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martedì 4 ottobre 2011

sincronicità del Tao


Gli eventi del futuro non possiamo arguirli dai presenti.
La credenza nel nesso causale è la superstizione.
Tractatus, proposizione  5.1361

Sincronicità (o principio di sincronicità) è un termine introdotto da Carl Gustav Jung nel 1949-50 per descrivere la contemporaneità di due o più eventi fisici ("esterni") e psichici ("interni") connessi in maniera acausale (ovvero la coincidenza temporale di due o più eventi non legati dal principio di causa-effetto), ma legati da un rapporto di analogo contenuto significativo.
Jung distingue la sincronicità dal "sincronismo" (eventi che accadono simultaneamente, cioè nello stesso tempo, es: ballerini che fanno lo stesso passo con la stessa cadenza simultaneamente, due orologi che segnano lo stesso orario, metronomo e musica che seguono lo stesso ritmo etc.), i quali sono eventi che accadono senza alcuna connessione di significato, sia causale che acasuale, perché sono azioni di pura contemporaneità temporale.

Jung si era interessato al tema degli eventi acausali e alla loro rilevanza nella cultura orientale, particolarmente cinese, già dal 1920 nell'ambito dei suoi studi e interessi riguardo agli archetipi dell'inconscio collettivo, sull'alchimia e sull'astrologia. Un ulteriore contributo alle sue idee sul tema fù la conoscenza con Richard Wilhelm, uno dei più importanti sinologi della antica cultura cinese, e con la sua relazione, prima come terapeuta e poi di amicizia, con Wolfgang Pauli, tra i padri fondatori della meccanica quantistica, premio Nobel per la Fisica 1945, in un rapporto in cui «Pauli non capiva niente di psicologia e Jung non capiva nulla di fisica». Inoltre nel 1928 si era già interessato ad un testo cinese di alchimia taoista del VIII d.C., "Il segreto del fiore d'oro", tradotto da Wilhelm.
Jung introdusse e formalizzò il termine sincronicità nel 1949-50 nella prefazione della traduzione in inglese di Wilhelm del I Ching, il Libro dei Mutamenti, ritenuto uno dei primi testi classici cinesi, datato in modo molto incerto intorno al I secolo a.C. ma ritenuto da diversi autori molto più antico, tra i primi testi classici cinesi datati prima del II a.C.


Nel 1952 Jung e Pauli pubblicarono due saggi nel volume Naturerklärung und Psyche. Nel proprio saggio Pauli applicava il concetto di archetipo alla costruzione delle teorie scientifiche di Keplero, mentre Jung intitolava il proprio "Sincronicità come Principio di Nessi Acausali", in cui l'idea di sincronicità è applicata all'astrologia, e da cui è tratto il brano seguente:

..Il principio causale ci dice che la relazione tra causa ed effetto è una relazione necessaria. Il principio di sincronicità afferma che i termini di una coincidenza significativa sono legati da un rapporto di contemporaneità e dal senso…. Occorre infatti considerare che l’atteggiamento intellettuale di noi occidentali non è l'unico possibile, o quello che racchiude in sé ogni possibilità, ma rappresenta sotto un certo rapporto una prevenzione e un'unilateralità che per quanto possibile andrebbero corrette. I cinesi, la cui civiltà è assai più antica, hanno in un certo senso pensato sempre in maniera diversa dalla nostra, e se vogliamo accertare qualcosa di analogo nel nostro ambito culturale - almeno per quanto riguarda la filosofia - dobbiamo risalire fino a Eraclito. È soltanto nella sfera dell'astrologia, dell'alchimia e delle procedure mantiche che non esistono differenze di principio tra il nostro atteggiamento e quello dei cinesi. Perciò anche l'evoluzione dell'alchimia ha proceduto sia in Occidente sia in Oriente su binari paralleli, mirando allo stesso fine con formazioni concettuali in parte identiche.
Da tempo immemorabile esiste nella filosofia cinese un concetto centrale definito col termine di Tao, che i gesuiti hanno tradotto "Dio". Ma questa traduzione è esatta solo nel senso occidentale. Altre traduzioni, come "provvidenza" e simili, sono puri espedienti suggeriti dalla necessità. Richard Wilhelm ha interpretato genialmente Tao come “senso”."




















La prefazione all'edizione inglese del I Ching illustra ulteriormente le idee di Jung in rapporto alla concezione cinese:

 
"Ho un gran debito di gratitudine verso Wilhelm, sia per il fiotto di luce che ha riversato sul complicato problema dell’I King, che per avere resa perspicua la sua applicazione pratica. Conoscevo l’I King da quasi trent’anni, e mi ero già familiarizzato con esso, quando per la prima volta incontrai Wilhelm poco dopo il millenovecentoventi. Egli mi confermò allora ciò che io già sapevo, e mi insegnò ancora molte altre cose. Non sono un sinologo e non sono mai stato in Cina. Posso assicurare i miei lettori che non è davvero facile trovare un accesso congruo a questo monumento del pensiero cinese, così infinitamente diverso dal nostro modo di pensare. Per capire in generale di che cosa tratti un simile libro è assolutamente imperativo buttare a mare certi pregiudizi della mentalità occidentale. E’ un fatto curioso che della gente così dotata e intelligente come i cinesi non abbia mai prodotto quella cosa che noi chiamiamo scienza. La nostra scienza, comunque, è basata sulla causalità, e quest’ultima è considerata verità assiomatica. Ciò che la Critica della Ragion Pura di Kant non ha saputo fare, è stato tuttavia compiuto dalla fisica moderna, vale a dire la messa in dubbio dell’assioma della causalità: noi ora sappiamo che tutte le leggi di natura non sono altro che delle verità statistiche, costrette perciò ad ammettere delle eccezioni. Non abbiamo sufficientemente tenuto conto deI fatto che, per dimostrare la validità invariabile delle leggi di natura, abbiamo implicitamente bisogno del laboratorio con le sue incisive restrizioni. Lasciando che la natura faccia da sé scorgiamo un quadro ben differente: ogni processo subisce delle interferenze parziali o totali da parte del caso, e ciò in misura tale che un regolare corso di eventi, rispettoso della legge, forma quasi un’eccezione in circostanze naturali. La mentalità cinese, quale io la vedo all’opera nell’I King, sembra invece preoccuparsi esclusivamente dell’aspetto accidentale degli eventi. Ciò che noi chiamiamo coincidenza sembra essere la cosa della quale questa peculiare mentalità principalmente si interessa, e ciò che noi adoriamo come causalitàpassa quasi inosservato. Dobbiamo ammettere che qualche cosa si possa dire in favore della immensa importanza del caso. Un importo incalcolabile di sforzo umano è destinato a combattere ed a limitare i danni o i pericoli rappresentati dal caso. Spesso la considerazione causale appare pallida e polverosa in confronto degli effetti pratici del caso. Va benissimo dire che il cristallo di quarzo è un prisma esagonale. Proprio vero — finché si prende di mira un cristallo ideale. Ma in natura non si trovano nemmeno due cristalli esattamente uguali, quantunque siano palesemente esagonali. La loro forma reale tuttavia sembra sollecitare il saggio cinese ben più di quello reale visto che la rappresentazione delle leggi di natura, passata per i più fini setacci che forma la realtà empirica, contiene per lui un significato ben più importante di una spiegazione causale degli eventi i quali inoltre devono di regola essere nettamente separati gli uni dagli altri prima di poter essere trattati appropriatamente. Il modo con cui l’I King è incline a considerare la realtà sembra non veder di buon occhio i nostri procedimenti causalistici. L’istante che sta attualmente sotto osservazione appare all’antica visione cinese più come un colpo di fortuna che come un ben costruito risultato di catene causali concorrenti. L’oggetto che interessa sembra essere la configurazione che gli eventi accidentali formano al momento dell’osservazione, e nulla affatto le ragioni ipotetiche che apparentemente rendono conto della coincidenza. Mentre la mentalità occidentale accuratamente separa, pesa, sceglie, classifica, isola, ecc., l’immagine cinese del momento contiene ogni particolare fino al più minuto assurdo dettaglio, perché l’istante osservato è il totale di tutti gli ingredienti. Accade così che quando succede che si gettino le monete o che si contino i 49 steli di millefoglie, questi dettagli causali entrano nel quadro dell’istante d’osservazione formandone una parte — insignificante per noi eppure colma di significato per la mentalità cinese. Da noi dire che qualunque cosa avvenga in questo momento possiede inevitabilmente la qualità peculiare per quest’ultimo sarebbe un’affermazione banale e quasi senza senso (per lo meno, superficialmente). Questo non è un argomento astratto, anzi è un argomento assai pratico: vi sono certi esperti che dall’aspetto, gusto e comportamento di un vino, sapranno dire il sito della sua vigna ed il suo anno di origine; vi sono degli antiquari che sapranno informarci dell’epoca, della provenienza e dell’artefice di certi oggetti d’arte o d’un pezzo di mobilio con un’accuratezza impressionante, e vi sono persino degli astrologi che sanno dire, senza nessuna previa conoscenza della natività, quale fu la posizione del sole e della luna nonché il segno zodiacale che sorgeva all’orizzonte al momento della nascita di un individuo. Considerando simili fatti bisogna ammettere che degli istanti possono lasciare delle tracce di lunga durata.

