martedì 27 dicembre 2011

Tao e controTao


Nel 1967 la Prof.ssa Mara Selvini Palazzoli fondò  il Centro per lo Studio della Famiglia a Milano con un gruppo di ricerca che includeva Luigi Boscolo, Gianfranco Cecchin e Giuliana Prata. La Selvini aveva già nel 1963 pubblicato un volume ormai classico, "Anoressia Mentale" e, come gli altri membri del gruppo, aveva una formazione di tipo classico-psicoanalitico. L'obiettivo del gruppo era di verificare i limiti dell'approccio individuale ed iniziare una nuova metodologia che richiede la presa in carico dell'intero gruppo familiare, unitamente all'adozione di quello che al tempo era un nuovo modello paradigmaticamente rivoluzionario: il modello sistemico-relazionale introdotto dalle Scuole di Palo Alto di Gregory Bateson e Paul Watzlawick.
Inizia così una sperimentazione che porterà il gruppo ad una rilevanza internazionale nel suo specifico metodo di lavoro pratico e teorico, conosciuto come Milan Approach o Scuola di Milano.

Paul Watzlawick (a sinistra), John Weakland (al centro, con gli occhiali)
e una sorridente Mara Selvini Palazzoli, (1979).
"I quattro della Scuola di Milano si incontravano un giorno a settimana presso il Centro, vedendo famiglie gratuitamente o dietro un compenso bastante appena a pagare le spese. In un caffè di una stradina secondaria leggevano e discutevano i lavori del gruppo di Palo Alto, dedicando ore a discussioni, liti e opera di persuasione reciproca per arrivare a stendere quello che sarebbe stato un importante modello di terapia sistemica e rifiutando sistematicamente gli inviti pressanti dei colleghi di mettere per iscritto le loro idee o di presentarle a qualche evento: il gruppo voleva attendere di avere una propria casistica capace di sostenere il proprio modello, situazione che si manifestò (e solo parzialmente, vinti infine dalle insistenti richieste) nel 1975, con il libro Paradosso e Controparadosso. E' da evidenziare come le relazioni d'équipe furono fondamentali: il gruppo credeva fortemente nella necessità di rimanere indipendente da sovvenzioni e pubbliche istituzioni, per evitare fenomeni di pressione che ne potessero disturbare il lavoro. A spronarli nel loro lavoro fu anche Paul Watzlawick, che nei suoi viaggi in Italia visitò il loro Centro e citò la Scuola di Milano in più di un'occasione."

Il libro si basa sulla discussione teorica e pratica della comunicazione paradossale sviluppata dalle Scuole di Palo Alto e basata sulla prescrizione e connotazione positiva del sintomo. Il carattere paradossale del sintomo, studiato nelle prime sedute per stabilire il "modello di funzionamento" o "gioco" della famiglia sintomatica, viene quindi formalizzato, connotato positivamente e ri-iniettato entro la dinamica del sistema familiare come controparadosso. La Scuola di Milano utilizzò il setting di terapia già iniziato negli Stati Uniti e diventato uno standard nella terapia familiare: conformemente all'approccio sistemico il setting consiste in due stanze, una dove la famiglia viene intervistata da uno o più terapeuti, la seconda, separata da uno specchio unidirezionale, con uno o più co-terapeuti che osservano il sistema complessivo famiglia più terapeuti e che, periodicamente, fornisce le proprie indicazioni.
I modelli di studio ed intervento sviluppati dalla Scuola nell'ambito sistemico-relazionale, benchè costruiti specificamente per la terapia familiare, hanno validità generale per descrivere l'interazione di gruppi umani.
Un esempio di questo è un classico lavoro del 1980 che, benchè presentato come direttive fondamentali per la conduzione di una terapia familiare efficace, presenta dei principi e metodi validi in generale per uno studio ed intervento significativi su qualsiasi sistema relazionale in quanto modalità di interazione come fornire false o devianti informazioni e il rifiuto squalifica e disconferma della relazione, benchè tipiche dei gruppi familiari schizofrenogenici o sintomatici, non sono certo prerogative solo di questi e sono caratteristiche generali per qualsiasi gruppo organizzato che tenda a conservare in modo rigido la propria omeostasi e rifiutare il cambiamento, quando necessario.


