mercoledì 18 aprile 2012

struttura del Tao magico: il linguaggio


Dalla fine degli anni 60 all'inizio dei 70 un matematico - Richard Bandler - e un linguista in grammatica trasformazionale - John Grinder -,  sotto l'influsso del lavoro di Gregory Bateson nella ricerca di una base teorica appropriata per la descrizione dell'interazione umana, studiarono il lavoro e le modalità di importanti psicoterapeuti quali Milton H. Erickson, Virginia Satir e Fritz Perls per tentare di modellare le strutture verbali e interazionali che questi utilizzavano - con evidenti risultati - per il proprio lavoro.
 
Il processo del modellamento umano.La prima mappa è tra mondo esterno e la sua percezione tramite gli organi sensoriali. La seconda tra mondo percepito e mondo dell'esperienza tramite i sistemi rappresentazionali associati agli organi di percezione. Il mondo dell'esperienza determina il comportamento e le azioni e viene espresso tramite il linguaggio. Il feedback tra esperienza e mondo esterno è coerente con un'interpretazione costruttivista della realtà.

Il modello fu basato specificando il processo del modellamento dell'esperienza e del comportamento umano attraverso il modello linguistico grammatico-trasformazionale sviluppato dagli anni 50 da Noam Chomsky, ritenuto unanimamente il più importante linguista e filosofo del linguaggio del XX secolo, unito alla definizione di sistemi rappresentazionali, una serie di mappe che passano dai dati sensoriali ottenuti dai canali d'ingresso della percezione - gli organi di senso - alla rappresentazione dell'esperienza e quindi alla sua attribuzione di significato e al comportamento.
La principale conseguenza della distinzione tra mappa e territorio è che non si ha conoscenza diretta del "mondo" ma solo conoscenza di una sua rappresentazione, o di rappresentazioni di rappresentazioni, ovvero l'immagine di qualche cosa che è diversa dalla cosa in sé. La percezione del mondo e la sua esperienza - che determina il comportamento - risultano mappe di mappe di un territorio che, direttamente, rimane sconosciuto e forse inconoscibile. 

"Vi è un'irriducibile differenza tra il mondo e l'esperienza che ne abbiamo. Noi esseri umani non agiamo direttamente sul mondo. Ciascuno di noi crea una rappresentazione del mondo in cui vive; creiamo cioè una mappa o modello, che usiamo per originare il nostro comportamento. La nostra rappresentazione del mondo determina in larga misura l'esperienza del mondo che avremo, il modo in cui lo percepiremo, le scelte che ci sembreranno disponibili vivendoci dentro"

I risultati ottenuti sono stati riconosciuti esplicitamente da Bateson nell'introduzione del libro che li riepiloga e presenta:
Con il termine "magia" Bandler e Grinder si riferiscono alle interazioni nel contesto terapeutico volte a provocare in breve tempo cambiamenti e ristrutturazioni - se non vere e proprie metamorfosi -  del comportamento, inspiegabili nei termini usuali. L'idea di fondo era che un terapeuta efficace - indipendentemente dalla propria formazione, modello o scuola di riferimento e dai tipi di tecniche utilizzati - poteva ottenere questi risultati, e questo forniva una base per ipotizzare che vi fosse una struttura di interazione comune che poteva essere descritta. L'accento era posto su "come" e "cosa" avveniva, più che sul "perchè", e su quali basi teoriche il processo di interazione avveniva, conformemente al punto di vista pragmatico del modello sistemico-relazionale.
Che cosa gli autori intendessero per "magia" è da loro illustrato tramite questo brano tratto da un romanzo di John Fowles:

Nel delineare la struttura dell'interazione e del comportamento umano Bandler e Grinder introducono una specifica epistemologia di riferimento ed alcune differenze e innovazioni rispetto al modello sistemico-relazionale sviluppato dai gruppi di Bateson e Watzlawick.
  • Metamodello linguistico
    "Come esseri umani, noi ci serviamo del linguaggio in due modi. 1) Lo usiamo innanzitutto per rappresentare la nostra esperienza: chiamiamo questa attività ragionare, pensare, fantasticare, raccontare. Quando usiamo il linguaggio come sitema di rappresentazione creiamo un modello della nostra esperienza. Tale modello si basa sulle nostre percezioni del mondo. Le nostre percezioni sono anche determinate dal nostro modello o rappresentazione .... Siccome usiamo il linguaggio come sistema rappresentazionale, le nostre rappresentazioni linguistiche sono soggette ai tre universali del modellamento umano: la generalizzazione, la cancellazione e la distorsione. 2) In secondo luogo, ci serviamo del linguaggio per comunicarci a vicenda il nostro modello o rappresentazione del mondo. Quando usiamo il linguaggio per comunicare lo chiamiamo parlare, discutere, scrivere, tenere lezione, cantare. Usando il linguaggio per la comunicazione presentiamo agli altri il nostro modello"

    Il metamodello linguistico, ovvero la rappresentazione della rappresentazione verbale del mondo dell'esperienza, è basato sul metamodello della grammatica trasformazionale, sviluppata negli anni 50 da Noam Chomsky.  Il modello trasformazionale di Chomsky è stato sviluppato per i linguaggi naturali ma ha ampie applicazioni anche nei linguaggi artificiali quali quelli di programmazione, ad esempio per il parsing di stringhe (una sequenza di caratteri che forma un termine in un qualche linguaggio) utilizzato nei compilatori per la traduzione da un linguaggio ad alto livello ad uno di tipo assembly a basso livello.

    • Universali del processo linguistico umano
    Lo scopo del modello trasformazionale è la rappresentazione esplicita degli schemi esistenti nelle intuizioni che abbiamo sul nostro sistema linguistico. Le tre categorie principali delle intuizioni linguistiche sono:
    Buona formazione: i giudizi coerenti con i quali i parlanti nativi stabiliscono se dei gruppi di parole costituiscano o no delle frasi. Ad esempio i gruppi di parole:
    1. Anche il presidente ha il verme solitario
    2. Anche il presidente ha idee verdi
    3. Anche il presidente hanno il verme solitario
    Il primo gruppo è identificato come ben formato, ovvero reca un significato ai parlanti nativi e questi lo riconoscono come sintatticamente ben formato. Il secondo è sintatticamente ben formato ma semanticamente mal formato, non comunica cioè alcun significato che i parlanti nativi possano ritenere possibile. Il terzo è sintatticamente mal formato anche se si può attribuirgli un qualche significato.

    Struttura a costituenti: i giudizi coerenti con i quali i parlanti nativi stabiliscono quali parti si combinino come unità, o costituente, entro una frase della loro lingua.
    Per esempio nella frase:

    Il Guru di Ben Lomond pensava che Rosemary fosse ai comandi 

    le parole il e Guru formano in un certo modo un'unità, che non formano le parole Guru e di. Questi costituenti di livello minore entrano nella formazione di unità più ampie; per esempio il Guru e di Ben Lomond si combinano in qualche modo, ciò che non fanno di Ben Lomond e fosse. 

    Relazioni semantiche logiche: i giudizi coerenti con i quali i parlanti nativi stabiliscono quali siano le relazioni logiche rispecchiate nelle frasi della loro lingua, e comprendono: 

    Completezza: di fronte ad un verbo nella loro lingua i parlanti nativi riescono a stabilire quante e quali siano le specie di cose tra cui questo verbo pone o descrive una relazione. Per esempio il verbo baciare implica una persona che bacia e una persona o una cosa che è baciata. 

    Ambiguità: i parlanti nativi riconoscono che un'unica frase comunica due significati diversi.
    Per esempio la frase: 

    L'indagine degli agenti dell'FBI può essere pericolosa.

    può essere intesa come:

    Gli agenti dell'FBI che svolgono indagini possono essere pericolosi.

    oppure:

    Può essere pericoloso indagare sugli agenti dell'FBI. 

    Oppure la frase: 

    Anna tolse la camicia di Andrea. 

    non è chiaro se Anna indossava la camicia di Andrea e se l'è tolta oppure se ha tolto di dosso la camicia ad Andrea.

    Sinonimia: i parlanti nativi riconoscono che i due esempi di frase che seguono hanno entrambe lo stesso significato o trasmettono lo stesso messaggio: 


    Carlo volse lo sguardo in alto per vedere il numero.
    Carlo per vedere il numero volse lo sguardo in alto.