In altre parole: chiunque sia stato l’inventore dell’I King, era convinto che l’esagramma costruito in un dato momento coincideva con questo anche nella qualità e non soltanto nel tempo. Per lui l’esagramma era l’esponente del momento in cui lo si otteneva, anzi più ancora del misuramento del tempo, in quanto lo si comprendeva come un indicatore della situazione essenziale prevalente al momento della sua origine. Questa assunzione implica un certo strano principio che io ho denominato sincronicità, concetto che formula un punto di vista diametralmente opposto alla causalità. Siccome quest’ultimo è una verità meramente statistica e non assoluta, essa è una specie di ipotesi di lavoro esprimente come gli eventi evolvono l’uno dall’altro, mentre la sincronicità considera la coincidenza degli eventi in spazio e tempo come significatore di qualche cosa di più d’un mero caso, cioè di una peculiare interdipendenza di eventi oggettivi tra di loro, come pure fra essi e le condizioni soggettive (psichiche) dell’osservatore o de­gli osservatori. La mentalità cinese antica contempla l’universo in una maniera paragonabile a quello del fisico moderno, il quale non può negare che il suo modello dell’universo è una struttura decisamente psicofisica. L’evento microfisico include l’osservatore proprio altrettanto quanto la realtà che forma il sostrato dell’I King comprende delle condizioni soggettive, ovverosia psichiche, nella totalità della situazione momentanea. Come la causalità spiega la sequenza degli eventi, nella mentalità cinese la sincronicità spiega la loro coincidenza. Il punto di vista causale ci narra una drammatica storia della maniera in cui D giunse all’esistenza; prese la sua origine da C che era esistito prima di D, e C a sua volta aveva un padre che fu B, ecc. La veduta sincronistica da parte sua invece tenta di produrre un quadro altrettanto significativo della coincidenza: come accade che A, B, C, D ecc. compaiono tutti nel medesimo momento e al medesimo posto? E' così, perché anzitutto gli eventi fisici A, B, sono della medesima qualità degli eventi psi­chici C e D, e poi perché tutti quanti sono esponenti d’una e della medesima situazione momentanea. La situazione è pre­sunta essere un’immagine leggibile o comprensibile.


I 64 esagrammi dell’I King sono ora lo strumento mediante il quale il significato di 64 differenti ma pure presumibilmente tipiche situazioni può essere determinato. Queste interpretazioni sono equivalenti a spiegazioni causali. La connessione causale è statisticamente necessaria e può perciò essere assoggettata all’esperimento. Ma poiché una situazione è unica e non può essere ripetuta, sembra essere impossibile fare degli esperimenti con la sincronicità sotto condizioni ordinarie; il solo criterio di validità per l’ultima ipotesi poggia sull’opinione dell’osservatore che il testo degli esagrammi sia equivalente ad una pittura fedele delle sue condizioni psichiche soggettive. Si presume che la caduta delle monete o la divisione del fascio di steli sia proprio quella che in un data ((situazione)) dev’essere, in quanto qualsiasi cosa che avviene in quel momento vi appartiene quale indispensabile parte del quadro. Una manciata di fiammiferi gettati al suolo forma il disegno caratteristico di quell’istante. Ma una verità così ovvia come questa rivela la sua significatività soltanto nel caso che sia possibile leggere questi disegni e verificarne l’interpretazione, in parte mediante ciò che l'osservatore conosce della situazione soggettiva ed oggettiva, in parte mediante la conferma apportata dagli eventi susseguenti. Non è evidentemente un procedimento gradito ad una mente critica abituata alla verificazione sperimentale dei fatti o all’evidenza fattiva. Ma per qualcuno che ami gettare uno sguardo sul mondo valendosi dell’angolo di visuale sotto il quale l’antica Cina lo ha scorto, l’I King può presentare qualche attrattiva"
La scienza occidentale si occupa - per definizione - degli eventi fisici "esterni". La contemporaneità di due eventi fisici, sia di tipo deterministico che probabilistico, può essere spiegato in tre casi:
  1. i due eventi sono deterministici e legati da un rapporto causa-effetto; ad esempio se premiamo un interruttore si accende una lampadina.
  2. i due eventi sono di tipo probabilistico e legati da un rapporto causa-effetto. In questo caso la probabilità che i due eventi si verifichino contemporaneamente è pari alla probabilità di uno dei due eventi moltiplicato con la probabilità dell'altro evento condizionato al verificarsi del primo, ed è in generale regolato dal Teorema di Bayes.
  3. i due eventi sono di tipo probabilistico ma non legati da un rapporto causa-effetto, ovvero statisticamente indipendenti. In questo caso la probabilità congiunta che i due eventi si verifichino contemporaneamente è un caso particolare del 2. ed è pari al prodotto delle  probabilità dei due eventi; esempi di questo tipo sono che nello stesso momento in una stanza una lampadina si bruci ed un quadro si stacchi dal muro, oppure che nello stesso momento in cui mi allaccio le scarpe una mucca muggisca in Nuova Zelanda, eventi non correlati con probabilità congiunta molto piccola ma non zero. Questo caso è spesso denominato "coincidenze significative", benchè l'unico significato è che un evento congiunto molto improbabile, ma non impossibile, è accaduto. Anche il caso di una coincidenza significativa tra stato psichico ed evento fisico, come il classico esempio in cui uno pensa ad una persona e quella persona nello stesso momento bussa alla porta, viene considerato come un evento casuale e probabilistico.
    Lo studio dei rapporti causa-effetto degli eventi fisici, delle loro catene causali e soprattutto delle leggi che le governano è stata una delle ragioni della nascita e dello sviluppo della scienza occidentale. Il postulato di fondo del principio di causalità è che i fenomeni/eventi si susseguano unicamente in un processo di causa-effetto, e tutto ciò che non risponde a questo principio legge è dovuto al caso.
    La scienza occidentale non si occupa invece dell'eventuale relazione tra eventi fisici ed eventi psichici, e tantomeno di un loro possibile significato congiunto o interdipendente. Lo studio degli eventi, "funzioni" o "stati" psichici è nato all'interno della scienza occidentale (principalmente in Germania nell'800) da poco più di un secolo in una disciplina denominata psicologia, della quale Jung, naturalmente, è stato uno dei protagonisti.

