato loro, a confrontarsi faccia a faccia con la Chiara Luce fondamentale; e, senza alcuno Stato Intermedio, otterranno il Dharma-Kāya senza nascita, attraverso il Grande Cammino Verticale.

Ecco il modo di applicazione:
La situazione migliore si ha se è disponibile il guru dal quale il defunto ha ricevuto le istruzioni preparatorie; ma se questi non c’è, allora va bene un fratello di Fede; se anche quest’ultimo non è disponibile, va bene un uomo istruito nella stessa Fede. Se nessuno di questi fosse disponibile, allora dovrebbe leggere il Thödol una persona in grado di farlo parecchie volte correttamente ed in modo comprensibile. In questo modo si riporterà alla mente del defunto quello che aveva già sentito in precedenza riguardo al confrontto faccia a faccia e arriverà a riconoscere immediatamente la Luce Fondamentale ottenendo con ogni certezza la Liberazione.
Per quanto riguarda il tempo di applicazione di queste istruzioni:
Quando cessa la respirazione, la forza vitale viene richiamata nel centro nervoso della Saggezza ed il Conoscitore sperimenta la Chiara Luce della condizione naturale. Allora, poiché la forza vitale viene scagliata indietro e vola verso il basso attraverso i nervi destro e sinistro, sorge momentaneamente lo Stato Intermedio.
Le precedenti direttive dovrebbero essere applicate prima che la forza vitale fluisca nel nervo sinistro dopo aver attraversato il centro nervoso dell’ombelico.
Il tempo necessario di norma per questo spostamento della forza vitale è quello dell’inspirazione, oppure più o meno il tempo che si impiega a consumare un pasto.
Allora il modo per l‟applicazione delle istruzioni è:
Quando il respiro è sul punto di cessare è bene che il Trasferimento sia stato realizzato con efficacia, se l’applicazione non è stata efficace, allora rivolgiti al defunto così:
“Oh, nobile essere (nome della persona), è giunto per te il momento di cercare il Sentiero (nella realtà). Il tuo respiro sta per cessare. Il tuo guru ti ha posto in precedenza in confronto faccia a faccia con la Chiara Luce; ed ora tu la stai sperimentando nella sua Realtà nello stato del Bardo, in cui tutte le cose sono come il cielo vuoto e senza nuvole, ed il nudo intelletto senza macchia è come un vuoto trasparente senza circonferenza né centro. In questo momento, riconosci te stesso e resta in questo stato. Io pure, in questo momento, sono qui faccia a faccia con te.”
Dopo averlo letto, bisogna ripeterlo molte volte all‟orecchio del morente, prima che la respirazione cessi, così da imprimerla nella mente del morente.
Se il respiro è prossimo a fermarsi, bisogna girare il morente sul fianco destro, in quella che si chiama la “Posizione del Leone Sdraiato”. Le pulsazioni delle arterie, sul lato destro e sinistro della gola, devono essere compresse.
Se la persona morente tende ad addormentarsi, o se lo stato di torpore avanza, deve essere fermato, e le arterie vanno premute gentilmente ma con fermezza. In modo che la forza vitale non sia in grado di ritornare nel nervo mediano e sia sicuro il suo passaggio attraverso l‟apertura Braminica.
Ora deve essere applicato il reale confronto faccia a faccia.
È in questo momento che il primo bagliore del Bardo della Chiara Luce di Realtà, che è lo Spirito Perfetto del Dharma-Kāya, viene sperimentato da tutti gli esseri coscienti.
L’intervallo tra la cessazione dell‟espirazione e la cessazione dell‟inspirazione è il tempo durante il quale la forza vitale rimane nel nervo mediano.
La gente comune definisce questo lo stato in cui il principio cosciente svanisce. La durata di questo stato è incerta. Dipende dalla costituzione, buona o cattiva, e dallo stato dei nervi e della forza vitale. In coloro che hanno avuto anche una piccola esperienza pratica dello stato fermo e tranquillo del dhyāna, ed in quelli che hanno nervi saldi, questo stato si mantiene per un lungo tempo.
Nel confronto faccia a faccia, la ripetizione, di quanto sopra riportato all'indirizzo del defunto, deve continuare fino a che un liquido giallognolo incomincia ad uscire dagli orifizi del cadavere.
