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lunedì 4 marzo 2013

Taoship


Anni fa, prima che tanti treni su linee secondarie venissero soppressi, una donna dalla fronte alta e lentigginosa e una matassa crespa di capelli rossi, si presentò in stazione per informarsi riguardo alla spedizione di certi mobili.
L'impiegato faceva sempre un po' lo spiritoso con le donne, specie con quelle bruttine, che sembravano apprezzare.
- Mobili? - disse, come se nessuno avesse mai avuto prima un'idea simile. - Dunque, vediamo. Di che genere di mobili stiamo parlando?
- Un tavolo da pranzo con sei sedie. Una camera da letto completa, un divano, un tavolo basso, alcuni tavolini, una lampada a stelo. E anche una cristalliera e una credenza.
- Accidenti. Una casa intera.
- Non direi proprio, - ribatté lei. - Mancano le cose di cucina e ci sono mobili per una sola camera da letto.
Aveva tutti i denti ammucchiati davanti, come se fossero pronti a litigare.
- Le servirà il furgone, - fece lui.
- No, voglio spedirli per ferrovia. Vanno a ovest, nel Saskatchewan.
Gli si rivolgeva a voce alta, come se fosse sordo o scemo, e c'era qualcosa di strano nel modo in cui pronunciava le parole. Un accento. Olandese, pensò lui - c'era parecchio movimento di olandesi in quella zona -, anche se, delle donne olandesi, a questa mancava la stazza o la bella carnagione rosea o i capelli biondi. Poteva essere sotto i quaranta, ma che importanza aveva? Miss bellezza non doveva esserlo stata mai. 
L'uomo si fece molto professionale.
- Prima di tutto le ci vorrà il furgone per trasferire la roba qui da dovunque si trovi. E poi, sarà meglio controllare che in questo posto nel Saskatchewan ci passi il treno. Se no, dovrò farla venire a prendere, che so, a Regina.
- E’ Gdynia, - disse. - Il treno ci passa.
Lui prese una guida cincischiata che stava appesa a un chiodo, e le chiese come si scriveva. Lei si servì della matita a sua volta legata a una corda e scrisse su un pezzo di carta estratto dalla borsetta: GDYNIA.
- E che razza di nome sarebbe?
Disse che non lo sapeva.
Le prese la matita per scorrere rigo a rigo.
- Un sacco di posti da quelle parti sono pieni di cechi, di ungheresi e di ucraini, - commentò. Mentre lo diceva gli venne in mente che la donna poteva essere una di loro. Be', e allora? Stava solo esprimendo un dato di fatto.
- Eccola qui. Tutto a posto. C'è la ferrovia.
- Sì, - disse lei. - Voglio spedire la roba venerdì. E’ possibile?
- Possiamo spedirla, ma non posso prometterle che arriverà in un certo giorno, - fece lui. - Tutto dipende dalle priorità. Ci sarà qualcuno a occuparsene quando arriva?
- Sì.
- E’ un treno misto, merci e passeggeri, quello di venerdì, delle quattordici e diciotto. Il furgone passa a ritirare la roba venerdì mattina. Lei abita qui in paese?
Annuì, mentre scriveva il suo indirizzo: 106, Exhibition Road.
Era da poco che in comune avevano distribuito i numeri civici, perciò lui non riusciva a immaginare il punto esatto, pur sapendo dove si trovava Exhibition Road. Se lei avesse fatto il nome di McCauley, in quel momento, l'uomo avrebbe forse mostrato maggior interesse, e le cose avrebbero magari preso una piega diversa. C'erano abitazioni nuove in quella zona, costruite dopo il conflitto, anche se la gente le chiamava le «case del tempo di guerra». Immaginò che si trattasse di una di quelle. 
- Pagamento alla spedizione, - le disse.
- Voglio anche un biglietto per me sullo stesso treno. Venerdì pomeriggio.
- Stessa destinazione?
- Sì.
- Può viaggiare sullo stesso treno fino a Toronto, ma poi dovrà aspettare il transcontinentale che parte alle dieci e mezza di sera. Vuole un vagone letto o regolare? Nel vagone letto avrà la cuccetta, in quello regolare dovrà stare seduta.
Disse che seduta andava bene.
- A Sudbury dovrà aspettare il Montreal, ma senza scendere: smistano solo le carrozze, e le attaccano alla motrice del Montreal. Lo stesso a Port Arthur, e poi a Kenora. Lei resta sul treno fino a Regina; lì invece cambia, e prende il locale.
Annuì, come per dirgli di non farla lunga e di darle il biglietto.
Rallentando, lui disse: - Ma non le assicuro che i mobili arriveranno insieme a lei, anzi, credo che ci metteranno un paio di giorni in più. E’ questione di precedenze. Qualcuno viene a prenderla?
- Sì.
- Bene. Perché è probabile che non sia granché, come stazione. Da quelle parti, i paesi non sono come qui. Sono posti abbastanza rudimentali.
Pagò il suo biglietto, sfilando il denaro da un rotolo di banconote in un sacchetto di tela che teneva in borsa.
Come una vecchietta. Contò anche il resto. Ma non come avrebbe fatto una vecchia. Passò in rassegna rapidamente gli spiccioli sulla mano, ma era chiaro che non le stava sfuggendo un centesimo. Poi girò sui tacchi e se ne andò senza salutare.
- A venerdì, - le disse lui.
In quella tiepida giornata di settembre, la donna indossava un soprabito lungo e semplice, su scarpe sfondate coi lacci, e calzini alla caviglia.
L'impiegato si stava versando del caffè dal thermos quando lei tornò indietro e batté sul vetro dello sportello.
- I mobili che spedisco, - disse. - E tutta roba buona, come nuova. Non vorrei che si graffiassero, o si ammaccassero, che si danneggiassero, insomma. E non vorrei neppure che arrivassero puzzolenti di carro bestiame.
- Be', senta, - disse lui. - Qui in ferrovia siamo piuttosto esperti in fatto di spedizioni. Tendiamo a non usare gli stessi vagoni per mobili e maiali, ad esempio.


