La struttura a livelli gerarchici verticale degli ambiti di descrizione:
corrisponde sostanzialmente all'insieme delle cosiddette scienze naturali, e presenta due caratteristiche peculiari:
la prima è che ogni livello di descrizione contiene i livelli inferiori, li estende ed è basato su essi:
in questo senso la chimica si basa sulla fisica ma allo stesso tempo è qualcosa di più della fisica, la biologia si basa sulla chimica etc. Come fatto notare da Anderson questo non significa che ogni livello sia una semplice applicazione o estensione diretta del/dei livello/i inferiori, dato che ad ogni nuovo livello scaturiscono fenomeni che non sono minimamente riconducibili o spiegabili con i livelli inferiori, anche se da questi dipendono.
La seconda è che ognuno di questi ambiti di descrizione, con gli innumerevoli sotto e sopra-livelli, livelli intermedi, miscele di livelli etc., si basa (ha come "fondamento") sul livello fisico 0. Naturalmente salendo di livello le proprietà del livello fisico diventano sempre meno rilevanti per la descrizione a quel livello, se non per il fatto - dato per scontato, e quindi divenuto "trasparente" - di obbedire alle leggi dei livelli inferiori.
Ad esempio, immaginiamo di essere uno psichiatra al livello 4 e di visitare un paziente che presenta disturbi mentali. Lo psichiatra può ritenere necessario ottenere delle informazioni dai livelli inferiori del paziente per avere un quadro completo della diagnosi, ad esempio prescrivendo degli esami del sangue o genetici, tuttavia non si aspetta che il suo paziente incominci ad lievitare per aria e si metta a volare fuori dalla finestra, per le leggi che valgono a livello 0, oppure che il suo sangue sia composto da idrocarburi, per le leggi che valgono a livello 1 e 2.
La struttura a livelli gerarchici verticale diventa anche con un estensione orrizzontale quando considerata in tre dimensioni:
in questo caso ad ogni livello si associa un piano gerarchico e/o logico che comprende tutti gli argomenti di descrizione propri di quel livello. Se un livello superiore emerge da quello inferiore, come nel caso dei fenomeni biologici dal livello chimico, allora il salto tra livelli non è più solo gerarchico ma anche logico, nel senso che le descrizioni in ambito biologico saranno necessariamente delle meta-descrizioni osservate dal livello inferiore chimico - non solo saranno quantitativamente più estese, come avviene tra la chimica e la fisica (sebbene alcuni fenomeni chimici come le strutture dissipative di Prigogine o la teoria degli ipercicli di Eigen non siano immediatamente riconducibili alla fisica), ma saranno qualitativamente e logicamente diverse. Lo stesso vale per i livelli superiori: l'interazione comunicativa e lo sviluppo di strutture sociale tra gli organismi non sono riconducibili alla loro biologia, etc.
Esistono tuttavia numerosi ambiti di descrizione che non hanno una base di livello 0 e che quindi non sono direttamente rappresentabili in una scala gerarchica verticale; tra gli innumerevoli basta ricordare le cosiddette scienze umanistiche - quali la letteratura, la storia, la pedagogia etc. - più una serie di ambiti di non immediata collocazione se non quella di auto-evidenza o auto-definizione, quali l'arte, la musica, l'economia, la linguistica, l'intelligenza artificiale, la psicologia etc.
E' da notare inoltre, per la distinzione tra mappa e territorio, che anche per gli ambiti di descrizione delle scienze naturali sono gli oggetti/argomenti della descrizione che si basano sui livelli inferiori, in particolare sempre sul livello 0, ma non l'ambito stesso di descrizione che, in quanto tale, non ha alcun aspetto materiale fisico - se non i libri cartacei o i bit di dati che lo descrivono o l'attività cerebrale di chi stà pensando a quella descrizione. In questo senso la fisica o la chimica non sono meno "immateriali" della letteratura o della musica.
Esistono inoltre almeno tre ambiti di descrizione che sono trasversali rispetto alla struttura gerarchica e a molti degli altri ambiti di descrizione non-gerarchici.
