martedì 30 novembre 2010

la non-oggettività del Tao

La perdita di distinzione tra osservatore e osservato, già evidente al livello 0 fisico e argomento della IIa cibernetica, si estende in generale a tutti i livelli di descrizione/interazione:
Margaret Mead and Gregory Bateson in Bajoeng Gedé (photograph by Walter Spies)

NON ESISTE ESPERIENZA OGGETTIVA.

Ogni esperienza è soggettiva. ... è il nostro cervello a costruire le immagini che noi crediamo di 'percepire'.
E' significativo che ogni percezione - ogni percezione conscia - abbia le caratteristiche di un'immagine. Un dolore è localizzato in una parte del corpo: ha un inizio, una fine e una collocazione, e si evidenzia su uno sfondo indifferenziato. Queste sono le componenti elementari di un'immagine. Quando qualcuno mi pesta un piede, ciò che sperimento non è il suo pestarmi un piede, ma l'"immagine" che io mi faccio del suo pestarmi il piede, ricostruita sulla base di segnali neurali che raggiungono il mio cervello in un momento successivo al contatto del suo piede col mio. L'esperienza del mondo esterno è sempre mediata da specifici organi di senso e da specifici canali neurali. In questa misura, gli oggetti sono mie creazioni e l'esperienza che ho di essi è soggettiva, non oggettiva.
Tuttavia, non è banale osservare che pochissimi, almeno nella cultura occidentale, dubitano dell'oggettività di dati sensoriali come il dolore o delle proprie immagini visive del mondo esterno. La nostra civiltà è profondamente basata su questa illusione.

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