venerdì 4 gennaio 2013

il Cammino del Tao


Il Dhammapada - tradizionalmente "i versi della dottrina" ma letteralmente "il cammino della verità" o, più accuratamente, "le orme della verità" - (pāli, in sanscrito Dharmapada o anche Udānavarga), a volte tradotto come Cammino del Dharma, è un testo del Canone buddhista conservato sia nel Canone pali (nel Khuddaka Nikāya del Sutta Piṭaka), sia nel Canone cinese (dove prende il nome di Fǎjùjīng, 法句經, e si trova nella sezione del Běnyuánbù), sia nel Canone tibetano (dove prende il nome di Ched-du brjod-pa'i choms e si trova sia nel Kanjur che nel Tanjiur). Il testo si fa risalire al V secolo a.C., in epoca quasi immediatamente successiva alla comparsa del Buddha storico, ed è composto da 423 versetti raccolti in 26 categorie. Secondo la tradizione sono parole realmente pronunciate da Siddhārtha Gautama detto "il Buddha" (colui che si è risvegliato) in diverse occasioni e rappresenta uno dei testi centrali dell'interpretazione buddhista, e - in generale - orientale, al Sé, alla Mente e alla Coscienza.

  • Versi gemelli

1.      Siamo ciò che pensiamo.
Tutto ciò che siamo
è prodotto dalla nostra mente.
Ogni parola o azione
che nasce da un pensiero torbido
è seguita dalla sofferenza,
come la ruota del carro
segue lo zoccolo del bue.
2.      Siamo ciò che pensiamo.
Tutto ciò che siamo
è prodotto dalla nostra mente.
Ogni parola o azione
che nasce da un pensiero limpido
è seguita dalla gioia,
come la tua ombra ti segue,
inseparabile.
3.      «Mi ha insultato, mi ha aggredito,
mi ha ingannato, mi ha derubato.»
Se coltivi questi pensieri
vivi immerso nell'odio.
4.      «Mi ha insultato, mi ha aggredito,
mi ha ingannato, mi ha derubato.»
Abbandonando questi pensieri
ti liberi dell'odio.
5.      In questo mondo l'odio
non può porre fine all'odio.
Solo l'amore è capace
di estinguere l'odio.
Questa è la legge eterna.
6.      In questo mondo tutti
siamo destinati a morire.
Ricordandotene,
come puoi serbare rancore?
7.      Con la stessa facilità con cui il vento
sradica un fragile albero
le tentazioni trascinano
chi è alla ricerca del piacere,
chi è avido, pigro e debole.
8.      Ma, come il vento
non riesce ad abbattere una montagna,
nessuna tentazione scuote
chi è desto, energico,
fiducioso e vive semplicemente.
9.      Se la tua mente non è limpida,
se sei insincero e incapace di controllarti,
invano indossi l'abito giallo.
10.  Se la tua mente è limpida,
se sei sincero e padrone di te,
ben ti si addice l'abito giallo.
11.  Confondendo l'essenziale e l'inessenziale
perdi di vista la tua vera natura
e coltivi vani desideri.
12.  Riconoscendo l'essenziale come tale
e l'inessenziale come tale
ritrovi la tua vera natura
e arrivi all'essenza.
13.  Come la pioggia penetra in una capanna
il cui tetto non è ben impagliato,
così le passioni si insinuano
in una mente inconsapevole.
14.  Ma una mente consapevole
è come una capanna
dal tetto ben impagliato.
15.  Chi fa del male
soffre in questo mondo e nell'altro.
16.  Chi fa del bene
gioisce in questo mondo e nell'altro.
17.  Chi fa del male
soffre in questo mondo e nell'altro.
Soffre contemplando il male che ha fatto
e ancora di più soffre
scendendo nell'oscurità.
18.  Chi fa del bene
gioisce in questo mondo e nell'altro.
Gioisce contemplando il bene che ha fatto
e ancora di più gioisce
innalzandosi nella luce.
19.  Chi recita a memoria le scritture,
ma non le mette in pratica,
è come un mandriano
che conta le vacche altrui.
Costui non è partecipe
della vita dello spirito.
20.  Ma se, pur conoscendo solo
una piccola parte delle scritture,
pratichi il dharma,
abbandoni le passioni, l'odio e le illusioni,
coltivi la saggezza e la serenità,
non hai desideri
né in questo mondo né nell'altro,
allora veramente sei partecipe
della vita dello spirito.

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