    Indici referenziali: i parlanti nativi possono stabilire se una parola o una frase colga un particolare oggetto della loro esperienza, come la mia automobile, o se individui una classe di oggetti: le automobili. Giudicano inoltre in modo coerente se due o più parole denotino lo stesso oggetto o classe. 


    Presupposti: i parlanti nativi possono stabilire quale sia per chi parla l'esperienza dell'enunciazione di una frase. Per esempio se formulo la frase: Il mio gatto è scappato l'ascoltatore è legittimato a credere che in realtà Io ho un gatto.

    Queste tre categorie generali di intuizioni che gli esseri umani hanno sulla loro lingua sono rappresentate esplicitamente nel modello trasformazionale.
    • Il Modello Trasformazionale
     
    Il modello trasformazionale di Chomsky vuole rispondere alla domanda fondamentale in linguistica: 

    "come avviene che i parlanti di una lingua sono in grado di produrre e di comprendere un numero indefinito di frasi che non hanno mai udito prima o che addirittura possono non essere mai state pronunciate prima da qualcuno?" 

    A questa domanda Chomsky risponde asserendo che esiste una creatività governata da regole per la quale vengono continuamente generate nuove frasi e pertanto la capacità linguistica che ciascun parlante possiede non è fatta solamente di un insieme di parole, espressioni e frasi, ma è un insieme di regole ben definite e di principi.
    La base del modello della grammatica trasformazionale è fondato sui principi della struttura profonda e superficiale di una frase e sulle trasformazioni che collegano l'una all'altra:
    Struttura profonda e struttura superficiale 
    I parlanti nativi hanno due specie di intuizioni coerenti su ogni frase della loro lingua. Essi sanno stabilire come le unità più piccole, quali le parole, si combinino per formare la frase (intuizione sulla struttura a costituenti) e  anche quale sarebbe la rappresentazione completa della frase (la completezza della relazioni semantiche logica).
    Per esempio di fronte alla frase: 

    La donna comperò un autocarro 

    il parlante nativo è in grado di raggruppare le parole in costituenti o unità di livello più ampio come: /la donna/ e /comperò/ e /un autocarro. Raggrupperà successivamente queste unità in: /la donna/ e /comperò un autocarro/.
    Nel modello linguistico si rappresentano queste intuizioni su ciò che si combina all'interno di una frase disponendo le parole che formano un costituente (come la e donna) in una struttura ad albero che si presenta come:
    la regola è che le parole che come parlanti nativi raggruppiamo in un unico costituente si colleghino allo stesso punto o nodo della struttura ad albero. La rappresentazione della struttura ad albero per la frase precedente è:

     
    è quella che si chiama struttura superficiale.
    Il secondo tipo di intuizioni coerenti che i parlanti nativi hanno sulle frasi come questa riguarda quella che sarebbe la rappresentazione completa del suo significato o relazione semantica logica. Un modo per rappresentare queste intuizioni è:
     
    è quella che si chiama struttura profonda. 
    La  struttura superficiale sono quindi le frasi, derivate dalla struttura profonda, che i parlanti nativi di una lingua dicono e scrivono; la struttura profonda è la rappresentazione linguistica completa dalla quale sono derivate le strutture superficiali della lingua; la relazione tra le due strutture sono diverse trasformazioni linguistiche.

    Trasformazioni
    Una trasformazione è l'enunciazione esplicita di un certo tipo di schema costante di cui i parlanti nativi riconoscono l'esistenza nelle frasi della loro lingua. Ad esempio le due frasi: 

    La donna comperò l'autocarro
    L'autocarro fu comperato dalla donna 

    I parlanti nativi riconoscono che, sebbene queste due strutture superficiali siano diverse, il messaggio comunicato, o struttura profonda delle due frasi, è lo stesso. Il procedimento con il quale le due frasi sono derivate dalla loro comune struttura profonda si chiama derivazione. La derivazione è una serie di trasformazioni che collegano la struttura profonda e la struttura superficiale, nell'esempio specifico una trasformazione nel passivo, in particolare l'ordine delle parole è diverso e i sintagmi donna e l'autocarro sono trasposti. In grammatica trasformazionale lo schema viene indicato come:
    dove la parantesi graffa significa "può essere trasformato in".
    Le trasformazioni per permutazione, che riguardano due o più strutture superficiali sinonime, sono una delle due classi principali di traformazioni; l'altra classe è quella chiamata trasformazioni per cancellazione. Ad esempio: 