Il primo, classicamente, è quello della filosofia: con il suo significato derivato dal greco φιλοσοφία, composto di φιλεῖν (filèin), "amare", e σοφία (sofìa), "sapienza", ossia "amore per la sapienza", la filosofia si applica potenzialmente a qualsiasi ambito di descrizione, dalla fisica all'arte. Una definizione univoca della filosofia non è possibile in quanto ogni sistema filosofico di una certa rilevanza (e ve ne sono come minimo alcune decine, se non centinaia, nel corso di almeno 3000 anni) ha tra le proprie fondamenta concettuali una ridefinizione del senso, dell'ambito e dello scopo della filosofia. Nel suo porsi come discorso di ricerca su qualcosa piuttosto che di qualcosa la filosofia è intrinsecamente un meta-ambito di descrizione, dato che fornisce essenzialmente meta-descrizioni; applicata ai vari specifici ambiti di descrizione si distingue poi nei vari settori di meta-descrizione specifici quali metafisica, ontologia, epistemologia, etica, estetica, del linguaggio, della scienza, della storia, di specifiche scienze e di specifiche storie etc.
Il secondo è lo studio della mente, o più specificamente dei processi mentali. Anche in questo caso l'ambito di descrizione dipende dalla definizione di mente, se condiderata come un fenomeno emergente definito dall'insieme delle funzioni superiori del cervello oppure come qualcosa di più vasto inteso come processo mentale che va oltre il cervello e non necessariamente ne richiede la presenza. Nell'ambito della filosofia della mente (o della filosofia in generale) si sono proposti modelli esattamente agli opposti, da quelli che considerano la mente tutta e solo "dentro" il cervello (e quindi un prodotto dell'attività cerebrale) a quelli che la considerano (almeno in parte - ma nella parte essenziale: la coscienza, se non addirittura nella sua intierezza di mente-coscienza-anima, ed in questo caso è più definibile come Mente) tutta all'esterno del cervello.
Nella figura si è intesa la mente essenzialmente come processo (sotto diverse forme) in un sistema allargato che non necessariamente ha come limite la scatola cranica, ma si estende ad un ambiente/ecosistema in cui opera la mente; questa concezione di processo mentale è stata proposta negli anni 70-80 indipendentemente e in modo piuttosto complementare da Gregory Bateson e da Humberto Maturana, e sviluppata in seguito da Francisco Varela nell'ambito delle scienze della cognizione, ma naturalmente ha molti presupposti in diversi sistemi filosofici del passato.
E' da notare che - singolarmente - non esiste una specifica organizzata "scienza della mente", la cosiddetta "mentalica" descritta da Isaac Asimov; i vari aspetti di essa sono suddivisi in una serie di ambiti di descrizione che vanno dall'anatomia alla neurofisiologia alla psichiatria alla psicologia fino all'intelligenza artificiale.
Il terzo è la complessità, o scienza o scienze della complessità. Nella sua intrinseca caratteristica di multi-dimensionalità, che si ripartisce tra tutti i possibili ambiti di descrizione, lo studio della complessità è intrisecamente trasversale ad ogni disciplina organizzata.
Infine vi è la possibilità di una lateralità nei confronti dei diversi ambiti di descrizione, basata sul cosiddetto pensiero laterale, inteso come un percorso logico e di descrizione che attraversa trasversalmente e lateralmente i vari ambiti di descrizione, cogliendone aspetti che presi isolatamente non avrebbero particolare interesse, mentre presi insieme e collegati in uno specifico percorso di descrizione possono far emergere nuove descrizioni tipicamente multi-disciplinari e multi-dimensionali. La lateralità può avvenire tra qualsiasi livello di diversi sistemi, ed in particolare è stata spesso applicata come tecnica nella filosofia ai sistemi concettuali (o parzialmente concettuali), come quelli filosofici, e porta, e ha portato nel corso della storia della filosofia, a successivi nuovi sistemi rispetto ai precedenti.
