M.C. Escher, Horsemen, 1946. |
Dopo il primo (l'inizio di questo blog) e il secondo (il passaggio dai livelli inorganici a quelli organici della vita), il terzo salto quantico (posts) riguarda termini quali:
co-scienza consapevolezza esperienza d(Io) Sé sacro sacramento estetica morale bellezza verità esistenza arte giustizia valori
e i loro sinonimi e contrari.
Ognuno di questi termini non può essere ritenuto puramente di descrizione, e neppure di meta-descrizione (descrizione di descrizioni), in quanto descrivono sia l'oggetto a cui si riferiscono sia il soggetto che li sta utilizzando. Si possono ritenere termini al confine tra il livello logico 2 di meta-descrizione e 3 di meta-meta-descrizione e - come tali - non sono oggettivamente definibili; a questo livello la sola possibilità di descrizione verbale sono storie, poesie, racconti, testimonianze di esperienze, parabole, metafore e, in ultima analisi, il silenzio.
Il territorio indicato da questi termini è modellato interamente dal principio di soggettività, dove:
Alexander Pope, An Essay on Criticism, 1709
Nel processo di descrizione da parte di un soggetto (il descrivente) di un oggetto (il descritto) sono presenti due tipi di relazione (la descrizione): la prima - quella comunemente intesa - della descrizione del descritto da parte del descrittore, la seconda (non potendo - in genere - l'oggetto descrivere il soggetto, a meno che non sia un altro soggetto) la descrizione del soggetto che descrive l'oggetto.
Il primo processo è quello che comunemente viene inteso come "descrizione": milioni di testi, voci enciclopediche, video, film etc. ne sono la rappresentazione. E' da notare che la descrizione di uno specifico oggetto può cambiare, sia perché cambia il soggetto, sia perché l'interpretazione dell'oggetto può essere differente. La descrizione, ad esempio, di un diamante è ben diversa se fatta da un fisico dello stato solido, da un geologo, da un gemmologo, da un gioielliere o da dall'acquirente, pur essendo l'oggetto fisico sempre lo stesso. Inoltre, fatto quasi sempre trascurato, la descrizione dipende dallo stato di coscienza del soggetto: un soggetto in condizioni "normali" e in condizioni di ubriachezza o sotto l'influsso di stupefacenti può dare descrizioni ben diverse di uno stesso oggetto.
La descrizione "oggettiva" per eccellenza è quella scientifica, basata sul fatto che, utilizzando lo stesso metodo nelle stesse condizioni, differenti osservatori ricavano sempre gli stessi dati; ma, al livello successivo, quello dell'interpretazione dei dati per formulare una teoria o verificare un'ipotesi, la componente soggettiva risulta evidente - infatti in diversi campi teorie diverse o opposte coesistono basate sugli stessi dati "oggettivi". Inoltre, se fino al livello dei domini di conoscenza rappresentato dalla fisica, chimica, biologia, medicina, fisiologia e ingegneria l'oggetto della descrizione ha una sua materialità fisica (ma non l'interpretazione che le discipline ne fanno, la quale è - evidentemente - puramente mentale), nei livelli successivi e adiacenti come le scienze cognitive, la sociologia, la psicologia, l'antropologia etc. per finire con la filosofia, l'oggetto della descrizione è puramente concettuale/mentale e non fisico, e spesso anche la definizione di che cosa una disciplina si occupi e debba descrivere è oggetto di interpretazione. Il massimo paradosso avviene, naturalmente, quando l'oggetto e il soggetto coincidono nel caso delle scienze della mente, dove entità come le funzioni psichiche superiori, la cognizione, la coscienza, l'"Io" e il "Sé" sono puramente soggettive.
Il secondo processo si riferisce al fatto che una descrizione, in generale, non porta informazioni o è neutra se non viene specificato chi la descrive, e in quale contesto. Ad esempio, la classica affermazione "governo ladro" non porta in sé nessuna informazione né riguardo al governo né riguardo ai ladri, a meno che non si specifichi se è fatta in un discorso da bar - e in questo caso fornisce informazioni sul soggetto che l'afferma ma nessuna sulle caratteristiche del governo - oppure se invece come risultato del lavoro di una commissione d'inchiesta sulla base delle leggi e reati vigenti - e in questo caso potrebbe anche fornire effettivamente delle informazioni reali sulla classe dirigente in questione. Un altro esempio rilevante sono le descrizioni, affermazioni, interpretazioni, opinioni, approfondimenti, dibattiti, inchieste etc. da parte dei media, che apparentemente forniscono - in minima parte - informazioni su fatti ed eventi e - in modo maggiore - informazioni su se stessi.