Marc Chagall, Io e il mio paese, 1911, MoMa, NYC

martedì 19 febbraio 2013

il tocco imperiale del Tao


Vladimir Ashkenazy, third movement "Rondo"
Beethoven´s Piano Concerto No. 5 "Emperor".
London´s Royal Festival Hall 1974.
London Philharmonic Orchestra conducted by Bernard Haitink.


lunedì 18 febbraio 2013

il tocco allegro del Tao

Vladimir Horowitz
Mozart's Piano Concerto No.23 in A Major-K. 488-Allegro
The Orchestra of La Scala, Director:Carlo Maria Giulini
Sepoltura nella tomba della famiglia Toscanini, suo suocero Arturo Toscanini.
Cimitero Monumentale, Milano

The Horowitz Website

lunedì 14 gennaio 2013

Qualità è il Tao


Ora c'erano due tipi di Qualità che però non la spezzavano più. Ne erano soltanto due diversi aspetti temporali, quello breve e quello lungo. Prima si richiedeva una gerarchia metafisica così concepita:

Fedro, invece, ne aveva formulata una che si presentava così:


Posò la matita e... sentì che qualcosa cedeva. Come se qualcosa, dentro di lui, fosse stato forzato e spezzato. E dopo fu troppo tardi.
Si accorse di essersi allontanato dalla sua posizione originale. Non stava più parlando di una trinità metafisica, ma di un monismo assoluto. La Qualità era la fonte e la sostanza di ogni cosa.
Una nuova ondata di evocazioni filosofiche gli si presentò alla mente. Hegel, con il suo Spirito Assoluto, si era espresso allo stesso modo. Anch'esso era indipendente sia dall'oggettività sia dalla soggettività.
Comunque, Hegel aveva detto che lo Spirito Assoluto era la fonte di ogni cosa, poi però aveva escluso l'esperienza romantica dal «tutto» di cui esso era la fonte. L'assoluto hegeliano era completamente classico, completamente razionale e completamente ordinato.
La Qualità no.
Fedro rammentò che Hegel era stato ritenuto il ponte tra la filosofia occidentale e quella orientale. Il Vedanta degli Indù, la Via dei Taoisti, persino il Buddha erano stati descritti come monismi assoluti simili alla filosofia hegeliana. In ogni caso, a quell'epoca Fedro non era sicuro che le Unità mistiche e i monismi metafisici fossero intercambiabili, dal momento che le Unità mistiche non seguono regole mentre i monismi metafisici sì. La sua Qualità era un'entità metafisica, non mistica. O invece era mistica? Qual era la differenza?
Si rispose che la differenza stava nella definizione. Le entità metafisiche sono definite. Quelle mistiche no. Ed era questo che rendeva mistica la Qualità. No. In realtà era l'uno e l'altro. Fino a quel momento l'aveva considerata metafisica in termini puramente filosofici, e tuttavia si era sempre rifiutato di definirla. E anche questo la rendeva mistica. L'indefinibilità la liberava dalle regole della metafisica.
Allora, d'impulso, si avvicinò a uno scaffale e prese un quadernetto blu su cui, anni prima, non riuscendo a trovarne una copia in vendita da nessuna parte, aveva ricopiato l'antico Tao Te Ching di Lao Tzu: risaliva a duemilaquattrocento anni prima. Incominciò a leggere le righe che tante volte aveva letto in passato, ma questa volta le studiò per vedere se avrebbe funzionato una certa sostituzione.