    L'antica concezione cinese è opposta e complementare a quella occidentale. Benchè sia ben consapevole dei rapporti di causa-effetto (che fanno parte della competenza logica di ogni individuo maturo) non è mai stata particolarmente interessata a spiegarli, al contrario della scienza occidentale. Che le stelle brillino in cielo, il sole sorga ogni giorno e una pietra (o una mela) cada sempre ed inevitabilmente per terra è per l'Oriente un fatto del tutto naturale, spiegato con il fatto che "il mondo è fatto così", e non necessita di ulteriori investigazioni o spiegazioni (è da notare che anche in Occidente, prima del 5 Luglio 1687, la spiegazione a questa fatti non era, e non poteva essere, sostanzialmente diversa).
    Al contrario, la tradizione orientale è sempre stata per millenni estremamente interessata al rapporto tra fatti ed eventi "interni" con quelli "esterni" per la sua concezione olistica integrale tra i due mondi, in cui soggetto e oggetto non hanno una definita linea di separazione ma si riflettono l'uno nell'altro, una concezione non diversa da quella della tradizione alchemica/ermetica medioevale in Occidente, ma anteriore di diversi millenni. Questa concezione paradigmatica dell'esistenza era considerata del tutto ovvia ed evidente per cui non necessitava di alcune spiegazione né tantomeno di "dimostrazioni": sarebbe stato come spiegare l'acqua ai pesci.
    Per questo motivo l' I Ching non contiene alcuna spiegazione né giustificazione del suo metodo e della sua validità, si presenta semplicemente come uno strumento da utilizzare. Solo dopo molti secoli il Tao Teh Ching, fortemente influenzato dal I Ching, tenterà di esprimere in parole l'inesprimibile, a scopo di insegnamento.
    Per l'antico saggio cinese la comprensione di una situazione complessa poteva venire osservando il volo degli uccelli, la direzione del vento, il cadere di una foglia. Per chi invece saggio non lo era particolarmente è stato creato l' I Ching come sistema altamente simbolico che nei suoi 64 esagrammi rappresentava in modo completo tutte le possibili situazioni dell'esistenza, da utilizzarsi con un metodo che si potrebbe definire "lettura della sincronicità", che consiste in:
    1. Formulare la domanda sulla situazione che si vuole conoscere ponendosi in uno stato psichico congruo, ad esempio concentrandosi sulla situazione stessa (pensandola, immaginandola, visualizzandola etc.)
    2. Estrarre in modo assolutamente casuale uno o più elementi dell'insieme simbolico
    3. Interpretare, conoscendo il significato degli elementi, la risposta ottenuta
    La contemporaneità dello stato psichico e dell'estrazione casuale dei simboli assicura, per il principio di sincronicità, la corrispondenza tra la risposta ottenuta e la domanda pensata.

    Fritjof Capra nel Tao della Fisica ha ampiamente illustrato le analogie tra le varie tradizioni orientali e la fisica moderna, in particolare come gli esagrammi (da lui definiti "archetipi cosmici") esprimano l'enorme dinamica che si riscontra nella fisica quantistica.

    Analogia di simmetria strutturale tra i trigrammi del I Ching
     e la rappresentazione quantistica dell'ottetto mesonico. (da Capra)
    Un'ipotesi estremamente affascinante è che in sistemi ad alta complessità con diffuse caratteristiche di tipo mentale e/o olografiche quali - ad esempio - società ed ecosistemi, il principio di sincronicità possa giocare un ruolo non secondario insieme alla causalità, alla casualità ed al caos; ad esempio che la modifica di un sottosistema generi in modo acausale modifiche in altri sottosistemi, o nell'intero sistema, oppure che uno o più processi di sistema creino acasualmente un nuovo processo.
    Il tipico caso portato ad esempio a livello fisico è quello dell'entanglement quantistico, la modificazione istantanea, e quindi acausale, degli stati quantici di due particelle gemelle indipendentemente dalla distanza, dimostrato sperimentalmente nel 1981. Un altro caso è quello del decadimento dei nuclei radioattivi, un evento probabilistico ma del tutto acausale, come evidenziato da James Jeans nel 1942.

    L' I Ching non è l'unico tra i sistemi simbolici completi creati per la lettura della sincronicità, anche se certamente è tra i più sofisticati. Un altro insieme più conosciuto in Occidente, anche questo di origine e datazione molto incerte, è quello dei Tarocchi, un mazzo di 78 carte (in alcuni mazzi 79) tradizionalmente suddivisi in 22 Arcani Maggiori (numerati da I a XXI più la carta "jolly" numero zero, il Matto) e 56 Arcani Minori suddivisi in quattro segni e comprendenti per ogni segno quattro carte di corte (Re, Regina, Cavaliere e Fante) e altre dieci carte numerate dall'uno al nove più l'Asso.





    Illustrazione dei 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi di Marsiglia.
    Le tre file di sette carte tradizionalmente rappresentano tre fasi di un percorso iniziatico: la prima (1-7) nell'individuazione personale, la seconda (8-14) nella conoscenza interiore e la terza (15-21) nell'integrazione con l'esistenza.
    Illustrazione dei 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi Rider-Waite con alcuni Arcani Minori.
    Comunemente il metodo di lettura della sincronicità tramite un insieme più o meno simbolico è conosciuto come divinazione o mantica, un termine divenuto piuttosto improprio per l'uso, e l'abuso, con cui è stato utilizzato. Se il termine è usato nel senso di ottenere una risposta da un sovra-sistema complesso (qualsiasi nome gli si dia) allora il significato è nel senso descritto da Jung e dalla tradizione orientale.
    Se invece per divinazione si intende l'accezione popolare e cialtronesca di "leggere il futuro" è inaccettabile dato che - naturalmente - è impossibile, in quanto (per utilizzare un termine usato da Popper e Lorenz) il futuro è aperto, e quindi imprevedibile. Tuttavia alcuni fattori possono giocare un ruolo nella possibilità di ottenere delle informazioni sul futuro:
    • l'istante presente di cui si legge la sincronicità ha, naturalmente, una storia e proseguirà in una storia. La risposta ottenuta da una lettura sincronica dell'istante presente può quindi dare indicazioni sia sulla storia passata che su quella futura, dato che il sovra-sistema soggetto/oggetto da cui si è "ottenuta" la risposta è in se stesso atemporale.
    • Gli elementi del sistema simbolico, particolarmente gli esagrammi del I Ching, contengono una miscela di dinamicità/staticità ed inoltre, in determinate condizioni, un esagramma si muta in un altro. Queste caratteristiche possono fornire informazioni sia sulla storia passata che su quella futura.
    • In generale la lettura della sincronicità si utilizza per avere indicazioni su situazioni complesse in insiemi complessi, quali individui o gruppi di individui, in una situazione di informazioni incomplete. E' una caratteristica non rara di questi sistemi - in linea di principio imprevedibili - di diventare invece ampiamente prevedibili, e per questo motivo "leggibili" nel futuro.