Attraverso la descrizione che un soggetto fa di un oggetto quindi si hanno informazioni sia sull'oggetto descritto sia sul soggetto descrivente, in modo variabile tra le due e legate al contesto di descrizione.
Come illustrato nel caso specifico di una cellula, la tipologia di descrizione oltre a seguire la gerarchia dei sistemi e domini di conoscenza, segue anche una categorizzazione di mappa a seconda del livello logico in cui la descrizione è fatta, con un passaggio tra i due principi di descrizione oggettivo e soggettivo:
Analogamente, la categorizzazione logica può essere suddivisa tra oggetto "esterno" e soggetto "interno", dove il primo può essere suddiviso nella struttura gerarchica dei domini di conoscenza:
Al livello logico 0 è posto l'oggetto o il soggetto della descrizione, il descritto, a seconda che l'osservazione si rivolga esternamente o internamente al descrivente. A questo livello troviamo i dati e gli eventi suscettibili di elaborazione con il metodo scientifico, le attività-azioni del corpo-mente e i dati percepiti. Questo livello ricade interamente sotto il principio di oggettività, e nelle culture occidentali, dominate da quattro secoli di scienza, è quella che comunemente viene consensualmente intesa come "realtà".
Al livello logico 1 avviene la descrizione del descritto da parte di un descrivente; come tale è rappresentabile dai - letteralmente - milioni di libri, articoli, lavori, voci enciclopediche che nella storia hanno descritto la conoscenza del mondo esterno ed interno. Secondo il principio di oggettività e il metodo scientifico la specificazione "da parte di un descrivente" è ovvia e ridondante: se la descrizione è valida, secondo il metodo scientifico, allora tutti i descriventi daranno la medesima descrizione - ma non necessariamente la medesima interpretazione -. Questo è il livello tipico della descrizione scientifica del "mondo esterno" in termini di dati organizzati con significato secondo teorie, con termini quali tempo, spazio, energia, forma, struttura, sistema, elemento, processo, apprendimento, evoluzione, locale e globale. Dal dopoguerra la tradizione di prima e seconda cibernetica nell'ambito della teoria generale dei sistemi, confluita nell'attuale scienza della complessità, ha fatto notare che il termine "da parte di un descrivente" è invece essenziale nell'epistemologia della descrizione scientifica, come già rilevato nella fisica quantistica e relativistica. A questo livello, per il "mondo interno" soggettivo, appartengono le strutture di percezione e i risultati corporei-mentali delle attività cerebrali, quali pensieri, ragionamenti, immaginazioni, emozioni e sentimenti.
Il livello logico 2 di meta-descrizione è inerente ai meta-modelli della complessità, come la sinergetica per la fisica, la teoria delle strutture dissipative per la chimica, il meta-modello SOP e il concetto di autopoiesi per la biologia. Epistemologia, ontologia, ontogenesi, filogenesi, emergenza, cognizione, organizzazione, Struttura che Connette e cibernetica del IIo ordine sono meta-termini di descrizione che appartengono a questo territorio, conformemente all'affermazione di Bateson che, quando si parla di sistemi complessi - come le entità viventi e i loro aggregati con i relativi fenomeni emergenti - dovremmo "seguire l'esempio delle entità di cui parliamo": "Ne segue che, quando parliamo di entità viventi, gli enunciati ... dovrebbero essere sempre contrassegnati da un riferimento a qualche proposizione descrittiva, in modo da chiarire a quale tipo logico appartenga la parola ...". " ... vedremo che "ogni" proposizione descrittiva dev'essere caratterizzata secondo il tipo logico del soggetto, del predicato e del contesto." Anche la struttura della percezione, considerata, ad esempio, nella sua complessità di interazione corpo-mente-emozioni, si riferisce a questo livello:
Il livello logico 3 di meta-meta-descrizione descrive il territorio genericamente denominato della coscienza, a cui appartengono i termini precedentemente introdotti nei quali la descrizione descrive se-stessa e il descrivente.
Le modalità di descrizione in questo territorio sono ben espresse da una storia raccontata da Bateson:
La coscienza e l'auto-coscienza umana è uno dei fenomeni emergenti e auto-referenziali centrali, che integra in modo soggettivo aspetti oggettivi fisici di materia, tempo, spazio ed energia con la consapevolezza e l'insieme dell'esperienza della vita:
Le linee guida di Processi Dinamici Globali e Struttura che Connette proseguiranno basandosi sul lavoro ed esperienze di chi, con estrema cautela, ha cercato di percorrere e descrivere questi territori irrinunciabili a cui - per il solo fatto di vivere - apparteniamo.
