giovedì 2 dicembre 2010

Strani Anelli del Tao


Nella trattazione dei sistemi complessi a più livelli logici di descrizione possono comparire circolarità ricursive autoreferenziali che, sviluppandosi su più livelli, si richiudono al punto di partenza.


Douglas Hofstadter è stato il primo a occuparsene in "Gödel, Escher, Bach: un'eterna ghirlanda brillante", vincitore di un Premio Pulitzer nel 1980, definendoli "Strani Anelli", e sviluppandoli nel caso della costruzione logico-formale dei teoremi di Gödel, delle partiture musicali di J.S. Bach, in particolare "L'arte della fuga" e la "Offerta Musicale", e nelle opere di M.C. Escher.

«Mi resi conto che per me Gödel, Escher e Bach erano solo ombre proiettate in diverse direzioni da una qualche solida essenza centrale. Ho tentato di ricostruire l'oggetto centrale e ne è uscito questo libro. »



"... Godel, Escher, Bach: un grande logico, un grande pittore, un grande musicista. Che cosa lega questi nomi, a parte la gloria? Uno Strano Anello. E che cos'è uno Strano Anello? Ci suggerisce Hofstadter: « Il fenomeno dello "Strano Anello" consiste nel fatto di ritrovarsi inaspettamente, salendo o scendendo lungo i gradini di qualche sistema gerarchico, al punto di partenza ». è un fenomeno che Escher ha disegnato, che Bach ha messo in musica, che Godel ha posto al centro del suo teorema. ..." (D.H.)

triangoli di Penrose
Hofstadter ha ulteriormente sviluppato il tema dell'autoreferenza in "Anelli nell'Io":


M.C. Escher: Moebius strip II

M.C. Escher, Relativity, 1953
Arte della Fuga: Contrappunto IV

Arte della Fuga: Manoscritto dell'ultima pagina dell'ultima fuga, incompiuta - Deutsche Staatsbibliothek Berlin

Offerta Musicale: tema principale RICERCAR






i Luoghi del Tao: Taj Mahal

Taj Mahal framed by Agra Fort window

martedì 30 novembre 2010

la non-oggettività del Tao

La perdita di distinzione tra osservatore e osservato, già evidente al livello 0 fisico e argomento della IIa cibernetica, si estende in generale a tutti i livelli di descrizione/interazione:
Margaret Mead and Gregory Bateson in Bajoeng Gedé (photograph by Walter Spies)

NON ESISTE ESPERIENZA OGGETTIVA.

Ogni esperienza è soggettiva. ... è il nostro cervello a costruire le immagini che noi crediamo di 'percepire'.
E' significativo che ogni percezione - ogni percezione conscia - abbia le caratteristiche di un'immagine. Un dolore è localizzato in una parte del corpo: ha un inizio, una fine e una collocazione, e si evidenzia su uno sfondo indifferenziato. Queste sono le componenti elementari di un'immagine. Quando qualcuno mi pesta un piede, ciò che sperimento non è il suo pestarmi un piede, ma l'"immagine" che io mi faccio del suo pestarmi il piede, ricostruita sulla base di segnali neurali che raggiungono il mio cervello in un momento successivo al contatto del suo piede col mio. L'esperienza del mondo esterno è sempre mediata da specifici organi di senso e da specifici canali neurali. In questa misura, gli oggetti sono mie creazioni e l'esperienza che ho di essi è soggettiva, non oggettiva.
Tuttavia, non è banale osservare che pochissimi, almeno nella cultura occidentale, dubitano dell'oggettività di dati sensoriali come il dolore o delle proprie immagini visive del mondo esterno. La nostra civiltà è profondamente basata su questa illusione.

il Te del Tao: X - SAPER AGIRE

 
X - SAPER AGIRE

Preserva l'Uno dimorando nelle due anime:
sei capace di non farle separare?
Pervieni all'estrema mollezza conservando il ch' i :
sei capace d'essere un pargolo?
Purificato e mondo abbi visione del mistero:
sei capace d'esser senza pecca?
Governa il regno amando il popolo:
sei capace di non aver sapienza?
All'aprirsi e al chiudersi della porta del Cielo
sei capace d'esser femmina?
Luminoso e comprensivo penetra ovunque:
sei capace di non agire?
Fa vivere le creature e nutrile,
falle vivere e non tenerle come tue,
opera e non aspettarti nulla,
falle crescere e non governarle.
Questa è la misteriosa virtù..

lunedì 29 novembre 2010

apparenza e sostanza del Tao

Apparenza:


Camden University USA

" We have been involved in distance learning for a number of years. Camden University prides itself in providing tertiary education that is relevant in this age and era. We have a team of well qualified and experienced faculty and support staff who really care about their students and this is what makes us stand out from other distance learning University. We put students first. Our academic programs are modern, challenging and very relevant to the current needs of the industry, government and public life.