    “Un giorno venna da me un astrologo, uno dei più famosi di tutta l’India.
    Io gli dissi: bene, accomodati, ma ti devo subito avvertire.
     Qualunque cosa mi dirai io farò accadere l’esatto contrario.
    Se mi dirai che morirò, io vivrò.
    Se mi dirai che vivrò, morirò.
    Adesso dimmi pure.
    E lui rispose: va bene, tornerò.
    Ma non è mai più tornato”

    mercoledì 28 settembre 2011

    Politica (7 di Spade)


    Riconosci quest'uomo? Tutti noi, tranne forse i più innocenti e sinceri, abbiamo un politicante in agguato da qualche parte nella nostra mente. Di fatto, la mente è un politicante. Per sua stessa natura, pianifica e organizza, e cerca di manipolare le situazioni e le persone in modo da ottenere ciò che vuole. Nella carta, la mente è raffigurata dal serpente coperto di nuvole che parla con lingua biforcuta. La cosa importante da mettere a fuoco, per ciò che riguarda questa carta, è che entrambi i volti sono falsi. Il volto dolce, innocente, che invita alla fiducia è una maschera; come pure è una maschera il maligno, ghignante volto del politico che sembra dire: "Ti farò fare quello che voglio". I politicanti non hanno volti reali: l'intero gioco è una menzogna. Osservati con attenzione per vedere se non hai giocato anche tu questo gioco. Ciò che vedrai potrà essere doloroso, ma non tanto quanto potrebbe esserlo proseguire nel gioco. Alla fine, non fa l'interesse di nessuno, men che meno il tuo. Qualsiasi cosa otterrai in questo modo, si trasformerà in polvere nelle tue mani.

    Chiunque sia abile nel fingere, qualsiasi ipocrita, diventerà il tuo leader politico, nella sfera politica, il tuo sacerdote, nella sfera religiosa. Tutto ciò che gli occorre è essere un ipocrita, avere astuzia, mettere su una facciata dietro cui nascondersi. I tuoi uomini politici vivono vite doppie, i tuoi preti hanno una doppia vita - una di facciata e una occulta, e quest'ultima è la loro vera vita. Quei sorrisi di facciata sono del tutto falsi, quei volti apparentemente tanto innocenti sono stati coltivati. Se vuoi vedere la realtà del politico, devi sbirciarlo dal retro. Là appare nella sua nudità, così com'è, e lo stesso vale per il prete. Questi due tipi di persone astute hanno dominato l'umanità. Fin dall'inizio hanno scoperto che, se si vuole dominare l'umanità, occorre indebolirla, farla sentire in colpa, indegna. Occorre distruggere la sua dignità, sottrarle ogni gloria, umiliarla. Ed essi hanno trovato tali e tante vie sottili di umiliazione che è difficile percepirle; in pratica lasciano che sia tu stesso a umiliarti, a distruggerti. Ti hanno insegnato una sorta di lento suicidio.

    martedì 30 agosto 2011

    Creatività (l'Imperatrice) -III Major


    Dall'alchimia del fuoco e dell'acqua che la sottende, alla luce divina che penetra dall'alto, questa figura è letteralmente 'posseduta' dalla forza creativa. In verità, l'esperienza della creatività è un ingresso nel mistero. Tecnica, abilità e sapere sono solo strumenti; la chiave sta nell'abbandonarsi all'energia che dà nutrimento alla nascita di tutte le cose. Quest'energia non ha forma né struttura, tuttavia da lei scaturiscono tutte le forme e le strutture. Non fa alcuna differenza quale forma assuma la tua creatività - può essere dipingere o cantare, fare giardinaggio o cucinare. La cosa importante è essere aperto a ciò che si vuole esprimere attraverso di te. Ricorda che non possediamo le nostre creazioni: esse non ci appartengono. La vera creatività sorge dall'unione con il divino, con il mistico e l'inconoscibile. In questo caso è sia una gioia per colui che crea, sia una benedizione per gli altri.

    La creatività è la qualità che metti in ciò che fai. È un atteggiamento, un approccio interiore, il modo in cui guardi le cose. Non tutti possono essere pittori, né è necessario. Se tutti lo fossero, il mondo sarebbe orribile; sarebbe difficile vivere. E non tutti possono essere ballerini, né è necessario. Ma tutti possono essere creativi. Qualsiasi cosa fai, se la fai con gioia, se la fai con amore, se il tuo agire non è solo frutto di un calcolo economico, allora è creativa. Se dentro di te hai qualcosa che cresce da questo spazio, e se ti fa crescere, è spirituale, è creativa, è divina. Diventi più divino man mano che diventi più creativo. Tutte le religioni del mondo hanno detto che Dio è il creatore. Io non so se lo sia oppure no, ma una cosa la so: più diventi creativo, più diventi divino. Quando la tua creatività giunge al culmine, quando tutta la tua esistenza diventa creativa, vivi in Dio. Pertanto, egli dev'essere il creatore, visto che le persone creative sono sempre state le più vicine a lui. Ama ciò che fai, sii meditativo mentre la fai, di qualsiasi cosa si tratti!

    martedì 23 agosto 2011

    Condivisione (Regina di Bastoni)


    La Regina di Fuoco è così ricca, una vera regina, che si può permettere di dare. Non le viene neppure in mente di fare calcoli o di mettere da parte qualcosa per il domani. Elargisce i suoi tesori senza limiti, accogliendo tutti, affinché partecipino all'abbondanza, alla fertilità e alla luce che la circondano. Quando incontri questa carta, essa suggerisce che anche tu sei in una situazione in cui hai un'opportunità di condividere il tuo amore, la tua gioia e le tue risate. E condividendo, scopri di sentirti ancora più ricco. Non occorre andare da nessuna parte o fare uno sforzo speciale. Scopri di poter gioire della sensualità, senza possessività o attaccamento; puoi dar vita a un bambino o a un nuovo progetto con lo stesso senso di appagamento della tua creatività. In questo momento, ogni cosa intorno a te sembra armonizzarsi. Godine, radicati in quest'armonia, e lascia straripare l'abbondanza che esiste dentro di te e intorno a te.

    Muovendoti verso l'alto fino al quarto centro - cioè il cuore - la tua vita diventa una condivisione d'amore. Il terzo centro ha creato l'abbondanza d'amore; raggiungendo in meditazione il terzo centro, sei divenuto così ricco d'amore e di compassione da strariparne, e ora vuoi condividerli. Accade nel quarto centro, nel cuore. Ecco perché, perfino nel mondo comune, la gente ritiene che l'amore scaturisca dal cuore. Per loro è solo un sentito dire; ne hanno sentito parlare, non lo conoscono, poiché non hanno mai raggiunto il loro cuore. Ma il meditatore, alla fine, raggiunge il cuore. Allorché raggiunge il centro del suo essere - il terzo centro - all'improvviso è travolto da un'esplosione d'amore e di compassione e di gioia e di beatitudine e di benedizioni così potente da colpire il suo cuore e da aprirlo. Il cuore si trova esattamente a metà rispetto ai tuoi sette centri - tre centri al di sotto, tre al di sopra. Hai raggiunto esattamente il punto centrale.

    martedì 26 luglio 2011

    il Sogno (6 di Coppe)


    Una sera incantata incontrerai la tua anima gemella, la persona perfetta che appagherà tutti i tuoi bisogni e soddisferà tutti i tuoi sogni. Giusto? Sbagliato! Questa fantasia che cantanti e poeti perpetuano con tanta passione ha le proprie radici nei ricordi del ventre materno, in cui eravamo così sicuri e uniti a nostra madre. Non meraviglia che si brami tanto spasmodicamente, per tutta la vita, di tornare in quel luogo sicuro e protetto. Ma, per metterla in termini brutali, è un sogno infantile. Ed è sorprendente che ci si aggrappi a questo sogno tanto caparbiamente, malgrado ogni evidenza in contrario. Nessuno, che sia il tuo compagno o la tua compagna attuale, o un partner che sogni per il futuro, ha l'obbligo di consegnarti su un piatto d'argento la tua felicità - né potrebbe, anche se lo volesse. Il vero amore è frutto non del nostro tentativo di soddisfare il nostro bisogno creando una dipendenza da un altro, bensì dello sviluppo della nostra ricchezza interiore e della nostra maturità. A quel punto avremo un amore immenso da donare, per cui attireremo a noi gli amanti, naturalmente.