Inoltre, oltre al livello logico 3, una serie di testimonianze di esperienze e di modelli provenienti da varie tradizioni comunemente categorizzate come "sacre" - prevalentemente orientali - indicano ulteriori territori di esperienza e osservazione oltre la coscienza, e - di fatto - oltre il linguaggio, in cui la dualità soggetto/oggetto ridiventa unitaria. Il confine tra il livello logico 3 e i superiori è quello delineato dalle proposizioni 6.5, 7 del Tractatus, che affermano come se di qualcosa si può parlare allora se ne può parlare esattamente, se non se ne può parlare, si deve tacere. Le testimonianze di chi si è inoltrato e ha percorso questi territori sono infatti espresse quasi sempre dal silenzio; sono invece indicate delle pratiche per raggiungere e saper percorrere questi territori, sulla base che solo un'esperienza personale ed individuale può portare alla loro conoscenza, inesprimibile a parole. In questo, le pratiche delle scienze occidentali più avanzate e quelle della conoscenza interiore orientali non sono così dissimili, come fatto notare da F. Capra:
Le esperienze testimoniate sulla conoscenza di questi territori definibili "oltre la coscienza" indicano come si superi anche il principio di soggettività, entrando in "mondi" di percezione ed esperienza non solo sconosciuti, ma anche inconoscibili, totalmente alieni.
Ognuno di questi termini non può essere ritenuto puramente di descrizione, e neppure di meta-descrizione (descrizione di descrizioni), in quanto descrivono sia l'oggetto a cui si riferiscono sia il soggetto che li sta utilizzando. Si possono ritenere termini al confine tra il livello logico 2 di meta-descrizione e 3 di meta-meta-descrizione e - come tali - non sono oggettivamente definibili; a questo livello la sola possibilità di descrizione verbale sono storie, poesie, racconti, testimonianze di esperienze, parabole, metafore e, in ultima analisi, il silenzio.
Il territorio indicato da questi termini è modellato interamente dal principio di soggettività, dove:
No Place so Sacred from such Fops is barr'd,
Nor is Paul's Church more safe than Paul's Church-yard:
Nay, fly to Altars; there they'll talk you dead;
For Fools rush in where Angels fear to tread.
Distrustful Sense with modest Caution speaks;
It still looks home, and short Excursions makes;
But ratling Nonsense in full Vollies breaks;
And never shock'd, and never turn'd aside,
Bursts out, resistless, with a thundering Tyde!
Nor is Paul's Church more safe than Paul's Church-yard:
Nay, fly to Altars; there they'll talk you dead;
For Fools rush in where Angels fear to tread.
Distrustful Sense with modest Caution speaks;
It still looks home, and short Excursions makes;
But ratling Nonsense in full Vollies breaks;
And never shock'd, and never turn'd aside,
Bursts out, resistless, with a thundering Tyde!
Alexander Pope, An Essay on Criticism, 1709
Nel processo di descrizione da parte di un soggetto (il descrivente) di un oggetto (il descritto) sono presenti due tipi di relazione (la descrizione): la prima - quella comunemente intesa - della descrizione del descritto da parte del descrittore, la seconda (non potendo - in genere - l'oggetto descrivere il soggetto, a meno che non sia un altro soggetto) la descrizione del soggetto che descrive l'oggetto.
Il primo processo è quello che comunemente viene inteso come "descrizione": milioni di testi, voci enciclopediche, video, film etc. ne sono la rappresentazione. E' da notare che la descrizione di uno specifico oggetto può cambiare, sia perché cambia il soggetto, sia perché l'interpretazione dell'oggetto può essere differente. La descrizione, ad esempio, di un diamante è ben diversa se fatta da un fisico dello stato solido, da un geologo, da un gemmologo, da un gioielliere o da dall'acquirente, pur essendo l'oggetto fisico sempre lo stesso. Inoltre, fatto quasi sempre trascurato, la descrizione dipende dallo stato di coscienza del soggetto: un soggetto in condizioni "normali" e in condizioni di ubriachezza o sotto l'influsso di stupefacenti può dare descrizioni ben diverse di uno stesso oggetto.