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Sostanza:


"e insomma forse è una storia noiosa ma non ti tocca ascoltarla per forza, mi ha detto lei, perché aveva sempre saputo che sarebbe andata a finire così, comunque secondo lei era successo durante il primo anno di college a Camden, e precisamente un fine settimana, un venerdì di settembre, tre o quattro anni fa, e si era sbronzata a tal punto che era finita in un letto, aveva perduto la verginità (tardi: a diciott'anni) nella stanza di Lorna Slavin - perché allora era una matricola e aveva una compagna di stanza, e Lorna, ricorda, era al terzo o quarto anno, e qualche volta andava dal suo ragazzo che stava fuori dal campus, uno che secondo lei doveva essere al secondo anno di specializzazione in ceramica mentre era solo uno della New York University, o uno studente di cinema venuto su nel New Hampshire giusto per il party Sotto il Vestito Niente, oppure uno del posto. Lei per dirla tutta aveva messo gli occhi su qualcun altro quella sera…"

"Ho finito la canna e la Heineken. Poi l'ho coperta col lenzuolo e sono stato lì, con le mani nelle tasche del cappotto. Ho pensato: ora tolgo il lenzuolo. Ho tolto il lenzuolo. Poi le ho tirato su le braccia e le ho guardato i seni, li ho toccati. Magari la violento, meditavo. Ma erano quasi le quattro e da lì a sei ore avevo lezione, anche se la prospettiva di andarci era piuttosto remota. Uscendo, le ho rubato una copia di Cent'anni di solitudine, ho spento lo stereo, e via, contento e forse un pò imbarazzato. Ero al quarto anno. Lei era carina. E' finita che lei ha detto a tutti che non mi veniva duro, comunque".

non provare ma esplorare il Tao


LA SCIENZA NON PROVA MAI NULLA.

La scienza talora "migliora" le ipotesi, talora le confuta, ma la "prova" è un altro paio di maniche e forse non si dà mai, se non nel regno della tautologia completamente astratta. Talvolta possiamo dire che "se" sono dati il tale e il talaltro postulato o supposizione astratta, "allora" la tale e talaltra cosa deve assolutamente seguire. Ma la verità su ciò che può essere "percepito" o raggiunto induttivamente partendo dalla percezione è qualcosa di affatto diverso.
Ammettiamo che la verità significhi una corrispondenza precisa tra la nostra descrizione e ciò che descriviamo, o tra la nostra rete totale di astrazioni e deduzioni e una qualche comprensione totale del mondo esterno. La verità in questo senso non è raggiungibile. E anche se ignoriamo le barriere della codificazione, cioè la circostanza che la nostra descrizione sarà fatta di parole, cifre o figure, mentre ciò che descriviamo sarà di carne, sangue e azione, anche se trascuriamo questo ostacolo della traduzione, non potremo mai sostenere di aver raggiunto la conoscenza ultima di alcunch‚.
Un modo convenzionale di presentare argomentativamente questo punto è più o meno il seguente: supponiamo che io vi dia una serie (di numeri o di altre indicazioni) e vi fornisca anche il presupposto che la serie è ordinata. Supponiamo per semplicità che si tratti di una serie di numeri:

2, 4, 6, 8, 10, 12...

Poi vi chiedo:  “Qual è il numero successivo di questa serie?”. Probabilmente risponderete:  “14”.
Ma in questo caso io replicherò:  “Niente affatto il numero successivo è 27”. In altre parole, la vostra immediata generalizzazione sulla base dei dati forniti all'inizio, che si trattasse cioè della serie dei numeri pari, è stata dimostrata sbagliata o solo approssimata dall'evento successivo.
Andiamo avanti. Continuerò la mia esposizione generando la serie seguente:

2, 4, 6, 8, 10, 12, 27, 2, 4, 6, 8, 10, 12, 27, 2, 4, 6 8, 10, 12, 27...