IPOTIZZAZIONE: Con ipotizzazione ci riferiamo alla formulazione da parte del terapeuta di un'ipotesi basata sulle informazioni che possiede riguardo la famiglia che sta intervistando. L'ipotesi prevede un punto di partenza per la sua indagine così come la verifica della validità di questa ipotesi basata su metodi e competenze specifiche. Se l'ipotesi è dimostrata falsa, il terapeuta deve formare una seconda ipotesi sulla base delle informazioni raccolte durante il collaudo (testing) della prima.

CIRCOLARITÀ: per circolarità si intende la capacità del terapeuta di condurre la sua indagine sulla base dei feedback da parte della famiglia in risposta alle informazioni che egli sollecita sulle relazioni e, quindi, sulla differenza e sul cambiamento.

NEUTRALITÀ: Con neutralità del terapeuta si intende uno specifico effetto pragmatico che il suo comportamento totale durante la sessione esercita sulla famiglia (e non la sua disposizione intrapsichica).

Mentre il primo principio vale in generale per la definizione e lo studio di un sistema dinamico complesso interattivo con storia sul quale si hanno poche o nessuna informazione, gli altri due metodi derivano direttamente dalle basi epistemologiche cibernetiche e pragmatiche del modello sistemico.

IPOTIZZAZIONE
"Che cosa intendiamo, dunque, per ipotesi? E qual è la sua funzione?"

Definizione generale di ipotesi. Ipotesi, nell'etimologia greca significa "ciò che è sotto," o meglio, la proposizione alla base di una costruzione concettuale. Secondo l'Oxford Dictionary, l'ipotesi è "una supposizione fatta come base per un ragionamento, senza alcun riferimento alla sua verità; come punto di partenza per un'indagine. "Nella terminologia della scienza sperimentale, un'ipotesi è una supposizione non dimostrata provvisoriamente accettata per fornire una base per ulteriori indagini, dalle quali si può ottenere una verifica o una confutazione.
Nella sessione familiare, i fenomeni provocati dal tipo di ipotesi formulata dal terapeuta come guida per la sua attività definiscono tale attività come sperimentale. I dati di tale sperimentazione derivano da un feedback immediato (verbale e non verbale), così come feedback ritardati risultanti dalle prescrizioni e dai rituali prescritti dal terapeuta alla fine della sessione. Questi hanno come obiettivo l'ulteriore verifica dell'ipotesi che si è fino a quel momento dimostrata plausibile.
Come noto, la procedura classica del metodo sperimentale si compone di tre fasi: osservazione, formulazione di una ipotesi, e sperimentazione, Il più grande sforzo mentale si verifica nella seconda fase; è allora che la mente deve organizzare le osservazioni che ha raccolto. Un'ipotesi può organizzare in poche righe una serie di fatti empirici per la cui catalogazione potrebbe essere necessario un intero volume. E ovvio che la genialità (o la sua assenza) di una ricerca ruoti sulla formulazione delle ipotesi.
Il concetto di ipotesi così specificato coglie il significato fondamentale del termine alla sua radice etimologica di supposizione, escludendo esplicitamente la sua verità o falsità.

Valore funzionale del Ipotesi in generale. L'ipotesi, come tale, non è né vera né falsa, ma piuttosto, più o meno utile. Anche un'ipotesi che si riveli falsa porta informazioni in quanto elimina un certo numero di variabili che fino a quel momento era apparse possibile. Proprio per questa funzione categorizzare informazione ed esperienza, l'ipotesi occupa una posizione centrale tra i mezzi con cui discipliniamo il nostro lavoro investigativo.
La funzione essenziale delle ipotesi consiste quindi nella guida che fornisce a nuove informazioni, con la quale sarà confermata, smentita, o modificata.

Valore funzionale dell'Ipotesi nell'Intervista della Famiglia. Il valore funzionale delle ipotesi nell'intervista della famiglia è sostanzialmente quello di garantire l'attività del terapeuta, che consiste nel monitoraggio delle strutture relazionali. E molto probabile che tali modelli sono provocati e portati allo scoperto dal comportamento attivo del terapeuta. Se il terapeuta tende invece a comportarsi in modo passivo, come un osservatore piuttosto che come un giocatore, sarebbe la famiglia che, conformemente alle proprie ipotesi lineari, imporrebbe una propria sceneggiatura, dedicata esclusivamente alla designazione di chi è "pazzo" e chi è "colpevole", risultante in informazioni zero per il terapeuta. L'ipotesi del terapeuta, tuttavia, introduce il potente input dell'inaspettato e dell'improbabile nel sistema familiare e per questo motivo agisce ad evitare deragliamento e disordine. Cercheremo di spiegare questo ultimo concetto.