La descrizione "oggettiva" per eccellenza è quella scientifica, basata sul fatto che, utilizzando lo stesso metodo nelle stesse condizioni, differenti osservatori ricavano sempre gli stessi dati; ma, al livello successivo, quello dell'interpretazione dei dati per formulare una teoria o verificare un'ipotesi, la componente soggettiva risulta evidente - infatti in diversi campi teorie diverse o opposte coesistono basate sugli stessi dati "oggettivi". Inoltre, se fino al livello dei domini di conoscenza rappresentato dalla fisica, chimica, biologia, medicina, fisiologia e ingegneria l'oggetto della descrizione ha una sua materialità fisica (ma non l'interpretazione che le discipline ne fanno, la quale è - evidentemente - puramente mentale), nei livelli successivi e adiacenti come le scienze cognitive, la sociologia, la psicologia, l'antropologia etc. per finire con la filosofia, l'oggetto della descrizione è puramente concettuale/mentale e non fisico, e spesso anche la definizione di che cosa una disciplina si occupi e debba descrivere è oggetto di interpretazione. Il massimo paradosso avviene, naturalmente, quando l'oggetto e il soggetto coincidono nel caso delle scienze della mente, dove entità come le funzioni psichiche superiori, la cognizione, la coscienza, l'"Io" e il "Sé" sono puramente soggettive.
Il secondo processo si riferisce al fatto che una descrizione, in generale, non porta informazioni o è neutra se non viene specificato chi la descrive, e in quale contesto. Ad esempio, la classica affermazione "governo ladro" non porta in sé nessuna informazione né riguardo al governo né riguardo ai ladri, a meno che non si specifichi se è fatta in un discorso da bar - e in questo caso fornisce informazioni sul soggetto che l'afferma ma nessuna sulle caratteristiche del governo - oppure se invece come risultato del lavoro di una commissione d'inchiesta sulla base delle leggi e reati vigenti - e in questo caso potrebbe anche fornire effettivamente delle informazioni reali sulla classe dirigente in questione. Un altro esempio rilevante sono le descrizioni, affermazioni, interpretazioni, opinioni, approfondimenti, dibattiti, inchieste etc. da parte dei media, che apparentemente forniscono - in minima parte - informazioni su fatti ed eventi e - in modo maggiore - informazioni su se stessi.
Attraverso la descrizione che un soggetto fa di un oggetto quindi si hanno informazioni sia sull'oggetto descritto sia sul soggetto descrivente, in modo variabile tra le due e legate al contesto di descrizione.
Livelli logici di descrizione. |
Livelli logici di descrizione per i livelli gerarchici "oggettivi" e "soggettivi". |
Al livello logico 1 avviene la descrizione del descritto da parte di un descrivente; come tale è rappresentabile dai - letteralmente - milioni di libri, articoli, lavori, voci enciclopediche che nella storia hanno descritto la conoscenza del mondo esterno ed interno. Secondo il principio di oggettività e il metodo scientifico la specificazione "da parte di un descrivente" è ovvia e ridondante: se la descrizione è valida, secondo il metodo scientifico, allora tutti i descriventi daranno la medesima descrizione - ma non necessariamente la medesima interpretazione -. Questo è il livello tipico della descrizione scientifica del "mondo esterno" in termini di dati organizzati con significato secondo teorie, con termini quali tempo, spazio, energia, forma, struttura, sistema, elemento, processo, apprendimento, evoluzione, locale e globale. Dal dopoguerra la tradizione di prima e seconda cibernetica nell'ambito della teoria generale dei sistemi, confluita nell'attuale scienza della complessità, ha fatto notare che il termine "da parte di un descrivente" è invece essenziale nell'epistemologia della descrizione scientifica, come già rilevato nella fisica quantistica e relativistica. A questo livello, per il "mondo interno" soggettivo, appartengono le strutture di percezione e i risultati corporei-mentali delle attività cerebrali, quali pensieri, ragionamenti, immaginazioni, emozioni e sentimenti.
Il livello logico 2 di meta-descrizione è inerente ai meta-modelli della complessità, come la sinergetica per la fisica, la teoria delle strutture dissipative per la chimica, il meta-modello SOP e il concetto di autopoiesi per la biologia. Epistemologia, ontologia, ontogenesi, filogenesi, emergenza, cognizione, organizzazione, Struttura che Connette e cibernetica del IIo ordine sono meta-termini di descrizione che appartengono a questo territorio, conformemente all'affermazione di Bateson che, quando si parla di sistemi complessi - come le entità viventi e i loro aggregati con i relativi fenomeni emergenti - dovremmo "seguire l'esempio delle entità di cui parliamo": "Ne segue che, quando parliamo di entità viventi, gli enunciati ... dovrebbero essere sempre contrassegnati da un riferimento a qualche proposizione descrittiva, in modo da chiarire a quale tipo logico appartenga la parola ...". " ... vedremo che "ogni" proposizione descrittiva dev'essere caratterizzata secondo il tipo logico del soggetto, del predicato e del contesto." Anche la struttura della percezione, considerata, ad esempio, nella sua complessità di interazione corpo-mente-emozioni, si riferisce a questo livello:
The complexity of perception; from C.T. Tart, States of Consciousness. |
Le modalità di descrizione in questo territorio sono ben espresse da una storia raccontata da Bateson:
C'è una storia che ho già raccontato altrove e che voglio raccontare di nuovo. Un tale voleva arrivare a conoscere la mente, non in natura, bensì in un suo grande calcolatore personale. Gli chiese (sicuramente nel suo Fortran più forbito):
“Calcoli che penserai mai come un essere umano?”. La macchina allora si mise al lavoro per analizzare le proprie abitudini di calcolo; infine stampò la risposta su un foglio di carta, come fanno queste macchine. L'uomo corse a vedere la risposta e trovò, nitidamente stampate, le seguenti parole:
QUESTO MI RICORDA UNA STORIA.