Lesse:
La Qualità che può essere definita non è la Qualità Assoluta.
Era quello che aveva detto lui.
I termini che le possono venire attribuiti non sono termini Assoluti.
È l'origine del cielo e della terra.
Quando ha un nome è la madre di tutte le cose.
Esattamente.
La Qualità [la Qualità romantica] e le sue manifestazioni [la Qualità classica] condividono la medesima natura. Essa è designata con termini diversi [soggetti e oggetti] quando diventa classicamente manifesta.
L'insieme di Qualità romantica e Qualità classica può essere definito il «mistico».
Procedendo di mistero in mistero, andando sempre più a fondo, si giunge alla porta dei segreti di tutta la vita.
La Qualità è dappertutto.
Ed è inesauribile!
Insondabile!
Come l'antenata di tutte le cose...
E tuttavia che resti limpida come acqua.
Generata da non so chi,
essa è l'immagine di ciò che fu prima di Dio.
...Perenne, perenne resta tra le cose. Accostatevi ad essa, e non avrà difficoltà a servirvi.
Ciò che si guarda ma non si vede, ciò che si ascolta ma non si ode... ciò che si afferra ma non si tocca... sfugge alle nostre indagini e quindi si fonde e si fa uno.
Il suo sorgere non ci da la luce, né il suo tramonto ci da le tenebre. Continua, incessante, ineffabile,
essa torna al Nulla.
Ecco perché si chiama forma dell'informe,,
immagine del Nulla.
Ecco perché si chiama elusiva.
Valle incontro e non ne vedrai il volto,
seguila e non ne vedrai il dorso.
Se ti attieni alla Qualità di ciò che è vecchio,
puoi conoscere gli esordi primordiali.
Che sono la continuità della Qualità.

Proprio così. Questo era ciò che lui aveva sempre detto, anche se in modo dimesso e meccanico. In questo libro non c'era niente di vago o di inesatto. Il linguaggio era diverso, e così le radici e le origini. Fedro era di un'altra valle e vedeva quello che c'era in questa: non come una storia raccontata da stranieri, ma come parte della sua valle. Ora capiva tutto.
Aveva decifrato il codice.
Continuò a leggere. Non una discrepanza. Quello che lui aveva sempre chiamato Qualità, qui era il Tao, la grande forza centrale generatrice di tutte le religioni, dell'Oriente e dell'Occidente, del passato e del presente, di tutto lo scibile, di tutto.
Poi l'occhio della sua mente alzò lo sguardo e colse la sua immagine e capì dove lui era e ciò che vedeva e... non so che cosa sia veramente successo... ma ora il cedimento che aveva avvertito prima, la frattura interna della mente, prese velocità come i massi in cima alla montagna. Prima che potesse fermarlo, il subitaneo cumulo di consapevolezza cominciò a crescere, a crescere fino a diventare una valanga incontrollabile, finché non rimase in piedi più niente.
Niente di niente.
Gli franò tutto sotto i piedi.