Se ora vi chiedo di indovinare il numero successivo, probabilmente direte  “2”. Dopo tutto, vi sono state fornite tre ripetizioni della successione da 2 a 27, e se avete una buona preparazione scientifica influirà su di voi il presupposto detto "rasoio di Occam" o "regola della parsimonia", cioè la preferenza per le più semplici tra le ipotesi che si conformano ai fatti. Ma i fatti, quali sono? In realtà i fatti che voi avete a disposizione non vanno oltre la fine della successione (forse incompleta) che vi ho dato.
Voi "ritenete" di poter prevedere, e in effetti sono stato io a suggerirvi questo presupposto. Ma la sola base che possedete è la vostra preferenza (inculcata) per la risposta più semplice e la fiduciosa convinzione che la mia richiesta significasse davvero che la successione era incompleta e ordinata.
Sfortunatamente (o forse fortunatamente) il fatto successivo non è in realtà mai accessibile: tutto ciò che possedete è la speranza della semplicità, e il fatto successivo può sempre portarvi al livello di complessità successivo.
Oppure diciamo che, qualunque successione di numeri io vi presenti, esisteranno sempre alcuni modi semplici di descriverla, ma vi sarà un numero "infinito" di modi alternativi non vincolati dal criterio della semplicità.
Supponiamo che i numeri siano rappresentati da lettere:

 x, w, p, n

e così via. Queste lettere potrebbero rappresentare numeri qualsiasi, magari frazioni. Basta solo che io ripeta la serie tre o quattro volte in una qualche forma verbale o visiva, o comunque sensoriale, anche sotto forma di stimolazione dolorosa o cinestetica, perchè‚ voi cominciate a percepire in essa una struttura. Nella vostra mente - e nella mia - essa diventerà un tema, e avrà un valore estetico: in questa misura sarà familiare e comprensibile.
Ma la struttura può venir cambiata o spezzata dall'addizione, dalla ripetizione, da qualunque cosa vi costringa a percepirla in modo nuovo, e questi cambiamenti non possono essere mai previsti con assoluta certezza perchè‚ non sono ancora avvenuti.
Non abbiamo sufficiente conoscenza del modo in cui il presente sfocerà nel futuro; non saremo mai in grado di dire:  “Ecco! Il modo in cui percepisco e interpreto questa serie vale per tutte le sue componenti prossime e future”, oppure:  “La prossima volta che m'imbatterò in questi fenomeni, sarò in grado di prevedere l'intero loro corso”.
La previsione non può mai essere valida in modo assoluto e perciò la scienza non può mai "provare" una proposizione generale e neppure "verificare" un singolo enunciato descrittivo e arrivare così alla verità ultima.
Vi sono altri argomenti per mostrare questa impossibilità. La tesi di questo libro...presuppone che la scienza sia un "modo di percepire" e di dare per così dire  “senso” a ciò che percepiamo. Ma la percezione opera solo sulla differenza. Ricevere informazioni vuol dire sempre e necessariamente ricevere notizie di "differenza", e la percezione della differenza è sempre limitata da una soglia. Le differenze troppo lievi o presentate troppo lentamente non sono percettibili: non offrono alimento alla percezione.
Quindi ciò che noi, come scienziati, possiamo percepire è sempre limitato da una soglia: ciò che è subliminale non giunge ad arricchire le nostre cognizioni. In qualsiasi istante, la nostra conoscenza è sempre funzione della soglia dei mezzi di percezione di cui disponiamo. L'invenzione del microscopio, del telescopio, degli strumenti per misurare il tempo fino a una frazione di nanosecondo e per pesare quantità di materia fino a un milionesimo di grammo, tutti questi raffinatissimi dispositivi di percezione svelano quel che era del tutto imprevedibile ai livelli di percezione raggiungibili in precedenza.
Non solo non possiamo far previsioni sul momento successivo nel tempo, ma, più radicalmente, non possiamo far previsioni relative allo stadio successivo della dimensione microscopica, della distanza astronomica o del passato geologico. La scienza, come metodo di percezione - perchè‚ essa non può pretendere di essere altro che questo -, così come ogni altro metodo di percezione, ha una capacità limitata di raccogliere i segni esteriori e visibili di ciò che può essere verità.
La scienza non prova, "esplora".

Dialoghi Immortali del Tao: ma come parli??! le Parole sono importantiii!


Reporter: Io non lo so, però senz'altro lei ha alle spalle un matrimonio a pezzi...
Michele: Che dice???
Reporter: Forse ho toccato un argomento che non...
Michele: No... no... è l'espressione. Non è l'argomento, non è l'argomento, non è l'argomento... è l'espressione.
Matrimonio a pezzi Ma come parla...!?!?!
Reporter: Preferisce "rapporto in crisi"? ma è così kitsch...
Michele: Kitsch! Dove le andate a prendere queste espressioni, dove le andate a prendere...??!??!(toccandosi il cuore)
Reporter: Io non sono alle prime armi...
Michele: Alle prime armi... ma come parla?
Reporter: ...anche se il mio ambiente è molto "cheap"...
Michele: Il suo ambiente è molto...?
Reporter: È molto "cheap"
Michele: Ma come parla? [schiaffo sonoro]
Reporter: Senta, ma lei è fuori di testa!
Michele: E due. Come parla! Come parla! Le parole sono importanti. Come parlaaaaaaaaaa!