In quelli che hanno condotto una vita cattiva o che hanno nervi fragili, lo stato succitato dura solo quanto uno schioccare di dita. Per contro, in altri, questo può durare quanto il tempo necessario a consumare un pasto.
In vari Tantra è detto che questo stato di svenimento persiste per tre giorni e mezzo. Molti altri trattati religiosi dicono quattro giorni, comunque sia, questo confronto faccia a faccia con la Chiara Luce deve essere continuato per tutto il tempo.
Quando la morte è imminente, parlando all'orecchio del morente in tono basso, lo si inciti:
“Oh, nobile essere (o, se è un prete, Venerabile Signore), non lasciare che il tuo spirito venga distratto.”
Se è un fratello di Fede, o qualche altra persona, allora lo si chiami per nome, e si dica così:
“Oh, nobile essere, nome della persona, ciò che è chiamata morte è ora giunta da te, decidi così: Ecco l‟ora della mia morte. Per trarre profitto da questa mia morte, agirò per il bene di tutti gli esseri coscienti, che popolano le infinite immensità dei cieli, così da ottenere lo stato Perfetto del Buddha, mi rivolgerò loro con amore e compassione e dirigerò tutto il mio sforzo verso l’Unica Perfezione.”
“Forma così i tuoi pensieri, particolarmente nel momento in cui il Dharma-Kāya della Chiara Luce, nello stato successivo alla morte, può essere realizzato per il bene di tutti gli esseri coscienti, e sappi che tu ti trovi in questo stato; decidi di ottenere il massimo dono dello Stato del Gran Simbolo, nel quale ora ti trovi:
Anche se non posso rendermene conto, pure io riconoscerò questo Bardo e, dominando il Gran Corpo d’Unione del Bardo, apparirò in qualunque forma possa recare beneficio a tutti gli esseri, indistintamente. Servirò tutti gli esseri senzienti, infiniti nel loro numero come i confini del cielo.
Mantenendoti risoluto in questa decisione, cerca di ricordare le pratiche di devozione che eri uso praticare durante la tua vita.”
Nel dire questo, il lettore potrà avvicinare le sue labbra all'orecchio, e lo ripeterà in modo comprensibile, imprimendolo chiaramente sulla persona morente, così da impedire al suo spirito di distrarsi anche per un solo istante.
Quando l’ultimo respiro è stato esalato, si deve comprimere con decisione il nervo del sonno. Se si tratta di un Lama o di una persona più elevata o più istruita di te, inculcagli queste parole:
“Reverendo Signore, ora che stai sperimentando la Chiara Luce Fondamentale, cerca di restare in questo stato che stai sperimentando.”
Nel caso si tratti di altre persone, il lettore si porrà in confronto faccia a faccia in questo modo:
“Oh, nobile essere (il suo nome), ascolta. Stai ora sperimentando lo Splendore della Chiara Luce di Pura Realtà. Riconoscila
Oh, nobile essere, il presente intelletto, nella vuota natura reale, senza alcun aspetto di caratteristica o di colore, naturalemente vuoto, è la vera Realtà, il Bene Universale.
Il tuo intelletto, che è ora vuoto, non va però considerato come il vuoto del nulla, ma come l’intelligenza stessa, senza ostacoli, brillante, palpitante e felice, nella piena consapevolezza, il Buddha Universalmente Buono.
La tua coscienza, non formata in nessuna cosa, che è in realtà vuota, ed il tuo intelletto, brillante e felice, sono inseparabili. La loro unione è lo stato di Dharma-Kāya di Illuminazione Perfetta.
La tua coscienza brillante, vuota e inseparabile dal Gran Corpo di Splendore, non ha né nascita né morte, ed è la Luce Immutabile, il Buddha Amitābha.
È sufficiente conoscere questo. Riconoscere la vacuità del tuo intelletto è lo stato di Buddha, e considerarlo come la tua stessa coscienza è mantenersi nel divino spirito del Buddha.”
Ripetete questo distintamente e chiaramente tre o sette volte. Ciò richiamerà allo spirito del morente i precedenti confronti faccia a faccia fatti in vita con il suo guru. In secondo luogo, farà sì che la nuda coscienza venga riconosciuta come Chiara Luce; ed in terzo luogo, riconoscendo la propria essenza, il morente si unirà permanentemente al Dharma-Kāya e la Liberazione sarà certa.

dalla versione di W.Y. Evans - Wentz

La copia originale del Bardo Thödol è conservata nel monastero di Bhutia Busty Bompa, Darjeeling, India

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