    Continuamente, nel corso dei secoli, è stato detto e ripetuto - tutte le persone religiose l'hanno detto: "A questo mondo veniamo soli, e soli ce ne andiamo". Ogni unione è illusoria. L'idea stessa di essere insieme a qualcuno è frutto del nostro essere soli, e la solitudine fa male. Nella relazione vogliamo annegare la nostra solitudine. Ecco perché ci coinvolgiamo tanto nell'amore. Cerca di capirlo: di solito pensi di esserti innamorato di una donna, o di esserti innamorata di un uomo perché l'altra è bella, perché l'altro è meraviglioso. Non è vero. La verità è esattamente l'opposto: ti sei innamorato perché non riesci a stare solo, l'innamoramento era inevitabile - in un modo o nell'altro dovevi evitare te stesso. E ci sono persone che non s'innamorano di uomini o donne - s'innamorano del denaro. Iniziano a giocare col denaro, oppure col potere, e diventano uomini politici. Anche questo è un modo di evitare la propria solitudine. Se osservi un uomo - se osservi te stesso profondamente - rimarrai sorpreso: tutte le vostre attività possono essere ridotte a un'unica fonte. La motivazione all'origine del vostro agire è questa: avete paura della vostra solitudine. Ogni altra cosa è solo una scusa. La causa reale è che vi sentite estremamente soli.


    Anyo-ji Temple Cemetery, Kamakura, Kanagawa, Japan

    mercoledì 6 luglio 2011

    L'Avventura (Fante di Denari)


    Quando siamo immersi in uno spirito d'avventura, ci muoviamo come questo bambino. Fiduciosi, usciamo dall'oscurità della foresta ed entriamo nell'arcobaleno di luce; ci muoviamo passo dopo passo, mossi dal nostro senso di meraviglia, nell'ignoto. In verità, l'avventura non ha nulla a che fare con studi strategici, mappe, programmi e organizzazione. Il Fante di Arcobaleno rappresenta una qualità che ci può arrivare ovunque, a casa o in ufficio, in un luogo selvaggio o in città, durante un progetto creativo o nella nostra relazione con gli altri. Ogni volta che ci muoviamo in ciò che è nuovo e ignoto con lo spirito fiducioso di un bambino - innocente, aperto e vulnerabile - perfino la cosa più piccola che la vita ci presenta può diventare una grande avventura.

    Lo Zen afferma che la verità non ha nulla a che vedere con un'autorità, la verità non ha nulla a che vedere con la tradizione, con il passato - la verità è una realizzazione radicale e del tutto personale. Ci devi arrivare da solo. Il sapere è qualcosa di certo; la ricerca di una conoscenza personale è un azzardo estremo. Nessuno può darti garanzie. Se chiedi a me qualche garanzia, posso solo garantirti il pericolo, questo è certo! Posso solo garantirti una lunga avventura in cui esistono infinite possibilità di perdersi e di non arrivare mai alla meta. Ma una cosa è certa: la ricerca in sé ti aiuterà a crescere. Posso solo garantirti la crescita. Ci saranno pericoli, ci saranno sacrifici; ogni giorno ti muoverai nell'ignoto, lungo percorsi non tracciati, e non ci sarà alcuna mappa da seguire, nessuna guida. Certo, ci sono milioni di pericoli, puoi andare fuori strada e ti puoi perdere, ma questo è il solo modo in cui si possa crescere. L'insicurezza è il solo modo per crescere, confrontarsi con il pericolo è il solo modo per crescere, accettare la sfida dell'ignoto è il solo modo per crescere.

    martedì 24 maggio 2011

    la Miseria (4 di Denari)


    Questa donna ha innalzato intorno a sé una fortezza, e si aggrappa a tutti i suoi averi pensando che siano i suoi tesori. Di fatto, ha accumulato tanti di quegli oggetti con cui addobbarsi - comprese le penne e le pelli di creature viventi - che in questo sforzo si è resa bruttissima. Questa carta ci sfida a vedere ciò a cui ci aggrappiamo, tutto ciò che sentiamo di possedere e che riteniamo tanto prezioso da richiedere di essere protetto da una fortezza. Non occorre che sia un grosso conto in banca, o una scatola piena di gioielli - potrebbe essere una cosa semplice come un po' di tempo condiviso con un amico, oppure l'arrischiarci a esprimere il nostro amore a un'altra persona. Come un pozzo che stagna a causa dell'inutilizzo, poiché è stato sigillato, i nostri tesori diventano opachi e senza valore se ci rifiutiamo di condividerli. Qualsiasi sia la cosa a cui ti stai aggrappando, ricorda che non puoi portarla con te. Allenta la tua morsa e senti la libertà e il senso d'espansione che la condivisione porta con sé.

    Nel momento in cui diventi avaro, avido, ti chiudi al fenomeno fondamentale dell'esistenza: l'espansione, la condivisione. Nel momento in cui inizi ad aggrapparti alle cose, manchi il bersaglio - perdi l'occasione. Il punto importante non sono gli oggetti, bensì tu, la tua essenza più intima - non una bella casa, ma il tuo splendido essere; non tanto denaro, ma l'essere che è più ricco; non tante cose, ma un essere aperto, disponibile a milioni di sollecitazioni, a milioni di cose.

    giovedì 14 aprile 2011

    Schizofrenia (2 di Spade)


    La persona raffigurata in questa carta introduce una nuova sfumatura alla vecchia idea di "cadere dalla padella nella brace"! È proprio in una situazione simile che c'impantaniamo quando restiamo bloccati nella mente, le cui caratteristiche sono l'indecisione e la dualità. Devo mollare prima le braccia e cadere a testa in giù, oppure devo mollare le gambe e cadere di piedi? Devo andare di qui o di là? Devo dire di sì o di no? Qualsiasi decisione prendiamo, continueremo a chiederci se non avremmo dovuto decidere il contrario. Sfortunatamente, la sola via d'uscita da questo dilemma è lasciar andare entrambe le estremità contemporaneamente. Non è possibile uscire da questo stato di cose trovando una soluzione, elencando i pro e i contro, e in generale cercando di risolvere ogni cosa con l'aiuto della mente. È meglio seguire il cuore, se si riesce a trovarlo. Se non riesci a trovarlo, salta e basta: il cuore inizierà a battere così rapidamente che non potrai sbagliarti nel riconoscere dov'è!