Ipotesi, Informazione, e Entropia negativa. Gregory Bateson, nel suo metalogo, "Why Do Thing Get in a Muddle?" (Perchè le cose finiscono in disordine?) afferma: "So che ci sono infiniti modi disordinati, quindi le cose andranno sempre verso il disordine e la confusione".
Se trasferiamo questa affermazione da un significato universale al recinto ristretto di una sessione di terapia familiare, siamo in grado per esperienza di confermare la sua validità. Le nostre sessioni con la famiglia tenderebbero, senza la nostra attività sulla base di una ipotesi, per andare verso un aumento scoraggiante di disordine e confusione.
...
Il disordine, la disorganizzazione, la mancanza di strutturazione, o la casualità di organizzazione di un sistema è nota come la sua entropia. Una diminuzione di entropia può essere considerata come una misura della quantità di informazione. E stato notato da Wiener e Shannon che la misura statistica per l'entropia negativa è la stessa di quella per l'informazione, che Schrödinger  ha chiamato "negentropia". Wiener ha dimostrato che i concetti di "informazione" e "negentropia" sono sinonimi.
Tuttavia, De Beauregard in seguito ha definito con più precisione il rapporto tra i due concetti di entropia negativa e informazione sulla base di due significati che sono illuminanti per la nostra ricerca.

La cibernetica è portata a definire "negentropia" e "informazione" con una sorta di raddoppio soggettivo, e ad ammettere la possibilità di una transizione in due sensi:

negentropia   informazione

Notiamo che il significato della parola informazione non è la stessa nei due sensi: nel passaggio diretto
neghentropia
informazione, "informazione" significa acquisizione di conoscenze
Nel passaggio reciproco
informazioni
neghentropia, "informazione" significa potere di organizzazione.

L'ipotesi deve essere sistemica. Un punto fondamentale da sottolineare è che ogni ipotesi deve essere sistemica, deve, quindi, comprendere tutti i componenti della famiglia, e deve fornirci una supposizione sulla funzione relazionale totale.

CIRCOLARITÀ
"Per circolarità intendiamo la capacità del terapeuta di condurre la sua indagine sulla base dei feedback da parte della famiglia in risposta alle informazioni che egli sollecita sulle relazioni e, quindi, sulla differenza e sul cambiamento."

L'acquisizione di una tale capacità richiede che i terapeuti liberarino se stessi dai condizionamenti linguistici e culturali che li fanno credere che sono capaci di pensare in termini di "cose" in modo che possano riscoprire "la verità più profonda che noi continuiamo a pensare solo in termini di relazioni "(Ruesch, Bateson - 1968).
Nel 1968 Bateson aveva già spiegato e dimostrato questo concetto.

"La stessa verità generale - che tutta la conoscenza di eventi esterni deriva dai rapporti tra di loro - è riconoscibile nel fatto che per raggiungere la percezione più accurata, un essere umano ricorrerà sempre al cambiamento del rapporto tra lui e l'oggetto esterno. Se sta ispezionando una macchia ruvida posta su qualche superficie per mezzo del tatto egli muove il dito sul punto, creando così una cascata di impulsi nervosi, con una precisa struttura sequenziale, da cui può derivare la forma statica ed altre caratteristiche della cosa studiata ... In questo senso, i nostri dati sensoriali iniziali sono sempre "derivate prime", dichiarazioni sulle differenze che esistono tra gli oggetti esterni o dichiarazioni sui cambiamenti che avvengono sia in loro o nel nostro rapporto con loro ... Ciò che percepiamo facilmente è differenza e cambiamento - e la differenza è una relazione." (Ruesch, Bateson - 1968)

Ciò che noi chiamiamo circolarità è dunque la nostra coscienza, o meglio ancora, la nostra convinzione di poter ottenere dalla famiglia informazioni autentiche solo se lavoriamo con i seguenti fondamentali :
1. L'informazione è una differenza.
2. La Differenza è una relazione (o un cambiamento nella relazione.

