mercoledì 11 luglio 2012

Gaia nel Tao


In due dei libri che compongono uno dei massimi capolavori della fantascienza, il Ciclo delle Fondazioni, Isaac Asimov porta l'ipotesi di Gaia di James Lovelock alle sue estreme conseguenze, immaginando un pianeta - ovviamente di nome Gaia - in cui tutti i componenti viventi e non-viventi (gli oggetti naturali e artificiali, rocce, oceani, l'aria, le montagne, i vegetali, gli abitanti del pianeta (Gaiani), la crosta e perfino il nucleo planetario) hanno caratteristiche mentali e sono tra di loro completamente interconnessi, con una consapevolezza crescente dal non-vivente al vivente. L'intero pianeta diventa quindi un'unica entità mentale che proietta nello spazio un potente campo mentale percepibile telepaticamente che si presenta, con un'analogia visiva, come una supernova che irradia nella galassia.


 















Nel descrivere la propria esperienza di essere totalmente interconnessi con ogni elemento del pianeta i Gaiani utilizzano forme come "Io/Noi/Gaia", indicando come la propria individualità sia miscelata in modo inestricabile con l'essere collettivo Gaia.

La tomba di Isaac Asimov (Petroviči, 2 gennaio 1920 – New York, 6 aprile 1992): Gaia

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