Gregory Bateson, photographer. Margaret Mead and Gregory Bateson working among the Iatmul Tambunam, 1938, Gelatin silver print. |
IL LINGUAGGIO SOTTOLINEA DI SOLITO SOLO UN ASPETTO DI QUALUNQUE INTERAZIONE.
Di solito ci esprimiamo come se una singola “cosa” potesse “avere” una qualche caratteristica. Diciamo che una pietra è “dura”, “piccola”, “pesante”, “gialla”, “densa”, “fragile”, “calda”, “in moto”, “ferma”, “visibile”, “commestibile”, “incommestibile”, eccetera.
Così è fatto il nostro linguaggio: “La pietra è dura”, e via di seguito. E' un modo di parlare che va benissimo al mercato: “Questa è una nuova marca”. “Le patate sono marce”. “Le uova sono fresche”. “Il contenitore è rotto”. “Il diamante è difettoso”. “Un chilo di mele basterà”. E così via.
Ma nella scienza o nell'epistemologia questo modo di parlare non va bene. Per pensare correttamente è consigliabile supporre che tutte le qualità, gli attributi, gli aggettivi e così via si riferiscano almeno a due insiemi di interazioni temporali.
“La pietra è dura” significa (a) che, colpita, essa si è dimostrata resistente alla penetrazione, e (b) che le "parti" molecolari della pietra sono in qualche modo tenute insieme da certe interazioni continue tra quelle stesse parti.
“La pietra è ferma” è un commento sull'ubicazione della pietra rispetto all'ubicazione di chi parla e di altre eventuali cose in moto. E' anche un commento su fatti interni alla pietra: la sua inerzia, l'assenza di distorsione interna, l'assenza di attrito superficiale e così via.
Mediante la sintassi del soggetto e del predicato il linguaggio asserisce continuamente che le “cose” in un certo modo “hanno” qualità e attributi. Un modo di parlare più preciso sottolineerebbe che le “cose” sono prodotte, sono viste separate dalle altre “cose” e sono rese “reali” dalle loro relazioni interne e dal loro comportamento rispetto ad altre cose e a chi parla.
E' necessario chiarire bene questa verità universale: le “cose”, quali che siano nel loro mondo pleromatico e 'cosale', possono entrare nel mondo della comunicazione e del significato solo mediante i loro nomi, le loro qualità e i loro attributi (cioè mediante resoconti delle loro relazioni e interazioni interne ed esterne).
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