    Ilene disse a qualcuno molte cose
    Ilene disse molte cose 

    Nella seconda versione della frase è stato cancellato o soppresso uno dei sintagmi nominali (a qualcuno). La trasformazione generale che indica questo schema si chiama cancellazione di sintagma nominale indefinito:
    dove X o Y sono simboli o variabili che designano ogni parola (o gruppo di parole) in tali posizioni.
    Vi sono due tipi di trasformazioni per cancellazione: la cancellazione libera - o cancellazione di elementi indefiniti - come nell'esempio precedente, e la cancellazione di identità, come nel caso: 

    Carlo andò al negozio e andò al negozio anche Mario
    Carlo andò al negozio e andò anche Mario 

    dove è stato soppresso un sintagma definito (al negozio).
    Le strutture superficiali possono quindi differire dalle strutture profonde corrispondenti in due forme principali:
    • Trasformazione per permutazione: le parole si possono presentare in un diverso ordine.
    • Trasformazione per cancellazione: alcune parti della rappresentazione semantica logica completa possono non comparire nella struttura superficiale.
    Un ulteriore processo trasformazionale per cui le strutture profonde differiscono da quelle superficiali è il procedimento di nominalizzazione, quando una parole designante un processo - un verbo o predicato - nella struttura profonda viene trasformato in una parola che designa un evento - un nome o argomento - nella struttura superficiale. Ad esempio: 

    Mario si rende conto che teme i genitori Mario si rende conto del proprio timore dei genitori 

    Nella seconda versione della frase quello che nella prima versione si presenta come un verbo (temere), o parola di processo, compare come un nome (timore), o parola di evento. 
    Sia le trasformazioni per permutazione quanto quelle per cancellazione possono partecipare combinate con alle nominalizzazioni, risultando in un complesso processo trasformazionale. Ad esempio, sottopenendo la nominalizzazione precedente ad una trasformazione per permutazione si ha: 

    Mario si rende conto del timore da parte sua dei genitori 

    mentre con una trasformazione per cancellazione si ha: 

    Mario si rende conto del timore 

    Conclusioni sul metamodello linguistico

    Il metamodello linguistico-trasformazionale di Chomsky costituisce una rappresentazione del processo attraverso il quale gli individui rappresentano la propria esperienza e comunicano questa rappresentazione. Quando gli individui desiderano comunicare questa rappresentazione formano della loro esperienza una rappresentazione linguistica completa, la struttura profonda. Quando parlano effettuano una serie di scelte (trasformazioni), in genere non coscienti, relative alla forma in cui comunicheranno la loro esperienza, la struttura superficiale: la rappresentazione di una rappresentazione linguistica completa. Il processo può essere illustrato come:
     Il metamodello linguistico rappresenta le intuizioni che i parlanti hanno sulla propria esperienza. Per esempio l'intuizione della sinonimia - il caso in cui due o più strutture superficiali abbiano lo stesso significato semantico - è rappresentato come:
     un esempio specifico è:
    La sinonimia nel metamodello significa che la stessa struttura profonda è connessa con più di una struttura superficiale.
    L'ambiguità è il caso opposto: l'intuizione che i parlanti nativi usano quando la stessa struttura superficiale ha più di un significato semantico distinto:
    ad esempio:
    L'ambiguità nel metamodello è il caso in cui più di una struttura profonda è connessa mediante trasformazioni con la stessa struttura superficiale.
    L'intuizione della buona formazione è rappresentata nel metamodello dal fatto che ogni successione di parole è ben-formata nel solo caso che esista una serie di trasformazioni (una derivazione) che rechi una qualche struttura profonda in quella successione: una struttura superficiale.
    Il metamodello è quindi una rappresentazione esplicita - ovvero che non dipende dall'interpretazione - del comportamento inconscio retto da regole.

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