Nel 1992 P.P. Gariaev e V.P. Poponin, biologi molecolari dell'Accademia Russa delle Scienze, riportarono il cosidetto Effetto DNA Fantasma. Il test che lo evidenzia si può riassumere come:
il setup utilizzato è quello denominato photon correlation spectroscopy o scattering (diffusione) dinamico della luce, una tecnica utilizzata per determinare il profilo d'ampiezza di particelle in sospensione. Il campione da analizzare viene posto in una cuvetta su cui incide un fascio laser; le particelle in soluzione diffondono spazialmente a diversi angoli la luce la quale, ad un determinato angolo, viene rivelata da un fotomoltiplicatore. Il segnale generato viene conteggiato nel numero di fotoni rivelati e autocorrelato per estrarre un eventuale segnale periodico o un pattern dal rumore. Se le particelle in analisi sono piccole rispetto alla lunghezza d'onda della luce laser si ha tipicamente uno scattering di tipo Rayleigh e si osserva una dipendenza nel tempo del segnale dell'intensità di scattering dovuta al moto browniano termico delle particelle in soluzione del tipo:
dove il segnale di autocorrelazione è legato alle dimensioni delle particelle.
Nell'esperimento di Gariaev e Poponin si sono introdotti per l'analisi spettroscopica diversi campioni di DNA con i seguenti risultati:
nella prima figura è riportata la funzione di autocorrelazione con il campione vuoto per ottenere il background di rumore della misura, rappresentato da conteggi casuali del fotomoltiplicatore.Nella seconda figura è illustrata la funzione di autocorrelazione ottenuta ponendo un campione di DNA nella camera di misura, con un tipico andamento oscillatorio e di decadimento esponenziale.
Se il campione di DNA viene rimosso ci si aspetta, naturalmente, che il segnale ritorni al rumore di fondo; in modo del tutto inaspettato invece si misura il segnale periodico della terza figura dopo 2,5 secondi dalla rimozione del campione, che persiste per alcune decine di secondi e cambia nel tempo, come nella quarta figura dopo 25,6 secondi, come se il DNA fosse rimasto nella scatola e si comportasse da “fantasma”.
Molti altri esperimenti di controllo hanno confermato che iniziando l'esperimento senza DNA, il laser restituisce una traccia in cui si può evidenziare solamente rumore. Inserendo il DNA si ha una traccia con un preciso segnale, togliendo il DNA il livello del segnale diminuisce ma si possono riconoscere bene dei profili, come se fossero generati da un DNA, appunto da un DNA fantasma.
Gariaev e Poponin hanno inoltre riportato che se il fascio laser è modulato si trova che è in grado di modificare la struttura del DNA; ad esempio furono in grado di convertire un embrione di rana in un embrone di salamandra.
Entrambi gli effetti, l’interazione luce-DNA e l’effetto fantasma, sono al momento inspiegati.
Diversi esperimenti correlati sono stati riportati dal gruppo di Gariaev ed altri gruppi russi; ad esempio nel 1975 V. Adamenko eseguì il seguente esperimento:
da una foglia vivente si sono tagliate alcune parti e il rimanente è stato esposto ad un campo elettromagnetico ad alta frequenza. Visualizzando l'immagine della foglia una parte assente esibiva l'effetto fantasma, che durava per 10-15 secondi ed è stato filmato.
Entrambi gli effetti, l’interazione luce-DNA e l’effetto fantasma, sono al momento inspiegati.
Diversi esperimenti correlati sono stati riportati dal gruppo di Gariaev ed altri gruppi russi; ad esempio nel 1975 V. Adamenko eseguì il seguente esperimento:
Ref.: Gariaev et al., "Principles of Linguistic-Wave Genetics", DNA Decipher Journal, January 2011 |
P.P. Gariaev, K.V. Grigor’ev, A.A. Vasil’ev, V.P. Poponin, and V.A. Shcheglov, “Investigation of the Fluctuation Dynamics of DNA Solutions by Laser Correlation Spectroscopy,” Bulletin of the Lebedev Physics Institute (1992), no. 11-12, p. 23-30.
as cited by Vladimir Poponin in an online article “The DNA Phantom Effect: Direct Measurement of a New Field in the Vacuum Substructure” (Update on DNA Phantom Effect: March 19, 2002).
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