Gregory Bateson, Mente e Natura, 1979La coscienza e l'auto-coscienza umana è uno dei fenomeni emergenti e auto-referenziali centrali, che integra in modo soggettivo aspetti oggettivi fisici di materia, tempo, spazio ed energia con la consapevolezza e l'insieme dell'esperienza della vita:
Emergenza della coscienza umana; from C.T. Tart, States of Consciousness. |
Inoltre, oltre al livello logico 3, una serie di testimonianze di esperienze e di modelli provenienti da varie tradizioni comunemente categorizzate come "sacre" - prevalentemente orientali - indicano ulteriori territori di esperienza e osservazione oltre la coscienza, e - di fatto - oltre il linguaggio, in cui la dualità soggetto/oggetto ridiventa unitaria. Il confine tra il livello logico 3 e i superiori è quello delineato dalle proposizioni 6.5, 7 del Tractatus, che affermano come se di qualcosa si può parlare allora se ne può parlare esattamente, se non se ne può parlare, si deve tacere. Le testimonianze di chi si è inoltrato e ha percorso questi territori sono infatti espresse quasi sempre dal silenzio; sono invece indicate delle pratiche per raggiungere e saper percorrere questi territori, sulla base che solo un'esperienza personale ed individuale può portare alla loro conoscenza, inesprimibile a parole. In questo, le pratiche delle scienze occidentali più avanzate e quelle della conoscenza interiore orientali non sono così dissimili, come fatto notare da F. Capra:
Ad esempio in questo territorio vi è il passaggio dalla "mente" del livello 2, intesa come l'insieme dei processi cerebrali e delle funzioni psichiche, alla "Mente" del livello 3, intesa come "mente che osserva la mente" e come mente immanente in un sistema più vasto dell'individuo, alla "non-Mente", intesa come un'entità non-mentale che osserva, percepisce e ha esperienza dell'insieme della Mente.“La corrispondenza suggerita tra gli esperimenti scientifici e le esperienze mistiche può sembrare sorprendente, data la natura molto diversa di questi modi di osservazione. I fisici effettuano esperimenti che richiedono un complesso lavoro di gruppo e una tecnologia altamente raffinata, mentre i mistici ottengono la loro conoscenza semplicemente attraverso l’introspezione, senza alcuna macchina, nell’isolamento della meditazione. Gli esperimenti scientifici, inoltre, sembrano essere ripetibili in qualsiasi momento e da chiunque, mentre le esperienze mistiche appaiono riservate a pochi individui in situazioni particolari. Un esame più approfondito mostra tuttavia che le differenze tra i due tipi di osservazione consistono soltanto nel modo in cui esse affrontano il problema e non nella loro attendibilità o nella loro complessità. Chiunque desideri ripetere un esperimento della moderna fisica subatomica deve intraprendere molti anni di studio e di addestramento. Solo allora sarà in grado di porre alla natura domande specifiche attraverso l’esperimento e di comprenderne la risposta. Analogamente, una profonda esperienza mistica richiede, generalmente, molti anni di esercizio con un maestro esperto e, come nel caso della preparazione scientifica, il periodo di tempo dedicato all’apprendimento non garantisce da solo il risultato. Tuttavia, se ha successo, l’allievo sarà in grado di «ripetere l’esperimento». La ripetibilità dell’esperienza è in effetti essenziale per ogni apprendimento mistico ed è lo scopo reale dell’insegnamento spirituale del misticismo.”
Le esperienze testimoniate sulla conoscenza di questi territori definibili "oltre la coscienza" indicano come si superi anche il principio di soggettività, entrando in "mondi" di percezione ed esperienza non solo sconosciuti, ma anche inconoscibili, totalmente alieni.
Nessun commento:
Posta un commento