Un classico esempio contemporaneo molto sofisticato di lateralità è l'opera di Douglas Hofstadter, dove lateralizzando attraverso ambiti di descrizione molto lontani tra loro, quali la logica formale, la musica e le arti visive, ha fatto emergere la struttura comune di Strano Anello.
in questo senso la chimica si basa sulla fisica ma allo stesso tempo è qualcosa di più della fisica, la biologia si basa sulla chimica etc. Come fatto notare da Anderson questo non significa che ogni livello sia una semplice applicazione o estensione diretta del/dei livello/i inferiori, dato che ad ogni nuovo livello scaturiscono fenomeni che non sono minimamente riconducibili o spiegabili con i livelli inferiori, anche se da questi dipendono.
La seconda è che ognuno di questi ambiti di descrizione, con gli innumerevoli sotto e sopra-livelli, livelli intermedi, miscele di livelli etc., si basa (ha come "fondamento") sul livello fisico 0. Naturalmente salendo di livello le proprietà del livello fisico diventano sempre meno rilevanti per la descrizione a quel livello, se non per il fatto - dato per scontato, e quindi divenuto "trasparente" - di obbedire alle leggi dei livelli inferiori.
Ad esempio, immaginiamo di essere uno psichiatra al livello 4 e di visitare un paziente che presenta disturbi mentali. Lo psichiatra può ritenere necessario ottenere delle informazioni dai livelli inferiori del paziente per avere un quadro completo della diagnosi, ad esempio prescrivendo degli esami del sangue o genetici, tuttavia non si aspetta che il suo paziente incominci ad lievitare per aria e si metta a volare fuori dalla finestra, per le leggi che valgono a livello 0, oppure che il suo sangue sia composto da idrocarburi, per le leggi che valgono a livello 1 e 2.
La struttura a livelli gerarchici verticale diventa anche con un estensione orrizzontale quando considerata in tre dimensioni:
in questo caso ad ogni livello si associa un piano gerarchico e/o logico che comprende tutti gli argomenti di descrizione propri di quel livello. Se un livello superiore emerge da quello inferiore, come nel caso dei fenomeni biologici dal livello chimico, allora il salto tra livelli non è più solo gerarchico ma anche logico, nel senso che le descrizioni in ambito biologico saranno necessariamente delle meta-descrizioni osservate dal livello inferiore chimico - non solo saranno quantitativamente più estese, come avviene tra la chimica e la fisica (sebbene alcuni fenomeni chimici come le strutture dissipative di Prigogine o la teoria degli ipercicli di Eigen non siano immediatamente riconducibili alla fisica), ma saranno qualitativamente e logicamente diverse. Lo stesso vale per i livelli superiori: l'interazione comunicativa e lo sviluppo di strutture sociale tra gli organismi non sono riconducibili alla loro biologia, etc.
Esistono tuttavia numerosi ambiti di descrizione che non hanno una base di livello 0 e che quindi non sono direttamente rappresentabili in una scala gerarchica verticale; tra gli innumerevoli basta ricordare le cosiddette scienze umanistiche - quali la letteratura, la storia, la pedagogia etc. - più una serie di ambiti di non immediata collocazione se non quella di auto-evidenza o auto-definizione, quali l'arte, la musica, l'economia, la linguistica, l'intelligenza artificiale, la psicologia etc.
E' da notare inoltre, per la distinzione tra mappa e territorio, che anche per gli ambiti di descrizione delle scienze naturali sono gli oggetti/argomenti della descrizione che si basano sui livelli inferiori, in particolare sempre sul livello 0, ma non l'ambito stesso di descrizione che, in quanto tale, non ha alcun aspetto materiale fisico - se non i libri cartacei o i bit di dati che lo descrivono o l'attività cerebrale di chi stà pensando a quella descrizione. In questo senso la fisica o la chimica non sono meno "immateriali" della letteratura o della musica.
Esistono inoltre almeno tre ambiti di descrizione che sono trasversali rispetto alla struttura gerarchica e a molti degli altri ambiti di descrizione non-gerarchici.