    L'uomo è scisso. La schizofrenia è la normale condizione dell'essere umano - quanto meno adesso. Forse non era così in un mondo primitivo, ma secoli di condizionamenti, di civiltà, di cultura e di religione hanno reso l'uomo una folla - diviso, scisso, contraddittorio... Tuttavia, poiché questa schizofrenia è contro la sua natura, da qualche parte nelle profondità del suo essere sopravvive ancora l'unità. Poiché l'anima dell'uomo è una, i condizionamenti arrivano al massimo a distruggere la periferia. Il centro resta vergine, non ne è toccato - ecco perché l'uomo continua a vivere. Ma la sua vita diventa un inferno. L'intero sforzo dello Zen è diretto a tentare di lasciar cadere questa schizofrenia, questa personalità scissa, questa mente umana divisa, e a diventare indiviso, integro, centrato, cristallizzato. Così come sei, non puoi dire di esistere. Non hai un essere. Sei una piazza di mercato - un vociare. Se vuoi dire di sì, subito si profila il no. Non puoi neppure pronunciare una parola semplice come un sì con totalità. In questo stato di cose non è possibile alcuna felicità; l'infelicità è la conseguenza naturale di una personalità scissa.

    mercoledì 23 marzo 2011

    Condizionamento (il Diavolo) - XV Major


    La carta richiama un antico racconto Zen in cui si narra di un leone, allevato da pecore, e che quindi pensava di essere una pecora. Finché un giorno, un vecchio leone lo acchiappò e lo portò in riva a uno stagno, mostrandogli così il riflesso del suo volto. Molti di noi sono come questo leone - l'immagine che abbiamo di noi stessi non ci viene dalla nostra esperienza diretta, ma dalle opinioni degli altri. Una "personalità" imposta dall'esterno rimpiazza l'individualità che sarebbe potuta crescere dall'interno. Diventiamo simili a tutte le altre pecore del gregge, incapaci di muoverci liberamente, e inconsapevoli della nostra vera identità. È tempo di dare uno sguardo al riflesso del tuo volto nello stagno, e di fare un passo per spezzare qualsiasi cosa tu sia stato condizionato dagli altri a credere di te stesso. Danza, corri, scuotiti, fai gibberish - fai qualsiasi cosa ritieni necessaria per svegliare il leone che dorme dentro di te.

    Se non lasci cadere la tua personalità, non riuscirai a trovare la tua individualità. L'individualità è data dall'esistenza; la personalità è imposta dalla società, è un meccanismo sociale. La società non può tollerare l'individualità, perché nessun individuo sarà mai succube come una pecora. L'individualità ha la qualità del leone, il leone si muove da solo. Le pecore vivono sempre nella folla, sperando che lo stare nella folla faccia sentire al calduccio. Stare in una folla fa sentire protetti, al sicuro. Se qualcuno attacca, in una folla è possibilissimo salvare se stessi. Ma da soli? Solo i leoni si muovono in solitudine. Ognuno di voi è nato leone, ma la società continua a condizionarvi, a programmare la vostra mente in funzione dell'essere una pecora. Vi dà una personalità, una personalità rassicurante, gentile, manierata, obbediente. La società vuole schiavi, non persone saldamente devote alla libertà. E vuole schiavi perché tutti gli interessi istituzionali richiedono obbedienza.


    Le radici del condizionamento sono molteplici e profonde; la figura riporta come dal livello di base che ci circonda (l'ambiente e la società - il mondo - in cui viviamo e siamo vissuti) diverse azioni a diversi livelli agiscano sui processi biologici, neuronali e culturali come condizionamento verso i livelli cognitivi superiori, determinando chi crediamo di essere.

    mercoledì 16 febbraio 2011

    Pazienza (7 di Denari)


    Ci sono momenti nei quali la sola cosa da fare è aspettare. Il seme è stato seminato, il bambino sta crescendo nel ventre, l'ostrica sta intessendo il granello di sabbia, tramutandolo in una perla. Questa carta ci ricorda che questo è un tempo in cui la sola cosa che ci venga richiesta è essere attenti, pazienti, in attesa. La donna qui raffigurata è proprio in quest'atteggiamento. Appagata, senza alcuna traccia d'ansia, è semplicemente in attesa. Attraverso tutte le fasi lunari che scorrono sopra la sua testa, rimane paziente, in profonda sintonia con i ritmi della luna, al punto da essersi praticamente unita a lei. La donna sa che è tempo di essere passivi, lasciando che la natura faccia il suo corso. Ma non è né assonnata né indifferente; sa che deve tenersi pronta per qualcosa di grande importanza. È un'epoca colma di mistero, come lo sono le ore che precedono l'alba. È un momento in cui la sola cosa da fare è aspettare.

    Abbiamo dimenticato come aspettare: è uno spazio praticamente abbandonato. Essere in grado di aspettare il momento giusto è il nostro bene più prezioso. L'intera esistenza aspetta il momento giusto. Perfino gli alberi lo sanno - quando è tempo di fiorire e quando è tempo di far cadere le foglie ed ergersi nudi verso il cielo. Ancora conservano una loro bellezza in quella nudità, in attesa del nuovo fogliame, immersi in una fiducia profonda: il vecchio se n'è andato e ben presto arriverà il nuovo, e i nuovi germogli inizieranno a spuntare. Noi abbiamo dimenticato come aspettare: vogliamo tutto e in fretta. Questa è una grossa perdita per l'umanità... In silenzio e nell'attesa, qualcosa in te continua a crescere - il tuo essere autentico. E un giorno balzerà fuori e diventerà una fiamma, e annienterà la tua personalità: sarai un uomo nuovo! E questo uomo nuovo sa a quale grande cerimonia partecipa, conosce il nettare eterno della vita.

    lunedì 31 gennaio 2011

    il Maestro - Major


    Nello Zen, il Maestro non è un maestro per gli altri, ma un Maestro di se stesso. Ogni suo gesto e ogni sua parola riflettono il suo essere illuminato. Non è un insegnante con una dottrina da impartire, né un messaggero soprannaturale con una linea diretta con Dio, ma solo uno che è diventato un esempio vivente delle potenzialità più alte racchiuse all'interno di ogni essere umano. Nei suoi occhi, i discepoli vedono riflessa la loro stessa verità, e nel silenzio della sua presenza si immergono più facilmente nel silenzio del loro essere. La comunità di ricercatori che si raccoglie intorno al Maestro diventa un campo d'energia che sostiene l'unicità di ogni individuo perché trovi la propria luce. Quando trova quella luce, il discepolo arriva a comprendere che il Maestro presente all'esterno era solo un catalizzatore, un espediente per provocare il risveglio dell'interiorità.

    Al di là della mente esiste una consapevolezza intrinseca, che non ti è data dall'esterno, e non è un'idea. Finora nessun esperimento ha potuto scoprire un centro del cervello che corrisponde alla consapevolezza. Il lavoro della meditazione è proprio quello di renderti consapevole di tutto ciò che è "mente", e di disidentificarti da essa. Questa separazione è la più grande rivoluzione che possa accadere all'uomo. Ora puoi muoverti e fare solo ciò che ti rende gioioso, contento, ciò che ti soddisfa, che fa diventare la tua vita una cosa bellissima, un'opera d'arte. Ma questo è possibile solo se il maestro in te si è risvegliato. In questo momento il maestro è profondamente addormentato. E la mente, che è il servitore, recita il ruolo del maestro. Il servitore viene formato dal mondo esterno; segue il mondo esterno e le sue leggi. Quando la tua consapevolezza diventa una fiamma, può bruciare la schiavitù creata dalla mente. Non c'è benedizione più preziosa della libertà, dell'essere un maestro del proprio destino.

    mercoledì 5 gennaio 2011

    Consapevolezza (Asso di Spade)


    La maggior parte delle carte del seme della Mente, sono immagini dallo stile di fumetti, o che rivelano un affanno, e questo perché l'influenza della mente nella nostra vita di solito si riduce o al comico, oppure all'opprimente. Questa carta di Consapevolezza invece presenta un'immensa figura di buddha. Egli si è espanso al punto da essere andato oltre le stelle, e sopra alla sua testa c'è un puro vuoto. Questo buddha rappresenta la consapevolezza che è a disposizione di tutti coloro che diventano Maestri della mente, e riescono a usarla nel ruolo di servitore che le si confà. Quando scegli questa carta, è un segno che in questo momento ti è accessibile una chiarezza cristallina, distaccata, radicata nella profonda quiete che dimora nell'essenza più intima del tuo essere. Non c'è alcun desiderio di una comprensione che parta dalla prospettiva della mente - la comprensione che hai è esistenziale, integra, in armonia col la pulsazione stessa della vita. Accetta questo dono immenso, e condividilo.