Questo non è tuttavia sufficiente. Un altro dispositivo è ancora necessario per aiutare il terapeuta ad affrontare la complessità della famiglia: ogni membro della famiglia è invitato a raccontarci come vede il rapporto tra due altri membri della famiglia. Qui abbiamo a che fare con le indagini di una relazione diadica, come si vede da una terza persona. Uno sarà prontamente d'accordo che è molto più fruttuoso, in quanto è efficace nel superare la resistenza, di chiedere a un figlio: "Dicci come vedi il rapporto tra tua sorella e tua madre", che chiedere alla madre direttamente sul suo rapporto con la figlia. Quello che è forse meno evidente è l'estrema efficienza di questa tecnica ad avviare un vortice di reazioni nella famiglia che tanto illuminano le varie relazioni triadiche. Infatti, invitando formalmente un membro della famiglia a metacomunicate sul rapporto di altri due, in loro presenza, non stiamo solo rompendo una delle regole onnipresenti delle famiglie disfunzionali, ma siamo anche conformi al primo assioma della pragmatica della comunicazione umana: in una situazione di interazione, i vari partecipanti non possono evitare di comunicare.

NEUTRALITÀ
"Con neutralità del terapeuta si intende uno specifico effetto pragmatico che il suo comportamento totale durante la sessione esercita sulla famiglia (e non la sua disposizione intrapsichica)."
 
Cercheremo di spiegare esattamente che cosa sia questo effetto pragmatico descrivendo una situazione ipotetica. Immaginiamo che quando uno dei membri del nostro team ha terminato la sua intervista con la famiglia ed è andato per discutere le informazioni che ha raccolto con il resto della squadra, un intervistatore si avvicini alla famiglia e chieda ai vari membri le loro impressioni sul terapeuta. Se la sessione è proceduto secondo l'epistemologia sistemica, i vari membri della famiglia avranno molto da dire sulla personalità del terapeuta (la sua intelligenza o mancanza di intelligenza, calore umano, simpatia, stile, ecc) Tuttavia, se gli si chiede di dichiarare per chi aveva parteggiato o con chi si era schierato o che giudizio aveva fatto verso l'uno o l'altro componente o su tutta la famiglia, dovrebbero rimanere perplessi e incerti.

Infatti, fintanto che il terapeuta invita un membro a commentare il rapporto di altri due membri, sembra in quel momento di essere alleato a quella persona. Tuttavia, questa alleanza si sposta nel momento in cui chiede a un altro membro della famiglia e ancora ad un altro a fare lo stesso. Il risultato finale delle alleanze successive è che il terapeuta è alleato con tutti e con nessuno allo stesso tempo.

Inoltre, quanto più il terapeuta assimila l'epistemologia sistemica, tanto più è interessato a provocare feedback e raccogliere informazioni e meno agisce a dare giudizi morali di qualsiasi tipo. La dichiarazione di qualsiasi giudizio, sia che si tratti di approvazione o di disapprovazione, implicitamente e inevitabilmente lo allea con uno degli individui o dei gruppi all'interno della famiglia. Allo stesso tempo, cerchiamo di osservare e neutralizzare il più presto possibile ogni tentativo verso la coalizione, seduzione, o di rapporti privilegiati con il terapeuta fatta da ogni un membro o sottogruppo della famiglia.

Infatti, è nostra convinzione che il terapeuta può essere efficace solo nella misura in cui è in grado di ottenere e mantenere un diverso livello (metalivello) da quello della famiglia.


Nel proseguire la sperimentazione il gruppo della Selvini Palazzoli  dalla fine degli anni 70 giunse a riconsiderare nel 1988 l'uso dei metodi paradossali ed ad analizzare in profondità le ricadute che si erano presentate.