Il primo, classicamente, è quello della filosofia: con il suo significato derivato dal greco φιλοσοφία, composto di φιλεῖν (filèin), "amare", e σοφία (sofìa), "sapienza", ossia "amore per la sapienza", la filosofia si applica potenzialmente a qualsiasi ambito di descrizione, dalla fisica all'arte. Una definizione univoca della filosofia non è possibile in quanto ogni sistema filosofico di una certa rilevanza (e ve ne sono come minimo alcune decine, se non centinaia, nel corso di almeno 3000 anni) ha tra le proprie fondamenta concettuali una ridefinizione del senso, dell'ambito e dello scopo della filosofia. Nel suo porsi come discorso di ricerca su qualcosa piuttosto che di qualcosa la filosofia è intrinsecamente un meta-ambito di descrizione, dato che fornisce essenzialmente meta-descrizioni; applicata ai vari specifici ambiti di descrizione si distingue poi nei vari settori di meta-descrizione specifici quali metafisica, ontologia, epistemologia, etica, estetica, del linguaggio, della scienza, della storia, di specifiche scienze e di specifiche storie etc.
Il secondo è lo studio della mente, o più specificamente dei processi mentali. Anche in questo caso l'ambito di descrizione dipende dalla definizione di mente, se condiderata come un fenomeno emergente definito dall'insieme delle funzioni superiori del cervello oppure come qualcosa di più vasto inteso come processo mentale che va oltre il cervello e non necessariamente ne richiede la presenza. Nell'ambito della filosofia della mente (o della filosofia in generale) si sono proposti modelli esattamente agli opposti, da quelli che considerano la mente tutta e solo "dentro" il cervello (e quindi un prodotto dell'attività cerebrale) a quelli che la considerano (almeno in parte - ma nella parte essenziale: la coscienza, se non addirittura nella sua intierezza di mente-coscienza-anima, ed in questo caso è più definibile come Mente) tutta all'esterno del cervello.
Nella figura si è intesa la mente essenzialmente come processo (sotto diverse forme) in un sistema allargato che non necessariamente ha come limite la scatola cranica, ma si estende ad un ambiente/ecosistema in cui opera la mente; questa concezione di processo mentale è stata proposta negli anni 70-80 indipendentemente e in modo piuttosto complementare da Gregory Bateson e da Humberto Maturana, e sviluppata in seguito da Francisco Varela nell'ambito delle scienze della cognizione, ma naturalmente ha molti presupposti in diversi sistemi filosofici del passato.
E' da notare che - singolarmente - non esiste una specifica organizzata "scienza della mente", la cosiddetta "mentalica" descritta da Isaac Asimov; i vari aspetti di essa sono suddivisi in una serie di ambiti di descrizione che vanno dall'anatomia alla neurofisiologia alla psichiatria alla psicologia fino all'intelligenza artificiale.
Il terzo è la complessità, o scienza o scienze della complessità. Nella sua intrinseca caratteristica di multi-dimensionalità, che si ripartisce tra tutti i possibili ambiti di descrizione, lo studio della complessità è intrisecamente trasversale ad ogni disciplina organizzata.
Infine vi è la possibilità di una lateralità nei confronti dei diversi ambiti di descrizione, basata sul cosiddetto pensiero laterale, inteso come un percorso logico e di descrizione che attraversa trasversalmente e lateralmente i vari ambiti di descrizione, cogliendone aspetti che presi isolatamente non avrebbero particolare interesse, mentre presi insieme e collegati in uno specifico percorso di descrizione possono far emergere nuove descrizioni tipicamente multi-disciplinari e multi-dimensionali. La lateralità può avvenire tra qualsiasi livello di diversi sistemi, ed in particolare è stata spesso applicata come tecnica nella filosofia ai sistemi concettuali (o parzialmente concettuali), come quelli filosofici, e porta, e ha portato nel corso della storia della filosofia, a successivi nuovi sistemi rispetto ai precedenti.
Un classico esempio contemporaneo molto sofisticato di lateralità è l'opera di Douglas Hofstadter, dove lateralizzando attraverso ambiti di descrizione molto lontani tra loro, quali la logica formale, la musica e le arti visive, ha fatto emergere la struttura comune di Strano Anello.