lunedì 11 marzo 2013

Tao sulla pelle


La realtà era che, da quella parte del mondo degli adulti, noi eravamo totalmente tagliati fuori, le nostre erano soltanto ipotesi infantili che spesso si trasformavano in illazioni. Nessuno di noi poteva immaginare quanto fosse profonda la tradizione dei tatuaggi criminali, che significato nascondessero i simboli, come cambiasse il loro senso da un disegno all’altro. Noi cercavamo al massimo un indizio del mestiere criminale e la posizione nella gerarchia della comunità. Nessuno pensava che dietro le immagini potesse esserci qualcosa di piú, il nostro interesse si concentrava soltanto sugli oggetti centrali, come il teschio, ma la differenza la facevano i particolari piú piccoli, quelli che a una prima occhiata potevano sembrare insignificanti.
Sulle schiene dei vecchi osservavo interi mondi nascosti, mi divertivo a ricordare ogni dettaglio insolito. Perché la Madonna che piange su un tatuaggio ha tre lacrime e su un altro ne ha sette? Perché le mani che tengono la corona sopra la sua testa una volta hanno i palmi girati all’esterno e un’altra nel verso contrario? Perché qui a vegliare su di lei c’è un solo occhio centrato, invece lí due occhi dentro le nuvole, sui lati? Come mai qui ha un buco della serratura sul collo, e lí ne ha uno simile, ma sulla fronte? Perché del le candele che stanno alla sua sinistra tre sono accese e sei sono spente? Perché alcune candele sono nere?
Ero stregato dall’inspiegabile.

Nessun commento:

Posta un commento