L'autocritica verteva su diversi argomenti, quali l'interesse orientato esclusivamente su aspetti pragmatici (visti come indicatori di presunti bisogni del sistema), l'arbitrarietà, genericità e stereotipia degli interventi paradossali (in realtà il paradosso aveva effetti positivi solo se altamente specifico per quel sistema), la necessità di una richiesta d’aiuto fortemente investita, il rischio di alimentare il vittimismo del paziente designato e la necessità di evitare le stereotipie anche linguistiche. Tra i vari metodi e tecniche sviluppati il gruppo passò dai modelli diacronici, ovvero schemi generali progressivamente più dettagliati corrispondenti alla scansione storica del processo evolutivo del gioco di famiglia, ai modelli sincronici, ovvero una “foto istantanea del gioco di coppia” che serve a mostrare cosa sta avvenendo nel rapporto tra il terapeuta e la famiglia nell’immediato della seduta terapeutica. La necessità di creare modelli sincronici era emersa da situazioni particolarmente difficoltose nel corso di trattamenti terapeutici.

Nell'ambito della Scuola di Milano vi è stato inoltre uno dei primi tentativi di utilizzare il modello sistemico verso le organizzazioni, sia per stabilire modelli di analisi sia per eventuali interventi di management sistemico.


Mara Selvini Palazzoli
(Milano, 1916 – Milano, 21 giugno 1999)

  
Il Centro e la Scuola del Milan Approach ®

http://www.scuolamaraselvini.it/

giovedì 22 dicembre 2011

tutti i colori del Tao


GREEN
Rana mimetizzata in un fiume. La Brenne, Francia.
© Philippe Clement/Nature Picture Library

BLU
Il grande blu, iceberg. Antartide. Ecocepts International
© Eyedea

BLACK
Disastro ecologico, Guerra del Golfo. Al Ahmadi, Kuwait .Steve McCurry
© Steve McCurry/Magnum Photos

WHITE
Burqua alla moschea. Mazar-i-Shariff, Afghanistan.
© Ahmad Masood/Reuters

YELLOW
Spirali architettoniche. Bilbao, Spagna.
© Stefano De Luigi/Contrasto

RED
Cerimonia d’apertura del Congresso Nazionale del Popolo. Pechino, Cina.
© Nir Elias/Reuters

il Te del Tao: XXXIII - LA VIRTÙ DEL DISCERNIMENTO


XXXIII - LA VIRTÙ DEL DISCERNIMENTO

Chi conosce gli altri è sapiente,
chi conosce sé stesso è illuminato.
Chi vince gli altri è potente,
chi vince sé stesso è forte.
Chi sa contentarsi è ricco,
chi strenuamente opera attua i suoi intenti.
A lungo dura chi non si diparte dal suo stato,
ha vita perenne quello che muore ma non perisce.

martedì 20 dicembre 2011

Tao, mi ami?

 




















"Se la razza umana sopravvive, ho il sospetto che gli uomini del futuro, guarderanno indietro alla nostra epoca illuminata come un vero e proprio Age of Darkness (Era dell'oscurità)... Si vedrà che quello che era considerato malattia era una delle forme in cui, attraverso la gente comune, la luce ha iniziato a irrompere nelle nostre fin troppo chiuse menti "


DOTTORE Come sta?

Il paziente indica il tubo da tracheotomia che ha nel collo

DOTTORE Mi scusi

Rendendosi conto che il paziente non può parlare,il dottore prende taccuino e matita e scrive

COME STA?

Il paziente prende taccuino e matita e scrive

NON SONO SORDO

LEI dovevi chiedermi che regalo volevo per il mio compleanno
LUI oh già. Dimenticavo. Che regalo vorresti?
LEI indovina
LUI la testa di Giovanni Battista
LEI non essere frivolo
LUI allora che cosa?
LEI il divorzio
LUI è troppo costoso
LEI oh tesoro ti prego
LUI vedrò quello che posso fare ma non posso promettere
LEI prometti che farai il possibile
LUI prometto
LEI bacio
LUI bacio

Prendi questa pillola | e urlerai un po' meno | ti porta via la vita | senza, stai più sereno

Fu nel decimo anno | che mangiai dei topi bolliti | ora che gli uomini azzanno | non li trovo così saporiti