venerdì 4 gennaio 2013

il Cammino del Tao


Il Dhammapada - tradizionalmente "i versi della dottrina" ma letteralmente "il cammino della verità" o, più accuratamente, "le orme della verità" - (pāli, in sanscrito Dharmapada o anche Udānavarga), a volte tradotto come Cammino del Dharma, è un testo del Canone buddhista conservato sia nel Canone pali (nel Khuddaka Nikāya del Sutta Piṭaka), sia nel Canone cinese (dove prende il nome di Fǎjùjīng, 法句經, e si trova nella sezione del Běnyuánbù), sia nel Canone tibetano (dove prende il nome di Ched-du brjod-pa'i choms e si trova sia nel Kanjur che nel Tanjiur). Il testo si fa risalire al V secolo a.C., in epoca quasi immediatamente successiva alla comparsa del Buddha storico, ed è composto da 423 versetti raccolti in 26 categorie. Secondo la tradizione sono parole realmente pronunciate da Siddhārtha Gautama detto "il Buddha" (colui che si è risvegliato) in diverse occasioni e rappresenta uno dei testi centrali dell'interpretazione buddhista, e - in generale - orientale, al Sé, alla Mente e alla Coscienza.

  • Versi gemelli

1.      Siamo ciò che pensiamo.
Tutto ciò che siamo
è prodotto dalla nostra mente.
Ogni parola o azione
che nasce da un pensiero torbido
è seguita dalla sofferenza,
come la ruota del carro
segue lo zoccolo del bue.
2.      Siamo ciò che pensiamo.
Tutto ciò che siamo
è prodotto dalla nostra mente.
Ogni parola o azione
che nasce da un pensiero limpido
è seguita dalla gioia,
come la tua ombra ti segue,
inseparabile.
3.      «Mi ha insultato, mi ha aggredito,
mi ha ingannato, mi ha derubato.»
Se coltivi questi pensieri
vivi immerso nell'odio.
4.      «Mi ha insultato, mi ha aggredito,
mi ha ingannato, mi ha derubato.»
Abbandonando questi pensieri
ti liberi dell'odio.
5.      In questo mondo l'odio
non può porre fine all'odio.
Solo l'amore è capace
di estinguere l'odio.
Questa è la legge eterna.
6.      In questo mondo tutti
siamo destinati a morire.
Ricordandotene,
come puoi serbare rancore?
7.      Con la stessa facilità con cui il vento
sradica un fragile albero
le tentazioni trascinano
chi è alla ricerca del piacere,
chi è avido, pigro e debole.
8.      Ma, come il vento
non riesce ad abbattere una montagna,
nessuna tentazione scuote
chi è desto, energico,
fiducioso e vive semplicemente.
9.      Se la tua mente non è limpida,
se sei insincero e incapace di controllarti,
invano indossi l'abito giallo.
10.  Se la tua mente è limpida,
se sei sincero e padrone di te,
ben ti si addice l'abito giallo.
11.  Confondendo l'essenziale e l'inessenziale
perdi di vista la tua vera natura
e coltivi vani desideri.
12.  Riconoscendo l'essenziale come tale
e l'inessenziale come tale
ritrovi la tua vera natura
e arrivi all'essenza.
13.  Come la pioggia penetra in una capanna
il cui tetto non è ben impagliato,
così le passioni si insinuano
in una mente inconsapevole.
14.  Ma una mente consapevole
è come una capanna
dal tetto ben impagliato.
15.  Chi fa del male
soffre in questo mondo e nell'altro.
16.  Chi fa del bene
gioisce in questo mondo e nell'altro.
17.  Chi fa del male
soffre in questo mondo e nell'altro.
Soffre contemplando il male che ha fatto
e ancora di più soffre
scendendo nell'oscurità.
18.  Chi fa del bene
gioisce in questo mondo e nell'altro.
Gioisce contemplando il bene che ha fatto
e ancora di più gioisce
innalzandosi nella luce.
19.  Chi recita a memoria le scritture,
ma non le mette in pratica,
è come un mandriano
che conta le vacche altrui.
Costui non è partecipe
della vita dello spirito.
20.  Ma se, pur conoscendo solo
una piccola parte delle scritture,
pratichi il dharma,
abbandoni le passioni, l'odio e le illusioni,
coltivi la saggezza e la serenità,
non hai desideri
né in questo mondo né nell'altro,
allora veramente sei partecipe
della vita dello spirito.

