mercoledì 16 febbraio 2011

cosa vediamo del Tao?

Uno dei campi della complessità dove si è concentrata al massimo la ricerca è quello della neurofisiologia del sistema della visione, ovvero come e cosa vediamo.
Il sistema visivo del cervello anatomicamente e fisiologicamente è ampiamente conosciuto:



L'immagine formata sulla retina dell'occhio e codificata  viene trasportata dal nervo ottico nel nucleo genicolato laterale (NGL), che ha sede nel talamo, da dove partono delle vie nervose verso la corteccia visiva (CV), la parte del cervello che elabora specificamente le informazioni che provengono dal nervo ottico. In particolare le immagini dell'occhio destro vengono elaborate dalla corteccia visiva nell'emisfero sinistro, e viceversa.
Il flusso di informazione visiva seguendo questo modello anatomico-funzionale viene rappresentato come:


Seguendo questo modello si sono dedicati migliaia (letteralmente) di lavori ed articoli. La conseguenza diretta di un modello di questo tipo è l'approccio rappresentazionista al cervello, schematizzato da Maturana e Varela con la figura di Cesare che guarda l'Aquila imperiale:

"L'aquila di Cesare viene rappresentata nel suo cervello attraverso il flusso di attività (il nastro di pellicola) che subisce un "trattamento" (da parte di qualche piccolo operatore) e che produce in seguito la prova comportamentale del riconoscimento grazie alla parola "aquila" (attraverso canne d'organo scelte accuratamente"
Un modello di questo tipo è anche quello che viene normalmente assunto dal senso comune: un oggetto fuori di noi viene rappresentato in qualche modo dentro la nostra testa; più tecnicamente ad un oggetto nel campo visivo si associano schemi di attività neuronale specifici, tipicamente nella corteccia visiva primaria. La conseguenza estrema avviene quando ci si immagina noi stessi, dove il noi stessi immaginato naturalmente immagina un se stesso e così via, come nella seguente figura di Von Foester, un caso di  solipsismo estremo:


In realtà il modello effettivo dei flussi di informazione visiva nel cervello è radicalmente diverso, si avvicina di più al seguente tipo (NPG: nucleo perigenicolato; Coll. Sup.: collicolo superiore; Ipo.: ipotalamo; FRM: formazione reticolare del mesencefalo):


dove si sono aggiunte quelle connessioni al NGL che non provengono solo dalla retina ma anche da altre sedi centrali del cervello, tra cui la stessa corteccia visiva. La conclusione è che meno del 20% dell'informazione che arriva al corpo genicolato proviene dalla retina. La situazione, dal punto di vista di un neurone del corpo genicolato, è più simile ad cocktail party più che ad un elemento lineare  di una catena di informazioni trasmessi dalla retina alla corteccia visiva. Inoltre, le frecce tratteggiate possono essere bidirezionali per l'informazione, ad esempio la corteccia visiva riceve informazioni dal corpo genicolato ma ne trasmette anche altre verso il corpo genicolato. La conclusione di Varela è:
"... nel sistema visivo ... non esiste un flusso complessivo, il sistema è organizzato in forma reticolare, e vi è una convergenza o coerenza simultanea di tutte le parti in questione."
Francisco J. Varela, Complessità del cervello e autonomia del vivente

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