LEI mi ami?
LUI sì ti amo
LEI più di tutto?
LUI sì più di tutto
LEI più di tutto al mondo?
LUI sì più di tutto al mondo
LEI ti piaccio?
LUI sì mi piaci
LEI ti piace stare vicino a me?
LUI sì mi piace stare vicino a te
LEI ti piace guardarmi?
LUI sì mi piace guardarti
LEI pensi che io sia stupida?
LUI no non penso che tu sia stupida
LEI pensi che io sia carina?
LUI sì penso che tu sia carina
LEI ti annoio?
LUI no non mi annoi
LEI ti piacciono le mie sopracciglia?
LUI si mi piacciono le tue sopracciglia
LEI molto?
LUI molto
LEI quale ti piace di più?
LUI se dico quale l’altra sarà gelosa
LEI lo devi dire
LUI sono tutt’e due squisite
LEI davvero?
LUI davvero
LEI ho delle belle ciglia?
LUI sì delle ciglia bellissime
LEI ti piace annusarmi?
LUI sì mi piace annusarti
LEI ti piace il mio profumo?
LUI sì mi piace il tuo profumo
LEI pensi che io abbia buon gusto?
LUI sì penso che tu abbia buon gusto
LEI pensi che abbia del talento?
LUI sì penso che tu abbia del talento
LEI non pensi che io sia pigra?
LUI no non penso che tu sia pigra
LEI ti piace toccarmi?
LUI sì mi piace toccarti
LEI pensi che io sia buffa?
LUI solo in un modo simpatico
LEI stai ridendo di me?
LUI no non sto ridendo di te
LEI mi ami davvero?
LUI sì ti amo davvero
LEI dì “TI AMO”
LUI ti amo
LEI hai voglia di abbracciarmi?
LUI sì ho voglia di abbracciarti, e stringerti, e coccolarti, e amoreggiare con te
LEI va tutto bene?
LUI sì va tutto bene
LEI giura che non mi lascerai mai?
LUI giuro che non ti lascerò mai, mi faccio una croce sul cuore e che possa morire se non dico la verità

(pausa)

LEI mi ami davvero?

Come la neve a me l'amore pare
quand'è venuto se ne deve andare
non dir così, che questa è una bugia
l'amore resta, il tempo vola via

il Fulmine (la Torre) - XVI Major


La carta mostra una torre che viene bruciata, distrutta, annientata. Un uomo e una donna si stanno lanciando non perché lo vogliano, ma perché non hanno scelta. Sullo sfondo si vede una figura trasparente, in meditazione: rappresenta la consapevolezza testimoniante. In questo momento potresti sentirti alquanto scombussolato, come se ti mancasse il terreno sotto i piedi. Il tuo senso di sicurezza è stato sfidato, e la tendenza naturale è cercare di aggrapparsi a qualsiasi cosa. Ma questo terremoto interiore è necessario e importantissimo se lasci che accada, emergerai dalle macerie più forte e disponibile a nuove esperienze. Dopo il fuoco, la terra è più compatta; dopo la tempesta, l'aria è limpida. Cerca di osservare la distruzione con distacco, quasi accadesse a qualcun altro. Di' di sì al processo, andandogli incontro.

Ciò che la meditazione fa lentamente, un urlo del Maestro, inaspettatamente, in una situazione in cui il discepolo sta ponendo una domanda, e all'improvviso il Maestro balza in piedi e urla, o picchia il discepolo, o lo butta fuori dalla porta, o gli salta addosso, questi metodi non erano mai stati usati. Furono frutto del puro genio creativo di Ma Tzu, ed egli fece illuminare moltissime persone. A volte sembra così ridicolo: getta fuori dalla finestra di una casa a due piani un uomo, venuto a chiedere su cosa meditare. E non solo Ma Tzu lo getta fuori dalla finestra, salta dopo di lui, gli cade addosso, si siede sul suo petto e gli chiede: “Hai capito?!” E il poveretto risponde: “Sì”, perché se dicesse di no potrebbe tornare a picchiarlo o chissà cos'altro farebbe. Gli basta: ha il corpo fratturato, e Ma Tzu, seduto sul petto gli chiede: “Hai capito?!”. E di fatto quell'uomo ha compreso: è stato tutto così improvviso, istantaneo non se lo sarebbe mai immaginato.

Nice che dice del Tao? Boh?!



1

Da quanto tempo ormai
siedi sulla tua sventura?
Attento! tu mi covi ancora
un uovo,
un uovo di basilisco
dal tuo lungo rantolo.