    Proveniamo dall'ignoto e continuiamo ad andare nell'ignoto. Torneremo di nuovo; siamo stati qui migliaia di volte, e saremo qui altre migliaia di volte. Il nostro essere essenziale è immortale, ma il nostro corpo, la nostra incarnazione, è mortale. Il nostro involucro, la nostra casa - il corpo, la mente - sono oggetti materiali. Si stancheranno, invecchieranno, moriranno. Ma la nostra consapevolezza, per la quale Bodhidharma usa la parola "non-mente" - e anche Gautama il Buddha usa la parola "non-mente" - è qualcosa che trascende il corpo e la mente, qualcosa che trascende tutto: quella non-mente è eterna. Prende forma, si esprime, e poi torna di nuovo nell'ignoto. Questo movimento dall'ignoto a ciò che è noto, e da ciò che è noto all'ignoto, continua per tutta l'eternità, a meno che non t'illumini. Allora questa è la tua ultima vita; il tuo fiore non tornerà più. Questo fiore, che è diventato consapevole di se stesso, non ha bisogno di tornare a vivere, perché la vita non è altro che una scuola in cui imparare. Questo fiore ha imparato la lezione; ora è oltre ogni illusione. Si allontanerà da ciò che è conosciuto e, per la prima volta, non raggiungerà l'ignoto, ma l'inconoscibile.

    venerdì 3 dicembre 2010

    Tras-Formazione (La Morte) - XIII Major


    La figura centrale di questa carta siede sopra il vasto fiore del vuoto, e tiene in mano i simboli della trasformazione - la spada che spezza l'illusione, il serpente che si rinnova cambiando la propria pelle, la catena spezzata delle illusioni e il simbolo yin/yang della dualità trascesa. Una delle mani è posata in grembo, aperta e ricettiva. L'altra è protesa verso il basso, e tocca la bocca di un volto addormentato, a simbolizzare il silenzio che insorge quando ci riposiamo. E' tempo per un profondo abbandono. Permetti a qualsiasi dolore, tristezza o difficoltà di esistere, semplicemente, accettandone la "fattualità". La situazione è molto simile all'esperienza di Gautama il Buddha allorché, dopo anni di ricerca, finalmente rinunciò, sapendo che non c'era null'altro che potesse fare. Quella stessa notte si illuminò. La trasformazione, come la morte, giunge a tempo debito. E, come la morte, ti trasporta da una dimensione all'altra.

    Nello Zen un Maestro non è un semplice insegnante. In tutte le religioni ci sono solo insegnanti. Ti insegnano materie che non conosci, e ti chiedono di credere, poiché non c'è modo di portare quelle esperienze nella sfera oggettiva: neppure l'insegnante le ha conosciute - ci ha creduto, e ora trasmette a qualcun altro il proprio credo. Lo Zen non è un mondo di credenti; non si addice a coloro che hanno fede, bensì a quelle anime audaci in grado di lasciar cadere ogni fede, ogni mancanza di fede, dubbi, ragione, mente, ed entrare semplicemente nella loro pura esistenza, priva di qualsiasi confine. Ciò porta con sé un'incredibile trasformazione. Pertanto, lasciatemi dire che, mentre gli altri sono impegnati in filosofie, lo Zen si coinvolge in una metamorfosi, in una trasformazione. È una vera e propria alchimia: ti trasforma da vile metallo in oro. Ma il suo linguaggio dev'essere compreso non con la ragione, né con la mente intellettuale, ma con il tuo cuore amorevole. Oppure limitandosi semplicemente ad ascoltare, senza preoccuparsi del fatto che si tratti o meno di verità. All'improvviso viene un momento in cui vedi ciò che in tutta la tua vita è sempre stato inafferrabile. All'improvviso si aprono quelle che Buddha chiama "le ottantaquattromila porte".

    martedì 16 novembre 2010

    Integrazione (la Temperanza) - XIV Major


    L'immagine dell'integrazione è l'unione mistica, la fusione degli opposti. Questo è un tempo di comunicazione tra ciò che in precedenza era stato sperimentato come dualità della vita. Anziché notte opposta al giorno, oscurità che sopprime la luce, questi elementi operano insieme per creare un tutto unificato, mutando continuamente l'uno nell'altro, poiché ognuno contiene, nella sua essenza più intima, il seme dell'opposto. Sia l'aquila che il cigno sono esseri simbolo del volo e di maestà. L'aquila incarna il potere e la solitudine. Il cigno lo spazio e la purezza, nuotando con grazia e immergendosi al di sopra e all'interno dell'elemento delle emozioni, appagato e completo all'interno della propria perfezione e bellezza. Noi siamo l'unione di aquila e cigno: maschile e femminile, fuoco e acqua, vita e morte. La carta dell'integrazione è il simbolo dell'autocreazione, di nuova vita e dell'unione mistica, conosciuta anche come alchimia.

    Il conflitto è nell'uomo. Se non viene risolto lì, non può esserlo da nessun'altra parte. I giochi politici sono dentro di voi, esistono tra le due parti della mente. Esiste un ponte fragilissimo; se viene rotto a causa di un incidente, per qualche difetto fisiologico, o per qualche altro motivo, la persona diventa dissociata, diventa due persone e si verifica il fenomeno della schizofrenia o della personalità scissa. Se il ponte è rotto e quel ponte è fragilissimo ti comporti come fossi due persone. Al mattino sei amorevole e gentile, la sera sei furioso, una personalità totalmente diversa. Non ti ricordi il mattino, come potresti? Un'altra mente era in funzione.Se questo ponte è rafforzato al punto che due menti scompaiono e diventano una sola, allora insorge una integrazione, una cristallizzazione. Ciò che George Gurdjieff definiva "cristallizzazione dell'essere' non è altro che queste due menti diventate una, l'incontro all'interno di maschile e femminile, l'incontro di yin e yang, l'incontro di sinistra e destra, di logico e illogico, di Platone e Aristotele.

    giovedì 28 ottobre 2010

    Partecipazione (4 di Bastoni)


    In questo mandala, ogni figura tiene la mano sinistra rivolta verso l'alto, in un'atteggiamento di ricettività, e la destra verso il basso, nell'atto di donare. Il cerchio completo crea un potentissimo campo energetico che assume la forma del doppio dorje, il simbolo tibetano del fulmine. Questo mandala ha una qualità simile a quella del campo energetico che si forma intorno a un buddha, in cui tutti gli individui che prendono parte al cerchio danno un contributo unico per creare un tutto unificato e vitale. È simile a un fiore, la cui totalità è ancor più bella della somma delle sue parti, e al tempo stesso fa risaltare di più la bellezza di ogni singolo petalo. In questo momento hai un'opportunità di partecipare con gli altri, dando il tuo contributo per creare qualcosa di più grande e di più bello di ciò che ognuno di voi possa mai fare da solo. La tua partecipazione non solo ti nutrirà, ma darà anche al Tutto qualcosa di prezioso.


