mercoledì 11 settembre 2013

gestalTao II: destino - pregnanza - esperienza

Veduta di città ideale, tra il e il circa, Walters Art Museum, Baltimora

Il Tutto è qualcosa di più e di diverso della somma delle parti

Alle tre precedenti si aggiungono altre tre successive leggi della formazione delle unità fenomeniche o leggi della Gestalt:
4. legge della continuità di direzione: una serie di elementi posti uno di seguito all’altro, in una determinata direzione vengono percepiti come costituenti un’unità figurale propria.
Nella figura percepiamo come unità ab e xy e non ay e xb o ancora ax eyb
la legge contiene anche la cosidetta legge del destino comune: linee rettilinee o curve vengono percepite come unità quando vengono intersecate da altre, anche se in linea di principio le configurazioni che potrebbero emergere sono molteplici.
Destino comune: linee
Gli elementi che hanno un movimento solidale tra di loro, e differente da quello degli altri elementi, vengono uniti in forme. In una configurazione tendono a unificarsi le linee con la stessa direzione od orientamento o movimento, secondo l’andamento più coerente, verso forme più semplici e più equilibrate.
Destino comune: linea e curva
5. legge della buona forma, detta anche legge della pregnanza o della coerenza strutturale: la forma che si costituisce è tanto più “buona” quanto le condizioni date lo consentono; ciò che determina fondamentalmente l’apparire delle forme è la caratteristica di “pregnanza” o “buona forma” da esse possedute: quanto più regolari, simmetriche, coesive, omogenee, equilibrate, semplici, concise sono, tanto maggiore è la probabilità che hanno d’imporsi alla nostra percezione.
Quando le due figure (A) vengono unite sono percepite come un cerchio e un quadrato sovrapposti (B).
Questo concetto, detto anche "della buona gestalt", si definisce in base a concetti quali semplicità, ordine, simmetria, regolarità, coerenza strutturale, carattere unitario dell’insieme. Il campo percettivo si segmenta in modo che ne risultino oggetti equilibrati, armonici, costituiti secondo lo stesso principio nelle varie parti, in modo che si appartengano reciprocamente e quindi - in sostanza - stiano "bene insieme", privilegiando quindi le soluzioni più stabili, equilibrate, armoniche e cogliendo nell'ordine strutturale delle forme l'insieme unitario composto da segmenti non in contrapposizione fra loro che tendono ad armonizzarsi ed a stabilire un legame ben equilibrato, esaltandone la posizione del loro aspetto. La percezione e la sua elaborazione cerebrale sembra prediligere questo campo in quanto fa "meno fatica" a raccoglierne le informazioni degli elementi presenti.
Nella figura si vedono una serie di cerchi che, con la successiva legge dell'esperienza passata, si possono identificare con un unico simbolo Olimpico, invece che con cinque figure geometriche.
Un particolare principio contenuto nella buona forma, ma comune anche alle altre leggi,  è la cosidetta articolazione senza resti: a parità di condizioni, vengono preferite le soluzioni percettive - fra le innumerevoli possibili - nelle quali vengono impiegati tutti gli elementi disponibili. Quando gli elementi sono messi in un modo disordinato, tra tutte le soluzioni possibili, la percezione sceglie quella che impiega tutti gli elementi senza tralasciarne nessuno.

5. legge dell'esperienza passata: elementi che per la nostra esperienza passata sono abitualmente associati tra di loro tendono ad essere uniti in forme, caratterizzando quindi il sistema percettivo come un sistema con memoria.

Un osservatore che non conosce il nostro alfabeto non può vedere la lettera E in queste tre linee spezzate.
Ai fattori che sono espressione di principi strutturali inerenti al sistema percettivo Wertheimer aggiunge un fattore empirico: la segmentazione del campo - a parità di altre condizioni - sarebbe influenzata anche dalle nostre esperienze passate. Viene così favorita la costruzione di oggetti con i quali abbiamo familiarità rispetto ad oggetti per noi nuovi.
Nella figura del "profilo della vecchia e della donna giovane" chi la vede per la prima volta è probabile che giunga per caso alla scelta della struttura figurale: giovane o vecchia. La scelta è determinata dal punto su cui si fissa lo sguardo: la linea che congiunge naso e orecchio per la giovane, e quella che congiunge naso e bocca per la vecchia. Se invece viene presentata prima una delle due figure l’esperienza già fatta influirà sicuramente sulla scelta successiva

gestalTao I: vicinanza - somiglianza - chiusura

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