Come - Zarathustra striscia lungo la montagna? -

Diffidente, ulcerato, cupo,
un lungo guatatore - ,
ma improvviso un lampo,
chiaro, terribile, uno schianto dall'abisso verso il cielo: - alla montagna stessa si scuotono
i visceri...

Dove odio e fulmine
divennero uno, una maledizione- ,
abita ora sulle montagne l'ira di Zarathustra,
una nube di tempesta che striscia per la sua via.

Si rimpiatti chi ha un'ultima coperta!
A letto voi delicati!
Ora rombano tuoni sulle volte,
ora trema quanto è muro e trave,
ora guizzano lampi e verità gialle di zolfo -
Zarathustra maledice...

2

Questa moneta,
con cui tutto il mondo paga,
gloria - ,
con i guanti tocco questa moneta,
con nausea la calpesto sotto di me.

Chi vuol essere pagato?
Chi si fa comprare...
Chi è in vendita acciuffa
con grasse mani questo clingclang della gloria per tutti!

- Li vuoi comprare?

Si fanno tutti comprare.
Ma offri molto!
fa' tintinnare una grossa scarsella!
- se no li rafforzi,
se no rafforzi la loro virtù...

Sono tutti virtuosi.
Gloria e virtù - fanno rima
Finché vive
il mondo paga il blabla della virtù
col cracra della gloria -,
il mondo vive di questo chiasso...

Davanti a tutti i virtuosi
voglio essere
debitore della colpa,
chiamarmi colpevole di ogni grande colpa!
Davanti a tutte le bocche sonore della gloria
la mia ambizione mi vuole verme -,
fra questa gente mi garba
essere l'infimo...

Questa moneta, con cui
tutto il mondo paga,
gloria - ,
con i guanti tocco questa moneta,
con nausea la calpesto sotto di me.

3

Silenzio! -
Di grandi cose - io vedo grande! -
si deve tacere
o dire grande:
di' grande, mia incantata saggezza!

Io vedo in alto -
là si rivoltano mari di luce:
o notte, o silenzio, o chiasso di quiete mortale!...
Io vedo un segno -,
dalla più lontana lontananza
cala lenta su di me una costellazione scintillante...

4

Supremo astro dell'essere!
Tavola di eterne figure!
Tu vieni a me? -
Ciò che nessuno ha scorto,
la tua muta bellezza -
come? non fugge davanti ai miei sguardi?

Stemma della necessità!
Tavola di eterne figure!
- ma tu già lo sai:
ciò che tutti odiano,
ciò che solo io amo,
che tu sei eterno!
che tu sei necessario!

Il mio amore si accende
in eterno solo della necessità.

Stemma della necessità!
Supremo astro dell'essere!
- mai raggiunto da desiderio, mai macchiato da no,
eterno sì dell'essere,
sono il tuo sì in eterno:
perché io ti amo, o eternità!- -

1927


















gioco e fantasia del Tao - 5

Buddhabrot
5. Un problema collegato a questo nell'evoluzione della comunicazione riguarda l'origine di ciò che Korzybski ha chiamato la relazione mappa-territorio: il fatto che un messaggio, di qualunque genere, non consiste degli oggetti che esso denota ("La parola 'gatto' non ci può graffiare"). Il linguaggio, piuttosto, sta con gli oggetti che denota in una relazione paragonabile a quella esistente tra la mappa e il territorio. La comunicazione enunciativa, così come si presenta a livello umano, è possibile solo in seguito allo sviluppo di un insieme complesso di regole metalinguistiche (ma non verbalizzate) che governano le relazioni tra parole e proposizioni da una parte e oggetti ed eventi dall'altra. È quindi opportuno indagare sull' evoluzione di tali regole metalinguistiche e/o metacomunicative a un livello preumano e pre-verbale.
Da ciò che si è detto fin qui risulta che il gioco è un fenomeno  in cui le azioni di 'gioco' sono collegate a, o denotano, altre azioni di 'non gioco'. Di conseguenza, nel gioco ci s'imbatte in un esempio di segnali che stanno per altri eventi, e quindi risulta chiaro che l'evoluzione del gioco può essere stata una tappa importante nell'evoluzione della comunicazione. 


(A Theory of Play and Fantasy, 1954) - 4