mercoledì 12 dicembre 2012

omaggio al Tao: Pandit Ravi Shankar


SHANKAR FAMILY STATEMENT
It is with heavy hearts we write to inform you that Pandit Ravi Shankar, husband, father, and musical soul, passed away today, December 11th, 2012.
As you all know, his health has been fragile for the past several years and on Thursday he underwent a surgery that could have potentially given him a new lease of life. Unfortunately, despite the best efforts of the surgeons and doctors taking care of him, his body was not able to withstand the strain of the surgery. We were at his side when he passed away.
We know that you all feel our loss with us, and we thank you for all of your prayers and good wishes through this difficult time. Although it is a time for sorrow and sadness, it is also a time for all of us to give thanks and to be grateful that we were able to have him as a part of our lives. His spirit and his legacy will live on forever in our hearts and in his music.

- Sukanya & Anoushka Shankar

http://www.ravishankar.org/

martedì 11 dicembre 2012

il Tao e l'ego


La storia Sufi, "Bayazid e l'Uomo Egoista", mostra quanto sia difficile per un adulto liberarsi dal condizionamento della coscienza ordinaria e della realtà consensuale, anche quando crede di volerlo:
Un giorno un uomo ritornò da Bayazid, il grande mistico del nono secolo, dicendo che aveva digiunato e pregato e così via per trent'anni e non aveva trovato la gioia che Bayazid descriveva.

Bayazid gli disse che poteva continuare per trecento anni e ancora non l'avrebbe trovata.

"Come mai?" chiese l'aspirante illuminato.

"Perché la tua vanità è una barriera per te."

"Dimmi il rimedio."

"Il rimedio è uno che non puoi mantenere."

"Comunque dimmelo."

Bayazid disse: "Devi andare dal barbiere e raderti la tua (rispettabile) barba. Togliti tutti i vestiti e avvolgiti in una fascia. Riempi un sacchetto con delle noci e mettitelo al collo. Vai al mercato e annuncia: 'Darò una noce ad chiunque mi colpirà sulla nuca.' Quindi vai alle tue udienze con i giudici affinché ti possano vedere."

"Ma non posso farlo; per favore dimmi qualcos'altro che vada bene lo stesso."

"Questo è il primo passo, e l'unico", disse Bayazid, "ma ti avevo già detto che non l'avresti fatto; quindi non puoi essere guarito."
Santuario di Bayazid Bastami a Bastam presso Shahroud.

lunedì 3 dicembre 2012

Tao a nord di nessun sud

Karakorum 2 (K2), 8.611 m., North Face, Tibet

«Come può dirvi chiunque, non sono un tipo molto gradevole. Non so nemmeno cosa voglia dire. Ho sempre ammirato i cattivi, i fuorilegge, i figli di puttana. Non mi piacciono gli uomini perfettamente rasati, con la cravatta e un buon lavoro. Mi piacciono gli uomini disperati, con i denti rotti, il cervello a pezzi e una vita da schifo. Sono loro che mi interessano. Sono pieni di sorprese. Ho anche un debole per le donnacce, quelle che si ubriacano e bestemmiano, che hanno le calze molli e il trucco sbavato. Mi interessano più i pervertiti dei santi. Mi rilasso con gli scoppiati perché anch'io sono uno scoppiato. Non mi vanno le leggi, la morale, la religione, le regole. Non mi va di essere plasmato dalla società».
Everest, 8.848 m., North Face and Rongbuk Monastery, Tibet
Harry era appena sceso dal merci e stava camminando lungo l’Alameda verso il locale di Pedro per prendersi una tazza di caffè da cinque centesimi. Era mattina presto, ma lui si ricordava che di solito aprivano alle cinque. Da Pedro, per cinque centesimi , si poteva starsene seduti anche un paio d’ore. Si poteva riflettere. Si poteva pensare a dove uno aveva sbagliato o dove invece ci aveva azzeccato.
Il bar era aperto. La ragazza messicana che gli portò il caffè lo guardò come si guarda un essere umano. I poveri conoscevano la vita. Una brava ragazza. Bè, più o meno. Le donne erano tutte delle piantagrane. E comunque ,di guai era pieno il mondo. Si ricordò di una massima che aveva sentito da qualche parte: la vita non è che un mucchio di guai.
Harry si sedette a uno dei vecchi tavoli. Il caffè era buono. Aveva trent’otto anni ed era un uomo finito. Sorseggiò il caffè e si mise a pensare a dove aveva sbagliato e dove ci aveva azzeccato. Si era semplicemente stufato… del mondo delle assicurazioni, degli uffici angusti con gli alti tramezzi di vetro, dei clienti. Si era stufato di tradire sua moglie, di palpare le segretarie nell’ascensore o nei corridoi. Si era stufato delle feste di Natale e quelle di Capodanno e dei compleanni, e delle rate della macchina nuova e di quelle dei mobili, delle bollette della luce, del gas, dell’acqua, di tutto quello stillicidio di necessità che lo dissanguava.
Si era stufato e aveva mollato, tutto qui. Il divorzio era arrivato presto, e poco dopo lui si era trovato fuori. Non aveva niente e aveva scoperto che anche non avere niente creava un mucchio di problemi. Era un altro tipo di fardello. Se solo ci fosse stata una via di mezzo. A quanto pareva un uomo aveva solo un’alternativa, vivere una vita frenetica o diventare un barbone.
Eiger, 3.970 m., North Face, CH