    Hai mai visto lo svanire della notte? Pochissime persone diventano consapevoli persino di cose che accadono ogni giorno. Hai mai visto avvicinarsi la sera? La notte fonda e il suo canto? Il sorgere del sole e la sua bellezza?  Ci comportiamo praticamente come ciechi. In un mondo così bello, viviamo nelle piccole pozze della nostra infelicità. Ti è familiare, pertanto, anche se qualcuno vuole tirarti fuori, opponi resistenza. Non vuoi che ti si tiri fuori dalla miseria, dalla sofferenza. Altrimenti, esiste così tanta gioia tutt'intorno, devi solo esserne consapevole e diventare un partecipante, non essere più uno spettatore. La filosofia è speculazione, lo Zen è partecipazione. Partecipa alla notte che se ne va, partecipa alla sera che scende, partecipa alle stelle e alle nuvole; fai della partecipazione il tuo stile di vita, e l'intera esistenza diventerà una gioia e un'estasi senza proporzioni. Non avresti mai potuto sognare un universo migliore.

    venerdì 17 settembre 2010

    In Viaggio (8 di Bastoni)


    La minuscola figura in cammino sul sentiero in questo splendido paesaggio non si preoccupa affatto della meta. Lui o lei sa che il viaggio in sé è la meta; il pellegrinaggio in quanto tale è il luogo sacro. Ogni passo lungo il sentiero è importante in se stesso. Quando questa carta compare in una lettura, indica che è tempo di mutamento. Può essere un movimento fisico da un luogo all'altro, oppure un movimento interiore da uno stile di vita a un altro. Ma in ogni caso, questa carta promette che il viaggio sarà facile e porterà con sé un senso di avventura e di crescita; non sarà necessario lottare o pianificare troppo. La carta del Viaggio ci ricorda anche di accettare e di abbracciare il nuovo, così come facciamo allorché viaggiamo in un altro Paese, con cultura e ambiente diversi da quello a cui siamo abituati. Quest'atteggiamento di apertura e di accettazione fa avvicinare a noi nuovi amici e introduce nuove esperienze nella nostra vita.

    La vita è una continuità eterna e perenne. Non esiste una destinazione finale verso cui sia diretta. Il semplice pellegrinaggio, il viaggio in sé è vita, senza raggiungere alcuna meta, alcuna destinazione - il semplice danzare e partecipare al pellegrinaggio, muoversi con gioia, senza preoccuparsi di alcuna meta. Cosa faresti una volta raggiunta una destinazione? Nessuno lo ha mai chiesto, perché tutti si sforzano di avere una destinazione nella vita. Ma le implicazioni... Se veramente raggiungi una meta, poi che farai? Sarai in un bell'imbarazzo. Nessun luogo dove andare - hai raggiunto la destinazione finale - e, durante il viaggio, hai perso ogni cosa. Hai dovuto perdere ogni cosa. Pertanto, ritto in piedi e privo di tutto nella meta finale raggiunta, avrai proprio l'aria da idiota: che senso aveva tutto questo? Hai sudato tanto, e ti sei preoccupato tanto, e questo è il risultato?

    venerdì 3 settembre 2010

    Divertimento (Fante di Bastoni)


    Di rado la vita è seria come crediamo che sia e, quando riconosciamo quest'evidenza, essa ci risponde dandoci un numero sempre più grande di opportunità con cui giocare. La donna di questa carta sta celebrando la gioia di essere viva, simile a una farfalla emersa dalla sua crisalide nella luce densa di promesse. Questa figura ci ricorda del tempo in cui eravamo bambini e scoprivamo conchiglie sulla spiaggia, oppure costruivamo castelli di sabbia senza curarci del fatto che le onde potessero venire a lavarli via un attimo dopo. Questa donna sa che la vita è un gioco, e in questo momento recita la parte di un clown, senza alcun senso di imbarazzo e senza pretese. Quando il Fante di Fuoco entra nella tua vita, è un segno che sei pronto per qualcosa di leggero e di nuovo. Qualcosa di meraviglioso si staglia all'orizzonte, e tu hai esattamente le qualità giuste di innocenza, di chiarezza e di divertimento che ti mettono in grado di accoglierlo a braccia aperte.

    Allorché inizi a vedere la vita come qualcosa di non serio, un divertimento, ogni peso che grava sul tuo cuore scompare. La paura della morte, della vita, dell'amore - tutte scompaiono. Inizi a vivere con un senso di profonda leggerezza, quasi non avessi peso. Diventi così leggero che puoi volare nel cielo sconfinato. Il maggior contributo dello Zen è averti dato un'alternativa all'uomo serio. L'uomo serio ha dato forma al mondo, l'uomo serio ha creato tutte le religioni. Ha creato tutte le filosofie, tutte le culture, tutte le morali; tutto ciò che esiste intorno a te è una creazione dell'uomo serio. Lo Zen è fuoriuscito dal mondo serio. Ha creato un mondo proprio, estremamente divertente, ricco di risate, in cui perfino i grandi Maestri si comportano come bambini.

    lunedì 2 agosto 2010

    Afflizione (9 di Spade)


    Questo è il ritratto di Ananda, cugino e discepolo di Gautama il Buddha. Visse costantemente al suo fianco, prendendosi cura di ogni suo bisogno per quarantadue anni. La storia narra che quando Buddha morì, rimase ancora vicino a lui, piangendo. Gli altri discepoli lo rimproveravano per il suo fraintendimento: Buddha era morto pienamente realizzato, avrebbe dovuto gioire. Ma Ananda disse: "Siete voi che avete frainteso. Non piango per lui, ma per me stesso: per tutti questi anni gli sono stato continuamente vicino, e ancora non mi sono realizzato." Per tutta la notte Ananda rimase sveglio, meditando profondamente e sentendo la sua pena e la sua afflizione. E si dice che all'alba si illuminò. I momenti di grande dolore, di profonda afflizione hanno in sé il potenziale per essere tempi di grande trasformazione. Ma perché questa trasformazione accada, occorre scendere in profondità, toccare le radici stesse del nostro dolore, e sperimentarlo per ciò che è, senza biasimo alcuno né autocommiserazione

    Ricorda, questo dolore non ha lo scopo di intristirti. È qui che la gente manca sempre il punto... Questo dolore serve solo a renderti più attento, e questo perché le persone diventano più attente solo quando la freccia penetra profondamente nel loro cuore e le ferisce. Altrimenti non stanno mai all'erta, non sono attente. Quando la vita è facile, comoda, senza problemi, chi se ne preoccupa? Chi si cura di essere attento? Quando un amico muore, esiste una possibilità. Quando la tua donna ti lascia - in quelle notti buie, ti senti solo. Hai amato moltissimo quella donna e hai messo in gioco ogni cosa, e ora all'improvviso se n'è andata. Quando piangi, nella tua solitudine, quelle sono le occasioni in cui, se le usi, puoi diventare consapevole. La freccia fa male: può essere utilizzata. Il dolore non ha la funzione di renderti infelice, serve a renderti più consapevole! E quando sei consapevole, ogni infelicità scompare.