lunedì 12 novembre 2012

verrà il Tao e avrà i tuoi occhi


Verrà la morte e avrà i tuoi occhi -
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.

«Ho lavorato, ho dato poesia agli uomini, ho condiviso le pene di molti»
Santo Stefano Belbo (CN)

mercoledì 7 novembre 2012

seduti ai piedi del Tao

Isa Upanishad, Wellcome Library, London
L'enfasi delle Upanishad (lett.: seduti ai piedi del Maestro) è sulla Totalità. Ricordate, non sulla perfezione ma sulla totalità. Nel momento in cui si diventa interessati ad essere perfetti, si trova l'ego. L'ego è un perfezionista - il desiderio dell'ego è di essere perfetto - e la perfezione porta l'umanità verso l'insania.
La Totalità è completamente diversa; il suo sapore è diverso. La perfezione è nel futuro: si tratta di un desiderio. La Totalità è qui e ora: si tratta di una rivelazione. La Perfezione deve essere ottenuta, e naturalmente ogni realizzazione richiede tempo; deve essere graduale. Dovete sacrificare il presente per il futuro, l'oggi per il domani. E il domani non arriva mai; quello che arriva è sempre l'oggi.

Il Signore dimora in tutto questo Ogni cosa al mondo è tutto il mondo Se rinunci a tutto, godi tutto Non creare la ricchezza fuori di te!
All this is for habitation by the Lord, whatsoever is individual universe of movement in the universal motion. By that renounced thou shouldst enjoy; lust not after any man's possession.

Chi agisce così in questo mondo può vivere cento anni Se vivrai così, non incontrerai ostacoli e nessuna azione ti legherà.
Doing verily works in this world one should wish to live a hundred years. Thus it is in thee and not otherwise than this; action cleaves not to a man.

Tutti coloro che si oppongono al proprio Sé dopo la morte vanno nei ciechi mondi avvolti nelle tenebre chiamati mondi senza sole.
Sunless are those worlds and enveloped in blind gloom where to all they in their passing hence resort who are slayers of their souls.

L'Uno è immobile, eppure è più rapido del pensiero Egli è al di sopra di tutto, neanche gli déi possono raggiungerlo Senza muoversi, supera tutto ciò che corre In lui Agni compie la sua opera.
One unmoving that is swifter than Mind, That the Gods reach not, for It progresses ever in front. That, standing, passes beyond others as they run. In That the Master of Life establishes the Waters.

Quello si muove, Quello non si muove Quello è lontano, Quello è vicino Quello è all'interno di questo, di ogni cosa Quello è all'esterno di questo, di ogni cosa.

That moves and That moves not; That is far and the same is near; That is within all this and That also is outside all this.
Colui che vede tutti gli esseri nel Sé e vede il Sé in tutti gli esseri, questi non odia nessuno.
But he who sees everywhere the Self in all existences and all existences in the Self, shrinks not thereafter from aught.

In colui che sa che tutti gli esseri esistono solo come Sé, in colui che così vede solo l'Uno, non c'è illusione, non c'è sofferenza.
He in whom it is the Self-Being that has become all existences that are Becomings, for he has the perfect knowledge, how shall he be deluded, whence shall he have grief who sees everywhere oneness? 

Questi invero conosce ciò che è luminoso e immateriale, che non può essere ferito né bagnato, puro, senza peccato, il veggente, il sapiente, l'essere supremo, indipendente, che dall'origine dei tempi fa raggiungere il proprio scopo
It is He that has gone abroad — That which is bright, bodiless, without scar of imperfection, without sinews, pure, unpierced by evil. The Seer, the Thinker, the One who becomes everywhere, the Self-existent has ordered objects perfectly according to their nature from years sempiternal.

Coloro che dimorano nell'ignoranza cadono in una profonda oscurità Ma in una ancor più profonda oscurità cadono coloro che si compiacciono della conoscenza.
Into a blind darkness they enter who follow after the Ignorance, they as if into a greater darkness who devote themselves to the Knowledge alone. 

Il destino di chi coltiva la conoscenza certamente è diverso da quello di chi vive nell'ignoranza Così dicono i saggi che insegnano a conoscere Quello.
Other, verily, it is said, is that which comes by the Knowledge, other that which comes by the Ignorance; this is the lore we have received from the wise who revealed That to our understanding.

Chi conosce la saggezza e l'ignoranza vincendo l'ignoranza sconfigge la morte, coltivando la saggezza beve il nettare dell'immortalità.
He who knows That as both in one, the Knowledge and the Ignorance, by the Ignorance crosses beyond death and by the Knowledge enjoys Immortality.

Coloro che adorano gli esseri invisibi cadono in una profonda oscurità Ma in una ancor più profonda oscurità cadono coloro che si compiacciono di ciò che è visibile.
Into a blind darkness they enter who follow after the Non-Birth, they as if into a greater darkness who devote themselves to the Birth alone.

. Il destino di chi si fonda su ciò che esiste certamente è diverso da quello di chi si fonda su ciò che non esiste Così dicono i saggi che insegnano a conoscere Quello.
Other, verily, it is said, is that which comes by the Birth, other that which comes by the Non-Birth; this is the lore we have received from the wise who revealed That to our understanding.

Chi conosce ciò che porta tutti gli esseri alla rovina, supera la rovina e la morte e beve il nettare dell'immortalità in tutti gli esseri.
He who knows That as both in one, the Birth and the dissolution of Birth, by the dissolution crosses beyond death and by the Birth enjoys Immortality.

Un velo di luce nasconde il volto della verità Ti prego, rimuovi questo velo e mostrami il vero dharma!
The face of Truth is covered with a brilliant golden lid; that do thou remove, O Fosterer, for the law of the Truth, for sight.

O sole, tu che concedi alla forza creativa il suo potere, unico Saggio, trattieni, ti prego, i tuoi raggi! Attenua il tuo splendore, perché io possa vedere la tua benedetta forma! Questo Sé simile al sole, sono io!
O Fosterer, O sole Seer, O Ordainer, O illumining Sun, O power of the Father of creatures, marshal thy rays, draw together thy light; the Lustre which is thy most blessed form of all, that in Thee I behold. The Purusha there and there, He am I.

Che questo corpo sia consumato, che il mio soffio si fonda con l'aria e divenga immortale! Om -- ricorda i miei sacrifici, ricorda come ti ho servito! Ricorda i miei sacrifici, ricorda come ti ho servito!
The Breath of things1 is an immortal Life, but of this body ashes are the end. OM! O Will, remember, that which was done remember! O Will, remember, that which was done remember.

O Agni, mio Dio, mio Signore! Tu che conosci la via, guidaci sul giusto cammino! Facci superare ogni ostacolo, liberaci da ogni difetto! Mi inchino dinnanzi a te, con queste parole ti rengo omaggio.
O god Agni, knowing all things that are manifested, lead us by the good path to the felicity; remove from us the devious attraction of sin. To thee completest speech of submission we would dispose.


Traduzione italiana da:
in quiete Il sito di Gianfranco Bertagni
   English translation: Sri Aurobindo